He's my boyfriend

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Chapter 7: He's my boyfriend!
Se c'era una cosa che aveva stupiti tutti e quattro i ragazzi, era il fatto che il giorno successivo Lune si era presentata a lavoro, pareva normale, fino al momento in cui Marlene parlò.
-Abbiamo una sala libera dove potresti...-
-No. Faccio anche qui- disse sistemandosi su una sedia. Alzò lo sguardo verso i quattro ragazzi. -Allora? Chi di voi inizia?- chiese senza tradire nessuna emozione.
Michael si alzò dal divano in cui era seduto e prendendo una sedia la trascinò davanti a Lune, quando si sedette, le sue ginocchia toccarono quelle di lei, che facendo strusciare la sedia indietro, si allontanò.
-è ridicolo- le disse.
Lune però non alzò lo sguardo e non disse nulla, aprendo la sua agenda.
-Ci eravamo fermati al racconto di quando hai deciso di lasciare la scuola- disse. Azionò il registratore e con la pena in mano, lo incitò a parlare. Il suo sguardo rimase per tutto il tempo sull'agenda sulla quale stava scrivendo.
Come si era ripromessa, quando terminò rimise tutto apposto dentro la borsa, pronta ad andare via.
-Vai già via Lune. Noi stavamo andando a pranzare, perché non ti unisci a noi?- disse Marlene.
-Ho davvero molto lavoro da fare. Ma grazie dell'invito- rispose lei con un sorriso.
-Capisco- disse la donna.
Lo sguardo di Lune andò ai quattro ragazzi, che già la guardavano, chi rassegnato e chi tristemente. Distolse subito i suoi occhi nocciola da loro affrettandosi a uscire di li.
E fu questa la routine che li avvolse per un intera settimana.
Lune si dava davvero da fare con il lavoro, sia quello per la writers's dream, sia per la biografia.
Quel sabato sera infatti, quando Tyler era uscito, lei si era sistemata in sala, con i capelli legati in un tuppo, la sua maglietta preferita che raffigurava Lumière (della bella e la bestia). Si era messa a gambe incrociate con l'intendo di continuare a scrivere. E per una buona mezz'ora ci riuscì, finché non suonarono alla porta.
Lune pensò direttamente che fosse Hope, che come aveva fatto la sera precedente, veniva a farle compagnia.
Si alzò svogliatamente dal divano, trascinandosi verso la porta d'ingresso, pronta a dire alla sua migliore amica che stava alla grande.
-Hope te l'ho già det...- si bloccò quando vide chi c'era fuori dalla porta di casa sua.
Michael e Luke erano li davanti a lei.
-Ehilà- disse a mezza voce l'ultimo.
-Non sono proprio dell'umore- disse Lune chiudendo loro la porta in faccia.
-Lune- Michael la chiamò mentre bussava alla porta -per favore. Permettici di spiegarti tutto-
La ragazza era poggiata con le spalle alla porta, lo sguardo basso, sulle sue calze azzurre e rosa.
-Ti sei fatta un idea sbagliata-
-Idea sbagliata? Dopo tutto ciò che avete detto, dopo ciò che ha detto quell'odiosa della tua ragazza?- chiese lei alzando la voce per farsi sentire.
-Ascoltaci per favore- disse Luke.
-Dopo puoi anche sbatterci fuori senza problemi, ma dacci almeno questa possibilità- aggiunse Michael.
Lune si voltò a guardare quella porta bianca, con la mano sulla maniglia, indecisa se permettere loro ciò.
-Ti stiamo chiedendo solo un minuto Lune. Solo uno-
La voce triste e bassa di Michael la fece sospirare, arrendendosi. Aprì la porta e i due ragazzi sorrisero.
-Avete un minuto da adesso- disse.
Quando loro due entrarono dentro la casa, videro illuminato solo il salotto, dove Lune li fece cenno di andare.
Si accomodarono sui divani. Lune portando i piedi sul divano, poggiò il mento sulle ginocchia, aspettando che loro iniziassero.
