Lune

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Chapter 15: Lune.
Tyler prendendo un bel respiro e guardando con guardo spento, il tavolo di vetro, davanti a se, iniziò a parlare.
-I suoi genitori sono sempre stati abbastanza iperprotettivi nei suoi confronti, essendo l'unica ragazza di tre figli-
-In Italia abitava in un piccolo paesino. Un piccolo sbaglio, un passo falso e tutti possono parlare male di te. Sua madre puntava a farla entrare a medicina, per farla diventare un infermiera come era lei-
Tyler guardava la ciotola gialla sopra il piccolo tavolo in salotto, i suoi occhi erano persi nei ricordi di quando, stesi su dei sacchi a pelo dentro quel salotto, Lune li aveva raccontato tutto.
-Puntava a renderla un ragazza, che ai suoi occhi, doveva essere perfetta. Casa, scuola, chiesa...bhe non proprio così esagerata, ma più o meno-
Una sua mano scompiglio il ciuffo tinto.
-Quando era alle medie, i suoi genitori hanno passato un brutto momento. A casa non facevano che litigare ed erano quasi giunti al punto di volersi separare. Per Lune è stato un periodo bruttissimo, contando poi che tutto lo stress che lei accumulava a casa si rifletteva sullo studio, facendole avere un grande calo-
Tyler guardò Hope in cerca di una mano.
-I suoi genitori dopo svariati mesi hanno ripreso a parlarsi civilmente, cercando di risistemare tutto. Quando è giunto il momento di scegliere il liceo a Lune non fu data molta scelta. Sua madre le impose la scuola che aveva deciso per lei- disse Hope.
-Aveva anche iniziato a scrivere la sua prima storia- aggiunse Tyler.
Un sorriso amaro si dipinse sulle labbra di Hope -lo disse ai suoi. Disse che aveva trovato qualcosa per cui si sentiva portata, qualcosa che la faceva star bene...ma loro calpestarono questo suo sogno senza risentimento. Le dissero che era la cosa più sciocca che lei volesse fare, che sognare di diventare una scrittrice non l'avrebbe portata da nessuna parte. Che era ridicolo che una Liberati puntasse a una cosa così stupida-
Inutile dire che i presenti rimasero del tutto sorpresi da quelle parole.
-Lune all'interno della sua famiglia, fra parenti e famigliari è sempre stata criticata. Troppo bassa, troppo magra. La cugina che era meglio lasciare da parte perché al posto di parlare di ragazzi, all'età di soli sette anni, preferiva giocare- disse Hope abbassando lo sguardo.
-Quando entrò al liceo, c'era un ragazzo che lei trovava carino, il problema era che questo ragazzo piaceva anche a una ragazza che era in classe con lei. Questa ragazza, quando vide che Lune stava riuscendo a "conquistarlo"- fece le virgolette -si diede da fare. Era amica di questo ragazzo, iniziò a dirgli cose strane su Lune, non so di preciso cosa, ma sta di fatto che lui iniziò a ignorarla, prendendosi poi gioco di lei e dato che i ragazzi a quell'età sono stupidi, gli amici di questo tipo iniziarono a imitarlo. Lune fu presa di mira, non aveva un attimo libero. Veniva presa in giro, per il suo aspetto, per ogni cosa che faceva. Le ragazze la prendeva in giro persino per i voti che prendeva, dato che la scuola che sua madre aveva scelto era troppo difficile-
Alan, come molti dei ragazzi aveva portato lo sguardo a Lune, che stava ancora dormendo fra le braccia di Michael.
-Fu un periodo buio per lei...troppo- Tyler volle evitare di dire che Lune aveva lottato molteplici volte con la tentazione di farsi del male. Che durante quel periodo lottava costantemente con il riflesso del suo viso, che aveva iniziato a odiare se stessa, pensando che fosse lei quella sbagliata.
-Durante il terzo anno, si ritrovò persino degli amici contro e non ha mai capito il perché. E fu durante quel periodo, che Lune decise di lottare, trovando appiglio nell'unica cosa che ogni volta la faceva star bene. La scrittura e la musica-
-Iniziò a fare tutto secondo i suoi ideali. Riprese a scrivere, pubblicando all'interno di un sito i suoi scritti. Iniziò a ignorare ciò che le persone dicevano o pensavano di lei. Si tinse i capelli, scatenando l'ira di sua madre, perché tutti ora avrebbero parlato di lei come la ragazza dai capelli strani. Ecco perché quando incontrò Kate, Lune ha fatto le valige ed è partita. Questa città è stata la sua rinascita- concluse con un sorriso amaro Tyler.
