No apologize

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Chapter 30: No aplogize.
E mentre i giorni passavano, Lune riusciva a sentirsi meglio.
Quella mattina, era seduta sul quel tavolo da sola e guardava davanti a se, con sguardo perso. Cercava di non pensare molto, ma era praticamente impossibile. Non scrivere nulla per giorni la stava facendo sentire così vuota.
Due braccia l'avvolsero da dietro, prima che vedesse una rosa rossa davanti a se.
Sorrise, mentre si voltava per vedere il viso di Michael accanto al suo.
-Sembri triste capelli rossi- constatò il ragazzo, scrutandola con i suoi occhi verdi.
-Ora che ci sei tu no- rispose, dandogli un candido bacio sulla guancia, che lo fece sorridere.
-Mi spieghi dove hai preso questa rosa- disse poi, prendendola fra le sue mani.
-Penso che fosse destinata ad un altra coppia, l'ho presa prima che servissero il vassoio- ammise.
-Hai rubato una rosa?- chiese Lune ridendo.
-Ehi, questo è un gesto romantico. Potevo essere scoperto- rispose, divertendo sempre di più la ragazza, che questa volta poggiò le sue labbra su quelle del ragazzo. Sentendo per un attimo il cuore libero da ogni preoccupazione.
E persino quando dentro quella sala, entrò Victoria, Lune non ripenso alle frecciatine che la bionda le dedicava da giorni. Non le importava nulla.
- - -
Prima del concentro, dietro le quinte, dentro a una stanza c'era ben sei ragazzi.
Hope si era appena sistemata una delle bandane di Ashton in testa e prendendo due bacchette si avvicinò a Ashton, con una camminata da ragazzo che se la tira.
-Ragazzi vi presento il mio gemello- disse Ashton portando una mano sulla spalla di Hope.
-Salve fratelli- disse Hope alzando una mano, le sue dita erano a segno del rock.
Quel suo gesto fece ridere tutti i presenti.
Michael che era sdraiato e aveva la testa poggiata sulle gambe di Lune, scoppiò in un fragorosa risata, nascondendo il viso sulla pancia della rossa, che stava ridendo a sua volta.
Ashton che stava ridendo a sua volta, provò a parlare.
-Amico, che dici gli fai vedere cosa sei capace di fare?-
Hope si avvicinò al tavolo, dove cerano le cose dei ragazzi e iniziò a battere le bacchette su di esso.
-Vai Hope!- la incoraggiò Lune.
-Ho mio dio è favolosa- Luke finse un attacco da fan girl, mentre si appoggiava a Calum, che lo imitò, fingendo di svenire, quando Hope ammiccò verso di lui.
-Non reggo- la sua mano fu sulla fronte, mentre si lasciava andare all'indietro e Luke lo prendeva.
Hope provò a far roteare la bacchetta per aria riprendendola.
-Non ci riuscirai a me c'è voluto del tempo per impararlo- disse Ashton.
La ragazza ci riprovò, finendo solo per far cadere la bacchetta accanto alla porta d'ingresso, che si aprì in quel momento.
La bacchetta cadde ai piedi di Victoria, che si immobilizzò sul posto, guardando cosa stava succedendo.
Hope si tolse subito la bandana, sorridendo innocentemente.
-Si può sapere che diavolo state facendo?- chiese la bionda.
-Audizioni per un nuovo batterista- disse divertito Luke.
-Stiamo anche pensando di rimpiazzare Luke, con Lune, tanto in altezza non c'è nessuna differenza- disse invece Ashton.
-Ah ah ah. Come siamo simpatici- disse Lune.
Victoria, li guardò del tutto inviperita, specialmente Lune e Michael, data la loro posizione.