-Bhe da dove possiamo iniziare?- chiese nervoso Luke portandosi una mano dietro la nuca.
-Dal fatto che non avevamo cattive intenzioni con te...anche se detto così sembriamo dei maniaci- disse Michael.
Lune cercò di nascondere il sorriso divertito che le aveva fatto spuntare l'ultima frase.
-Cosa vi ha fatto minimamente pensare che io potessi essere quel tipo di ragazza?- chiese.
-Non lo abbiamo pensato- disse Luke giocando con le sue dita. -Ci abbiamo solamente provato, vedendo se...- cercava un modo carino per potersi esprimere.
-Se ci stavo o no?- suggerì Lune, facendo si che il biondo annuisse.
-E come avreste fatto di grazia?- chiese lei.
-Abbiamo alcune fasi- ammise con voce bassa.
Lune alzò le sopracciglia. -Del tipo?- chiese curiosa. Lei non aveva notato nulla del genere.
Luke guardò Michael in cerca di una mano. Il ragazzo sospirò prendendo lui la parola.
-La fase numero uno consiste in un contatto fisico. Nel tuo caso il primo abbraccio con Luke- spiegò, facendo si che spalancasse di poco la bocca.
-Ma quel abbraccio mi aveva fatto capire che c'era qualcosa di diverso in te- disse Luke.
Lune lo guardò.
-Non hai risposto subito. Sei rimasta interdetta, quasi indecisa su cosa fare. E quando hai ricambiato l'hai fatto in modo un po' goffo, ma dolce- disse con un sorriso.
Lune abbassò lo sguardo.
-E il secondo?- chiese.
-Le battute- disse Michael
-Cosa?- chiese lei non capendo, ma vedendo lo sguardo divertito di Michael.
-Se noi facciamo delle battute, spesso e volentieri le ragazze ridono, anche se non lo trovano divertente. Mentre tu no, sorridevi per non farci rimanere di merda, ma non avevi quella risata nauseante e falsa-
Lune annuì -terza?-
-L'invito per uscire- disse Luke.
Lune ripensò alla loro serata -fino ad allora mi avete messo alla prova? Fino ad allora avevate secondi fini?- chiese.
-No- rispose Luke. -Tramite il tempo passato inseme ci siamo conosciuti e io ho davvero iniziato a vederti come un amica. In più vedevo che per te era lo stesso. Nessuna provocazione, sempre gentile, abbigliamento normale. In più il fatto che io abbia dovuto insistere per farti uscire a fatto si che questo mio pensiero si rafforzasse.- fece un beve pausa -Anche se il modo in cui ti sei presentata al locale mi ha lasciato per un attimo interdetto-
-Dovevo presentarmi con maglia e jeans?- chiese.
-No. Oh cavolo, ho apprezzato parecchio la scelta, ma...-
-Io non sono quel tipo di ragazza- disse Lune -il solo fatto che voi ci abbiate pensato mi ha fatto stare di merda-
-Lo sappiamo e ci dispiace-
Lune sospirò. -Perciò quante sono le vostre fasi?- chiese.
-Di solito si concludono alla terza- ammise Michael.
Lune guardo Luke con occhi sgranati.
-No, no, no- disse lui alzando le mani in segno di resa. -io e Calum abbiamo provato a portarti a casa, ma tu avevi dimenticato le chiavi dentro la macchina. Ti stavi rotolando sul pavimento vantandoti dei tuoi poster e la tua vicina ti stava prendendo per una psicopatica, alche ti abbiamo portato a casa nostra-
Lune cercò di calmarsi -questo spiega il perché mi sta evitando. Ma perché mi hai dovuto far dormire in camera con te?- chiese.
-Eri ubriaca e facevi danni se stavi da sola. Perciò ti ho portato in camera per non lasciarti sola. Tutto qui-
Lune annuì facendogli capire che lo aveva capito.
-Perché lo fate?- chiese -non è più semplice trovarvi una ragazza? Una vera- guardò Michael.
-Lo stai chiedendo davvero?- chiese quest'ultimo quasi schockato.