Michael inconsciamente aveva stretto la presa su Lune, come a volerla proteggere da tutta quella cattiveria che l'aveva perseguitata per la maggior parte della sua vita.
-Ecco perché ha scritto quel libro- disse Luke.
Tyler sorrise annuendo.
-Lune ha sempre voluto poter essere d'aiuto a persone che potessero trovandosi nella sua stessa situazione, impedendo, anche se tramite uno libro, di poter cedere e crollare-
-è anche il motivo per cui ha accettato di essere il volto della società contro il bullismo- aggiunse Hope con un sorriso.
-Non l'avrei creduto possibile a essere sinceri. Tutto ciò- disse Calum.
-Sono stato un idiota- disse invece Michael abbassando il suo viso, che finì sulla spalla di Lune.
-Sei sempre in tempo per non esserlo più- commentò divertito Tyler.
* * *
Lune quella mattina, era andata all'appartamento dei ragazzi e l'unico che trovò sveglio era Ashton, che con il computer in grembo guardava la tv. Passo circa dieci minuti in sua compagnia, prima di dirigersi verso la camera di Michael, che stava ancora dormendo.
Aprì piano la porta, sbirciando all'interno.
Le tapparelle erano abbassate a poco più della metà, illuminando di poco quella camera.
Lune vide che Michael era profondamente addormentato.
Entrò chiudendosi la porta alle spalle, cercando di non inciampare nel casino in cui regnava quella camera.
Dato che erano le dieci e mezza passate, decise di fare come era solita fare con Tyler.
Si avvicinò al letto e poggiò un ginocchio sul materasso, dandosi così la spinta necessaria per potersi sdraiare sopra Michael, che però sembro non accorgersi di nulla.
Lo guardò. Il suo viso era pacifico e sembrava davvero così indifeso in quell'attimo.
Allungò una mano verso il suo viso, spostandogli delicatamente il ciuffo dal viso, nemmeno ciò sembrò disturbarlo.
Lune sorrise, avvicinando di più il suo viso a quello del ragazzo.
-Michael- chiamò piano.
Le sue dita si poggiarono sul mento del ragazzo.
-Mikey- riprovò.
Le palpebre si mossero leggermente, mentre un verso di protesta si faceva sentire.
Lune lo trovò buffo e tremendamente adorabile.
Quando si sporse per dargli un semplice bacio a stampo, lui aprì gli occhi confuso e quasi spaventato da chi fosse stato. Quando vide Lune però sembrò calmarsi.
-Buon giorno- disse lei sorridendogli.
-Ehi- le disse assonato lui, portandosi una mano sul viso per stropicciarsi gli occhi. -Ho sonno- si lamentò poi facendo divertire Lune. Perché lo disse come se fosse un bambino.
-Tra poco sono le undici- disse la rossa.
A Michael sembrò importare poco di che ora fosse, ma ciò nonostante non riuscì a impedirsi una frase.
-Per quanto trovi questa posizione alquanto sexy. Di prima mattina non sono molto in forma- un sorrisino si dipinse sul suo viso.
Lune invece sembrò avvampare, perché aveva colto cosa lui intendesse.
-Sei un cretino- disse con l'intento di alzarsi subito e Michael lo capì.
Ridendo, portò una mano sulle spalle della ragazza attirandola a se. Lune trovò il suo viso sulla spalla di Michael, sentendo la sua risata a pochi centimetri da lei.
-Scherzavo Lune- disse poi.
-Rimani lo stesso un cretino- disse lei imbroccandosi.
-Vieni a farmi compagnia qui- le disse semplicemente lui, alzando le coperta per permetterle di sdraiarsi accanto a lui.
-Ho le scarpe- disse Lune.
-Puoi benissimo toglierle- le rispose lui, non dandole modo di fuggire.
Lune cercò di reprimere un sospiro prima di togliersi le vans bordeax e sistemarsi meglio accanto a Michael.
Poggiò la testa sul cuscino guardandolo negli occhi, cosa che lui stava già facendo.