-Questo non è il momento di fare gli sciocchi, dovete pensare al concerto che vi attente. E loro due non dovrebbero nemmeno essere qui, dato che vi distraggono-
-Quanta esagerazione, ci stavamo solo divertendo- disse Hope. -Evita di stressarli, sanno che è un concerto importante-
-Ragazzina, se permetti questo è il mio lavoro, e non dovresti nemmeno prenderti tanta libertà nei miei confronti-
Il sorriso che comparve sulle labbra di Hope era derisorio.
-Non ti ha detto nulla di che- disse Calum serio, difendendo subito Hope.
-Lascia perdere- gli disse la castana. -Qualcuno, oggi, sembra essere nei suoi giorni- commentò avvicinandosi a Ashton per ridargli la bacchetta, e la bandana, che aveva in mano.
-Se c'è una cosa che non sopportò, sono le stronzette presuntuose come te- Victoria mosse dei passi verso Hope. Mentre la bionda fece ciò, in tre si mossero velocemente. Ashton, che l'affiancò subito, Calum e Lune che sembrava già essere a metà strada.
-Victoria- la riprese Marlenne, che entrò in quel momento, facendola fermare e notare che anche gli altri si erano spostati.
-Che stai facendo?-
-Mi ha dato sui nervi- rispose la bionda concedendo uno sguardo di ghiaccio a Hope, che lo ricambiò senza problemi.
-Calmati- le disse Marlenne entrando. Lune invece si portò davanti alle due ragazze.
-Non ti azzardare mai più, nemmeno a provarci- le disse in modo freddo e tagliente.
-Vuoi spaventarmi tu?- la derise la bionda.
-Io ti sto avvertendo- le fece notare Lune.
-Okay. Calmatevi tutti- disse Marlenne.
-La frase di Lune e valida per tutti. Non significa che solo perché qualcuno di fa perdere le staffe bisogna reagire in questo modo. Allora già metà dello staff sarebbe pieno di lividi- disse Calum.
-è il caso che tu esca Victoria, ci penso io- disse Marlenne.
E seppur del tutto furiosa, la bionda le prestò ascoltò.
-Tanto la soddisfazione di aver rovinato te ce l'ho- disse guardando con un sorriso Lune. - E se non sai di cosa sto parlando, chiedilo a lui- disse indicando con un cenno della testa Michael, non preoccupandosi nemmeno di Marlenne, li presente.
E quando lei uscì Lune guardò Michael, che aveva del tutto cambiato espressione e sembrava pallido. La cosa la preoccupò e non poco, ma in quel momento non ebbe il tempo di indagare.
-Tutto okay?- chiese guardando Hope.
-Scherzi? Non mi hai mai difesa in questo modo, chi sei tu e che ne hai fatto di Lune?-
La rossa rise.
-Potrei chiedervi gentilmente di non provocarla?- chiese invece Marlenne.
-Noi non centriamo. Lei è entrata qui dentro con un diavolo per capello-
-Ci stavamo limitando a scherzare fra di noi Malenne- disse Ashton, mostrando gli oggetti che poco prima Hope aveva addosso.
La donna sospirò.
-Vedrò cosa fare con lei allora-
-Grazie- le dissero Lune e Hope. Quest'ultima aveva abbracciato Lune, si sentiva importante nel vedere come l'amica per la prima volta l'avesse protetta a tal modo.
- - -
E se Lune non aveva voluto indagare prima del concerto, per non distrarre e non far arrabbiare Michael, non si fece problemi a farlo dopo.
Erano fuori da quella sala, dove mangiavano. Il giardino era illuminato e sembravano essere gli unici li fuori.
-Cosa intendeva Victoria oggi?-
-Nulla, sai com'è fatta- le rispose Michael guardando con fin troppo interesse un lampione posto li.
-So come è fatta lei, ma anche come sei fatto tu. Lo capisco quando mi nascondi qualcosa-
-Lune- provò il ragazzo.
-Non usare con me quel tono! Non sono una bambina capricciosa che devi far ragionare- Lune voleva sapere la verità, prima che impazzisse del tutto e il suo cervello arrivasse a conclusioni affrettate.
