Capitolo 23

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Sentii un sole accecante cercare di farsi strada oltre le mie palpebre. Mi voltai dalla parte opposta e dopo esser rimasta ancora qualche minuto immobile, aprii gli occhi. Ero al centro del letto, Will non c'era. Toccai il materasso dove aveva dormito lui e sentii che era freddo. Doveva essersi alzato già da tempo.

Mi misi in piedi a rilento e a fatica, non avevo riposato tanto, e non avevo il coraggio di guardarmi allo specchio. Andai nel salone nella speranza di trovare Will, ma non c'era. Chi volevo prendere in giro? Avevo davvero pensato che mi sarei svegliata sorprendendolo a prepararmi la colazione? La nostra relazione non era come tutte le altre, era speciale si, ma diversa. Da un lato la cosa mi oiaceva, ho sempre preferito differenziarmi dalla massa, dall'altra alcuni comportamenti non potevo non invidiarli.
Non potei fare a meno di ripensare alla notte appena passata. Lui che mi confessava il suo amore, e io che gli saltavo addosso come non avevo fatto mai. Ripensarlo steso e addormentato come un gatto mi fece sorridere. Sentirmi tirare verso di lui con delicatezza, complici della luna, mi fece passare un brivido lungo la schiena.

Chissà cosa avrebbe detto Lily se glielo avessi raccontato. Lily... la scuola! Non posso credere che oggi sarei dovuta andare a scuola, non ho detto nulla a mia madre. Ieri mentre ero in pericolo di vita, mi era venuto in mente di chiamarla, ma in quel modo l'avrei solo esposta con Arden, e non volevo perdere anche lei. Corsi in camera e rimediai dai pantaloni cambiati la sera prima, il cellulare. Vi erano quasi 10 chiamate perse di mia madre, e un paio di Lily. Erano le 8.30, quindi se mi muovevo potevo cercare un bus ed entrare in seconda ora. Avrei voluto chiamare la mia amica, ma sapevo che non era possibile.
Indossai nuovamente gli indumenti che avevo il giorno prima, cercando di coprire i simboli sul collo e sulla spalla con i capelli. Uscii di casa e riuscii ad individuare qualche metro più in là una stazione dei bus. Corsi in quella direzione ed una moto si fermò proprio davanti a me. Avrei potuto riconoscerla tra milioni.

- Dove vai? - il motociclista si mise dritto sorreggendo la moto con solo le gambe, e si levò il casco lasciando liberi quei ricci perfetti.

- Secondo te? Sono le 8.30 e devo andare a scuola! Dannazione! -

- A scuola? Dai rientra, ti ci accompagno io. -

Tornai indietro sbuffando e lui parcheggiò la moto vicino ai gradini di casa sua. Salii le scale ed in un attimo mi ritrovai Will dietro che, come lo avevo visto fare precedentemente, cercò la chiave giusta ed aprì la porta.

Solo dopo essere entrata, ed averlo guardato notai che aveva il mio zaino. Chiuse la porta e mi si avvicinò ponendomi lo zaino. Con lui ancora in piedi di fronte a me, aprii la borsa e dentro vi trovai degli indumenti e i libri di scuola. Ancora con le cose in mano lo guardai sconcertata. - Sei entrato in camera mia? -

Si avvicinò così tanto che i nostri nasi si sfiorarono. - Anche tu lo hai fatto no? - arrossii e vedendo il suo sorriso rimproverai il mio corpo ed il mio esser timida. Mi lasciò un leggero bacio sulle labbra - non c'è di che - disse allontanandosi.

Sorrisi e andai nella camera da letto per cambiarmi. Tirai fuori i pantaloni neri con una T-shirt verde bottiglia a mezza manica e con un leggero scollo a V.

- Giacchè ci stavi potevi prendermi una tunica da suora. - quella era l'unica T-shirt che avevo. Non mi piaceva come mi stavano.

- Non posso permettere che altri si mettano a guardarti - lo sentii urlare dalla sala e un sorriso ebete prese forma sulle mie labbra.

Indossai gli indumenti puliti, ma quella maglietta proprio non mi piaceva, così aprii l'armadio di Will senza fare rumore. Aveva abbastanza vestiti, ma molti di quelli non glieli avevo mai visti addosso. Pensai di prendere una sua maglietta, ma sarebbe stata esageratamente larga e per quanto amassi stare comoda, sarei sembrata un orso. Presi una felpa nera e la indossai. C'era una porta che collegava il bagno alla camera, la usai per andare a guardarmi allo specchio. Ero spaventosa. Con l'acqua levai quel poco di mascara che avevo ed era leggermente calato, poi aggiustai i capelli con le mani tentando di renderli il più presentabile possibile. Uscii dalla stanza con il mio zaino grigio in groppa - Possiamo andare -

Devil's Seduction #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora