Capitolo 26

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𝓦illow

Provo ancora a muovere le dita sfracellate e adesso intorpidite, mentre aspetto con impazienza l'arrivo di Einar. Sento la gola arida per colpa delle urla, e la voglia di bere tutto d'un sorso dell'acqua fresca non mi ha mai entusiasmata come ora.

La porta in legno si apre con uno scatto, facendomi alzare dal mio angolino con delle gambe malferme. Il respiro mi si blocca nei polmoni, la rabbia ritorna a palpitare prepotentemente e la voglia di urlargli addosso tutta la mia furia mi alletta sempre di più.

James e Alex, a qualche metro di distanza da me, mi osservano con un cipiglio preoccupato e oserei anche dire di rimorso, almeno per il biondo.

≪Cosa volete?≫ la mia voce fuoriesce con una nota più aspra e furiosa di quel che mi aspettavo, facendomi sorprendere di me stessa. Incrocio le braccia al petto, aspettando impaziente una loro risposta. Mio fratello arriccia il naso con una smorfia, osservando il mio aspetto a dir poco pietoso...

Ma cosa si aspettava? Che rimanessi qui, zitta e buona, a non preoccuparmi per Einar?

≪Vogliamo aiutarti.≫ Risponde monocorde Alex, indicando con un cenno del capo le mie nocche sbucciate. Deglutisco a disagio da questo suo nuovo lato: pensavo che Alex fosse il ragazzo dolce, tranquillo e di cui ti puoi sempre fidare... Non sospettavo che potesse diventare così rigido e apatico.

≪Non ho bisogno del vostro aiuto.≫ Ribatto con una scrollata di spalle, ignorando lo sguardo di rimprovero che ricevo da parte di mio fratello. In questo preciso istante vorrei possedere un po' più di coraggio e urlargli addosso tutto quello che penso, senza indugiare più di tanto nel cercare parole con un tono più gentile ed educato.

≪Ti medichiamo le ferite e poi non ti daremo più fastidio.≫ Mio fratello prova ad avvicinarsi a me, ma lo blocco alzando una mano.

≪Riesco a farlo anche da sola.≫ Strappo il disinfettante e le garze insieme alle bende dalle mani di James, per poi posarli sul ripiano in vetro della scrivania aspettando che escano da questa stanza.

≪Potete andare...≫ indico la porta con un cenno del capo.

≪Willow, perché non capisci? Era per il tuo bene!≫ i lineamenti di mio fratello si induriscono, mentre mi parla con un misto di rabbia e turbamento. Una risata priva di divertimento scappa dal mio controllo, osservando la vena pulsante del suo collo; sembra così uguale a papà...

Alex porta una mano sulla spalla di mio fratello, stringendogliela, e fermandolo dall'aprire nuovamente bocca. ≪Se vuoi, possiamo far entrare Einar.≫ Mi blocco dal saltare di gioia, annuendo solamente con il capo e ignorando lo sghignazzare del biondo che non vuole cessare.
Mio fratello, di rimando, arriccia il naso, prima di uscire dalla stanza senza guardarsi indietro.

Sbuffo frustrata e dolorante, passandomi una mano tra i capelli prima di aprire il disinfettate e versalo un po' su una garza. Cerco di tamponare come meglio posso le nocche, ma un lamento strozzato mi fa bloccare dalle mie azioni. Riprovo nuovamente a tamponare le ferite, ma sofferente rilascio tutto sul ripiano in vetro, portandomi una mano sulla fronte.

Strizzo gli occhi con un'espressione contrita e adirata: come faccio a rimanere calma, se il mio stesso fratello mi ha rinchiusa in una camera, e l'amico di cui credevo ci si potesse fidare non ha alzato un dito, ignorando le suppliche da parte mia ed Einar.

Einar... la sua insolita reazione per aver nominato un nome.

Perché, poi? Che ha fatto Russell di così tanto malvagio da far scoppiare Einar? Dovrei davvero restare alla larga da uno dei due, oppure no?

Re-start, Ricomincio da teWhere stories live. Discover now