Capitolo 4

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Finita la lezione di letteratura uscii parlando ancora con Lily che continuava a lamentarsi dicendo quanto odiasse la scuola nonostante fossero ancora i primi giorni. Poi non la ascoltai più.
Ripensai a quello che era successo all'inizio della lezione, ne avevo parlato a Lily e lei si era limitata a un "come vuoi. Se non vuoi andare non ci andiamo".

-Eloise mi stai ascoltando?- mi strattonò.

-cosa?-

-pensavo che magari dato che Will va alla festa dopodomani, ci volessi andare anche tu...-

-perché dovrei? E da quando lo chiami Will?-

-El tutti lo chiamano cosi!- cominciò a ridere - comunque pensavo che tra voi stesse nascendo qualcosa- abbassò lo sguardo.

-scherzi spero!- scoppiai a ridere -una come me con un tizio del genere?-

-beh ma ultimamente avete passato tanto tempo assieme-

-non significa nulla Lily!- e pensare che non le avevo neanche raccontato del nostro incontro alla spiaggia.

Arrivata davanti alla classe di spagnolo dovetti abbandonare la mia amica per entrare nella stanza, mi misi a un banco della terza fila, la professoressa iniziò a parlare e poi fece ingresso William parlando uno spagnolo perfetto, scusandosi per il ritardo. Possibile che non c'era cosa in cui andava male?
E' vero, lui faceva spagnolo me l'aveva detto! L'insegnante gli sorrise e gli disse di sedersi indicando di fianco a me. Quando voltai lo sguardo alla mia destra notai il banco vuoto. Cavolo!

Mi passò di fianco guardandomi, e io poggiai la testa sulla mano destra in modo da non incontrare il suo sguardo neanche per caso. Lo sentii chiamarmi sottovoce, ma non mi girai per paura che la professoressa ci riprendesse. Ma quando mai, era perché volevo fargli un dispetto, il suo comportamento di prima mi aveva infastidito... ma perché? In fondo era stato così gentile da chiedermi se fossi andata alla festa... cosa?! Eloise Anderson non osare fantasticare su quel tizio! E' solo uno sbruffone che cerca di prendersi gioco di te!
Mi diedi un piccolo schiaffo sulla guancia, poi mi poggiai sullo schienale della sedia e vidi con la coda dell'occhio qualcosa volare e arrivare sulle mie mani che in quel momento erano sulle gambe. Abbassai lo sguardo, una pallina di carta era tra le mie mani. Cos'è siamo tornati alle elementari? Mi voltai a destra e vidi William sorridermi.

Aprii il bigliettino e con una grafia a dir poco perfetta lessi "vai alla festa?" con due quadratini con all'interno uno un si e l'altro un no. Allora eravamo davvero tornati alle elementari.
Poi in fondo c'era scritto "se ci sarai anche tu verrò più volentieri". Un sorriso scappò al mio autocontrollo e mi misi una mano davanti la bocca. Poi feci un quadratino con dentro scritto "forse" e lo barrai, dopo glielo lanciai indietro quando la professoressa era impagnata a scrivere alla lavagna.

Vedere la sua faccia interdetta e confusa era la cosa più divertente mai vista. Mi raddrizzai sulla schiena e poggiai il mento sul pugno della mano concentrandomi sulla lezione, fiera della sua espressione contraddetta.

Si, come no e come si fa a concentrarsi sulla lezione se si sente da dietro qualcuno che ti squadra?
Probabilente William mi stava ancora guardando strana, ma poteva anche bastare. Presa dalla curiosità mi appoggiai nuovamente allo schienale della sedia e mi voltai alla mia destra. Non lo avessi mai fatto, i nostri sguardi si incontrarono e mentre quello di lui si trasformò in un sorriso malizioso io mi sentii avvampare, fui quindi costretta a girarmi di fronte a me e a non pensare che un bel ragazzo come lui mi stava tenendo gli occhi addosso. Piuttosto semplice no?
Aspetta cosa? Bel ragazzo? Mi toccai la fronte, temo mi stia venendo qualche strana malattia.

Suonò la campanella e mentre prendevo i libri William mi si avvicinò -"forse" non è una buona risposta- mi voltai a guardarlo, ora eravamo tra i banchi uno di fronte all'altro.

Devil's Seduction #Wattys2018Where stories live. Discover now