Dorothea ha ventiquattro anni e un sogno custodito nel cassetto della sua scrivania, tra bobine consumate dal tempo e nastri avvolti e tagliati in piccoli frammenti di ricordi.
Oakley, invece, di anni ne ha trentaquattro e trascorre le sue giornate...
Retrouvailles - è una parola francese che non ha una traduzione precisa in italiano o in molte altre lingue. Tuttavia, il concetto che essa esprime è quello di un incontro o una riunione dopo un periodo di separazione, spesso connotato da un sentimento di gioia, felicità e affetto. È un termine che suggerisce il piacere di rivedere qualcuno che si è perso di vista o da cui ci si è allontanati per un po'.
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E se il modo in cui mi abbracci è in realtà ciò che è sacro? E se la lunga sofferenza è ciò che vogliono da me? Non sanno come mi hai perseguitato, in modo così sbalorditivo. Scelgo te e me... Religiosamente.
Quando aprii gli occhi non riuscii a mettere a fuoco la stanza fredda in cui mi trovavo, sapevo solo di avere freddo e che volevo togliermi di bocca quel retrogusto amaro lasciato da tutto ciò che avevo rigettato poche ore prima. Non ero nel mio appartamento, avrei potuto riconoscere la terracotta del pavimento del bagno della villetta a schiera di June ad occhi chiusi.
Avevo trascorso da lei la nottata, e metà serata precedente restava sfocata in un confuso soffiare di festeggiamenti, musica e alcol.
Ero un trentacinquenne da poche ore e sapermi ridotto in quello stato per chissà quale ragione faceva di me un fallito totale. Forse non lo pensavo davvero, lo ammetto, però mi infastidiva pensare di potermi distruggere il fegato per tutto il tempo che volevo dato che non avevo più doveri militari da eseguire, anche se solo temporaneamente.
Il pomeriggio antecedente Tyrone e il resto del nostro solito gruppo mi avevano trascinato al Wondermust e avevano contribuito a ridurmi in un rottame fatiscente. Non ricordavo quanto avessi bevuto, probabilmente troppo dato che non riuscivo a capire nemmeno come fossi finito nel letto di June.
Avevo ricordi vaghi che si intrecciavano a immagini oniriche generate dal mio inconscio durante lo svenimento accanto alla tazza del water. Puzzavo di vomito e alcol per questo motivo decisi di darmi una lavata prima di tornare in camera da letto, vestirmi e chiudere i battenti come ero solito fare. June non avrebbe avuto nulla da ridire a riguardo e, anzi, mi ero decisamente intrattenuto anche troppo nella casa che condivideva con Hugh, suo marito.
La loro era una relazione aperta, poliamorosa e per nulla restrittiva: l'importante era tenere a largo gravidanze e presentarsi sempre ai rispettivi nuovi partner.
Io e June non avevamo una relazione, facevamo solo sesso e questo mi bastava perché trovavo persino fastidioso e monotono il dover andare in giro per locali a scovare donne che fossero disponibili a fare sesso occasionale.
Mi piaceva così, fingevo che mi andasse bene non aver concluso nulla di positivo nella mia vita, anche quando vedevo gli altri realizzarsi sotto punti di vista che io cercavo di ignorare.
Sapevo che presto Tyrone avrebbe chiesto ad Annalize di sposarlo, aveva accennato indirettamente alla questione e il fatto che ultimamente stesse facendo di tutto per trascorrere più tempo con lei, la diceva lunga su quanto trovasse difficile fare quel passo.
