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dopo quella sera non ci parlammo più, era passata una settimana e dopo avermi portato a casa convinto che la sua guida in moto sarebbe stata meno pericolosa delle mie mani su un volante di un'auto, così li dovetti dare le indicazioni per casa mia nonostante continuavo a pregarlo di lasciarmi andare anche se consapevole di non essere in grado di guidare in quello stato.

era di nuovo lunedì, l'ultimo fine settimana l'avevo passato con felix a spettegolare su cosa avesse potuto offendere il grande lee minho per ignorarmi con così tanto menefreghismo come se il weekend prima non avessimo scopato come se la nostra vita dipendesse da gli orgasmi dell'altro.

così pianificai un piano di cui neanche felix era a conoscenza, in realtà neanche io, perché è stato così imprevisto che mi sbalordii del modo di pensare del mio cervello durante le noiose ore di chimica.

infatti allora di pranzo feci la sua stessa strada dalla sua aula fino alla sala pranzo dalla parte opposta del corridoio e un po' indietro nel mentre lui era con i suoi amici a fare squadrone, il piano era di umiliarlo davanti si suoi amici per avermi lasciato da solo dopo quella sera, ma a quanto pare lee minho aveva il sesto senso.

a un certo punto, vicino alla sala mensa, si fermò di scatto dicendo di "essersi dimenticato qualcosa in aula" così consigliando ai suoi amici di proseguire fino alla mensa senza della sua presenza- aspettò fino a quando i tre ragazzi iniziarono a camminare allontanandosi da lui per poi girarsi di scatto.

«ti sembra modo?» lo disse in tono da rimprovero e quasi mi fece spaventare, ma non l'avevo ancora sentito prendermi dalla maglia e letteralmente trascinarmi nel bagno più vicino per poi chiuderci a chiave dentro dopo essere sicuro che nessuno era all'interno di qualche cabina.

«cosa vuoi?» disse in tono freddo, quel tono che ti fa sentire un idiota solo per essere la persona a cui sta parlando, ma risposi comunque «ho fatto qualcosa di sbagliato domenica scorsa, al bar?» andai dritto al punto guardandolo dritto negli occhi- non volevo sembrare innocente, ma non volevo che si fosse sentito a disagio durante il nostro rapporto.

«hai le chiavi di casa mia, per parlare non dovevi stalkerarmi tutta la settimana» disse ignorando la mia domanda, così dissi «ti ho fatto una domanda minho» a questo punto incrociai le braccia per nominare predominanza fra di noi, anche se non funzionò a quanto pare.

«pensi di essere l'unica persona con cui scopo? devo avere una relazione con te per scoparti o posso continuare a vivere la mia fottuta vita come facevo prima del tuo attivo in questa scuola di merda?» sbraitò innervosito, l'aveva fatto con rabbia e frustrazione, ma non sembrava volontario.

sospirai infastidito dalla sua risposta, così misi le mie mani in tasca alla ricerca di un oggetto rumoroso per poi tirarlo verso di lui, che prese con i suoi riflessi sempre pronti «se non vuoi più vedermi potevi riprenderti le chiavi invece di dirmi di tenerle come se fossi il tuo one and only» uscii prima io dal bagno, sbattendo la porta e a passo veloce- non lo vidi per il resto della giornata.

uno come tanti eh? me lo dovevo aspettare

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wo, birthday non è andata male tbh, i mean ho fatto qualche sbaglio e a un certo punto mi sono distrattx- ma mi perdono per non farmi del male :D

-cigarettes after sex-Where stories live. Discover now