English love affair

1.1K 65 1
                                    

Chapter 33: English love affair!
Lucia, doveva ammetterlo, si stava divertendo a quella festa. Spesso Matt o Kate, le traducevano, quello che le persone sul palco dicevano.
Nonostante ciò però , di tanto in tanto, cercava Lune con lo sguardo. E in quel momento, la vide andare incontro a Michael, accanto al buffet, con in mano un bicchiere.
Non capì il perché lo stesse facendo. Sperava solo che non fosse tanto masochista da volerlo perdonare.
Lune si avvicinò a passo lento a Michael, con il cuore che le batteva forte dentro al petto.
Quando li fu a fianco, Michael alzò lo sguardo, per vedere chi fosse. Rimase sorpreso quando vide che era Lune.
Lei accennò un lieve sorriso.
-Ciao-
-Ehi- riuscì a rispondere lui.
Era inutile dire che Michael non capiva come mai lei fosse li, ma specialmente come mai li stesse rivolgendo la parola. Era più che sicuro, che lei l'avrebbe evitato per tutta la serata.
Ma il fatto che lei si avvicinasse, seppur fosse un po' egoista, li faceva sperare in un perdono da pare sua.
-Ho bisogno di chiederti una cosa- disse Lune.
-Certo- rispose lui.
-Quando stavamo in America, prima che io scoprissi tutto. Tu hai rifiutato un maggior contatto, quando eravamo in camera, perché?-
Forse era sciocca come domanda, ma Lune aveva la necessità di sentirne la risposta.
Michael abbassò per un breve attimo lo sguardo, fin troppo triste.
-Perché mi sentivo, in qualche modo, sporco. Se fossi andato oltre quelle sera, sarebbe stato come dirti "non mi pento di ciò che ho fatto, ora voglio anche il tuo corpo". Ma non è così-
E quella risposta spiazzò di parecchio la rossa.
-Con Victoria non ho più avuto nessuna forma di contatto da quella sera, evitavo persino di parlarci o guardarla. E ora lei non c'è più, ho detto tutto a Clark-
-Lo so. Hope...me l'ha detto- ammise Lune.
Michael la guardò negli occhi, e ciò confuse Lune, che abbassò lo sguardo, non riuscendo a reggere tanto intensità.
Lo sentì vicino a lei, e pregò che evitasse di toccarla, perché ciò l'avrebbe distrutta.
-Non puoi capire quanto posso avercela con me stesso per ciò che ho fatto. Mi manchi, ogni giorno di più Lune-
E lei strinse forte gli occhi, cercando di mandare indietro quel fastidioso groppo in gola. Ma per il suo cuore non poteva fare niente, quello batteva forte, incontrollato.
-Mi mancano i nostri momenti insieme, il vederti impazzire alla ricerca di nuove idee, ballare fra le note di una canzone che ti piace- ogni frase lui la stava sussurrando al suo orecchio.
-Mi manca il suono della tua risata. Tutto-
Lune, che aveva lo sguardo alla sua spalla, non resse più e una lacrima le solcò il viso.
E quando Michael lo vide, si sentì solo peggio, alzò la mano, per raggiungere il suo viso e asciugare quella lacrima, ma Lune mosse un passò indietro, rifiutando il suo tocco.
-Posso giurati che le stesse cose le sento anch'io. Ma per quanto io posso ancora tenere a te, non ce la faccio a perdonarti-
Michael, abbassò il braccio, come anche il viso. Sentendo che quelle parole lo colpivano come frecce, che si conficcavano senza pietà nel suo cuore.
-Sappilo però. Sei stato veramente l'unico che io abbia mai amato-
E in un altra situazione, quelle parole lo avrebbero veramente reso felice. Ma in quel momento non facevano che aumentare il suo dolore.
Alzò lo sguardo, notando Lune allontanarsi da lui. Capendo che anche quell'ultima speranza era svanita. L'aveva persa.
- - -
-Scusate- disse Lune da sopra il palco dove dei musicisti si stavano esibendo. Dato che aveva parlato al microfono era riuscita ad attirare l'attenzione.
-Sono state in molte le persone che sono salite qui stasera, per congratularsi con Tyler. E seppur in un modo un po' goffo, vorrei farlo anch'io-
Disse la ragazza, guardando Tyler, che stava sorridendo.
