Capitolo 20

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𝓦illow

≪Demone!≫ Kenneth con un urlo riesce a spezzare il silenzio creatosi dopo numerose risate e proteste da parte mia. Mi appoggio alle grandi e lucenti piastrelle del camerino, portando una mano sulla bocca per non scoppiare a ridere.

≪Che c'è?≫ risponde Einar con tono scocciato.

≪Non fare così!≫ mio cugino ghigna divertito, facendomi girare con una piroetta per abbottonare l'abito da dietro. Kenneth aggancia ogni bottone rivestito in stoffa, dandomi ogni tanto dei buffetti amichevoli sulla spalla per farmi smettere di muovere. A mia discolpa posso dire che sono stanca di restare ferma!

≪Cosa vuoi?≫ chiede un'altra volta Einar, questa volta con tono irritato. In questo momento lo immagino fuori dal camerino con le braccia incrociate al petto, mentre alza gli occhi al cielo con uno sbuffo infastidito.

Mio cugino non risponde, continuando a ghignare silenziosamente. Se Kenneth sta cercando la guerra, io non voglio farne assolutamente parte: questa è la prima settimana in cui riesco ad avere una conversazione civile con Einar, senza finire in una solita discussione animata, con occhiatacce e parole taglienti.

≪Kenny, sto perdendo la pazienza... Cosa vuoi?≫ ringhia Einar. Kenneth non risponde, mentre mi tappo nuovamente la bocca per non scoppiare a ridere.

È difficile rimanere seri con loro due che bisticciano continuamente!

Mio cugino mi ammonisce con uno sguardo, cercando di farmi capire di non emettere nessun rumore. Intanto, dall'altro parte della tenda, si sente solamente uno sbuffo con un ticchettio di passi incontrollati e veloci. A quanto pare, qualcuno è nervoso...

Kenneth, con un cenno del capo, mi fa voltare verso lo specchio illuminato. Alzo gli occhi sul mio riflesso rimanendo a bocca aperta. Un vestito di velluto rosso scuro fascia il mio corpo, mettendo in risalto ogni mia forma. Tocco il tessuto con mani tremanti, per ridacchiare subito dopo in modo nervoso: la scollatura, retta da due sottili spalline, è esageratamente profonda, ma riesce ad accentuare e sollevare il mio piccolo seno. Il vestito stringe il costato, per scendere in modo attillato e stretto sui fianchi, fermandosi alla fine poco sopra le caviglie. Lo spacco alto e laterale mi spezza definitivamente il fiato: cosa direbbe mia madre se vedesse un abito del genere sopra il corpo di sua figlia?

Questo non è un vestito elegante, ma provocante!

≪Chi l'ha scelto?≫ chiedo, deglutendo rumorosamente. Incrocio le braccia al petto cercando di coprirmi, ma la mano sicura e calda di mio cugino blocca ogni mio movimento, guardandomi incantato. Mi giro per osservare la schiena per fortuna coperta, toccando i bottoni in velluto.

≪Non ha importanza.≫ Dichiara con sguardo perso. ≪Sei perfetta≫, faccio una smorfia contrariata, arrossendo con un certo disagio.

Il mio pensiero ritorna inevitabilmente su mia madre: cosa penserebbe di me, in questo momento?

L'alta società, senza nemmeno pensarci due volte, aprirebbe un animato dibattito sul vestito indossato dall'incantevole e principesca figlia di Louisa Clarke.

≪Ehi, Willowina, calma. Non stai uccidendo nessuno, è solo un vestito. Un fantastico, provocante, strepitoso e perfetto vestito.≫ Kenneth, come se avesse capito dove i miei pensieri si sono imbattuti, mi salva da quest'ultimi regalandomi un sorriso con un'alzata di sopracciglia.

Ridacchio in modo genuino, osservandomi ancora una volta allo specchio. Devo ammettere che mi trovo carina con indosso questo abito. E dopo anni in cui ho odiato stoffe, ricami e accessori pregiati e delicati, sempre per colpa di mia madre, mi sento come se l'avessi in un certo senso sconfitta.

Re-start, Ricomincio da teWhere stories live. Discover now