-Lo trovo senza senso. Vorrei almeno capire-
-Tu non esci molto eh?- la provocò, beccandosi un dito medio alzato.
-Questo è il gesto più dolce che mi hai rivolto da quando abbiamo messo piede qui dentro- commentò.
-Io sinceramente, sono molto curioso di vedere il suo mega poster di Liam- disse Luke attirando l'attenzione.
-Oh mamma no!- disse Lune avvampando e portandosi una mano sulla bocca.
Michael si alzò -la tua camera è da quella parta vero?- chiese iniziando a incamminarsi verso il piccolo corridoio.
-Non provarci nemmeno- disse Lune cercando di alzarsi e tenendosi sul divano per non cadere. Iniziò a correre dietro di lui.
-La mia camera è off limits-
Luke dal suo posto iniziò a ridere.
***
Lune dovette partire pochi giorni dopo, stando per due settimane fuori Londra.
Doveva ammettere che le piaceva stare con Kate, ma sentiva tanto la mancanza di Tyler e dei suoi scleri mattutini riguardo la scelta del suo outfit.
Ma le piaceva il fatto di poter incontrare tante persone per mettere delle firme sul suo libro o semplicemente poter leggere dei pezzi per loro.
Quando arrivava la sera Lune era sempre costretta a stare attaccata ad una presa dato che il suo cellulare era scarico, ma lei continuava a messaggiare.
E di certo non messaggiava solo con Tyler e Hope. Poiché nonostante il suo migliore amico non fosse d'accordo, Lune aveva deciso di passare oltre e continuare a mantenere quel rapporto d'amicizia con i ragazzi.
La cosa che la stupi parecchio, fu il fatto che Michael aveva iniziato a parlarle apertamente, specialmente riguardo la sua situazione con Victoria.
Lune aveva capito che quella storia lo stava davvero ferendo. Che per quanto spesso si vedeva Michael sorridente e pronto a scherzare, lui in realtà dentro stava soffrendo a causa di Victoria, che da quando aveva saputo era persino vicina al matrimonio.
Eppure per quanto lui ci provasse non riusciva a starle alla larga, poiché ogni volta lei riusciva ad averlo in pungo e trascinarlo con se da qualche parte. Il fatto che lavorassero insieme poi, non lo favoriva per nulla. Ecco perché Lune si promise di aiutarlo.
Ritornò a Londra il 15 novembre. Più che stanca si trascinava quella valigia appresso. Aprì la porta del suo appartamento, entrando il più piano possibile, in modo da non svegliare il suo coinquilino.
Quando accese la luce, vide la cucina in condizioni pietose. Sembrava che Tyler avesse cucinato per due. Lune si chiese come mai Hope non avesse dato una pulita, non era da lei lasciare tutto quel casino.
Lasciò perdere quei pensieri, pronta ad andare in camera sua a dormire.
La vibrazione del suo cellulare però la fece fermare per controllare chi fosse all'una di notte.
Rimase sorpresa quando lesse il nome di Michael sullo schermo.
-Pronto- rispose piano.
-Lune!- disse lui, quasi sollevato di sentire la sua voce.
-Si?-
-Sei tornata a Londra?- le chiese.
-Si. Sono appena entrata nel mio appartamento-
-Puoi aprire la porta per favore-
Lune si voltò verso la porta bianca. Lasciò la valigia li e con il telefono ancora all'orecchio andò ad aprire la porta, trovandoci un Michael con lo sguardo distrutto e due occhi lucidi.
Riattaccò con ancora lo sguardo a lui.
-Cos'è successo?- chiese.
Lui scosse la testa addolorato prima di abbracciarla. Lune in un primo momento non capì cosa stesse succedendo, ma appena riuscì a riprendere un po' di lucidità ricambiò l'abbraccio, mentre Michael nascondeva il viso nella cavità del suo collo.
-Per poco Clark mi ha scoperto a casa sua. Cosa diavolo sto facendo?- chiese con voce soffocata.
