Fears, good news and...?

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Chapter 13: Fears, good news and...?
Più Lune voleva che il tempo passasse, più quello sembrava andare lento facendola esasperare.
Ma quando le cinque scattarono, non perse tempo, spegnendo il computer e indossando di fretta il capotto. Prese la borsa e il telefono ancora poggiato sulla scrivania, uscendo il più velocemente possibile da li.
Era in questi momenti che voleva le sue amata vans. Con quelle avrebbe potuto correre senza problemi.
Prese l'autobus, sperando che quel giorno non ci fosse tanto traffico.
Quando arrivò davanti all'edificio dei ragazzi si fiondò sull'ascensore. Picchiettava nervosamente le dita sulla sua coscia, finché le porte non si aprirono, permettendole di uscire da li e raggiungere la porta color panna.
Quando suonò ad aprirle fu Luke.
-Lune- disse felice di vederla.
-Luke- disse lei.
Si abbracciarono subito e lui sembrò quasi alzarla di peso. Oramai Lune si era abituata al fatto sentirsi una nana in confronto a lui.
Quando entrò andò a salutare felicemente anche Ashton e Calum.
-Cos'è questo abbigliamento da ufficio? Non fa per te- disse Calum guardandola da capo a piedi.
-Lo so- disse tristemente Lune -sono direttamente venuta da lavoro- si giustificò.
-Solo per noi- Calum si potò una mano sul petto mentre con l'altra fingeva si asciugarsi una lacrima.
Lune rise a quella scena.
-Io direi più per Mikey- disse divertito Ashton sedendosi nuovamente davanti al tavolo, dove il pc era accesso.
-Non è vero- disse Lune non stupendosi che già sapessero tutto -sono venuta anche per voi. Mi siete mancati- disse.
-Ovvio- disse Calum portando una braccio introno alle spalle della rossa, che annuì soddisfatta che qualcuno le desse ragione.
-Vi dispiace se mi siedo? Queste scarpe sono belle quanto micidiali- dissi.
Ashton trascinò indietro la sedia accanto a lui.
-Grazie- Lune più che felice si andò ad accomodare accanto a lui.
-Che stavate facendo prima che venissi io?- chiese.
-Nulla di che, io ho disfatto le valige, Luke penso abbia dormito e Ashton bhe...quello- disse Calum indicando il ragazzo impegnato al computer.
Lune si guardò in giro, non vedendo da nessuna parte Michael.
-Si sta facendo una doccia- disse Luke capendo e facendola imbarazzare -vuoi qualcosa da bere Lune-
-Oh no, grazie. Sto apposto- disse.
La conversazione si concentro maggiormente su cosa avessero fatto durante le vacanze. Parlando anche su le tradizioni che aveva ognuno di loro in famiglia.
Dei passi attirarono l'attenzione dei presenti, prima che si vedesse spuntare Micheal con i capelli scombinati.
-Ehi- sorrise quando vide Lune li.
-Ciao- salutò lei con un gran sorriso.
-Di che parlavate?- chiese raggiungendoli.
-Oh nulla, delle vacanze. Lune ci stava raccontando che Alan è un ottimo cuoco- disse Ashton. -Sai anche noi abbiamo un forno, perciò se mai ti venisse voglia di fare dei biscotti- continuò guardando Lune.
-Lo farò, possibilmente quando non avrò così tanto lavoro- disse.
-Oggi infatti non mi spiegato bene, che succede li?- chiese Michael.
-Pare che dei grandi capi che finanziano la writer's dream si siano trasferiti li per un po'. A quanto detto da Spancer dovrebbero rimanere un mese. E dato che lei vuole che facciamo bella figura- si indicò -mi tocca dire addio ai mie jeans e le mie vans per indossare questo-
-Poverina- la prese in giro Calum.
Lune stette al gioco, assumendo un espressione da cucciolo annuendo e facendolo ridere.
-Ma questo mercoledì vieni vero? Avremmo alcune interviste- disse Luke.
-Si penso di si. Spancer mi ha praticamente scombussolato l'agenda. Devo parlare meglio con lei-
-Bhe, speriamo di si. Oramai ci siamo abituati ad averti introno- disse Ashton concedendole un sorriso.
