Feldcroft

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23 Ottobre 1890

Caro Diario,

era tarda mattinata quando mi misi in viaggio sulla mia scopa per raggiungere Feldcroft con il cuore in gola per l'eccitazione! 

"Chissà se io ed Anne andremo d'accordo", "Non vedo l'ora di scoprire il luogo in cui è nato e cresciuto Sebastian!", "... Sebastian! Mi avrà invitata a Feldcroft perché sono una persona speciale per lui?!"

Per distrarmi da tutti quei pensieri che mi assillavano la mente, durante il volo provai una tecnica mostratami da Imelda: alzarmi in alto per poi sferzare l'aria vicino al suolo, sollevando così le foglie d'autunno e facendole danzare al mio passaggio. Il vento mi accarezzava il viso, portando con sé l'odore della terra bagnata di rugiada dei campi dorati. Un'esperienza incredibile, un connubio tra la magia e la bellezza della natura.

Feldcroft

«Ammiri il panorama? Scusa se mi stavi aspettando da tanto.» Dissi smontando dalla scopa su una torretta in legno posta al centro del villaggio. Sebastian era lì che, con le mani poggiate alla ringhiera, scrutava in lontananza.

«No, sei in perfetto orario. Stavo tenendo d'occhio la situazione. Feldcroft non è più quella di una volta. Nessuno si sente più al sicuro qui, da quando i seguaci di Ranrok frequentano il castello di Rookwood laggiù»

Ero già stata in quel castello, settimane fa con il professor Fig per accedere alla seconda prova, e anche se abbiamo sbaragliato alcuni dei seguaci di Ranrok e Rookwood, goblin e maghi oscuri continuavano a muoversi indisturbati. Dopotutto, il Ministero continua a non prendere provvedimenti contro di loro.

«Mio zio Solomon era un Auror e si rifiuta di indagare, perfino dopo che Anne è stata maledetta da uno di loro» Mi aspettavo di trovare il solito Sebastian sorridente, invece, era serio e pensieroso.

«È stato uno degli sgherri di Rookwood?» Chiesi notando la sua necessità di parlare dell'accaduto.

«No, quando fu aggredita c'erano solo goblin, eppure è stata maledetta con una bacchetta, temo! Devo capire bene cosa le è successo se voglio aiutarla.»

«Certo che è strano, dal momento che i goblin non usano le bacchette... sarebbe meglio indagare» feci notare dubbiosa, qualcosa sembrava non tornare.

«Sono curiosa di conoscere Anne, non sto più nella pelle!» dissi galvanizzata e cambiando discorso, al che anche lui cambiò espressione e finalmente si rivolse a me con un sorriso: «Anche io, spero che conoscere una nuova amica di Hogwarts possa risvegliare la Anne di un tempo!»

Attraversando il borgo notai che era semi-deserto, come aveva detto Sebastian, dopo gli attacchi dei goblin la gente aveva paura di uscire di casa. Osservai che Feldcroft era un piccolo borgo contadino, non che me ne lamenti, ma mi ero fatta l'impressione che un tipo come Sebastian fosse più da città e che venisse da un posto più... sofisticato.
Non so se io vivrei bene in un posto così piccolo!

Sebastian mi aveva descritto lo zio come un orso burbero, facendo trapelare in più occasioni - nei suoi discorsi - che non andavano proprio d'amore e d'accordo, ma la mia immaginazione non arrivò mai a ciò che vidi con i miei occhi in quella casa.

Sebastian e Anne si salutarono affettuosamente, lui le porse un bocciolo di grizanfico [1], penso a scopo paliativo per mitigare il dolore che la povera Anne sente costantemente a causa della maledizione.
Lo trovai un gesto del tutto normale, ed anche tenero, per un fratello che è in apprensione per sua sorella malata e vorrebbe solo vederla star meglio. Io ero sulla porta e, facendomi coraggio, feci un passo verso di loro per inserirmi nel quadretto e farmi presentare, ma un'ombra nera annunciata da pesanti passi mi mise da parte. Lo zio arrivò dall'altra stanza, nero in viso alla vista di Sebastian: «Ne abbiamo già parlato» sfilò il bocciolo dalle mani del nipote.

HOGWARTS LEGACY | Diario del 5° anno 1890-1891Where stories live. Discover now