-Entriamo dentro Michael. Ti preparo qualcosa per calmarti- disse lei strofinandogli la schiena in modo da calmarlo.
Si erano sistemati sul divano, Lune aveva preso due plaid, in modo da coprirsi e preparate due tazze di thè si accomodò accanto a Michael.
-Vuoi parlarne?- chiese.
Lui scosse la testa, prima di poggiarsi sullo schienale del divano.
-Ho solo bisogno di qualcuno che mi stia accanto senza chiedermi nulla.
-Ok- rispose Lune, portando una mano su quella di lui. Michael mosse la sua stringendo quella di Lune, mentre il suo pollice le accarezzava il dorso.
-Grazie Lune-
-A questo servono gli amici- rispose lei.
Lune si era appoggiata a sua volta sul divano. Era veramente stanca e stava lottando con tutta se stessa per tenere le palpebre aperte.
Michael invece dalla finestra sposto il suo sguardo alla sua mano e quella di Lune. Notò che aveva le unghie dipinte di fuxia quasi rosso, era un bel colore. E sul pollice c'era disegnata una coccinella. Stranamente sorrise.
Era intento a osservare ciò quando sentì qualcosa sulla sua spalla. Si voltò trovandoci il viso di Lune. Alla fine il sonno aveva vinto.
Solo in quel momento Michael si rese conto di essere piombato in casa sua senza nemmeno preoccuparsi di quanto lei potesse essere stanca a causa del viaggio.
Eppure rimase lo stesso sorpreso dal fatto che lei lo aveva accolto senza problemi standogli accanto.
Michael cominciava a vedere quanto Lune fosse diversa e questa cosa gli piaceva.
***
Lune quella mattina sentiva qualcosa di estremamente pesante addosso. Si mosse, come a voler scrollare di dosso quella sensazione, ma quando sentì una risata divertita aprì gli occhi per mettere a fuoco, a pochi centimetri dal suo viso, quello di Tyler.
Sobbalzò dallo spavento.
-Oh mio dio!- Lune si portò una mano sul cuore.
-Ciao raggio di sole- le disse lui sorridente.
Lune sorrise, mentre provava a mettersi seduta, Tyler si alzò a sua volta e non appena furono entrambi seduti, Lune li butto le braccia al collo, stritolandolo in un abbraccio.
-Mi eri mancato così tanto-
-Avrei dubitato del contrario- rispose Tyler pavoneggiandosi.
Quando Lune guardò davanti a se. Vide che accanto al divano, c'era un ragazzo. Era bellissimo.
Alto, magro, capelli castano scuri e occhi azzurri. I tratti del viso erano dolci e ispirava una tenerezza assurda.
Lui le sorrise quando si accorse del suo sguardo. Mentre Lune picchiettava sulla spalla di Tyler, pensando che stava avendo una visione.
Tyler sciolse, l'abbraccio e quando si accorse dello sguardo dell'amica rise divertito.
-Lune, ti presento Alan. Il mio ragazzo-
Lune sorrise alzando la mano per salutarlo.
Si chiese perché i ragazzi più belli fossero sempre gay. Era un ingiustizia.
-Alan, lei è Lune-
Alan si avvicinò al divano e porse la mano a Lune -è un piacere- le disse.
-Anche per me. Anche se non pensavo di conoscerti in queste condizioni- disse Lune ricambiando e pensando che avesse anche una voce bellissima.
-Che ci fai addormentata sul divano?- le chiese Tyler.
Lune solo in quel momento si ricordò di ciò che era successo ore fa, si voltò di scatto, vedendo che il posto accanto al suo era vuoto, con il plaid azzurro ben piegato. Posò la mano sulla copertina, non riuscendo a credersi che si era addormentata.
-Con due plaid, specialmente il mio preferito- disse.
Lune alzò il plaid, con il quale si era coperta, fino al mento -è morbido- disse come a volersi scusare.
Tyler scosse la testa divertito.
