CAP. 18: PROFUMO DI LAVANDA

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Hazel amava la lavanda. Amava tutto quello che le riguardava. Ricordava che, quando ancora si trovava in orfanotrofio, c'erano moltissime piante di lavanda di un lilla acceso; le piaceva tantissimo tuffarci il viso dentro e annusarla profondamente. Il primo profumo che aveva comprato era alla lavanda, idem per le sue candele profumate, di cui non ne aveva mai abbastanza. Ma perchè proprio la lavanda? Perchè non la rosa, la margherita o il girasole? Dovete sapere che, nella casa dove abitava, prima di essere abbandonata dalla sua famiglia, c'era un enorme campo di lavanda, e sua madre ne portava sempre un mazzolino al giorno in casa, e così, la memoria olfattiva di Hazel non aveva dimenticato il profumo che emanava quel posto, ed è questo che era così tanto affezionata a quel fiore, era l'ultimo legame che aveva con i suoi genitori, l'ultimo ricordo o meglio l'unico, perchè non aveva nemmeno avuto il tempo di fare i primi passi, che i suoi morirono... Dopo alcuni studi, scoprì che possedere un rametto di lavanda significasse fortuna e buon auspicio, e regalarlo era un simbolo di amicizia. Inoltre, le ricordava il suo periodo in clinica: guardava fuori dalla finestra e c'erano dei piccoli cespuglietti del fiore che tanto amava. Le persone la conoscevano per il suo profumo così delicato e particolare. Ma non sempre aveva significato per lei gioia e serenità, era stato anche simbolo di delusione e di dolore puro: quando Dean andò da lei per dirle che se ne stava andando, aveva un mazzo di lavanda in mano, che regalò non a Hazel, ma bensì a Mary, la ragazza con cui era stata tradita. Da quel momento sentì qualcosa rompersi in lei, come se fosse morta una parte della sua personalità. 

HAZEL'S POV:

Accesi la candela alla lavanda e mi misi a scrivere sul mio taccuino: ''Mi abbandonò come si fa con un oggetto, lasciata in disparte a prendere polvere. Poi un giorno, si accorse di nuovo della mia presenza e io mi riaccorsi della sua. I suoi occhi erano rimasti azzurri come il cielo e i suoi capelli biondi come il miele; era diventato più alto e possente, la voce era più roca, ma lui era sempre uguale: un bimbo. Mi scrutò con uno sguardo strano, mai visto nel suo volto, e poi mi sorrise, come mai non lo avevo visto fare. Mi raccontò di Mary, e del fatto che erano stati i suoi genitori ad imporglielo, più di tutti sua madre; mi parlò dell'America e delle sue spiagge, finchè, mi chiese scusa per tutto e mi chiese di riprovarci. Io gli dissi di sì...ma ora...non so veramente cosa voglio, ho paura, tanta. Non voglio tornare in quella clinica di nuovo...non voglio avere la pelle piena di sangue...voglio profumare di lavanda'' riposi la penna con le lacrime agli occhi. Cosa voglio io veramente? Voglio lui. Sono cambiata, ma il mio amore è sempre uguale. Chiusi gli occhi, riposi il taccuino nel cassetto e mi distesi sul letto, guardando il soffitto: i miei occhi iniziarono a scivolare sulle immagini appese alle pareti, tutti i momenti felici fino ad oggi... il mio compleanno, il compleanno di Sam; io e Dean che ci baciamo sulla spiaggia... sembrava tutto perfetto ma non lo era. Le mie lamette erano ancora lì, a destra del taccuino, avvolte in una scatolina di plastica e coperte da uno straccetto. Sarei mai riuscita a buttarle? Forse no...si deve andare avanti nella vita, è vero, ma io non ci riesco. C'è ancora qualcosa che mi fa soffrire e mi fa piangere, ma non capisco cosa. Quelle cose lì mi rappresentavano. Erano me: erano il mio passato. Ma è giusto prendere quelle come esempio? Non lo so... Mi misi a sedere e guardai il telefono, una foto da parte di Sam: lei e Thomas in un campo di lavanda...che belli che erano. I capelli della mia migliore amica erano sempre più corti, la chemio la stava distruggendo....e le possibilità di sopravvivenza....No. Non voglio pensarci. Non se ne sarebbe andata, lei è forte, lo so. Le risposi con un cuore al messaggio che mi aveva mandato. Dentro di me qualcosa mi diceva che stava per succedere una cosa inaspettata...me lo sentivo. Mi toccai i capelli, erano sporchi; decisi di andare a farmi una doccia. 

Uscii dopo 20 minuti e mi asciugai i capelli con cura, gli raccolsi in una crocchia e misi alcune forcine per farli stare su. Mi misi un paio di jeans strappate e un toppino viola lavanda. Dovevo andare a mangiare con Magda stasera, in un ristorante di pesce molto carino e soprattutto con spaghettate ai frutti di mare da urlo. Tirai fuori i miei ombretti e scelsi le tonalità che meglio si abbinavano al mio outfit: lilla e bianco. Mi sarebbe passata a prendere tra quasi un'ora, ma volevo farmi trovare pronta. Improvvisamene il mio telefono squillò, ebbi un sobbalzo. Era Magda: ''Eiiii...come va?'' ''Ciao cucciola...sei a casa?'' Era strana: ''Ehm...sì perchè?'' ''Hazel...ti prego non preoccuparti ma...'' oddio cos'era successo: ''Hanno ricoverato d'urgenza Sam...'' il telefono mi cadde dalla mano, mi appoggiai sul bordo della vasca, scioccata. Sentivo il telefono che emetteva suoni, ma non ascoltai. I miei occhi erano sbarrati, corsi da Dean e bussai alla sua porta. Lui mi guardò stupefatto: ''Raggio di sole...tutto bene?'' ''In ospedale...Sam....muoviti'' Come leggendomi nel pensiero mi prese la mano, mi fece salire in macchina e andammo via veloci come il vento. 