-Questo risveglio mi è piaciuto- le disse.
-Ho notato- commentò Lune.
Michael sorrise divertito -Avanti non puoi darmi torto. Mi sono svegliato con te sopra di me- si giustificò. -Tu come reagiresti?-
-Di solito butto Tyler per terra- ammise lei.
Michael spalancò di poco gli occhi.
-Se non sapessi che è gay, la cosa non mi andrebbe affatto giù- commentò, facendo finalmente sorridere Lune.
-Non puoi essere geloso di Tyler. Avanti, sarebbe come essere geloso di mio fratello...anche se con Tyler ho molta più confidenza e...- s'interruppe, pensando al fatto che con Tyler si comportava esattamente come con Hope. Non aveva mai avuto problemi a parlarli in modo sincero, su tutto o cambiarsi davanti a lui.
-Eh?- chiese Michael riscuotendola dai suoi pensieri.
Lune si limitò a stringersi nelle spalle.
-Tutto qui- rispose.
Michael poggiò il viso sul cuscino e il suo sguardo sembrò perso.
-Tutto ok?- chiese Lune, notando che era davvero fin troppo silenzioso.
-Si. Mi chiedevo solo una cosa-
-Sarebbe?-
Gli occhi verdi di Michael furono nuovamente sul viso di Lune, che aveva poggiato il viso sul braccio mentre lo guardava.
-Ho notato che Tyler ha sempre puntato a farti divertire e farti conoscere persone. La mia domanda è...c'è stato qualcuno d'importante?-
Lune era chiaramente sorpresa da quella domanda, non se l'aspettava affatto.
Gli occhi di Michael puntati su di se, non le davano il tempo di pensare a nulla. Perciò in balia di quello sguardo, disse la verità.
-No- abbassò lo sguardo alle lenzuola.
-Qualche storia passeggera?-
Lune lo guardò con un sopracciglio alzato, come a volergli dire "sei serio?".
-Perché me lo chiedi?- chiese poi.
-Era una semplice curiosità- detto ciò si avvicinò di più a Lune, il suo viso si poggiò sul petto di lei, che inconsciamente iniziò a giocare con i suoi capelli, coccolandolo.
* * *
Lune sapeva che non era normale odiare il freddo e abitare in una delle città più piovose di tutte. Ma non poteva farne a meno, lei non sopportava per niente il freddo.
Si era stretta di più nella sciarpa, mentre con quattro bicchieri di caffè tornava alla writer's dream.
Maledì per la centesima volta quella settimana, l'ascensore ancora non riparato.
Cioè, sapeva che sarebbe stato sciocco, dato che di li a poco, la writer's deram si sarebbe spostata in un edificio migliore, ma andiamo quelli che sarebbe arrivati non avrebbero avuto bisogno di un ascensore?
Lune pensava a tutto ciò mentre saliva svogliatamente le scale.
Amava le scarpe bianche, con il tacco, che indossava. Ma stava praticamente morendo di freddo con quelle addosso.
Aprì la porta di vetro, abbassando la sciarpa con la quale si era coperta fino al naso.
Poggiò un caffè sulla scrivania di Kate, sulla sua e poi andò verso Tyler, che la ringraziò con un sorriso.
Raggiunse l'ufficio di Spancer, dove la donna non era sola.
Stephan Carter era li, ed entrambi sembravano impegnati in una fitta conversazione.
Spancer sembrava arrabbiata, mentre Stephan quasi menefreghista.
Lune tossì per far notare la sua presenza, entrambi si voltarono. L'uomo sorrise, mentre Spancer sembrò quasi sbiancare.
-Lune- disse.
-Ho portato il caffè- spiegò lei, indicando ciò che aveva fra le mani.
Spancer si alzò subito.
Lune invece mosse dei passi in avanti. -Lo poggio sulla scrivania o...-
-Lo prendo io- disse sorpassando la scrivania e raggiungendo la ragazza.
-Può anche rimanere no?- chiese Stephan.
-No, ha molto da fare- disse fra i denti la donna. Era veramente seria, mentre li concedeva uno sguardo gelido.
Prese il bicchiere dalle mani di Lune.
-Grazie. Puoi andare ora-
Lune seppur confusa da quel comportamento annuì, uscendo poi da quell'ufficio.