Michael la guardò.
-Sai che ti amo-
E Lune non capì il perché quella frase la mandò nel panico, facendo battere fin troppo forte il suo cuore.
-E l'ultima cosa che voglio fare è ferirti- Michael fece un brave pausa. -è stato un momento di confusione, ci stavamo sentendo poco, tu mi parlavi sempre di Barry e...-
-E cosa?- chiese Lune guardandolo.
Il ragazzo abbassò lo sguardo, non rispondendo.
-Cosa Michael?- chiese Lune alzando la voce e sentendo un peso farsi opprimente sul suo petto.
-Sono stato con Victoria- ammise a voce bassa.
Quattro semplici parole, che fecero crollare l'unica oasi di pace di Lune. Quattro semplici parole che lacerarono in due il suo cuore.
-Mi dispiace Lune, non volevo...- disse guardandola e notando quanto il suo sguardo fosse ferito.
-Tu non volevi?- chiese lei piano.
-No- scosse la testa. -se tu mi dai un seconda possibilità...-
-Te la puoi scordare- rispose subito Lune. Il suo viso sembrava spaurito, perché teneva gli occhi ben aperti per non crollare.
Gli occhi verdi di Michael si sgranarono.
-Il tradimento è l'unica cosa che non perdono-
-Lune- persino la voce di lui, pareva sofferente.
-Come hai potuto rovinare tutto?- gli chiese lasciandosi sfuggire una lacrima.
-Ero confuso- rispose alzando la voce.
-Non è una giustificazione, maledizione- anche Lune alzò la sua. -Anch'io ho passato un momento di merda Michael, ma non mi sono di certo buttata fra le braccia di un altro-
-Avevi Barry accanto a te-
-è un amico. Non c'è mai stato nulla-
Michael respirò a fondo -ascoltami-
-No. Io alzo le mani- e lo fece, in segno di resa. -pensavo di poter essere abbastanza per te, ma io più di questo non so che darti Michael. Perché ti ho dato tutto me stessa-
-Ti giuro Lune, che non volevo-
-Per quando voglia crederti, non ci riesco- le lacrime di Lune sembravano aumentare.
-è veramente questo il motivo per cui non vuoi perdonarmi, o è per un altro?- le chiese, con occhi sofferenti.
Lune non riusciva a crederci.
-Mi lasci sempre di più senza parole- scosse la testa, muovendo dei passi indietro per entrare dentro quella stanza.
Voleva prendere le sue cose e andarsene il prima possibile da li.
Quando sentì una mano circondarle il polso fermandola, il suo corpo reagì da solo. La sua mano rimase sospesa a mezz'aria, mentre il viso di Michael era girato di lato.
-Questo non è nemmeno un decimo del dolore che mi hai provocato- gli disse. -e ora concedimi, almeno, la dignità di andarmene via-
La mano di Michael scivolò via dal polso di Lune, del tutto arresa. Sapeva di averla ferita e di meritarsi tutta quella rabbia.
Era stato lui lo stronzo, aveva promesso che le sarebbe stato sempre accanto, amandola nel modo giusto e invece, alla prima difficoltà si era lasciato sopraffare dalle moine di Victoria, buttandosi fra le sue braccia.
-Mi dispiace- sussurrò.
-Anche a me. Di essermi innamorata di te- Lune fu diretta. Era il dolore a parlare per lei e lei lo avrebbe permesso, perché era così stanca di doversi tenere tutto quel dolore dentro.
Quando si voltò, notò che erano il centro dell'attenzione di tutti.
Victoria li stava guardando, e non era affatto dispiaciuta.
-Tu finirai per rimanere sola- si limitò a dirle Lune.
E Victoria sgranò gli occhi, non avendo nemmeno il tempo di riuscire a dire qualcosa per controbattere.
Hope si alzò dal suo tavolo, correndo verso l'uscita, per raggiungere Lune.
