Dorothea ha ventiquattro anni e un sogno custodito nel cassetto della sua scrivania, tra bobine consumate dal tempo e nastri avvolti e tagliati in piccoli frammenti di ricordi.
Oakley, invece, di anni ne ha trentaquattro e trascorre le sue giornate...
La douleur exquise – dal francese, si riferisce alla sensazione di desiderare qualcuno che sai che non potrai mai avere, e sapere che vuoi ancora stare con lui/lei.
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Narrator's point of view
Ciò che ero solito amare, non amo più; mento: lo amo, ma meno; ecco, ho mentito di nuovo: lo amo, ma con più vergogna, con più tristezza; finalmente ho detto la verità. È proprio così: amo, ma ciò che amerei non amare, ciò che vorrei odiare; amo tuttavia, ma contro voglia, nella costrizione, nel pianto, nella sofferenza. In me faccio triste esperienza di quel verso di un famosissimo poeta: «Ti odierò, se posso; se no, t'amerò contro voglia».
Oakley e Dorothea si lasciarono quel caldo giovedì australiano di gennaio. Tornarono alle vite di sempre, in due continenti diversi a migliaia di chilometri di distanza. Non si era mai sentito così vuoto, Oakley, che sull'aereo di ritorno dovette evitare per tutto il tempo di pensare a cosa sarebbe successo d'ora in poi nella sua vita. Era caduto nel tranello del diavolo, nel labirinto del Minotauro, ingannato da una sirena ammaliante che portava il nome dell'amore. E non lo avrebbe mai ammesso, non a se stesso.
Le settimane successive furono pervase dalla solita monotona quotidianità, agli inizi di febbraio sarebbe iniziato definitivamente il congedo e in quei giorni provò a godersi gli ultimi momenti in divisa prima del riposo temporaneo.
La mattina era tornato ad allenare le squadre di apprendisti tirocinanti e dovette ammettere che gli era mancato urlare nelle orecchie di quei poveri ragazzini terrorizzati dal loro superiore mentre questo, senza far trapelare la sua soddisfazione, li incitava con appellativi alquanto discutibili.
Il tormento però si risvegliava con il calare del sole, quando Oakley si ritrovava costretto a distrarsi dal cedere alla tentazione di mandarle un messaggio.
Non sapeva spiegarselo ma qualcosa dentro di sé gli impediva di contattarla. Forse era la paura di doverla illudere di poter mandare avanti quella cosa che si era creata tra loro due, quando era palese che non ne fossero in grado. Non avrebbero potuto gestirla neanche con chiamate quotidiane perché lui lavorava dodici ore al giorno e gli era vietato l'utilizzo dello smartphone durante le ore lavorative e lei, invece, viveva in una nazione che andava diciannove ore avanti rispetto all'Oregon, studiava e lavorava e poi si allenava e le loro vite erano troppo frenetiche per sopportare il peso di una relazione.
Pensava a lei più di quanto gli sarebbe piaciuto ammettere. Ed era lei ad occupare i suoi pensieri quando dopo aver fatto una doccia negli spogliatoi del campo d'allenamento ed era in procinto di oltrepassare la recinzione ricoperta dal filo spinato, incontrò proprio colui che aveva cercato di evitare durante quelle ultime due settimane.