Togliendosi sciarpa e capotto era ritornata a lavorare.
Erano passati si e no, quindici minuti, quando Lune sentì una mano sul suo braccio. Sobbalzò voltandosi subito.
Accanto a lei, c'era Stephan, che le sorrideva in modo gentile.
-Posso aiutarla?- chiese.
-Lune, ti ho detto mille volte di non darmi più del lei- le disse puoi guardandola dritta negli occhi.
E seppur Stephan avesse dei bellissimo occhi azzurri, per Lune, quelli verdi di Michael rimaneva in assoluto i più belli.
Annuì. -Ti serve qualcosa?- chiese riformulando la frase.
Stephan si poggiò alla scrivania di lei, scuotendo la testa.
-Nulla. Volevo solo sapere come va?-
-Alla grande- rispose Lune ritornando a guardare il computer. I suoi occhi erano davvero stanchi e si stavano appannando. Si diede della sciocca per non aver portato gli occhiali, da riposo, con se.
-Con il tuo fidanzato? Nessun problema spero-
Dal tono che usò a Lune sembrava che, invece, quasi ci sperava.
Lo guardò e con un sorriso, talmente falso, parlò.
-Tutto alla perfezione- rispose.
All'inizio aveva trovato Stephan un tipo davvero carismatico, ma ultimamente le attenzioni che lui le regalava, le davano alquanto fastidio.
In quel istante il suo telefono l'avvisò dell'arrivo di un messaggio, lo prese per vedere chi fosse.
Da: Michael:
"Guarda fuori dalla finestra"
Quando alzò lo sguardo, dalla grande vetrata, vide dei pallini bianchi volteggiare. Aprì di poco la bocca.
-Sta nevicando- disse alzandosi per poter vedere meglio. Quel suo suo gesto sembrò attirare altri sguardi che a loro volta ne attirarono altri, finché quei fiocchi bianchi non furono il centro dell'attenzione di tutti.
Ignorando l'uomo accanto a se, Lune andò agli ultimi contatti, chiamando per l'appunto Michael, che le rispose subito.
-Hai visto?- le chiese.
-Sta nevicando- rispose subito lei.
-è fantastico!- disse invece Michael.
-Ehm...si- la risposta della rossa pareva una domanda.
-No...non puoi dirmi che non ti piace la neve. Mi distruggi tutto così-
Lune rise divertita -non mi piace il freddo, tutto qui- rispose.
Michael dall'altro capo del telefono accennò una lieve risata.
Lune si allontanò dalla sua postazione, dato che la sua conversazione non era poi così privata, raggiungendo la vetrata e guardando meglio la neve che cadeva.
-Ma devo ammettere che non sembra male- disse.
-Ti farò cambiare idea Lune- le disse lui.
- - -
Lune, come tutti i dipendenti all'interno di quel edificio, stava scendendo le scale per poter ritornare a casa.
-Avrei dovuto prendere la macchina- si lamentò Tyler accanto a lei.
-Meglio di no invece. Non abbiamo ancora cambiato le gomme e io vorrei ritornare a casa viva- rispose Lune sistemandosi meglio la sciarpa.
Quando uscirono l'aria fredda li colpì in pieno viso.
Lune si chiese come avrebbe fatto a sopportare sei minuti di strada a piedi fino alla metro e poi i trenta restati, con addosso quella gonna e quelle collant che erano davvero inutili.
Stava del tutto morendo di freddo.
Mosse pochi passi, prima di sentire delle braccia prenderla da dietro e stringerla forte.
Sobbalzò sorpresa, ma quando vide dei capelli rossi sospirò sollevata e sorrise.
-Capelli rossi- disse Michael dandole un bacio sulla guancia.
-Ehi!- Lune era veramente felice di vederlo. -Come mai da queste parti?- portò le sua mani su quelle di Michael, che a differenza delle sue erano calde.
-Sono passato a prendere la mia ragazza e il suo miglior amico- qui guardò Tyler, che sorrise soddisfatto.
-Comunque, hai le mani gelide- Michael sciolse l'abbraccio, prendendo le mani della ragazza fra le sue.
Lune assunse l'espressione da gatti abbandonato.
-Sto morendo di freddo- ammise.
Michael strinse di più le mani, avvicinandole al suo viso e alitandoci sopra come a volerle scaldare.
Lune sorrise a quel gesto.
-Potete pensare dopo a riscaldarvi e altro? Qui c'è qualcuno che vorrebbe davvero ritornare a casa- disse Tyle rovinando l'atmosfera.
Lune alzò gli occhi al cielo, mentre Michael rise.
-Certo, andiamo pure- disse intrecciando la sua mano a quella di Lune. Notò però, poco distante da loro, due occhi azzurri che li stavano scrutando.
Michael riconobbe Stephan e notò che il suoi occhi più che su entrambi loro, erano concentrati su Lune, che si era alzata la sciarpa fino al naso.
L'uomo che aveva appena aperto la portiera, ora guardò Michael, che già lo stava facendo. Il sorriso che Stephan li rivolse fu tutto fuorché incoraggiate.
-E quello che vuole?- chiese.
Sia Lune che Tyler portarono lo sguardo dove lo aveva Michael, notando Stephan che stava salendo in macchina.
Lune strinse di più la sua mano su quelle di Michael, mentre Tyler arricciò in naso.
-Quello ci prova spudoratamente con la maggior parte delle dipendenti all'interno della writer's dream.- spiegò il biondo -e ci prova spudoratamente con la tua ragazza da mesi-
Michael portò subito lo sguardo a Lune che lo teneva basso, improvvisamente interessata ai suoi tacchi bianchi.
-Non mi hai detto nulla- l'accusò.
-Non pensavo fosse importante- rispose.
-Lo è invece! C'è un tipo che ci prova con te e non mi dici nulla?-
Lune portò i suoi occhi nocciola in quelli verdi di Michael che erano seri.
-L'ho fatto perché a me di lui non importa nulla. Non li ho dato importanza, ecco perché non te l'ho detto- fu sincera.
Tyler si pentì subito di aver parlato. Non pensava di certo che Michael potesse prenderla così male.
-Non capisco perché te la prendi così tanto- continuò.
-Perché ogni volta per farti sputare fuori qualcosa devo sempre lottare. Lo capisco che molte cose tu non voglia dirmele, che parlare di te ti da fastidio. Ma dopo un po' diventa frustrante Lune- disse Michael.
Lune rimase a guardarlo senza sapere cosa potergli dire.
Michael sottrasse la sua mano da quella di Lune, facendole quasi provare un gran vuoto e più freddo di quanto percepisse prima.
-Stiamo insieme, ma mi sembra di non conoscerti affatto-
Lune abbassò lo sguardo, non riuscendo a reggere quello del ragazzo. Perché sapeva che aveva ragione, ma era più forte di lei.
Michael con un sospiro si guardò intorno.
-Sali in macchina. Vi riaccompagno entrambi a casa- disse tirando fuori le chiavi della macchina.
***
Lune era seduta, gambe incrociate, sul divano di casa sua. Tra le mani teneva una tazza con della cioccolata calda all'interno.
Tyler era a farsi una doccia, perciò Lune stava parlando con Alan, di ciò che era successo con Michael.
-Penso che lui abbia ragione- disse il ragazzo. -insomma, ognuno ha i propri segreti. Ma quando stai con una persona che non ti racconta mai nulla o che alla domanda "che hai fatto oggi?" ti risponde "o nulla di che, tu?" ogni volta, bhe...ti fa capire che non ti vuole rendere partecipe della sua vita-
Lune aveva lo sguardo concentrato alla tazza.
-è solo che non voglio annoiarlo con i miei racconti. Il mio passato poi, un casino totale-
-E allora?- chiese Alan.
Lune lo guardò, aggrottando le sopracciglia.
-Quando Tyler mi ha raccontato di ciò che li è successo con i suoi genitori e che fosse scappato di casa, pensi che io possa averlo trovato noioso?- Alan scosse la testa -no. Ho capito, che se mi ha raccontato una cosa del genere, si fidava veramente di me-
Lune rimase colpita da quelle parole.
-O quando mi racconta di ciò che li succede durante la giornata, a me piace sentirlo parlare, fare battute riguardo certe cose che sono capitate. Una relazione funziona con fiducia e parole.-
-Cosa posso fare allora?- chiese tristemente.
-è una cosa che riguarda te Lune. Dipende da te, tu sei disposta ad aprire il tuo cuore a Michael?- le chiese.
-Si- rispose subito lei.