La rossa stava correndo su per le scale, con gli occhi colmi di lacrime. Era come se ogni passo il suo cuore si sgretolasse sempre di più, cadendo in un abisso nero, senza ritorno.
-Lune- la chiamava Hope dietro di lei.
-Lune- la fermò portando una mano sul suo braccio e voltandola dalla sua parte, notando per la prima volta quanto stesse soffrendo. L'abbracciò subito, non pensando a niente se non a voler scacciare via tutto quel dolore.
* * *
Lune aveva pregato Hope di non seguirla, di rimanere a Los Angeles, ma Hope non ne voleva sapere. Aveva sistemato, a sua volta, la valigia, che era in camera di Calum, dato che dormiva nella sua stanza. E Aveva scoperto che nessuno dei ragazzi ne sapeva nulla di ciò che era successo fra Michael e Victoria.
Lune, mentre aspettava che Hope ritornasse con la propria e sua valigia, era rimasta in camera di Luke. Seduta ai pedi del letto, con il viso nascosto fra le ginocchia. Luke era rimasto accanto a lei, non riuscendo a trovare nessuna parla di conforto da dirle.
Ashton invece aveva raggiunto Michael, che ce l'aveva a morte con se stesso. Il suo dolore poteva benissimo essere paragonato a quello di Lune.
Marlenne non aveva capito bene cosa fosse successo, ma aveva pregato le ragazze di aspettare la mattina per raggiungere l'aeroporto, invano, perché le due dopo averla ringraziate erano andate a prendere un taxi.
Aspettando il loro volo, sedute in quelle panchine, Hope guardava Lune, sentendosi così priva di parole giuste da dirle.
Aveva chiamato Tyler, quando era in hotel, raccontandogli a grandi linee tutto, e il ragazzo le aveva detto di ritornare subito casa e che lui le avrebbe aspettate a Heathrow.
Una cosa che fece.
Era insieme a Alan e quando le vide, alzò il braccio per farsi notare.
Lune non appena lo vide lo abbracciò subito, facendosi coccolare da lui. Tyler senza nessuna parola sembrava sempre l'unico capace di capirla.
- - -
Ritornare a Londra, sembra aver appesantito ancora di più Lune. Sul web giravano ancora le foto e il video che Roland aveva rivolto a Lune.
La rossa aveva aperto il suo pc e office. Quando era felice, ma specialmente quando era a pezzi, scrivere l'aiutava sempre. Riusciva sempre a farla stare meglio e liberarla, anche se di poco da tutto il dolore che provava, mentre ora...oltre a tutto quel dolore, non riusciva a provare nient'altro. Non riusciva più a sentire sue le sue storie, i suoi stessi personaggi, era come se fosse sola, ed era spaventoso.
-Penso che magari se ti fa aiutare da Kate, puoi riuscire a terminare il manoscritto no?- chiese Spancer, guardando Lune davanti a se, che sembrava avere lo sguardo spento.
-Lune- la chiamò.
La rossa alzò gli occhi, incastonandoli in quelli azzurri della donna.
-Non riesci a scrivere nulla?- chiese piano.
Lune con gli occhi lucidi, scosse la testa.
-Mi dispiace-
-è okay. Tranquilla- le disse la donna, portando una mano su quella della ragazza.
Ma nulla era okay. Per Lune scrivere era tutto, sentiva che era l'unica cosa che riusciva a fare bene, ma stava iniziando a rendersi conto che forse non era così. Stava iniziando a dare ragione a Roland Flin.
-Lasciamo perdere questo per ora. Puoi continuare a svolgere le stesse mansioni che hai fatto. Cercando di calmarti, ritornando a sprizzare energie, ok?- Spancer le concesse un dolce sorriso.
Lune si limitò ad annuire, uscendo poi da quell'ufficio, per raggiungere il suo angolo.
Si fermò a guardare tutte quelle foto attaccate li.
