Capitolo 25

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-Ognuno di noi ha qualche mostro da combattere.
Ognuno di noi ha paura della battaglia che si sta scatenando dentro.
Ognuno di noi vorrebbe dire di aver sconfitto quel mostro, ma sa che non è la verità; è solo un modo per celare quanto si sta realmente soffrendo.
Ognuno di noi pensa di essere rotto dentro, ma non si accorge che anche con un piccolo e impercettibile sorriso, riesce a illuminare il mondo e soffocare quel mostro.
Quindi, ricordiamoci una cosa: i mostri, all'accenno di un sorriso, anche il più piccolo, sanno già di star perdendo...-

𝓦illow

Sono passati un paio di giorni da quando la madre di Jay, Rosemary, mi ha chiamata per telefono. Mentirei se dicessi che il mio pensiero non ritorna mai su di lei. Ho provato a richiamarla più volte nei giorni precedenti, ma non ho ricevuto alcuna risposta da parte sua... Un comportamento insolito e preoccupante, che ha aumentato la mia paranoia a dismisura. Non penso che le sia successo qualcosa, quella è l'ultima delle mie idee, ma penso che Rosemary abbia bisogno di aiuto, e il fatto di non rispondere alle mie chiamate è solo un altro segnale.

Questa volta, però, non era da sola a superare la mia grande preoccupazione. I ragazzi mi hanno aiutata, anche senza conoscere il vero motivo, strappandomi un sorriso a ogni ora e come meglio potevano. Per la prima volta dopo mesi mi sono sentita meno sola a dover superare il dolore e la mancanza, piombati all'improvviso un giorno qualsiasi, cambiando la mia idea di presente e futuro: il 15 marzo.

Come se la mia ansia e preoccupazione non bastassero, Eleanor è ritornata a casa dei ragazzi per vedere come procedeva la convivenza tra me e loro. Inutile dire che l'imbarazzo dei primi minuti è stato scacciato via dal suo caloroso e dolce sorriso che non ha lasciato il suo posto nemmeno per un secondo. Quindi no, la madre di Einar non è un'assassina...

Mi accomodo su una sedia in finta pelle bianca, osservando il muro in mattoni grigi e moderni dietro di me, mentre le altre pareti bianche della caffetteria riescono a rendere ancora più spazioso e luminoso questo luogo. I tavolini in legno sono di grandezze differenti, mentre al centro si trovano dei tovaglioli puliti e ordinati. Tutto sommato questo posto non è male.

L'odore del caffè caldo, insieme a quello di dolci appena sfornati e di cioccolata appena preparata mi solletica le narici mentre aspetto il mio ordine con irrequietezza, sentendo una strana sensazione alla bocca dello stomaco. È da quando sono uscita dall'attico che mi sento costantemente osservata... Ma tutto può essere ricondotto alla mia solita e fastidiosa paranoia, cresciuta drasticamente dalle chiamate perse fatte a Rosemary.

Ed ecco che la mia mente ritorna nuovamente sulla madre di Jason...

Dovrei cercare di rilassare i nervi, e pensare più positivo. Il pessimismo non porta da nessuna parte.

Un colpo di tosse mi fa sussultare sul posto. Mi volto di scatto imbarazzata, sentendo le gote colorarsi di un color porpora. Appena i miei occhi si imbattono in quelli verdi-azzurri davanti a me, emetto uno sbuffo infastidito. La Sanguisuga è davanti a me, e il suo sorriso raggiante, ma pur sempre tirato, non fa che mettermi un'insolita inquietudine.

Forse, quando James e Alex dicevano di stargli lontano, dovevo dargli ascolto. Questo ragazzo ha un qualcosa di strano...

Mi rigiro sgomentata, rimanendo a fissare l'enorme tabellone illuminato del menù e listino prezzi posto sopra il bancone della cassa. Ignoro meglio che posso la persona che mi affianca, ma il suo continuo tossire non fa che distrarmi dalla mia azione.

≪Va bene se mi siedo qui?≫ trattengo il respiro, stringendo tra le mani il bordo del mio cappotto grigio di lana.

≪Chi tace, acconsente.≫ Dice, facendosi scappare una piccola risata. Alzo gli occhi al cielo stringendo le labbra in una linea sottile per non rispondergli a tono. La Sanguisuga si siede nella sedia davanti alla mia, oscurandomi in parte il tabellone. Adesso sto seriamente rimpiangendo il fatto di aver scelto un tavolo in fondo, e quasi all'oscuro.

Re-start, Ricomincio da teWhere stories live. Discover now