-Ricordo, come se fosse ieri, il giorno in cui mi disse che li era stato proposto di scrivere una biografia. Seppur felice Tyler era anche un po' incerto se farlo o no. Io invece ero felice e gli avevo assicurato che sarei stata la prima a comprarlo. Bhe ho ricevuto una copia gratis, perciò non penso di poter mantenere la parola- seppur un po' triste come battuta, fece ridere qualcuno.
-Ciò che volevo dire, era che l'ho visto con i miei occhi come è cresciuto come you tuber, e anche come scrittore. Sono stata felice di aver fatto da cavia per i tuoi video, dovendo anche smentire che ero la tua ragazza eterosessuale-
Tyler rise a ciò, ricorcando che in molti lo pensavano bisex e credevano che tra lui e Lune ci fosse qualcosa, iniziando anche shipparli.
-Fare fuori una cucina intera e ritrovarmi l'intero contenuto del frigo addosso. Sono fiera di dove sei arrivato e spero che tu possa andare sempre più lontano. A Tyler- alzò il bicchiere che aveva fra le mani, venendo imitata dai presenti, compreso il ragazzo, che aveva gli occhi lucidi.
"ti voglio bene" li mimò lei.
-Un bel discorso signorina-
Lune odiava il suono di quella voce. Roland Flin era dietro di lei, e aveva approfittando del fatto che ora tutti aveva la concentrazione altrove e non più su di lei.
Si voltò verso di lui, notando quel sorriso da bastardo, stampato sul suo viso.
-Grazie- gli disse in modo velenoso.
-Approfitterai anche di questo per farti pubblicità? Anche se del tuo secondo manoscritto non c'è anche l'ombra. Tutto ciò che ti ho mostrato ti ha finalmente aperto gli occhi? Mostrandoti la scrittrice mancata che sei?- ogni parola veniva accompagnata da un sorriso.
La cosa divertente, fu che quelle parole furono udite dalla famiglia e dagli amici di Lune.
La madre guardava in modo serio l'uomo mentre Matt, con le mani strette in pugno le traduceva cosa lui le avesse detto.
-Ma tu una vita non ce l'hai?- gli chiese Lune, interrompendo Hope che stava per parlare, così come anche Matt.
-Ti sei così intestardito a perseguitarmi, che la tua ossessione può essere anche considerata una malattia- disse la ragazza veramente stufa.
-Le tue prove- fece le virgolette -non sono servite, letteralmente, a un cazzo- disse schietta.
-Porta altri video, altri tweet, ma niente cambierà. Le mie storie non possono piacere a tutti e questo lo so. Ma finché ci sarà, anche una sola persona, a comprare i miei libri, io continuerò a farlo. Continua a darmi contro finché vuoi, ma sappi che non puoi farmi crollare- disse con un sorriso.
-A differenza tua, io credo in ciò che faccio, e non permetto a nessuno di sottrarmelo-
-Voglio proprio vedere come puoi fare a continuare, con tante persone che ti odiano- le disse lui.
-Lei ha una famiglia a cui appoggiarsi- gli disse Hope affiancando Lune, che le sorrise.
La risata del uomo sembrava volerla beffeggiare.
-Ride bene chi ridere ultimo signor Flin. Ora se lei continua ancora a importunare la mia amica, e con questo intendo anche tramite mail e posta, non ci faremmo molti scrupoli a far scattare una denuncia-
-Per cosa signorina m'illumini-
-Stolking. Le prove che le abbiamo-
E difatti, era così. Ecco perché l'uomo divenne serio a quelle parole.
Hope gli fece ciao con la mano, mentre portava via Lune con un sorriso beffardo sul viso.
-Tu sei la mia eroina- disse Lune.
-Lo so- Hope fece spallucce, mentre portava un braccio a circondare le spalle dell'amica.
E Lucia, sorrise nel vedere ciò.
Capendo di aver visto tutto secondo una prospettiva sbagliata, accecata dalla perfezione che tutti le aveva imposto, che la figlia avrebbe dovuto avere.
* * *
-Tornerò- disse Lune guardando i suoi amici, che avevano veramente delle facce da funerale all'aeroporto.
-Quando?- gli chiese tristemente Tyler.
-Presto. Te lo prometto- gli rispose.
Il ragazzo sospirò arreso. Abbracciandola.
-Questa volta risponderai ai mie messaggi?- gli chiese Lune, con il viso nascosto nella cavità del suo collo.
-Solo quando ritornerai a casa-
Lune accennò una lieve risata, perché quella frase era un chiaro "si".
Andò verso Barry che le concesse un dolce sorriso.
-Chiedi scusa a Kim da parte mia-
-Sarà fatto- le promise abbracciandola.
-Avevi ragione Barry- sussurrò.
-Per cosa?- anche lui usò il suo stesso tono.
-Tutto si sta aggiustando- disse con un sorriso, guardandolo negli occhi. Barry le sorrise felice.
Lune raggiunse Alan, amando gli abbracci con quel ragazzo, per erano teneri, come se fossero due bambini e per ultima lasciò Hope, che la strinse forte, come a non volerla lasciare.
-Mi manchi rossa-
Un sorriso amaro si dipinse sulle labbra di Lune. Non voleva far star male i suoi amici a causa sua.
-Ti ricordo che ora sono mora- disse con una lieve risata.
-Per me rimani sempre la rossa con la quale amo condividere il letto-
Lune le sorrise, mentre le guardava, Hope lo stava già facendo.
-Lune- la chiamarono i suoi.
Le ragazza si voltò verso di loro.
-Dobbiamo andare- le disse il padre.
-Arrivo- rispose, ritornando a guardare i suoi amici. -Ci vediamo- disse prendendo la sua valigia.
E mentre stava raggiungendo i suoi genitori, si voltò un ultima volta verso di loro, che alzarono la mano con un sorriso triste sul viso. Lune alzò a sua volta la mano, sentendo, per la prima volta, la necessità di non scappare più.
* * *
Agosto era iniziato.
Lune era all'interno della sua camera. Le gambe erano poggiate al muro e lei sdraiata, guardava a testa in giù il suo armadio, mentre parlava al telefono con Hope.
-Le pettegole sono li?- le chiese.
-Si. Le loro risate nasali si sentono fino in camera mia-
-Perché non prepari una limonata, sputandoci dentro, e poi gliela servi?- chiese.
-Ew. Hope!- disse Lune.
-Eddai, sarebbe fighissimo- la risata dell'amica, dall'altra parte del telefono, la contagiò.
-Tu sei una pazza...che mi ha fatto venire sete- si guardò introno e notò che la bottiglietta da mezzo litro era vuoto.
Sbuffò -mi tocca scendere-
-Buona fortuna- le disse Hope.
Si salutarono, ripromettendosi di chiamare più tardi.
Di malavoglia Lune scese al piano inferiore, dirigendosi in cucina, dove sua madre e le sue amiche stavano prendendo qualcosa di fresco da bere.
La ragazza le salutò gentilmente, ricevendo risposta.
-Stavamo parlando con tua madre della vostro breve vacanza a Londra- la informò Iolanda.
Lune si limitò ad annuire mentre prendeva un bicchiere e la bottiglia di vetro da dentro il frigo.
-Come mai siete tornati così presto?- chiese poi a Lucia.
-Eravamo tutti impegnati. Riccardo e Federico con il lavoro, Matt con il suo progetto- spiegò la donna.
-E Lune come mai?-
-Volevo passare ancora del tempo in famiglia- rispose, alquanto scocciata dalle sue domande.
-Mia figlia, Erica, non so se ti ricordi ancora di lei...-
Lune si ricordava benissimo di Erica, ci andava in classe insieme, ed era un oca giuliva che proprio non riusciva a reggere.
-Ha letto qualcosa riguardo un certo critico, che ti ha...ecco...umiliata pubblicamente. Questo ha a che fare con il tuo ritorno?-
Lune alzò un sopracciglio e stava valutando l'idea di sputarle in un occhio, altro che limonata.
-Lui non ha umiliato mia figlia- disse Lucia guardandola. -è semplicemente un bastardo, ossessionato, che lei e i suoi amici hanno rimesso a posto- aggiunse.
Iolanda la guardò, con espressione neutra.
-Ma è questa la ragione no?-
-Se Lune è voluta ritornare è per la sua famiglia e a te non dovrebbe nemmeno interessare- Lucia era seria.
-La sua vita ora è di dominio pubblico Lucia, e tu le stai permettendo di infangare il nome della tua famiglia- le disse Iolanda.
-Oh santi numi. Illuminami, dimmi cosa ho fatto di vergognoso- disse Lune allargando le braccia.
-Girano delle foto di te, con indosso solo l'intimo. Questo come lo consideri?- disse la donna.
-Se tu avessi avuto la decenza di approfondire, avresti visto che quelle foto sono di un video, che io ho girato per una campagna contro il bullismo, per la quale sono anche il volto principale. L'unica cosa che si vede sono la mia pancia e le mie braccia. Sui palmi delle mani, dato che tu e tua figlia ignorate la conoscenza dell'inglese c'è scritto: l'amore è più forte della pressione di essere perfetto-
Iolanda boccheggiò per dei brevi attimi.
-Il bacio in pubblico, senza la minima vergogna-
-Tua figlia, posta foto peggiori su facebook- le rispose Lune.
-Come osi?-
Lune alzò un sopracciglio, chiedendosi se quella donna fosse seria o avesse seri problemi di testa.
-Oh no. Come osi tu!- disse Lucia alzandosi e indicandola. -Hai sempre osato, infangare mia figlia. E ora ne ho fin sopra i capelli. La sua vita, sarà pure sotto ai riflettori, ma tu non devi nemmeno azzardarti a dire mezza parola, specialmente davanti a me-
-Lucia- disse incredula Iolanda.
-Quella è la porta- le disse la donna, indicandole l'uscita.
Iolanda era incredula, mentre guardava il resto della amiche che avevano abbassato lo sguardo, non provando nemmeno a difenderla.
Lune invece sorrise, felice che per la prima volta sua madre non fosse rimasta in silenzio.
-E per tua informazione. Io sono fiera di lei-
Parole, che riempirono il cuore di Lune di felicità. Parole che aveva aspettato da anni, e che fecero crollare quelle convinzioni che fosse un errore per i suoi genitori.
Guardò sua madre negli occhi, e il suo sorriso, parlò per lei.
- - -
C'era una cosa che Lune era solita fare, perlomeno fino ai suoi tredici anni, ed era fare dei giri in bici.
Entrò nel garage, alla ricerca della sua vecchia bici rossa, dopo aver fatto cadere vari attrezzi ed essersi salvata all'ultimo, eccetto per lo spalaneve che l'aveva beccata in piena fronte, riuscì a trovarla.
Era piena di polvere e ragnatele. Rabbrividì quando la vide in quello stato, pensando: "col cavolo che la tocco".
Guardandosi intorno vide la bici di sua madre, che era in condizioni migliori della sua. Andò verso quella, prendendola.
Uscì dal cancello, iniziando a percorrere la via brecciata dietro casa sua. Era una via completamente contornata da alberi. E d'estate era bellissima, perché era del tutto verde.
Quella era anche una scorciatoia che Lune era solita prendere per andare su in paese. Ci metteva sempre dieci minuti a piedi. Ma la sua meta, era la pista ciclabile. Fece una discesa alquanto ripida, prima di vedere la strada asfaltata, fatta accanto a un piccolo fiume e del tutto avvolta dal vedere, anche essa.
Lune montò in bici e iniziò a pedalare.
Aveva le cuffie alle orecchie, come a voler soffocare, inutilmente i suoi pensieri.
Le era sempre piaciuto immergersi nella natura, era stata anche la sua ispirazione. In qualche modo le aveva fatto vedere le cose da una prospettiva diversa.
Pedalò per parecchio, prima di decidere di ritornare indietro, dovendo percorrere quella discesa, che prima che le aveva fatto provare la sensazione dell'aria sulla pelle, che ora però era una salita.
Non scese intestardita a fare quella salita, sopra la sella della sua bici, quando arrivò su, dovette socchiudere gli occhi, per l'intensità del sole, che stava tramontando.
Si fermò, portando un piede per terra, cercando anche di prendere un po' di fiato.
Guardò verso l'orizzonte, concentrandosi anche, come la luce del sole, illuminasse tutto introno a lei, rendendo l'acqua più scintillante e rossa, e l'acqua, non fu l'unica cosa ad essere di quel colore.
Quel colore, Lune, lo vide fra i suoi capelli, quando abbassò lo sguardo, notò una ciocca, che era sfuggita dall'oppressione di quel nero, e ora stava quasi brillando davanti ai suoi occhi. Come a volerle ricordare qualcosa.
"-Trovo che questa storia sia più bella, di quella sua Chrissy. La protagonista ti assomiglia- disse Tyler.
-Dici?- gli chiese Lune, notando Tyler leggere la sa storia sul suo portatile.
Il biondo annuì.
-Secondo Spancer non va bene invece-
-A quella vecchia strega non va bene niente-
-Poverina- la difese Lune.
-No fidati, quando ha le sue cose è intrattabile-
La ragazza rise, per lo sguardo sconvolto di Tyler.
-Comunque questa storia, mi piace. La protagonista, sembra veramente tua e poi avete lo stesso colore di capelli- Tyler rise divertito. -Pensaci Lune. È una storia che piacerebbe a tanti e comunicherebbe tanto-"
E davanti a gli occhi di Lune, fra le note di Close as stranger dei ragazzi, comparvero mille immagini.
Sorrise. Un sorriso così vero e che da mesi non era più presente sul suo viso. Un sorriso pieno di felicità.
Riprese a pedalare veloce verso casa. Quando arrivò lasciò la bici accanto al garage, iniziando a correre verso la casa.
-Lune- la chiamò la madre che era in compagnia della zia. Notò il modo disastroso in cui aveva mollato la bici e la sua folle corsa- -Lune dove vai-
-Non ho tempo- rispose lei aprendo la porta e correndo verso le scale.
Quando fu in camera sua, fece riprendere vita al pc, e a gambe incrociate sul letto, aprì la pagina di Office iniziando a scrivere tutto ciò che le frullava in testa, tutte quelle immagini che si susseguivano senza sosta.
-è entrato un t-rex in casa?- chiese Matt uscendo dalla cucina, con la coppa del gelato in mano, mentre guardava la madre e la zia.
-Era Lune, è stata un fulmine, non ho capito cosa le fosse preso- disse la madre.
Matt aggrottò le sopracciglia, prima di salire le scale, andò in camera della sorella.
-Ehi Lune...- disse entrando.
La vide digitare velocemente, fermandosi un attimo per valutare la parola esatta, riprendendo subito dopo. Lei non si era accorta affatto di lui, talmente concentrata su ciò che stava facendo.
E con un sorriso sul viso, Matt uscì, appoggiando la porta allo stipite, ritornando poi di sotto.
-Allora?- chiesero le due donna, quando rividero il ragazzo.
Matt rimase con il cucchiaio verde in mano e quel sorriso sul viso.
-Sta scrivendo- disse.
-Cosa?- chiese Maria, mentre la madre sgranava gli occhi.
-Ha ripreso a scrivere, non si è nemmeno resa conto che io sono entrato in camera-
Lucia e Maria si guardarono negli occhi, sorridendo a loro volta.
-è fantastico- disse quest'ultima.
-Già- disse Lucia guardando il figlio.
Ci era riuscita, Lune era riuscita a combattere il suo blocco.
-Lune, sono davvero felice che tu abbia ripreso a scrivere, ma apprezzerei tanto che scendessi a cenare- le disse la madre all'ora di cena.
Quando lei scese di sotto, notò la cucina già apparecchiata. I presenti la guardarono, era rimasta chiusa in camera tutto il pomeriggio.
-Ce l'ho fatta- disse incredula, non riuscendo a smettere di sorridere e trasmettendo quel buon umore e la sua felicità a tutti.
* * *
Il 14 settembre all'aeroporto di Heathrow, c'erano tre ragazzi, che stavano aspettando, il biondo aveva in mano un foglio, con sopra scritto. "Lune Liberati, siamo qui, non provare a scappare".
Hope si alzò in punta di piedi, nella speranza di vedere una chioma corvina, ma tutte quelle che vedeva, non era di Lune.
Sbuffò, non le era mai piaciuto aspettare.