-Oh, questa è un cosa davvero dolce- disse Lune -ma sarà per poco tempo. Ho praticamente finito la biografia- aggiunse tristemente.
-Forse non ti vederemmo a lavoro, ma ti vederemmo a casa no?- il sorrisino di Calum era tutto fuorché casto.
Lune li concesse un occhiata poco gentile, mentre Michael un lieve colpo dietro la nuca.
-Ma certo, trattami male. Per una volta che la tua ragazza mi piace- disse Calum.
E a Lune piaceva quella frase, la tua ragazza. Si trattene del gongolare di felicità li davanti a loro.
-A proposito, io e te non abbiamo avuto modo di parlare molto- disse Michael guardandola.
-Dimmi pure- disse lei.
Michael la guardò come se le fosse sfuggito qualcosa.
-Giusto- disse Lune capendo e alzandosi. Si poggiò con un mano al tavolo mentre si privava delle scarpe. -Un attimo e sono da te- disse andando a poggiare le scarpe accanto all'entrata. Poi raggiunse velocemente Michael, sentendosi ancora più piccola accanto a lui.
-Lune fattelo dire, non dimostri affatto di avere diciannove anni- disse Luke guardandola.
E lei questo lo sapeva. Era un po' una cosa che aveva ereditato da sua madre. A fatica raggiungeva il metro e sessanta era troppo magra, ma questa era una altra storia e il suo viso aveva ancora dei tratti da ragazzina.
Si strinse nelle spalle -lo so- disse.
-Non è una cosa cattiva- disse Luke sorridendole.
-Esprimi tenerezza, come un piccolo chiuaua- aggiunse Calum, facendole alzare gli occhi al cielo.
-La tua gentilezza mi stupisce di giorno in giorno Cal- commentò.
-Io non mi lamento- si intromise Michael, facendo spuntare un sorriso soddisfatto a Lune. -Andiamo ora- la prese per una mano trascinandola verso il corridoio, per raggiungere la sua camera.
-Evitate rumori strani per piacere- urlò Calum.
Lune avvampò a quelle parole.
-Sei un cretino- gli urlò a sua volta Michael.
Aprì la porta della sua camera, facendo entrare Lune ed entrando anche lui, chiudendo poi la porta alle sue spalle.
Michael si sedette sul letto e guardò Lune come a dirle di fare lo stesso, ma la rossa invece, prese la sedia girevole che aveva davanti alla scrivania, sedendosi su quella e guardandolo.
-Dimmi pure- disse Lune, nonostante avesse quasi il timore di sentirlo.
Michael si allungò per prendere il bordo della sedia, avvicinandola di più a se. Lune sembrò divertita. Ora le sue gambe toccavano il letto di Michael, mentre lui era a poca distanza da lei.
-Vorrei solamente sapere se hai dubbi riguardo tutto questo- chiese lui portando le mani sulle gambe di lei, facendola quasi fremere sotto quel tocco.
-Non ho dubbi, ma paure- ammise Lune.
-Di cosa?- le chiese Michael inclinando la testa per guardala meglio.
-Non sono alta, non sono bionda e non ho di certo un corpo stile modella di Victoria secret. E a me è sempre andato bene. Ma ho come il timore che questo a te potrebbe non bastare- spiegò.
-Lune ascoltami- disse lui poggiando la fronte su quella di lei, per poterla incatenare con i suoi occhi. -Non ho bisogno di una copia di Victoria. Se voglio te significa che a me piaci per come sei. Ok?- le chiese piano.
Lune annuì.
-Ora. Come sono andare le tue vacanze?-
Quel cambio di argomento fece ridere la rossa.
-Alla grande!- rispose con un sorriso Lune.
-Con i tuoi invece?- le chiese.
-Bhe...hanno riniziato a parlarmi e credo che sia grazie a mio fratello Matt-
-Si chiamo Matt?- chiese curioso Michael.
-Oh no è un nomignolo, che li ha affibbiato mia zia Maria. Chiamarlo così le ricordava il ragazzo che viveva accanto a lei in Scozia-
Michael aggrottò le sopracciglia -ho perso una parte del discorso- disse.
Lune sorrise come a volersi scusare.