Sapeva che parte del suo dolore, era per Michael. Ma nonostante ciò, lei non si sentiva persa a causa sua, si sentiva persa, perché non riusciva più a scrivere.
Stava di fatto che non riusciva più a sopportare di vedere quelle foto li, perché il dolore era tanto. A grandi falcate, entrò e tolse con uno scatto quelle foto, buttandole sul cestino.
Rimase in piedi a guardarle, e sapeva che prima che il rimorso prendesse il sopravvento doveva liberarsene. Prese il laccetto del sacco e con uno scatto lo chiuse, per portarlo fuori dove la donna delle pulizie l'avrebbe preso.
-Lune- la chiamò Barry.
Lei alzò lo sguardo.
-Ciao- lo salutò.
Era ovvio che Barry sapeva tutto, in quei giorni le era anche stato accanto, cercando di non pesarle, perché sapeva che lei voleva anche stare sola.
-Scusa se ti disturbo...-
-No tranquillo- lo interruppe Lune.
-Ma volevo avvertirti che domani i ragazzi saranno qui. Torneranno a Londra per qualche giorno-
Lune rimase ferma, senza sapere che potergli dire. Si sentiva una grandissima stronza, specialmente nei confronti di Luke, non aveva risposto a nessuno dei suoi messaggi. Ma in quel periodo lei stava respingendo tutti, non capiva nemmeno lei il perché, ma aveva bisogno di stare sola.
-Lune- la chiamò piano Barry.
-Grazie per avermelo detto- rispose guardandola.
Barry non ce la faceva a vederla così spenta. Gli mancava vedere Lune correre verso di lui sorridente, per comunicarli le ultime news che giravano dentro gli uffici. Vederla ridere per un video stupido. O notare i suoi occhi illuminarsi per gesti che potevano sembrare banali, ma ai quali lei dava un gran significato e apprezzava.
Li mancava quella ragazza dai capelli rossi, piena di vita.
-Ehi- Barry portò una mano sul viso di Lune, che lo guardò negli occhi. Barry mosse il pollice in modo delicato, sulla sua guancia.
-Fidati di me. Si sistemerà tutto-
-Già- fu l'unica risposta della rossa.
La figura di un uomo, che poteva avere più di cinquantanni, fece portare Lune dritta, mentre lo guardava attentamente. Accanto all'uomo c'era anche Stephan, che la guardò il minimo indispensabile.
-Signorina Liberati- la salutò l'uomo.
-Salve signor Oldon- lo salutò gentilmente Lune, con una stretta di mano. Era il proprietario della Writer's dream.
-Ho saputo dalla signora Sugg, tempo fa, che è a buon punto con il suo secondo libro- disse felice.
Lune si limitò ad annuire accennando un sorriso talmente sforzato, che fece stringere il cuore a Barry.
-Non vedo l'ora di poterlo avere fra le mani-
-Farò del mio meglio- promise Lune, guardandolo allontanarsi soddisfatto.
Era stata una delle bugie più difficili da dire.
Lune guardò Barry, che già lo stava facendo.
-Io...sarà il caso che ritorni a lavoro-
-Certo, ci vediamo più tardi, ci sarà anche Kim- la informò con debole sorriso. Lune fece lo stesso, prima di ritornare al suoi piccolo ufficio.
Dopo aver risposto a parecchie e-mail per conto di Spancer, portò la mano sul suo portatile li accanto, facendo riprendere a funzionare. Quello era già aperto sulla pagina di Office.
"Capitolo 17|" quella barra che appariva e scompariva non faceva che metterle angoscia.
Con il mouse andò alla pagina prima, leggendo l'ultima frase che aveva scritto.
"Tutto ciò che volevo, era una via di fuga"
La stessa cosa che desiderava lei. Una via di fuga dai suoi sentimenti e dal casino che c'era dentro alla sua testa.
Aveva amato con tutta se stessa quella storia, quando l'aveva iniziata era così carica e piena di positività. Aveva amato così tanto ogni personaggio, personaggi che ora non sentiva più.
E guardando quella pagina bianca, una lacrima le sfuggì.
L'unica cosa che l'aveva salvata, ora la stava distruggendo.
Chiuse di scatto il portatile, nascondendo il viso fra le mani, mentre le lacrime non si fermavano e i singhiozzi prendevano i sopravvento.
Se quella città era stata la sua via di fuga, perché ora si sentiva oppressa?
Lune era sempre più confusa e tutto quello stress non la stava aiutando affatto. Voleva andare via, e non solo dall'edificio.
Portò tutto dentro la borsa, alzandosi e percorrendo la sala a lunghe falcate. Le sue mani cercava, inutilmente, si asciugare le lacrime.
Kim che era appena arrivata alla Capitol records, dopo aver salutato Barry, aveva deciso di raggiungere Lune alla writer's dream.
Non appena raggiunse la porta, vide Lune andare a passo spedito verso l'ascensore.
-Lune- la chiamò, ma la rossa sembrava non averla sentita. Entro dentro l'ascensore, e solo allora Kim, notò il suo viso ricoperto di lacrime.
Quando quelle porte vennero chiuse, Kim aveva gli occhi sgranati. Corse verso gli uffici della write's dream, andando alla ricerca di Tyler.
-Tyler- disse.
Il ragazzo che era impegnato con il suo portatile, si voltò subito.
-Oh, ciao Kim- la salutò.
-Ho visto Lune- disse mentre cercava di respirare normalmente -stava andando via in lacrime- aggiunse.
Lo sguardo di Tyler s'intristì a quella parole.
-Dobbiamo fare qualcosa-
-Non possiamo fare nulla Kim. Lune ha bisogno di ritrovare se stessa- rispose il biondo.
-Ritrovare se stessa? Che vai farneticando? Sta male perché Michael l'ha lasciata e noi dovremmo starle vicino-
-Magari fosse solo quello- disse tristemente Tyler.
- - -
Lune era entrata in casa e si era diretta in camera sua. Data la velocità e che portava i tacchi, finì per cadere per terra.
Del tutto esasperata si tolse le scarpe buttandole in una parte indefinita della stanza.
Guardò quella camera e non riuscì a reprimere quella grande rabbia che stava provando. Andò verso i poster, strappandoli del tutto dal muro e buttandoli per terra. Stacco le foto che fecero la stessa fine e quando arrivò vicino al comò, vide il suo libro li.
Lo prese in mano scrutando attentamente la copertina.
"Il libro è sbagliato, tanto quanto la sua autrice".
"Dove lo vedendo, tutte queste persone, l'insegnamento in questa storia"
"Mia cugina ha voluto suicidarsi dopo aver letto quella merda! @LuneLiberati, spero il peggio per te"
Erano frasi che stavano facendo a botte nella mente di Lune.
Aveva sperato di essere riuscita a fare qualcosa di buono, ma non era così, lei non avrebbe mai potuto cambiare le cose con un semplice libro.
Lei era sbagliata.
Prese il libro e lo tirò contro il muro. Sperando che tutto quel dolore potesse spegnersi.
Tyler entrò dentro l'appartamento, poggiando le chiavi sopra il piano da cucina.
Non vedendo Lune in sala, pensò fosse in camera, ecco perché di diresse verso essa. E quando fece capolino li, notò una valigia aperta sul letto e Lune che prendeva i suoi vestiti buttandoli su di esso.
-Che stai facendo?- chiese Tyler, temendo la risposta.
Lune si voltò subito verso di lui. Boccheggiò per degli attimi.
-Ho deciso di tornare dai miei, per un po'- ammise piano.
Tyler La guardò incredulo, sperando ardentemente che stesse scherzando.
-Mi stai prendendo in giro?- le chiese.
Lune lo guardò negli occhi, e le risultò così difficile da fare.
-Non riesco più a stare qui. Ho bisogno di staccare e...-
-Pensi che puoi farlo dai tuoi? Sono loro la fottuta ragione per la quale sei venuto qui Lune- le urlò contro Tyler.
E Lune sobbalzò spalancando gli occhi, era in assoluto la prima volta che le urlava contro in quel modo.
-Avevi detto che Londra era stata la tua salvezza, allora perché diavolo stai ritornando li? Per sentirti ancora peggio di come stai?-
-Tyler cerca di capirmi-
-No Lune. Io non riesco più a capirti. Ti sono stato accanto in questo periodo e tu non hai fatto che spingermi via, ti ho dato i tuoi spazi e ora tu vuoi andartene via-
-Ho solo bisogno di un po' di tempo lontana da qui-
-Allora vattene!- le disse Tyler.
E Lune sentì i suoi occhi diventare lucidi, sentendo con quanta rabbia avesse pronunciato quelle parole.
Tyler mosse dei passi indietro per uscire da li.
-Tyler- lo chiamò Lune uscendo a sua volta dalla camera. Poggiò la mano sullo stipite.
-Tyler ti prego- disse in lacrime.
-Spero di non vederti qui, quando ritornò- furono le uniche parole che disse il biondo prima di uscire.
Lune poggiò la fronte sullo stipite, sentendo quelle lacrime rigarle il viso.
* * *
Tre telefoni quel giorno suonarono all'unisono.
A Hope mentre si trovava a lavoro.
Alan, mentre stava uscendo dall'università.
E Barry, mentre stava riaccompagnando Kim a casa.
Il messaggio era da Lune, ed era uguale per tutti:
"Scusatemi se ve lo dico con uno stupido messaggio. Sto ritornando in Italia. Vi prego cercate di capirmi. Vi voglio bene. Lune."
I cellulari di Hope e Alan, ripresero nuovamente a vibrare.
"Ti prego, raggiungi Tyler è solo".
Hope aveva detto al suo datore di lavoro che aveva un problema in famiglia ed era riuscita a uscire subito.
E quando era arrivata davanti all'appartamento di Lune e Tyler, ci trovò Alan che aveva già preso la chiave di riserva, nascosta fuori.
-Alan- disse con il fiatone.
Il moro non sembrò stupito di vedere Hope li.
-Entriamo- disse semplicemente.
Aprì con uno scatto la porta, lasciandola aperta, correndo verso il corridoio. Si fermò subito, notando Tyler seduto davanti alla camera di Lune, la sua schiena era poggiata allo stipite delle porta.
-è andata via- disse. -è andata veramente via. Quando sono entrato, le sue chiavi erano dentro e lei non c'era-
I due si avvicinarono a lui, abbassandosi alla sua stessa altezza.
-Tyler- la mano di Alan andò su quella del ragazzo, stringendogliela.
Hope invece guardò la camera di Lune, del tutto incasinata. Poster strappati e altri mezzi attaccati al muro, oggetti buttati per terra. Tra quegli oggetti, c'era anche il suo libro, che la castana raccolse, cercando di sistemarlo.
-Perché mi sembra di aver perso per la seconda volta la mia famiglia?- chiese Tyler con sguardo perso.
Hope si voltò verso di lui, sgranando gli occhi. Tyler stava piangendo e lui non aveva mai pianto davanti a nessuno, mai.
-Lune tornerà- gli disse Alan, abbracciandolo. -non è andata via per sempre Tyler-
Hope si sentiva così male e inutile in quel momento, si voltò verso la bow window. Notando come la pioggia stesse battendo violentemente sul vetro.
Sapeva che non sarebbe stato lo stesso senza Lune. Guardò Tyler fra le braccia di Alan e si chiese come sarebbero andate le cose ora. In un modo o nell'altro, Lune li aveva uniti, era stata la persona che aveva unito, quella, seppur strana, famiglia che erano diventati, e ora che lei era andava via, tutto era a pezzi.

English love affair.// Michael CliffordWhere stories live. Discover now