Alan guardò Tyler e parlò -Ti do una mano per sistemare?-
-Tranquillo, faccio da solo, tu sei in ritardo-
-Sei sicuro? È tutto un casino-
Tyler si alzò -sono sicurissimo- li rispose guardandolo negli occhi. Alan gli sorrise gentilmente.
Lune avrebbe voluto dei pop corn in quel momento. Quei due erano la dolcezza assoluta, per il solo modo in cui si guardavano.
Tyler accompagnò Alan fino alla porta, dato che era in ritardo per il lavoro, e datogli un bacio a stampo lo lascio andare via. Quando chiuse la porta si voltò verso Lune, che disse una semplice cosa.
-Dove posso trovarne uno anch'io?-
Tyler scoppiò a ridere. Raggiungendola nuovamente sul divano.
-Da quanto state insieme?- chiese con un sorriso a trentadue denti.
-Ci frequentavamo da un po' e niente dopo alcune volte che siamo usciti insieme abbiamo deciso di fare sul serio. Ieri ha cucinato più lui che io-
-Ecco perché la cucina, a parte il casino, è ancora intera- disse Lune divertita.
-Secondo te avevamo tempo di pulire ieri sera?- le chiese lui come se fosse un cosa ovvia.
-Tyler!- disse indignata Lune, prendendo una cuciano e colpendolo. Il ragazzo rise solo più divertito.
-Comunque Lune, lasciatelo dire. Sei orribile-
-Lo so- lei mise il broncio come una bambina -ieri sera ero a pezzi. Ora devo assolutamente farmi una doccia- si tolse il plaid di dosso.
-Appena ho finito vengo a fare colazione con te- promise allontanandosi con un sorriso.
Tyler in quel momento, vide due tazze sul tavolo. Si voltò verso la sua migliore amica.
-Lune- la chiamò, lei si voltò guardandolo curiosa. -Con chi eri ieri sera?-
Lune cercò di non tradire nessun emozione e dato che le veniva davvero difficile mentire a Tyler, si strinse nelle spalle scuotendo la testa.
-Odi dormire sul divano, hai due plaid e due tazza sul tavolo. Chi è stato qui ieri sera?- Tyler pareva serio.
Lune sospirò -aveva bisogno di un amica- si limitò a dire.
-Chi?-
-Michael- rispose Lune, muovendo il piede nervosa sul parquet.
Tyler si alzò dal divano, pizzicandosi il naso.
-Spiegami...ti piace essere trattata di merda e ferita?- le chiese -perché a quando ne so, lui ha fatto solo questo nei tuoi confronti-
-Non è vero- rispose piano Lune.
-In un solo giorno sei ritornata a casa in lacrime, a causa sua- Tyler aveva alzato la voce.
Lune non aveva affatto voglia di litigare, diede le spalle a Tyler entrando in camera sua. Sbatte la porta, facendoli chiaramente capire che non voleva essere disturbata.
- - -
-Non ne posso più- disse Tyler mentre passeggiava, con Hope, per le strade di una fredda Londra. -Vorrei fare qualcosa per allontanarla da quei tizi, ma nulla. Se solo provi a farlo lei si avvicina ancora di più-
Hope guardava con interesse la scritta sul suo bicchiere.
-Ecco perché penso che sia sciocco provare a farlo- rispose a Tyler.
-Perciò dovremmo sostenerla?- chiese.
-Che ci ottieni se fai il contrario? Sei il suo migliore amico, non farti odiare da lei- disse la ragazza.
-Ne rimarrà ferita. Me lo sento- disse lui indicandosi.
-Ok!- rispose Hope, facendo sgranare gli occhi al biondo -ha bisogno di sbagliare Tyler. Non puoi proteggerla da ogni cosa. S'innamorerà e verrà ferita. Non puoi evitarlo-
-Speravo solo che se succedesse, capitasse con un ragazzo disponibile e normale-
Hope accennò una risata divertita -è se invece funzionasse? Se lui ricambiasse e noi ci preoccupassi per senza nulla?- chiese con un sorriso.
Tyler la guardò negli occhi, azzurro e verde.