-In pratica, la sorella di mio nonno, zia Maria, nel periodo in cui tutti emigravano è venuta in Scozia con suo marito. Ha abitato li per circa trent'anni, prima di decidere di passare la loro vecchia nella madre terra. È grazie a lei se io e mio fratello Matt sappiamo l'inglese così bene. Aveva sempre voglia di parlare e le piaceva anche farci da maestra- raccontò Lune, mentre Michael l'ascoltava con un sorriso sul viso.
-Cavolo sto parlando solo io, scusami. Raccontami delle tue vacanze-
-Ma insomma, per un volta che mi stavi raccontando qualcosa di te- disse lui -sono il tuo ragazzo e stavo per non sapere di zia Maria. Lune non va bene-
Lei rise per il tono di voce ironico per l'ultima frase. Michael si unì.
-Scherzi a parte. Penso di meritarmi di sapere qualcosa-
-Passo, passo- disse Lune cerando di non perdere il buon umore.
-Mi sta bene- rispose Michael prima di avvicinare il suo viso a quelli di Lune, che lo imitò in modo da poter interrompere quella distanza.
Questa volta però il bacio non fu affatto come i primi due e Lune se accorse subito.
Michael non perse tempo, chiedendole accesso fra le labbra, che lei timidamente li concesse.
Le loro lingue si sfiorarono per un breve attimo, prima che lui portasse le mani sul viso di Lune.
Il cuore della rossa era del tutto incontrollato dentro al petto.
Mai nessuno l'aveva baciata in quel modo e le piaceva. Accidenti se non le piaceva.
Interruppero quel bacio per poter riprendere fiato, guardandosi per un attimo negli occhi.
-Wow- disse Lune facendo spuntare un sorriso sul viso di Michael.
Lui aveva notato che era ancora estremamente timida e impacciata, me non gli importava, avevano tanto tempo a disposizione e sapeva che tutto sarebbe cambiato.
- - -
Quando Lune ritornò a casa e giusto il tempo di chiudersi la porta alle spalle, che dalla cucina vide uscire la testa sorridente di Alan.
-Ehi- le sorrise quando lo vide.
-Via i convenevoli. Non hai nulla da dirmi?- chiese lui tutto gongolante.
-No. Tyler te l'ha detto prima di me?- chiese lei.
-Dovevo- urlò il biondo dalla cucina.
-Lune non puoi sapere quanto sia felice- Alan l'abbraccio subito e lei ricambiò.
-Grazie Alan- disse lei felice quanto lui.
Tyler spuntò dalla cucina guardandoli -pff. Ragazzini- commentò, beccandosi il medio alzato da parte di Lune.
* * *
Lune odiava doversi mettere gonne e tacchi, non riusciva a sentirsi a suo agio.
Primo: con le gonne doveva sempre stare attenta a come si sedeva.
Secondo: i tacchi le piacevano, ma i suoi piedi le facevano troppo male.
Perciò quel mercoledì quando si preparò per dover raggiungere i ragazzi tirò, felice, fuori dall'armadio i suoi amati jeans e le sue adorate vans bordeaux, che da giorni la chiamavano pregandole che le indossasse.
Dopo un breve tragitto, verso la stazione radio e aver mostrato un suo documento la fecero entrare.
Lune prese direttamente l'ascensore raggiungendo il terzo piano.
Quando le porta si aprirono, le mostrano una vasta area, dove le persone faceva su e giù, chi con scartoffie in mano, chi con caffè.
Lune decise di dirigersi verso quelle che le sembravano cabine, notando in lontananza Marlene e Victoria.
-Buon giorno- disse sorridente.
-Lune- la donna la accolse felice.
Victoria le concesse solo un breve sguardo non dicendole nulla e a lei non importò, anzi andò a salutare tutti gli altri, dato che era da tempo che non li vedeva.
Notò un Luke davvero assonato seduto li accanto.
-Buon giorno Luke- disse felice.
-Odio te, la tua positività e tutto ciò che ti circonda- disse lui. La mattina era la parte peggiore per quel povero ragazzo. Finché non si svegliava totalmente, era acido e scontroso.
-Ci siamo svegliati di buon umore noto- Lune non perse il buon umore.