-Eccola!- disse Alan indicando davanti a se, una ragazza dai capelli rossi, che teneva fra le braccia una grossa valigia e un borsone in spalla.
-Quando ci scommetti che ha fatto fuori le ruote della valigia?- disse Tyler.
-Oh nulla. So benissimo che è capace di farlo- rispose Hope, facendo ridere Alan, accanto a loro.
Lune camminava a fatica e cercava di vedere dove metteva in piedi, con l'enorme valigia che le bloccava la visuale. Fu quando la spostò di lato, che vide tre ragazzi sbracciarsi per farsi notare da lei.
Tyler aveva alzato il foglio per farglielo leggere.
Lune si aprì in un ampio sorriso, affrettandosi, per quanto poteva, raggiungerli. Quando fu abbastanza vicina, mollo tutto per terra, correndo incontro a Tyler, buttandosi addosso a lui come un koala. Il ragazzo dovette prenderla di peso, per evitare che cadessero entrambi.
-Giusto in tempo, prima che ti sfratassi rossa- la prese in giro.
Lune rise, prima di guardare tutti i suoi amici, felice di essere ritornata a casa.
* * *
C'era una cosa che non sarebbe mai cambiata per i dipendenti della writer's dream. L'ascensore fuori uso.
Lune stava correndo su per le scale, quel lunedì, enormemente in ritardo, per la sua consegna.
Quando fu al suo piano, spese solo un attimo per riprendere fiato, sentendo i piedi dolerle a causa dei tacchi. Si chiese come facesse Beyoncè a esibirsi con quelli addosso.
Iniziò nuovamente a correre, non facendo nemmeno caso al gruppo de ragazzi che uscì dalla capitolo records, finendo addosso al ragazzo dai capelli blu, che portò una mano sui suoi fianchi, per evitarle la caduta.
-Capelli rossi, sei intera?- le chiese Michael.
Lune che aveva gli occhi a tutti i fogli che le erano caduti per terra, alzò lo sguardo, incontrando gli occhi verdi di Michael scrutarla preoccupati.
-Viva, ma non per tanto, se non mi affretto a portare il manoscritto a Spancer- si sottrasse dal tocco del ragazzo per raccogliere tutto.
-L'hai completato?- chiese Luke.
Lune che aveva ripreso a camminare si voltò, per rispondergli.
-Si-
-Attenta a Wanda- disse Ashton, notando la postina, e aspettandosi un imminente collisione fra le due.
La rossa riuscì a fermarsi in tempo.
-Lune ho posta per te- le disse Wanda.
-Dopo, ora non ho proprio tempo- le disse.
-Lune!- la chiamò Michael, facendola fermare e voltare verso di lui.
Michael le sorrise -In bocca lupo- le disse.
Lune sorrise a sua volta alzando il manoscritto. -Crepi- rispose.
- - -
Non si poteva dire che Spancer fosse stata felice del cambiamento, dell'ultimo minuto, di Lune.
La storia precedente le piaceva parecchio.
Ma non si poteva nemmeno negare che lei fosse soddisfatta che Lune non le avesse prestato. Perché la storia attuale era meravigliosa, e degna di portare il suo nome sopra.
Sorrise mentre chiudeva il tutto, poggiandolo sulla scrivania.
Si alzò, muovendo dei passi, verso la vetrata dietro di se.
Notò la figura di una ragazza castana, e un ragazzo moro poggiati al palo, davanti all'edificio.
I due vennero subito raggiunti da Lune e Tyler.
Spancer li osservò mentre parlavano e ridevano fra di loro.
Notò Lune, davanti a loro, girare su se stessa concedendo poi un grande sorriso a tutti e tre.
Bussarono alla porta dell'ufficio.
-Avanti- disse Spancer.
Kate entrò, chiudendosi la porta alle spalle.
-Mi hai fatta chiamare?- chiese.
-Si- disse Spancer, non voltandosi. -Vorrei che avviasi la pubblicazione del libro sopra la mia scrivania.
Kate si avvicinò per prenderlo, e sorrise quando lesse il nome di Lune sotto al titolo "English love affair".

TO BE CONTINUED... 💁🏻🇬🇧

English love affair.// Michael CliffordDonde viven las historias. Descúbrelo ahora