Aspettammo i medici per più di un'ora. Thomas ci raccontò la storia: Sam aveva iniziato a sentirsi male improvvisamente, era svenuta tra le sue braccia e lui l'aveva portata in ospedale. Ero incredula. Ad un certo punto la porta dello studio si aprì, uscirono i genitori della ragazza, visibilmente scioccati, e il medico si diresse da noi: ''Ragazzi...ehm'' si schiarì la voce: '' La situazione è grave...se prima...le possibilità di vita erano di un paio d'anni...ora sono calate a qualche mese...al peggio settimane'' NO. Chiusi gli occhi. Stava succedendo. ''Non si può fare niente?'' domandò Thomas: ''Sì...possiamo rallentare l'avanzata del tumore e provare una chirurgia di rimozione...ma le probabilità che ne rimanga illesa sono bassissime, inoltre lo stadio della malattia è elevato e la probabilità di ritorno, nel caso sparisse, sono al 90%....'' Iniziai a piangere disperatamente, a singhiozzi. Non potevo fare niente questa volta. Era finita. ''Non ci sono soluzioni?'' sussurrai: ''No...sono veramente mortificato...noi ci abbiamo provato fino ad ora...ma questo malore le è stato fatale...monitorando la situazione ci siamo accorti che tutto questo contatto con il mondo esterno le ha provocato spossatezza e aumento di piccoli raffreddori, per lei fatali. Inoltre era prevedibile...Sam lo sapeva che era una terminale...ma non ve l'ha voluto dire...ora mi dispiace ma devo lasciarvi...da domani potrete venirle a fare visita...Arrivederci....e fatevi forza. Non vorrebbe vedervi così'' e se ne andò. Io mi strinsi a Dean, non ci volevo credere...la testa mi girava e perciò presi un tranquillante. Come avrei fatto senza di lei? Chi avrebbe preso il suo posto? Nessuno. Perchè era insostituibile. Thomas guardava nella direzione della stanza della sua amata e sussurrava: ''Non ora, non ora, non ora....'' mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Piangemmo insieme, in silenzio, stretti l'uno all'altra, sapendo che ormai era finita.

Il giorno dopo mi fiondai da Sam, che mi accolse con un sorriso: ''Hazy...'' disse debolmente: ''I medici hanno detto che da domani posso tornare...'' La guardai e le risposi: ''Bene...sono contenta'' Lei sembrò non essere soddisfatta: ''Guarda fuori dalla finestra...c'è la lavanda'' In quel momento feci come mi aveva detto e rimasi incantata; un enormi campo di quel fiore si estendeva per qualche chilometro: ''Magnifico...veramente è...è stupendo'' Mi sorrise: ''Già...Sai, non mi aspettavo di andarmene così presto...'' Le lacrime mi tornarono: ''Io pensavo stessi guarendo...'' Mi guardò apprensiva: ''Lo so, ho chiesto io di...'' il nostro dialogo venne interrotto dall'entrata di Thomas: ''Amore'' Si baciarono delicatamente e poi notò la mia presenza: ''Hazel...'' ''Ciao'' sussurrai: ''Tranquillo, me ne stavo andando...Dean mi sta per passare a prendere'' Sam mi disse: ''Che venga anche lui la prossima volta, voglio parlargli'' annuì, l'abbracciai e uscì velocemente da quella stanza, da quel reparto e soprattutto da quell'ospedale. 

Per la maggior parte del viaggio fui assorta dai miei pensieri e ignorai quasi del tutto la presenza di Dean, finchè non mi accorsi che non mi stava portando a casa: ''Finalmente te ne sei accorta'' rise: ''Arrivati'' e scese dalla macchina. Mi aprì la portiera e fu in quel momento che inalai un'aria diversa dal solito, il mare. Mi prese per mano e mi portò nel posto in cui ci eravamo rivisti dopo quasi un anno: ''Ti ricordi?'' sussurrò: ''Qui ti avevo dichiarato il mio amore vero...ma siamo stati più volte interrotti.'' Si inginocchiò e tirò fuori una scatolina: ''Hazel....so che non è il momento giusto, ma penso che Sam non veda l'ora di vederci così...quindi...vuoi diventare la mia ragazza?'' Davanti a me c'era un anello bellissimo e brillante: ''Sì...ovvio'' Si alzò e ci baciammo con passione. Lo amavo tanto. Questa volta non avevo dubbi, lui era mio e mio soltanto. Passammo il resto del pomeriggio lì, sdraiati sui teli mare o seduti in riva al mare con le onde che ci accarezzavano i piedi. Non potevo  chiedere di meglio. Dean riusciva a esonerarmi dal mondo esterno e dalle cattiverie della vita; con lui vivevo una fiaba senza fine. 

Tornai a casa un po'più spensierata; mostrai a Magda l'anello e le spiegai tutta la mia felicità. Poi andai in camera e chiamai Sam: scoprii che domani sarebbe tornata a casa e avrebbe salutato l'ospedale per sempre. Questa cosa mi riempì di un vuoto incolmabile, se pure i medici l'avevano lasciata andare, significava che non si poteva più fare niente. Le promisi che sarei passata a trovarla, ma sapevo che ormai la nostra amicizia terrena aveva i giorni contati. Mi sedetti sul letto, accesi una candela alla lavanda e iniziai a scrivere....


ANIME DISTANTIWhere stories live. Discover now