-Se non vuoi ricevere altri insulti è meglio se lasci perdere- disse un divertito Ashton mentre li raggiungeva e porgeva un bicchiere di caffè al biondo, che lo prese senza dire niente.
-Buon giorno- disse Ashton guardandola.
-Giorno- rispose lei. -La vostra mattinata non sembra essere iniziata molto bene- disse guardando Luke.
-Dovresti sapere che è sempre così. Anche se oggi ci sta mettendo più del solito a riprendersi-
-Vi sento- disse Luke.
Lune sentì qualcosa avvolgerla da dietro e sobbalzò dallo spavento, prima di voltarsi e vedere che era Michael. Sorrise nel vedere il suo viso accanto al suo.
-Ehi- la salutò lui.
-Ciao- rispose lei, prima di sentire che le regalava un bacio a stampo.
-Mi fate salire il diabete di prima mattina- disse Calum raggiungendoli.
-Buon giorno anche a te- lo salutò Lune.
Nessuno di loro però aveva fatto a casa allo sguardo di Victoria, che sembrava totalmente incredula.
Michael aveva stretto Lune, l'aveva baciata e di certo non dava cenno di volerla lasciare in quel momento. Non capiva come fosse possibile.
-Pare che abbiamo una nuova coppia- commentò Marlene, lasciandosi andare ad un sospiro.
-E li lasci fare?- chiese Vicotoria.
-Cosa dovrei fare? Lune ha quasi terminato la biografia, perciò sarebbe sciocco. Anche se pensavo che stesse con Luke-
-Non si fa problemi a passarseli tutti- commentò Vicotria.
-Non esagerare ora- le disse Marlene. Ma Victoria era davvero fuori di se, perché quella ragazzina, le aveva preso qualcosa di suo.
I ragazzi un decina di minuti più tardi dovettero entrare all'interno di una delle stanze, in modo da poter iniziare la loro intervista.
Lo staff e Lune li guardavano da fuori quella vetrata riuscendo anche sentire cosa dicevano, facendosi anche risate per tutte le sciocchezze che stava sparando.
Victoria senza farsi notare o gettare sospetti, si era avvicinata a Lune, che avvertendola accanto s'irrigidì, non sapendo cosa aspettarsi.
-Complimenti- le disse piano la bionda. -Dovrai essere felicissima ora-
Lune però non rispose, sapeva che sarebbe stato sciocco farlo.
-Devi sapere però che ogni volta, lui torna da me. Quando le ragazzine come te, non riescono a soddisfarlo o essere alla mia altezza, lui torna sempre da me-
Lune a quelle parole strinse forte i pugni, ma non la degno di uno sguardo, continuando ancora a non parlare.
-Dimmi, com'è stato il vostro primo bacio? Sei riuscita a farlo fremere? A farlo sentire bene?- Victoria la stava guardando, notando che teneva lo sguardo davanti e che aveva serrato la mascella.
Sorrise divertita -goditi questi piccoli giorni ragazzina. Sono i primi e gli ultimi- disse prima di allontanarsi, lasciandola confusa e del tutto insicura, mentre vedeva quel ragazzo dai capelli rossi ridere, per la battuta fatta da Ashton.
Quando i ragazzi terminarono l'intervista si presero cinque minuti, prima di potersi accomodare con Lune e poter continuare con le ultime cose.
La ragazza quando ebbe terminato, ricevette una chiamata da parte di Spancer che la spronava a raggiungerla a lavora, perciò salutando velocemente tutti aveva dovuto correre fuori dall'edificio a prendere la metro.
Aveva salito in fretta quella scale, raggiungendo il terzo piano e sentendosi veramente un pesce fuor d'acqua per come era vestita.
Raggiunse l'ufficio di Spancer, bussando quando fu li davanti.
-Avanti- disse la voce della donna.
Lune aprì la porta, entrando e notando che lei non era sola. L'uomo dagli occhi azzurri, così l'avevano nominato lei e Tyler, era li e stava guardando il computer insieme a Spancer.
La ragazza si chiuse la porta alle spalle.
-Aveva chiesto di vedermi?- chiese Lune con ancora il fiatone.
