22 - Qui o in camera, scegli tu

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Saudade- termine portoghese che può essere associato a sentimenti di rimpianto per qualcosa che è stato perso o per una situazione passata che non può essere ripristinata. La saudade può anche rappresentare un senso di affetto o amore per qualcuno che è lontano o non più presente nella vita di una persona.

 La saudade può anche rappresentare un senso di affetto o amore per qualcuno che è lontano o non più presente nella vita di una persona

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Oakley's point of view

Ho un desiderio desolato di te stasera. Ahimè stasera e sempre. 
Ma stasera il desiderio è di qualità nuova. È come un tremito infinitamente lungo e tenue. 
Sono come un mare in cui tremino tutte le gocciole, tremano tutte le ali dell'anima, tremano tutte le fibre dei nervi, tremano tutti i fiori della primavera e anche le nuvole del cielo e anche le stelle della notte e anche la piccola luna trema.

Ero abituato da sempre ad elaborare il lutto ancor prima di assistere alla morte. Avevo visto compagni di squadra morire davanti ai miei occhi, avevo tolto la vita a nemici e loro, seppur non concretamente, erano riusciti a portare via una parte di me. Eppure, in quei momenti di perdita atroci non avevo provato nulla, mi sentivo solo vuoto, abbandonato al fluire incessante degli spari.

I miei genitori erano morti bruciati vivi nel tentativo di salvarsi.
Mia mamma si chiamava Tamara Joy Whitaker, era un chirurgo generale e da lei ho ereditato il taglio e il colore dei miei occhi ed il sorriso che nascondevo costantemente dietro ad un'espressione seria e composta. Da papà, invece, ho ereditato il carattere - o così mi è sempre stato detto dai suoi amici e colleghi. Si chiamava Gregor Oakley Sullivan, era un Sergente e lavorava al fianco di Evan Adams. I due erano come fratelli, forse per questo motivo il signor Adams mi prese da subito sotto la sua ala: in me rivedeva un po' del suo migliore amico.

Era notte fonda quando mio padre si svegliò disturbato da un forte odore di bruciato e, rendendosi conto di ciò che stava accadendo, svegliò mia madre per scappare via. Furono le sue gracili braccia, quelle della donna di cui vantavo il sorriso, a cingermi stretto contro il suo petto mentre correva giù dalle scale verso l'entrata di casa.

Però qualcosa trattenne papà al piano superiore. Gli agenti provarono a ricostruire la cronologia degli eventi, ma quella parte dei fatti resta tutt'oggi irrisolta. L'ipotesi più probabile è che una trave fosse caduta dal soffitto, colpendolo fatalmente. Io però non ci ho mai creduto, perché nella mia testa riecheggiano ancora oggi le loro voci terrorizzate di quando, dopo avermi portato al sicuro in giardino, mi madre si era voltata correndo verso le fiamme per tornare indietro a cercarlo. Si chiamavano a vicenda, urlavano l'uno il nome dell'altra in modo discontinuo, provando a prendere fiato in mezzo ad una nube di fumo tossico.

Poi le urla cessarono e ad animare il silenzio notturno rimasero i continui crepitii della casa che man mano veniva giù a pezzi.

C'erano fumo e fiamme ovunque, arrivarono prima i soccorsi e poi i vicini di casa, gli Adams. I ricordi sono confusi, ma l'unica cosa di cui sono certo è che il ricordo dei volti giovani dei miei genitori sfumò via col tempo. Riprendendo le foto nel cassetto della scrivania, mi rendo conto di non riuscire a riconoscere la coppia che mi tiene in braccio in quegli scatti, sorridendo amorevolmente verso l'obiettivo.

Evermore - 𝑆𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝐶𝑖𝑒𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝐴𝑙𝑡𝑜𝑛𝑎 𝑉𝑎𝑙𝑙𝑒𝑠Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon