Movies and pop corn

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Chapter 10: Movies and pop corn!
Quando Michael quella mattina si sveglio, sentiva la testa dolergli in un modo assurdo. Si portò un braccio sulla fronte, aprendo piano gli occhi.
Li venne quasi un accidente quando davanti ai suoi occhi si parò la foto della sua band. Iniziò a guardasiintorno confuso, non capendo dove fosse. Si mise piano a sedere, la sua testa iniziò a girargli. Strizzò forte gli occhi, prima di riaprili.
La stanza dove si trovava era parecchio spaziosa e ordinata. Le pareti erano bianche, con vari poster attaccati e foto, che dati gli occhi ancora lucidi, Michael non riusciva a mettere bene a fuoco. La BowWindow invece attirò la sua attenzione. Le tende lilla erano tirate solo metà, perciò Michael vedeva la luce del sole filtrare all'interno.
La scrivania alla sua destra era piena di fogli e alcuni libri, con matite dentro una tazza con i gatti. Li accanto c'era una libreria, e Michael non capiva come facesse a contenere tutti quei libri.
Portò lo sguardo al comò accanto a se, notando un piccolo orologio rosso a forma di coccinella.
Che era nella camera di una ragazza l'aveva capito e dati i poster dei One Direction e quelli della sua band, capì di essere a casa di una fan.
Si guardò subito, sperando di non aver commesso sciocchezze, dato che aveva alzato il gomito. Ma si tranquillizzò vedendo che non aveva usato nessuno la notte scorsa.
Ritornando all'orologio, vide che erano le nove e dieci del mattino.
Accanto alla coccinella, in quel momento vide anche una cornice. C'erano tre persone che facevano delle espressioni buffe. Al centro, Michael, riconobbe Lune.
Si guardò nuovamente intorno. Perciò era in camera di Lune, stranamente la cosa lo confortò.
Scompigliandosi i capelli, si tolse le coperte di dosso e indosso le scarpe.
La testa continuava a martellargli tanto, facendo aumentare il suo senso di nausea. Aveva assolutamente bisogno di un caffè amaro.
Si alzò, e constando che riusciva a rimanere dritto, uscì dalla camera, notando alla fine del corridoio, il familiare salotto di quella casa.
Sentiva delle voci dalla cucina, perciò decise di raggiungerla.
-è ridicolo- diceva Tyler seduto sulla tavola, davanti a lui c'era Alan. Stavano facevano colazione, mentre Lune era davanti al piano da cucina e stava preparando la colazione per se stessa.
Lune aveva raccolto i capelli in un tuppo che faceva sfuggire molteplici ciocche, era struccata, al naturale. Portava del legins azzurri a pois bianchi, una maglietta lunga fino alle cosce bianca, con sopra un cardigan azzurrino.
-Non potevo fare altro- rispose Lune, guardandosi intorno alla ricerca del cucchiaio, che si era dimenticata di prendere.
Quando alzò lo sguardo, vide Michael, che provò a sorridere, non sapendo cos'altro fare.
-Buon giorno- disse Lune sorridendogli.
-Giorno- rispose.
-Ciao Michael- lo salutò Tyler con un cenno della mano.
-Ehilà- rispose.
Alan invece si limitò a un sorriso, era la prima volta che lo vedeva.
-Hai fame?- chiese Lune.
-Non tanto- rispose lui -ho solo bisogno di un caffè, ho la testa che mi scoppia-
Lune li fece cenno di entrare del tutto dentro la cucina, mentre prendeva un cucchiaio per se, prese anche una tazza per lui.
-Siediti pure- gli disse Tyler indicandogli la sedia. Michael li prestò ascoltò.
-Alan, lui e Michael. Michael lui e Alan, il mio ragazzo- presentò il biondo.
I due si strinsero la mano con un "piacere".
Lune invece porse la tazza a Michael.
-Grazie- le disse lui.
-Figurati- rispose Lune.
Lei però non si sedette a tavola, poggiata al piano da cucina, iniziò a gustare la sua colazione.
-Non ti siedi?- chiese Michael.
Lune rimase con il cucchiaio a mezz'aria guardandolo.
-Fa sempre colazione così- disse Tyler.
-Confermo- disse invece Alan.
Michael si sentiva al quanto in imbarazzo, non tanto per il fatto di essere li, ma perché non sapeva cosa diavolo fosse successo ieri sera. Non si ricordava nemmeno come avesse fatto ad arrivare li. Aveva davvero esagerato.
-Ho chiamato Luke poco fa. Mi sono beccato degli insulti data l'ora, ma gli ho detto che eri qui, tanto per non far preoccupare nessuno- rispose.
-Di prima mattina Luke è parecchio irritabile- commentò Michael divertito.
-Lei quando non dorme invece- disse piano Tyler.
-Ti ho sentito- disse Lune.
-Davvero?- chiese Alan.
Tyler lo guardò -ha passato gli ultimi giorni prima di consegnare il suo manoscritto a Spancer in bianco. Ed era irritabile e intrattabile. Se tu andavi da lei tipo "Ehi Lune!" lei era "Che diavolo vuoi? Lasciami in pace"-
-Smettila di sputtanarmi- piagnucolò Lune, facendo ridere Alan e Michael.
-Alche l'ho messa a letto a forza- concluse Tyler.
-Comunque tu dove eri di bello ieri?- chiese guardando Michael.
-Una serata fra amici e colleghi- rispose rimanendo sul vago. Dato lo sguardo di Tyler però capì che lui sapeva qualcosa riguardo la notte successiva. Sospirò.
-Ditemi che non ho fatto nulla di sciocco per favore. Non mi ricordo nulla- disse sincero.
Tyler alzò le mani in segno di resa -io non ero qui. Chiedi alla rossa- disse indicando Lune.
Gli occhi verdi di Michael andarono a lei, che lasciò la tazza, pronta a parlare.
-Nulla. A parte l'avermi quasi fatto fuori un braccio-
Michael sgranò gli occhi -che cosa?-
-Facevi alquanto fatica a reggerti in piedi- spiegò lei.
-Oh mio dio! Scusami tanto Lune-
-Tranquillo- rispose lei con un sorriso -il braccio è più che intatto, guarda- disse muovendo il braccio sinistro, facendolo ridere.
-Alan, verresti con me di la?- chiese Tyler alzandosi. Il moro capì subito, annuendo alzandosi a sua volta per seguirlo. Fece l'occhiolino a Lune, prima di sparire dietro il biondo.
La rossa invece si avvicinò a Michael, sedendosi sul posto di Tyler. Posando i piedi sopra il pezzo di legno fra le gambe della sedia.
I suoi occhi nocciola erano in quelli di Michael.
-Non puoi ridurti in quel modo a causa sua- disse piano.
Il ragazzo abbassò subito lo sguardo -perciò ieri ho svuotato il sacco- disse con un sorriso che divertito non aveva nulla.
-Non proprio. Hai semplicemente detto che i matrimoni non ti piacciono e che non sei potuto andare da Victoria- Lune fu sincera.
Michael non disse nulla.
Lune iniziò a far girare in tondo la tazza vuota di Tyler.
-Sei mio amico e io ti voglio bene. Devo assolutamente dirti che questa storia non ha futuro. Clark l'ama. Non so se per lei sia lo stesso, dato che lo sta tradendo con te...-
-Non iniziare anche tu- Michael la interruppe.
-Io inizio invece!- disse Lune seria guardandolo.-non me ne frega se poi tu mi odi. Non puoi continuare a dipendere da una relazione che non ha ne presente ne futuro Michael. Non farti ridurre il cuore ancora peggio-
-Ci ho provato. Ho provato tante volte a starle alla larga, ma lei prontamente trova il modo di avermi in pungo- ammise.
-In che modo?- chiese Lune sporgendosi verso di lui.
-Quando avverte che sta per perdermi, diventa dolce. Mi concede dei semplici baci, diversi da quelli che mi da di solito e mi concede delle coccole, finché non finiamo nuovamente a letto e lei ritorna se stessa-
Lune sospirò. Portò la sua mano su quella di Michael.
-Sii sincero. Vuoi portare avanti questa storia o vuoi troncare?-
Michael portò i suoi occhi in quelli di Lune -mi sento sporco quando guardo Clark. E io non riesco più a reggere tutto questo- le rispose.
-Allora ti aiuterò io- disse.
-In che modo?- chiese Michael.
Lune sorrise, mentre le sue dita concedevano delle carezze sulla mano di lui.
-Fidati di me- gli disse.
* * *
Se Michael pensava che Lune avrebbe fatto tutto da sola, si sbagliava. Dato che aveva coinvolto anche i suoi amici, che con una scusa, anche la più stupida, cercavano di allontanare Michael da Victoria, quando lei provava a parlargli.
Solo che Victoria odiava essere ignorata e il tempo di Lune li stava pian piano scadendo. Dato che la biografia era quasi al termine.
Quel giorno infatti quando Clark fu presente, Victoria li si era attaccata come una cozza, concedendogli dei gesti d'affetto in pubblico, o meglio dove c'era Michael, che sembrava solamente star male guardando ciò.
-Quella è una stronza! E non c'è nemmeno modo di far si che la licenzino dato che è la fidanzata di Clark- disse Ashton.
-E che facciamo allora?- chiese Lune.
-Noi le abbiamo provate tutte Lune. Questo "piano" che tu stai attuando, noi l'avevamo già usato tempo fa- disse Luke guardandola.
-Lei sa di averlo in pugno. Sa che lui è suo- aggiunse invece Calum lasciando andare la testa all'indietro che si poggiò sul muro. -Fa questi giochetti perché lui si ingelosisce e tona subito da lei. Stronza e furba-
-Ah si?- chiese Lune guardando Michael che fissava con sguardo spento la sua lattina fra le mani.
-Quello sguardo mi preoccupa- disse Luke.
-Se la stronzetta gioca sporco, lo farò anch'io- disse indicandosi con fare superiore.
-Tu?- chiese Calum poco convinto.
-Io!- disse Lune sorridendo smagliante.
- - -
-Lune- la chiamò poco dopo Clark. Lei che stava leggendo le cose che aveva scritto sull'agenda alzò lo sguardo verso di lui.
L'uomo le sorrideva gentilmente.
-Potresti venire un attimo qui per favore?-
-Certo!- rispose Lune raggiungendolo.
Clark iniziò a chiederle cosa avesse scritto fino ad adesso e se poteva leggere ciò prima che lei decidesse di mandare tutto a Spancer.
Senza rendersene conto in quel modo aveva dato l'opportunità a Victoria di avvicinarsi a Michael per parlare.
-Fino a quando vuoi portare avanti questa sceneggiata?- gli chiese lei.
-Smettila- le disse lui, provando a superarla, ma lei li fu senza problemi dietro, tenendogli il passo.
-Io? Michael sappiamo entrambi come va a finire, perciò evitiamo tutto questo- Allungò il passo per essere davanti a lui che si fermò di scatto.
-Clark sarà impegnato per un sacco di tempo con la ragazzina. Che ne dici di appartarci da qualche parte, solo io e te?- gli chiese, portando una mano sul suo viso, accarezzandoglielo dolcemente. Si morse il labbro inferiore, mentre la sua mano scendeva giù, arrivando al petto, dove la sua mano strinse forte la maglietta, pronta ad avvicinarlo a se.
-Ora basta- disse Michael sottraendosi da quel tocco, facendo due passi indietro.
Lune aveva ragione, non poteva, ogni volta, permettere a Victoria di avere il totale controllo su di lui.
-Sono stanco di tutto questo. Hai la minima idea di come mi sento ogni volta che guardo Clark?-
Victoria alzò gli occhi al cielo.
-Per favore. Elimina quei stupidi sensi di colpa. Posso farti dimenticare tutto io, come ogni volta-
-No- disse gelido Michael superandola e lasciandola sorpresa.
Si voltò subito verso di lui.
-Che cosa?- chiese.
Michael non le rivolse la parola, bensì affrettò il passo per entrare in quella stanza affollata, in modo da non essere più solo con la bionda.
I suoi occhi andarono verso Lune che stava parlando con Clark. La rossa sorrise all'uomo prima di annuire e portare l'agenda che aveva in mano dentro la borsa.
Quando spostò il suo sguardo, la sua espressione mutò diventando preoccupata, mentre Michael scuoteva la testa.
Victoria entrò a sua volta dentro la stanza e Lune sembrò capire.
-è tutto per oggi?- chiese in modo sbrigativo a Clark.
-Certo. Puoi pure andare- le disse lui gentilmente.
Lune cercò di accennare un sorriso, allontanandosi da lui e raggiungendo Michael. Con la coda dell'occhio vide che Victoria li stava guardando, proprio ciò che voleva.
-Ho bisogno di parlarti- iniziò Michael non appena la vide li davanti, ma non ebbe tempo di poter dire nient'altro, dato che Lune aveva portato una mano sul suo viso e alzandosi in punta di piedi aveva portato le sue labbra su quelle di Michael, che rimase del tutto sorpreso da quel gesto.
-Ma che...- Luke seduto sul divano, con la chitarra in grembo era rimasto a bocca aperta a quella scena, facendo voltare subito i presenti che erano li.
Se Lune in un primo momento aveva pensato che Michael sarebbe rimasto fermo come una statua, si sbagliava di grosso.
Le mani del ragazzo furono sul suo viso, mentre muoveva a sua volta le labbra.
E per quanto entrambi volessero approfondire, sapevano che in quel momento non potevano.
Lune si staccò lievemente, e guardandolo si perse nei suoi occhi, troppo belli per poter avere davvero quel colore.
-Te l'avevo detto che non saresti sfuggita una seconda volta- disse mentre il suo pollice le accarezzava la guancia.
Lune si limitò a un sorriso, ritornando alla sua altezza e accorgendosi di essere al centro dell'attenzione.
-Prima che muoia di vergogna, vado via- disse sorpassandolo, ma Michael la fermò subito per un polso, facendola voltare.
-Scegli un film, io porto i pop corn- le disse sorridente. Facendole capire che si sarebbero rivisto nuovamente nell'arco di quella giornata. Lune annuì, allontanandosi più che felice da li. Con quel sorriso sul viso guardò verso Victoria che sembrava solamente incredula e furiosa.
* * *
-Che cosa?- chiesero contemporaneamente Hope e Tyler, attirando l'attenzione di tutti quelli che stavano lavorando in quella sala della writer's dream.
-Ssh- disse Lune portando un dito davanti alle labbra.
-L'hai baciato? Tu?- chiese Tyler incredulo.
-In quel momento mi è sembrata una buona idea e...-
-Di tua spontanea volontà?- continuava il biondo-
-Si- rispose Lune.
-Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia migliore amica-
Hope rise, seguita da un semplice sorriso divertito da parte di Lune.
-Lui?- chiese la castana appoggiandosi sulla scrivania e guardando Lune seduta su quella sedia blu.
-In un primo momento è rimasto li, fermo-
-Ci credo- disse Tyler.
-Ma poi ha ricambiato- concluse Lune ancora incredula.
-Ed è stato?- chiesero i due.
-Strano-
-Come strano?- chiese Hope -Hai baciato Michael, il ragazzo che ti piace e l'unica cosa che mi dici è...strano?-
-Strano che ha ricambiato. Per il bacio...- Lune non riusciva a togliersi quel sorriso che aveva sul viso.
-Ma guadati, sembri un bambino il giorno di natale-
Lune rise.
-Pretendo che mi chiami dopo- le disse Hope.
-Vediamo solo un film. Non ingrandiamo il tutto, è stato solo un bacio-
Tyler alzò un sopracciglio per nulla convinto delle sue parole.
-Non dire nulla- disse Lune capendo.
- - -
Se c'era una cosa che Lune odiava più delle macchine che la inzuppavano d'inverno, era aspettare.
Non le era mai andato a genio l'idea di dover sempre aspettare qualcuno, tipo il fattorino delle pizze o del cinese.
Ma quel giorno aveva sfruttato quel tempo a suo favore.
Aveva indossato dei skinny jeans neri e la sua maglietta preferita di loumiére, in un primo momento aveva pensato di mettersi altro, ma aveva notato che la maggior parte delle magliette che a lei piacevano erano da lavare, alche aveva messo in funzione la lavatrice.
Si era piastra anche i capelli, dato che a causa della pioggia erano diventati del tutto crespi.
Non sapeva esattamente a che ora sarebbe arrivato Michael e se sarebbe arrivato, stava già pensando al peggio, tipo "Victoria era riuscita a convincerlo a ritornare con lei" o semplicemente lui poteva essersi pentito di aver ricambiato quel bacio e di averle detto che veniva, decidendole di darle buca.
Lune si lasciò cadere sul divano, attaccando il viso sul cuscino.
Non poteva negarlo, il fatto che lui avesse ricambiato il bacio l'aveva del tutto messo in subbuglio testa e petto.
Sospirò guardando i DVD che aveva messo sul tavolo.
Rimase parecchio a guardarli, finché con la negatività padrona del suo umore aveva deciso di prenderli e rimetterli a posto.
In quel preciso istante suonarono alla porta. La rossa si voltò di scatto sentendo un battito mancarle.
Poggiò i DVD sul tavolo e andò verso la porta, aprendola senza controllare attraverso l'occhiello.
Si aprì in un gran sorriso quando vide Michael li, che ricambiò subito il suo sorriso.
-Scusa il ritardo, ma non avevano dei pop corn, incredibile- disse lui alzando la busta -ho preso questi. Spero che tu li sappia fare-
-Hai davvero preso i pop corn?- chiese Lune.
-Non puoi guardare un film senza i pop corn avanti- disse lui.
Lune si limitò a un sorriso, prima di farlo entrare. Lo squadrò, portava dei skinny jeans neri, una maglietta dello stesso colore dei sex pistol e un camicia rossa e bianca a quadri sopra. Lune si sentì veramente in imbarazzo con quella di loumiére.
-Non hai freddo?- gli chiese.
In fin dei conti era la fine di novembre e a Londra si moriva di freddo in quel periodo.
-Oh no, mi sono fatto dare un passaggio... e ho dimenticato il cappotto in macchina- ammise Michael.
-Se vuoi posso portarti qualcosa- disse subito la rossa.
-No, qui si sta bene- rispose lui. Poggiò la busta sul tavolo, prima di tirare fuori un piccolo pacco di mais. -Non ho la più pallida idea di come farli diventare bianchi e buoni- disse.
Lune si avvicinò con un sorriso soddisfatto prendendo il pacchetto dalle mani di Michael.
-Fai fare a me- disse.
Prese una padella abbastanza grande e profonda, mettendo pochissimo olio e dopo aver fatto scaldare, ci verso alcuni dei chicchi, coprendo il tutto.
-Sai fare i pop corn- disse lui.
-So fare i pop corn- si pavoneggiò con un sorriso sul viso la rossa.
-Allora, hai scelto il film?- le chiese Michael poggiandosi con le mani sul tavolo.
-Sono alquanto indecisa, perché non sono ancora riuscita a guardarmi Iron man 3, ma sto anche morendo dalla voglia di guardarmi Catching fire. Ma non ho avuto ancora il coraggio di riguardarmi per la seconda volte "The amazing spiderman 2" dato il finale...-
-Dove sei stata per tutto questo tempo?- le chiese Michael guardandola.
-Come?- chiese lei sbattendo le palpebre.
-Ti piacciono i super eroi. E le tue scelte non erano su film romantici e strappa lacrime-
Lune rise -non sono il tipo- disse.
Michael si avvicinò di più e Lune sentì che dentro la padella iniziava lo scoppiettio. Poggiò la mano sopra il coperchio e con l'altra mano mosse di poco la padella.
Avvertì la presenza di Michael esattamente accanto a se. Alzò lo sguardo, trovando gli occhi di lui già poggiati su di lei.
-Film a parte...- iniziò.
-Oh no!- disse lei.
-Cosa?- chiese subito lui.
-Vuoi parlare subito di ciò che è successo oggi. Il che non è positivo-
-è così ovvio quello che voglio fare?- chiese Michael.
Lune non disse nulla.
-Sta di fatto che vorrei solo sapere, perché l'hai fatto-
-Per far capire a Victoria che lei non ti ha in pugno e tu non sei suo. Scusami se ho agito senza dirti nulla-
-No, è ok. Ho apprezzato- le disse facendola ridere. -Grazie-
Lune li concesse un dolce sorriso, che fece scattare qualcosa in Michael, non solo tenerezza nei confronti di quella ragazza così piccola in confronto a lui.
La rossa alzò di poco il coperchio, abbassando la testa per vedere i pop corn. Soddisfatta spense il fuoco.
-Potresti passarmi la ciotola che sta li sopra?- chiese.
Michael aprì l'anta trovando una ciotola gialla, la prese porgendola a Lune, che strappando due fogli, li poggiò per bene sulla ciotola, versandoci poi i pop corn.
-Ta-daaa- disse.
Michael ne prese subito uno -manca il sale- disse.
-Rimediamo subito- disse la ragazza.
Si muoveva con facilità dentro quella cucina, che ormai conosceva alla perfezione.
-In Italia abitavi da sola?- le chiese d'un tratta Michael sorprendendola.
-No, con i miei- disse Lune scuotendo la testa. -Convincerli per trasferirmi qui è stata una delle cose più difficili da fare. Persino Kate aveva perso le speranze- ammise.
-Non volevano?-
Lune scosse la testa -allontanarmi da casa e andare a vivere in un altro posto era inconcepibile. Poi uno stato diverso. I miei pensano che io viva accanto a Kate, la mia manager-
-In pratica tu stai facendo una vita totalmente diversa da quella che loro pensano-
-No. Ho solo omesso alcune cose- disse lei stando sulla difensiva e prendendo un pop corn. -Ora basta domande, andiamo a guardare il film- disse prendendo la ciotola e avviandosi verso la sala.
-Sto solo provando a conoscerti, tu tramite la biografia sai praticamente la maggior parte di miei aneddoti- disse Michael.
Lune poggiò la ciotola sul tavolo. -Quale scegliamo?- chiese cambiando subito argomento.
Alla fine avevano optato per guardarsi "The amazing spiderman 2" tanto per farsi due risate.
Erano quasi a metà film, quando il suono di un telefono ruppe quel silenzio. Michael di malavoglia lo tirò fuori dai jeans, per vedere il nome di Victoria sul display.
Sospirò rifiutando la chiamata. Poggiò il telefono sul divano continuando a guardare il film, mentre Lune li concedeva delle occhiate.
-è raccapricciante il modo in cui mi stai guardando. Cosa c'è?- le chiese voltandosi a sua volta.
-Nulla- disse Lune stringendosi nelle spalle e guardando davanti a se, la Tv.
-Se devi dirmi qualcosa, fallo-
-Non era contro di te. Stavo solo pensando a come lei possa sentirsi in pace con se stessa quando sta tradendo il suo futuro marito-
-A Victoria importa solo di se stessa- rispose Michael poggiandosi meglio sul divano.
Il suo telefono suonò nuovamente, ma questa volta il suono fu più breve, sembrava essere un messaggio. Quando Michael andò a controllare, vide che era un messaggio di Calum.
Da: Calum
"Esci con noi stasera?"
Michael guardò il messaggio, quasi indeciso su cosa fare. Ma avevo davvero voglia di uscire e svagarsi un po'.
A: Calum
"Certo"
-Vado a pendere dell'acqua- disse Lune alzandosi dal divano.
Quando ritornò però vide che il film era stato bloccato e Michael la stava aspettando pazientemente.
-Potevi anche continuare- disse lei sedendosi.
-Perché cerchi sempre di evitare di parlare di te?- chiese lui.
-Prego?- lei inarcò le sopracciglia.
-Anche la sera del gioco della bottiglia, hai preferito scolarti due bottiglie e mezzo di birra pur di non rivelare nulla di te. Perché? Sei per caso un serial killer professionista?-
-Semplicemente non mi piace parlare di me. Possiamo continuare a guardare il film?- chiese.
-Perché?- chiese nuovamente lui.
-Perché non mi ricordo cosa fa Peter in questa parte-
-Sai cosa intendo- disse serio Michael, guardandola dritta negli occhi.
-Non ho nulla di entusiasmante da raccontare- Lune aveva spostato lo sguardo. Le sue gambe erano sul divano e un braccio era poggiato sulle ginocchia, mentre l'altra mano fra i suoi capelli.
-Perché hai paura a dire i tuoi genitori la verità? Abiti qui da un anno se non più no?- chiese subito Michael. Voleva farla parlare, voleva capire e imparare a conoscerla. Sapere qualcosa sulla vera Lune.
-Perché non voglio deluderli ancora- rispose sinceramente Lune.
-Che intendi?- le chiese lui non capendo quel "ancora".
-Non sono mai stata il modello di figlia che volevano. Al contrario dei mie fratelli maggiori, ero un disastro. Li ho costantemente delusi in ciò che facevo e fargli vedere che sto vivendo una vita che secondo il loro occhio non va bene, li farebbe solo sentire peggio-
-Ma è la tua vita. A te piace no?-
-Certo che si. Ho il lavoro che ho sempre sognato. Vivo in una delle città che ho sempre desiderato visitare e ho degli amici che sono la mia seconda famiglia. Ho tutto ciò che ho sempre sognato-
-Sembra quasi che te ne vergogni però-
-Ho solo paura del loro giudizio. Di risultare ancora un volta sbagliata-
Quando notò il viso di Michael mutare, capì di aver detto troppo.
Guardò la ciotola di pop corn vuota, si alzò prendendola.
-Vado a farne altre- disse dirigendosi di fretta in cucina.
Michael si alzò a sua volta seguendola.
Lune aveva posato la ciotola gialla sul piano da cucina e la guardava con sguardo spento.
Il ragazzo si poggiò allo stipite della porta a braccia conserte.
-Le parole di Roland Flinn quella sera ti hanno ferita per questo motivo?- le chiese piano. -I tuoi genitori ti hanno fatta sentire tale?-
Lune scosse la testa -amici, parenti...- la sua voce fu un flebile sussurro. Abbassò la testa, facendo si che i capelli le facessero da tenda, ma non ce ne fu bisogno dato che Michael capì. Si avvicinò a lei, e portando una mano dietro la testa di Lune, l'avvicinò a se, facendo si che il viso di lei, fosse poggiata sul suo petto.
-Non volevo farti piangere, scusa- le disse.
-Londra è stata la mia libertà, l'opportunità di riniziare tutto da capo, lasciandomi il passato alle spalle, ma quello sembra non volermi abbandonare-
-Sai cosa mi disse una volta mia madre?-
-Cosa?- chiese lei poggiando meglio il suo viso sul petto di Michael.
-Che il nostro passato ci ha portato a dove siamo e che per quanto vogliamo, non possiamo cancellarlo, ma solo provare a conviverci- ci fu una breve pausa -tu sai che il mio passato non è stato rose e fiori, fra i miei genitori e le cazzate fatte a scuola e quelle che ancora sto facendo. Se persino io ce la sto facendo, cosa manca a te per farlo?- le chiese.
Lune alzò lo sguardo. Aveva ancora gli occhi lucidi e delle lacrime incastrate fra le ciglia
-Io trovo appiglio e forza nella musica e tu?- le chiese sapendo già la risposta.
-Nella scrittura- rispose Lune con un sorriso.
-Se Londra è la tua libertà inizia a viverla per davvero-
Lune non riuscì a resistere all'impulso di abbracciare forte Michael, come a volerlo ringraziare per quelle parole.
Era così quando si metteva dei ragazzi giovani davanti a nuove scelte. Davanti a una nuova vita da vivere interamente da soli.
Lune ricordava al prima volta che era venuta a Londra, si era sentita spaesata, eppure non avrebbe voluto ritornare a casa.
Ricordava quando aveva messo piede in quell'appartamento con Tyler, dove non c'era nulla se non la cucina.
Ricordava le notti passate nei sacchi a pelo e i soldi che mettevano da parte per cercare di compare le cose necessarie.
Si ricordava di quella ragazza castana che lavorava da macDonald, facendo anche degli straordinari per permettersi un appartamento decente e i soldi per la retta dell'università.
Lune si ricordava di tutto ciò che aveva fatto, rendendosi conto che non aveva contato su nessuno se non su le sue stesse forze. Non poteva permettere che gli sbagli fatti in passato influenzassero il suo presente. Non poteva permettere che il giudizio di quelle persone che ora non erano più nulla per lei, le facessero ancora credere che lei non era abbastanza.

English love affair.// Michael CliffordWhere stories live. Discover now