-Una scrittrice e un cantante? Non potrebbe mai funzionare Hope e lo sai anche tu-
-E solo che lo desiderò così tanto...per lei- disse Hope con sguardo perso. Perso in vecchi ricordi, nei racconti di Lune di come fosse la sua vita prima di trasferirsi a Londra.
Sospirò, continuando a camminare.
* * *
Lune era appena entrata all'interno di una stanza e dato il frastuono, dubitava che qualcuno l'avesse notata.
Lei si guardò intorno, prima di vedere la chioma dorata di Luke. Sorrise. Camminò velocemente intenta a raggiungerlo.
-Luke!- urlò prima di stringerlo forte a se.
Il ragazzo rimase sorpreso e gelato sul posto, quando abbassò lo sguardo e vide i capelli rossi di Lune sorrise.
-Sei tornata- disse.
Lei alzò lo sguardo, sorridendogli smagliante -sorpresa- disse.
-Oh va bene. Ok, lo capisco che lui è il è il tuo preferito, ma potresti anche evitare tutte queste smancerie davanti a me. Questo mi ferisce Lune. Mi hai spezzato il cuore- disse Calum, portandosi una mano sul cuore, fingendo uno sguardo tristissimo.
-Ci sono io se vuoi- disse Michael aprendo le braccia e sorridendo in modo stupido verso l'amico.
-Amico, scusami, ma non sono dell'altra sponda- disse Calum, facendoli ridere e imbronciare Michael.
Lune andò incontro a Calum e lo abbracciò.
-Non dirlo a nessuno, ma sei tu il mio preferito- sussurrò.
-Lo sapevo- si pavoneggiò ricambiando l'abbraccio.
Lune si sentiva così piccola fra le braccia di Calum. E ancora un volta si chiese come fosse possibile che un ragazzo più piccolo di lei la facesse sentire così bassa e gracile.
E seppur accolta con gioia dai ragazzi, c'era qualcun'alto che non sopportava di averla introno. Victoria. Ma a Lune non importava.
* * *
-Chi diavolo è questo pezzo di merda?- tuonò Tyler attirando l'attenzione di tutta la sala.
Lui e Lune erano seduti insieme e stavano leggendo delle critiche fatte al libro di Lune.
-Ssh- li disse Lune.
-Come ha potuto definirlo privo di emozioni e che ispira i giovani d'oggi al suicidio?- chiese lui incredulo.
-Non lo so- rispose Lune, sentendo il sangue ribollirle dentro.
Fin da quando Lune aveva pubblicato il libro, lei e Kate avevano quasi il timore di leggere il commento di Roland Flinn. Era uno dei critici più famosi, che spesso e volentieri buttava merda su ogni nuovo libro e autore. Questa volta era toccato a Lune.
Che poi Lune accettava di buon grado le critiche e capiva che le sue storie potevano non piacere a tutti. Ma definire il suo libro "futile" "problematico" "che ispirava il suicidio" e "degrado delle nuove generazioni" era stato davvero un duro colpo. Non aveva pianto, perché oramai aveva imparato a incassare quei colpi. Ma ciò nonostante, quella critica l'aveva buttata parecchio giù.
Quel pomeriggio senza nemmeno averci pensato a lungo scrisse su twitter:
@LuneLiberati: "Gentile la critica del signor Flinn. Peccato che non abbia capito il vero significato del libro."
E li partì il fini modo. Perché Lune non aveva messo in conto che quel tweet sarebbe stato preso seriamente da chi la seguiva. In molti attaccarono Roland Flinn su twitter e l'uomo senza scomporsi rispose a Lune.
@RolandFlinn: "Posso notare quanto sia molto matura nel farmi attaccare pubblicamente. E di come accetti sportivamente il pensiero altrui"
Un altro tweet "posso assicurarle di aver compreso a pieno il suo scritto, e mi permetta di dirle, che il suo libro è una rovina per i giovani d'oggi"
Lune spalancò la bocca incredula.
-Tyler- urlò nel panico.