-Si. Siediti pure- disse indicandole la sedia davanti a se e continuando a guardare il computer.
Lune le prestò ascoltò, sentendo che le serviva per davvero, data la corsa.
-A che punto sei con la biografia?-
-Esattamente verso la fine- rispose Lune.
-Bene. La prossima settimana, voglio che tu mi abbia mandato tutto-
-Ho bisogno di più giorni. Sono piena di lavoro e anche i ragazzi- disse Lune.
-Lune hai avuto tre mesi. In cosa li hai spesi? Ad amoreggiare con uno di loro?- chiese la donna guardandola negli occhi, riferendosi chiaramente alla scena di lunedì.
-Sarebbero faccende private e io non mischio il lavoro con la vita personale. Le ho già dato la prova- disse Lune, cercando di trattenersi, ma dopo aver dovuto sopportare Vicotria, Spancer stava facendo traboccare il vaso.
-Le tue faccende private Lune non le vieni a mostrare a me. Sono il tuo capo ricordalo. Voglio la biografia fra una settimana-
-Hanno del lavoro da fare- disse nuovamente Lune, cercando di farle capire che i quattro ragazzi aveva già fin troppe cose a cui pensare.
La donna batte violentemente la mano sul tavolo, alzandosi.
-Mi stai solo facendo pentire di averti dato un incarico così grande. Perché non mi stai mostrando affatto professionalità Lune- alzò la voce. -Io ti sto informando, se voi tenerti ancora stretta il tuo lavoro fai come ti ho detto. Chiaro?-
-Si- ripose Lune tenendo testa al suo sguardo.
-Ora vai!- disse Spancer, facendo si che l'uomo accanto a lei, la guardasse incredulo.
Lune si alzò pronta a uscire da quell'ufficio.
-La prossima volta, voglio vederti vestita in modo decente quando ti presenti in ufficio- continuò la donna dandole contro.
Quello che Lune voleva fare era prendere quel vaso poggiato sul mobiletto, accanto alla porta e tirarlo in testa alla donna, che di scuro era nei suoi giorni.
Non rispose, bensì uscì, con un diavolo per capello.
Raggiunse il suo posto accendendo il computer e guardando dalla parte di Tayler, che già lo stava facendo, sembrando confuso.
Lune alzò il cellulare, in modo che si sentissero tramite messaggi. Aveva iniziato a raccontargli tutto ciò che era successo, sia con Vicotira che con Spancer e persino a Tayler il comportamento di Spancer parve strano ed esagerato.
Lune però sapeva che avrebbe dovuto fare davvero un sacco di lavoro.
Un suono la informò dell'arrivo di un nuovo messaggio sulla posta elettronica, andò a controllare, era da Spancer. Quando aprì il messaggio vide che la donna le aveva fatto un calendario su ciò che avrebbe dovuto fare ogni mattina a partire da domani. Oltre a rispondere ai messaggi al posto della donna, Lune avrebbe dovuto fare tutte le faccende che faceva una normale segretaria.
Sgranò gli occhi del tutto incredula, Spancer stava davvero esagerando.
Decise di spegnere il computer e tornarsene a casa, tanto quello era l'ultimo giorno che si sarebbe potuta permettere una cosa del genere no?
Appena si alzò davvero furiosa, facendo sbattere la sedia contro la scrivania, vide Kate che la stava raggiungendo con sguardo quasi comprensivo.
-Mi spieghi cosa le ho fatto?- chiese subito Lune.
-Cosa è successo, ho solo saputo che avete discusso- disse la donna.
Uscirono da quella stanza, parlando fra le scale e Lune dovette raccontare nuovamente tutto dall'inizio, evitando la parte di Victoria.
Kate era incredula.
-Devo per forza averle fatto qualcosa, dato che vuole ammazzarmi di lavoro. Ma cosa Kate? Ho sempre rispettato le regole all'interno della ditta, sono stata puntuale e i messaggi ai quali ho risposto le sono sempre andati bene.-
-Non lo so Lune. Provo a parlarci io-
-No, lascia stare. Ci manca solo che decida di aggiungere altro e io muoio per davvero-
-Mi dispiace così tanto- le disse accarezzandole una spalla.
-è ok. Ora se non ti dispiace trono a casa- disse.