-Allora che ci fai ancora qui?- chiese la voce di Tyler.
Sia Alan che Lune si voltarono verso il ragazzo che stava entrando in sala e si sistemava gli occhiali sul viso.
-Quante volte lui è venuto a bussare a questa porta per chiederti scusa? Non pensi che ora tocca a te?-
Lune annuì, alzandosi subito dal divano.
Abbraccio Alan.
-Grazie- gli disse.
-Figurati- le rispose lui ricambiando.
Quando fu vicina a Tyler gli diede un bacio sulla guancia correndo in camera per vestirsi.
- - -
Lune non aveva mai corso come quel giorno, quando era scesa dal bus.
Ringraziava il fatto che le neve non avesse ancora attaccato, o chissà quante volte sarebbe caduta.
Quando fu davanti al familiare edificio bianco, suonò al citofono, ma non ci fu risposta. Cercando di respirare normalmente Lune si guardò introno, notando che la macchina che usavano era parcheggiata li, perciò erano a casa.
Stava per risuonare quando una signora uscì dal portone. Lune andò subito verso di lei, in modo da non farglielo chiudere ed entrare.
Preso anche l'ascensore, Lune dovette attendere poco prima che quello si aprisse. Raggiunta la porta dell'appartamento dei ragazzi suonò.
La porta venne aperta pochi attimi dopo. Calum rimase sorpreso di vedere Lune li.
-Ehi!- disse lei sorridendo.
-Ciao Lune- la salutò il moro.
-Scusa tanto per l'ora. Michael è in casa?- chiese.
-Si, ma...- iniziò Calum non spostandosi dalla porta.
-è importante, ho bisogno di parlargli- disse la rossa.
-Lo capisco, ma non hai scelto il momento giusto- disse nervoso Calum.
-è arrabbiato così tanto con me?- chiese tristemente lei. A Calum fece tenerezza, scosse la testa.
-Non si tratta di te Lune- le disse in modo gentile.
Una risata leggera e specialmente femminile, giunse alle orecchie di Lune. La ragazza sgranò gli occhi, quando riconobbe di chi fosse.
Guardo Calum, che in quel momento sembrò sbiancare.
-Fammi entrare!- disse seria Lune.
-Non è come pensi- si affrettò a dire il ragazzo.
-Puoi risparmiarmi questa stronzata!- sputò velenosa la ragazza, sentendo solo la rabbia impadronirsi di lei, facendo affievolire i sensi di colpa.
-Amico, quanto ci metti?- chiese Luke facendo sbucare da testa sul corridoio. Rimase sorpreso quando vide con chi stesse parlando.
-Lune- disse, ma non ci fu ne un sorriso o altro sul suo viso. Nulla!
Michael nel sentire quel nome alzò di scatto il viso, verso l'amico.
-Aspetta!- la voce di Calum fu più che udibile, facendo alzare Michael da tavola.
-Oh insomma!- sbottò Victoria -Anche quando si tratta di lavoro quella ragazza deve sempre rovinare tutto?-
-Vik- disse Clark, come a farle capire che stava esagerando.
Luke si voltò guardando Michael e annuì, come a dirgli che era veramente Lune.
Il ragazzo si chiese cosa ci facesse li a quell'ora? Che fosse venuta per chiarire la discussione di quel pomeriggio?
Calum fece ingresso in cucina, era serio mentre guardava Michael.
-Devi seguirla. Ha frainteso tutto- disse.
Michael concesse un breve occhiata a Victoria, capendo cosa intendesse Calum.
-Merda- disse tirando indietro la sedia.
-Questa è una cena di lavoro- disse Victoria veramente infastidita.
-Firmerò i documenti domani- disse Michael andando a prendere la sua giacca.
-Michael non si tratta solo di documenti- disse Clark con tono più bonario di Victoria.
-Clark, sono le nove di sera e la mia ragazza sta girando da sola per strada. Pensi davvero che non possiamo rimandare a domani? Mancano solo le cose pratiche o mi sbaglio?- Michael era tutto fuorché tranquillo e Clark lo notò.
-Vai- gli disse semplicemente.
-Vengo con te?- gli chiese Calum preoccupato.
-No, tranquillo- gli rispose Michael indossando le scarpe e uscendo velocemente da li.

English love affair.// Michael CliffordWhere stories live. Discover now