Lui che era in cucina con Alan, corse verso da lei, insieme a quest'ultimo.
-Ho combinato un casino e non so come uscirne- disse.
-Cos'è successo?- chiese lui.
Lune racconto subito cosa avesse fatto e di come il tutto si fosse ingigantito in pochi attimi, facendo leggere anche i tweet.
-Questo è un coglione- disse Tyler leggendo l'ultimo tweet -ma tu sei dalla parte del torto mentre lui no. Cavolo Lune, come ti è venuto in mente?-
-Non volevo, non pensavo che potesse succedere questo- disse.
Alan si avvicinò di più.
-Provo a calmare i tuoi fan, in modo che la smettano di dare contro a Flinn- le suggerì.
Lune annuì prestandogli subito ascolto.
-E con Flinn?- chiese Tyler.
-Se gli risponde fa il suo gioco. È bastardo, per ciò che ha detto, ma rispondergli finirebbe per fargli avere ragione-
-Devi fare più attenzione Lune. Non puoi più scrivere tutto su twitter senza riceverne conseguenze- le disse Tyler.
Lei sospirò -sbagliando s'impara no?- provò -grazie Alan-
-Figurati- le disse lui con un sorriso.
***
E se Lune pensava che dopo di ciò tutto sarebbe finito, bhe...si sbagliava.
Flinn era un uomo che la prendeva fin troppo sul personale quando si trattava di ciò.
E nonostante Spancer non avesse perso tempo a fare una ramanzina a Lune, le disse anche che per un po' era meglio se non stava sotto i "riflettori". Come se la causa della sua onestà su twitter fosse dovuta a ciò.
Ma Lune non si era di certo montata la testa. Aveva solo bisogno di sfogarsi, con una semplice frase, che non aveva fatto altro che incasinarla.
Come se ciò non fosse bastato, aveva passato un intera settimana a casa da sola.
Tyler aveva sempre un sacco da fare con il lavoro e con Alan, e per quando a Lune lui piacesse, lo credeva anche un po' la causa del fatto che il suo migliore amico la stesse trascurando.
Hope invece lavorava fino a sera tarda e la mattina aveva da fare esami su esami all'università.
I suoi nuovi amici? Bhe L'Irlanda chiamava.
Istintivamente Lune si chiese come avrebbe fatto quando sarebbero andati via. Certo avevano una casa qui a Londra, ma ciò nonostante avevano parecchi impegni in America e ovviamente quando avrebbero avuto una pausa sarebbero ritornati a casa, in Australia.
Lune che era sdraiata sul letto, si mise a seduta, e con quel pensiero in testa, guardò fuori dalla finestra, dove la pioggia iniziava.
Pensava di essere stata una sciocca, si era affezionata così tanto a loro. Ma dopo che avrebbe terminato la biografia? Dopo che loro sarebbero andati via?
Lei sarebbe rimasta nuovamente sola. Come ogni volta.
Il computer poggiato sul tavolo, iniziò a emettere un suono fastidioso. Lune si voltò vedendo che sua madre la stava chiamando su Skype, come faceva sempre.
Ma in quel momento non aveva proprio voglia di parlarle.
Spense la tv, e andò in camera a prendere dei vestiti per farsi una doccia calda.
Parlò con sua madre verso sera.
La donna come ogni volta le chiedeva come andassero le cose, se stava mangiando nel modo adeguato e se si stava comportando bene. Come ultima cosa le chiese se per natale sarebbe stata a casa. Era già da un anno e mezzo che non ritornava e loro sentivano la sua mancanza.
Ma Lune di ritornare non ne voleva sapere. Non era ancora pronta per riaffrontare nessuno. Perciò con la scusa di avere importanti eventi disse che nemmeno quest'anno sarebbe potuta ritornare.
Lune voleva davvero poter riabbracciare sua madre, e non solo.
Ma la vita che aveva lascito in Italia era troppo incasinata e non era ancora pronta per affrontarla.

English love affair.// Michael CliffordDonde viven las historias. Descúbrelo ahora