Capitolo 5

1.8K 138 9
                                    

Il telefono iniziò a vibrarmi sulla pancia e a suonare "Counting Stars" dei One Republic. Ancora con gli occhi chiusi risposi alla chiamata.

-si?- la mia voce era ancora impastata di sonno.

-lo sapevo! Ti sei addormentata!- Lily sembrò isterica.

-ma quale addormentata! Non mi sono addormentata! - dissi alzandomi di colpo e ricevendo come ringraziamento dal mio corpo un giramento di testa assurdo.

-si come no! Muoviti e datti una sistemata! Tra 10 minuti arriva il bus alla stazione-

Guardai l'ora -cavolo! Scusa Lily ti richiamo più tardi-.

Feci tutto in pochissimo tempo, Flash ne sarebbe stato fiero. Mi sistemai il trucco, mi cambiai maglietta ed optai per una a manica lunga bianca con uno scollo a barca e sopra un giacchetto di jeans, Superga bianche ai piedi, quaderno e libro di biologia, portatile nello zaino e si va.
Non appena arrivai alla stazione il bus arrivò. Salva.

Salii e mi misi dalla parte del finestrino con le cuffiette ad ascoltare "Gold" degli Imagine Dragons, un gruppo che io e Lily adoravamo.
Guardai fuori le macchine passare, ricordo ancora che quando ero piccola e con mia madre ci stavamo trasferendo qui, iniziammo a contare le macchine. Prima lei quelle blu e io quelle gialle, amavo il giallo, e nonostante mia madre mi avvertì che avrei sicuramente perso poiché erano troppo rare, io mi incaponì e ricordo ancora che ne riuscii a contare una sola ed ero soddisfatta così. Un sorriso mi sfiorò le labbra al pensiero di quei giorni che ormai sembravano così lontani da sembrare un sogno.
Arrivata a scuola erano le 4 in punto, mai stata puntuale in vita mia, ma se si trattava di scuola era il caso di esserlo...
Mi avviai verso la biblioteca che aveva un'entrata separata rispetto a quella della scuola quando sentii un rombo. Lo avrei riconosciuto tra mille. Mi volta e vidi William vestito di nero sulla sua Ducati. Nonostante formassero un total back era la cosa più bella e più sexy che avessi mai visto, in particolare quando, una volta parcheggiato (se così si può dire) si sfilò il casco, rigorosamente nero, e si passò una mano fra i capelli che nonostante il discreto sole che illuminava tutto, quelli sembravano annullare i suoi raggi come un buco nero nell'universo.
Come vorrei passargli anche io una mano fra i capelli. Aspetta che? Ma che mi salta in mente?
Si voltò verso di me e mi fece l'occhiolino, ma non mi mossi. Dopo che mise il casco sullo specchietto venne verso di me e mi salutò con un sorriso mozzafiato che gli illuminava il viso come quello di Evan Peters. Dio, quanto era bello... meglio cambiare argomento.

-sei puntuale- dissi io con tono sorpreso.

-anche tu- e alzò le sopracciglia.

-beh per chi prende i mezzi essere in orario è obbligatorio. Più o meno- pensai a tutti i miei ritardi, questa era un'eccezione.

-cos'è vuoi che ti dica che fremevo dalla voglia di vederti?-

Arrossii -fai come ti pare, io entro e mi cerco un tavolo mentre tu ci rifletti su- mi voltai ed incamminai, dopo neanche cinque secondi era al mio fianco e di tanto in tanto le nostre spalle si sfioravano, il mio cuore in questo periodo sembrava avesse iniziato a prendere lezioni di equitazione perché iniziò battere velocemente al ritmo di una cavalcata.
Entrammo in biblioteca e trovammo alla reception una ragazza, sicuro stava facendo quel lavoro per qualche credito, che neanche mi guardò quando vide William.

-ehi devi essere quello nuovo- disse avvicinandosi. Non so perché ma la cosa già non mi piaceva.

-si sono io. E tu una che si sta annoiando qui dentro-

-anche chiamata Molly- disse allungano un braccio, sembrava non aver per niente notato la mia presenza. Ero diventata un fantasma e neanche me ne ero accorta. Poi collegai, era una delle tizie che stava attorno a William quando parlavano della festa in spiaggia -io ora faccio una pausa. Esci con me?- sbarrai gli occhi. COSA?! -toh, neanche a farlo apposta- borbottai ironicamente sottovoce senza accorgemene.
Mi voltai a guardare William con il fuoco negli occhi, fece uno dei suoi sorrisetti, poi mi guardò e disse -ma si dai, solo cinque minuti però. Eloise inizia senza di me per favore torno tra poco- e se ne andò lasciandomi lo zaino.
Siamo seri? Che razza di comportamento era?! Da quando sono diventata la secchiona e la sua servetta porta-zaino?!
Beh ovviamente sarebbe tornato non appena avesse finito il suo "lavoretto da cinque minuti" con quella... come definirla per non essere volgare? Quella cosa, quell'essere. Ok, manteniamo la calma infondo a me non deve importare se non per il fatto che farò un quarto della ricerca da sola.
Mi misi ad un tavolo, mi levai la giacca e tirai fuori tutto. Sistema connettivo fibroso o sistema circolatorio? Questo era il dilemma. Probabilmente il circolatorio è il più lungo e quindi iniziai da quest'ultimo, prima me lo sarei levato di torno meglio sarebbe stato.
Iniziai a scrivere e i cinque minuti erano passati, poi 10, 15. Non era possibile! Mi girai verso la porta d'entrata della biblioteca giusto in tempo per vederli rientrare, lei gli stava avvinghiata, una gomma da masticare sotto a una scarpa sarebbe stata meno fastidiosa. Dopo essersi strisciata per bene tornò dietro il bancone facendogli l'occhiolino e sventolando la mano, mentre lui si dimostrava del tutto indifferente. La odiavo! Come ha fatto a stargli così vicino? No, odiavo lui perché lo ha permesso... cioè perché non mi ha aiutata per la ricerca!
Notando che si stava per voltare, ritornai a rivolgere l'attenzione al sistema circolatorio, magari c'era scritto qualche modo per uccidere qualcuno mettendogli in circolo qualcosa che si poteva tranquillamente trovare in natura e vicino a me. Tuttavia pensandoci bene anche le cuffiette sarebbero andate bene per strozzarlo, anche se significava sacrificarle. Nah erano troppo importanti per essere sprecate così.
Con nonchalance occupò la sedia di fianco alla mia, si mise rivolto verso di me e con le ginocchia toccava le mie cosce provocandomi piccoli brividi... che ovviamente no, non potevano essere dati da lui, c'era indubbiamente un'altra spiegazione.
Sentii il suo sguardo fisso su di me. Mi girai appena per guardarlo, era con il braccio destro poggiato sul tavolo al suo lato e la testa poggiata sulla mano stretta a pugno, mentre la mano sinistra era morbida lungo il corpo. Ero quasi sicura che per un attimo le mie guance avessero preso leggermente colore. Mi voltai subito verso lo schermo intenta a scrivere.

Devil's Seduction #Wattys2018Место, где живут истории. Откройте их для себя