-Certo- le disse Kate lasciandola andare.
Lune iniziò a scendere le scale, maledicendosi di non aver preso la macchina. La metro a quell'ora era troppo piena e i soldi per l'autobus non bastavano.
Sospirò spingendo il grande portone, l'aria fredda di gennaio la colpì in pieno viso.
Sistemò meglio la borsa in spalla, pronta a passare mezz'ora schiacciata fra persone a lei sconosciuta.
-Signorina Liberati- la chiamò una voce maschile.
Lune si voltò subito, per vedere chi fosse, notando che l'uomo dagli occhi azzurri aveva alzato la mano per farsi notare.
Ora era confusa. Cercò di avvicinarsi per vedere cosa li servisse.
-Salve- lo salutò gentilmente.
-Sta ritornando a casa?- le chiese l'uomo.
-Si. Ho molto lavoro e poco tempo-
-Mi dispiace per come l'ha trattata Sugg- disse lui veramente dispiaciuto. I suoi occhi erano dritti in quelli di Lune.
Lune fece spallucce. -è il capo- si limitò a dire Lune. Non voleva parlare male di Spancer anche se in quel momento ce l'aveva a morte con lei.
Lui annuì.
-Un passaggio?- chiese indicando la sua macchina e sorridendole.
Lune guardò l'Audi nera tirata a lucido, non riuscendo a impedirsi il pensiero che quella macchina fosse davvero bella.
-Non si preoccupi- disse provando a non essere scortese. In fin dei conti non lo conosceva, ma l'uomo non pareva della sua stessa idea.
-Non è un problema davvero. Io stavo per andare via e una deviazione non mi costa nulla. In più lei è a piedi vero?-
-Già- ammise leggermente in imbarazzo.
L'uomo le concesse un altro sorriso.
-Forza, salga pure-
Lune li concesse un sorriso stirato prima di accettare la sua offerta.
Kate stava guardando Spancer, che però era concentrata sul suo pc.
-Dimmi perché farla abbassare al punto di farti da segretaria, quando l'avevi alzata di grado- disse.
-Sono le mie decisioni Kate- rispose Spancer.
-Merito di saperlo, dato che si tratta della ragazza che lavora con me-
Spancer alzò lo sguardo davvero scocciata. -Vuoi sapere il perché Kate? Perché Lune sta iniziando a prendere alla leggera il suo lavoro. Sono tre mesi che ha in mano quella biografia e ancora non l'ha completa?- chiese seria.
-Non puoi pretendere che faccia subito. Lei ha i suoi impegni qui, come con il secondo libro che lei hai chiesto tu stessa. In più quei quattro ragazzi non passano di certo il giorno a girarsi i pollici-
-Deve imparare a organizzarsi- rispose Spancer.
-No- disse Kate scuotendo la testa -non è questo il motivo per cui tu la stai penalizzando. Ti conosco come le mie tasche Spanc-
La donna portò i suoi occhi azzurri in quelli del medesimo colore di Kate, che era davvero seria.
Erano amiche da una vita. Aveva iniziato quel lavoro insieme, con l'unica eccezione che Kate al posto di Spancer non aveva accettato di essere alzata di grado, ma preferiva scoprire nuovi scrittori, come Lune.
-Non m'importa di cosa tu credi o pensi. Se Lune vuole tenersi stretta il lavoro dovrà fare come le ho chiesto-
Kate accennò una risata ironica -Sei seria? Quella ragazza è stata la cosa migliore che è capitata alla nostra casa editrice, fruttandoci soldi e pubblicità. È entrata in classifica in poco tempo Spancer. Hai davvero il coraggio di permetterle di andare via, in modo che altre case editoriali la prendano? Perché io conosco Lune e di certo non rimarrebbe ferma a guardare il suo sogno infrangersi. È famosa Spancer e quella che perderebbe il lavoro saresti tu- disse seria Kate indicandola minacciosa.
-Continua a comportarti da stronza per senza nulla, tanto ci rimetti soltanto- dette queste ultime parole Kate le diede le spalle, uscendo da quell'ufficio, lasciando Spancer solo più infuriata di prima.

English love affair.// Michael CliffordWhere stories live. Discover now