Capitolo 36

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(Take control - Kodaline)
Nonostante la voce roca e preoccupata che proveniva dal telefono mi destasse leggermente dal non camminare nel vuoto, lo feci.
Tenni il telefono vicino a me per continuare a sentire la voce del mio angelo mentre mi avvicinavo al suo mondo.
Feci un passo in avanti e caddi. Per un momento il panico si impadronì di me, ma poi pensai al mondo attorno a me.
Una volta morta nessuno avrebbe avuto più problemi. Ero sempre e solo stata un peso per tutti.
Nell'ultimo periodo mi sentivo di aver ferito Thomas e anche Lily. Soprattutto Lily. Lei che mi era stata sempre accanto, che mi aveva sempre sostenuto e aiutato in tutto, non avevo fatto altro che allontanarla. L'ho fatto per non coinvolgerla, ma percepivo quanto soffrisse, che amica inetta che ero stata.
Poi c'era Tristan. Sembrava fosse il cattivo, invece mi aveva sempre aiutato nell'orientarmi nel mondo che non mi apparteneva e nel quale ero entrata.

E William... avevo fatto di tutto per farmi coivolgere. Lo avevo quasi costretto a svelarmi tutto. Avevo insistito così tanto per farmi rivelare cosa gli stava accadendo, che alla fine aveva ceduto, che alla fine ci eravamo innamorati. Nonostante mi ritrovassi incatenta al suo mondo per i segni sul mio corpo e per quello che mi stava succedendo, avevo sempre avuto bisogno di lui. Ero sicura che mi amasse come io amavo lui, ma non ero che un peso, probabilmente la sua debolezza. Lo avrei sempre rallentato, senza essere capace di difendermi da sola, sempre a dipendere da lui.
Ora che stavo cadendo nel vuoto mi rendevo conto di quanto tenessi a lui. Era stato l'unico ad entrare in profondità nella mia vita.
Dalla prima volta che lo avevo visto sapevo, che avrebbe lasciato un'impronta. Lui è il tipo di ragazzo che rimane impresso nella mente di chiunque gli passi affianco per il mistero che lo avvolge. Quando l'ho iniziato a conoscere ho capito quanto profondo fosse, quanto avesse sofferto e quanto avesse vissuto una vita che considerava ormai inutile.
Io lo amavo, non nascondo che il mio album di disegni aveva qualche suo ritratto rubato. Avevo cercato di riprodurlo con il mio carboncino, ma come si poteva rappresentare una persona così perfetta? Come si faceva a far capire all'osservatore quello che nascondeva quel corpo, quell'anima, che amavo.
Mentre mi addentravo nel vuoto capii che stavo facendo la cosa giusta, magari avrebbe sofferto, ma poi gli sarebbe passata.

Volevo alleggerirmi, togliermi quel peso che gravava sul mio petto, era così egoistico da parte mia?

Stavo deludendo tutti.
Con quel passo fatto nel vuoto, avevo deluso tutti. Thomas, Lily, Tristan e William. Persino mia madre, ma lei ci era abituata. Tutte le persone che mi stavano attorno prima di conoscere Lily, ci erano abituate. Io ero sempre stata quella che deludeva, quella che lasciava la bocca asciutta, l'amaro in bocca, che lasciava tutti col fiato sospeso per poi farli riprendere a respirare solo per dirmi cose contro. Ero la delusione di mia madre, lo ero perché cercavo di avvicinarmi a mio padre suonando uno strumento che apparentemente non le era mai piaciuto. Sono diventata la sua delusione nel momento in cui ai miei 6 anni, si è resa conto che la ginnastica artistica, il suo sport, non era per me. Ero diventata la sua delusione quando avevo preso il mio primo brutto voto. Ero sempre stata la sua delusione, non me lo ha mai nascosto, e dopo questo mio atto folle, si sarebbe sentita sollevata. Ero la delusione di Lily, per non esserle stata accanto nel modo giusto. Ero la delusione di Tristan per non averlo aiutato a sufficienza nel momento del bisogno, ero la delusione di Thomas per averlo ignorato per tanto tempo solo perché mi ricordava il suo spaventoso fratello. Ero la delusione di William perché lo avevo illuso che sarei rimasta con lui, invece l'ho lasciato da solo in una casa sinistra, senza alcun mezzo per muoversi. Lo avevo lasciato da solo, proprio come ero io in quel momento a compiere l'atto che mi avrebbe salvato la vita.

Ma cosa importa? Non me ne sono mai curata, o almeno mi illudevo di ciò. Sotto gli occhi inquisitori dei passanti ho sempre provato a capire cosa vedevano quando incontravano il mio sguardo. Lo stesso sguardo che aveva fatto avvicinare Lily perché diceva che era troppo cattivo per essere su un volto così delicato, non realizzando quanto lo fosse il suo. Cosa pensavano i passanti mentre li guardavo con uno sguardo di ferro, che spaventava talvolta.
Che ero una ragazza con problemi? Che ero una ragazza sola? Che frequentavo strani giri? Ma ancora, cosa importa? L'uomo è sempre così tanto preoccupato del dover apparire perfetto agli occhi degli altri. Perché? Avere imperfezioni fa parte dell'essere vivo, unico e umano. Perché indossare una maschera che non può far altro che nascondere te stesso agli altri?
Eppure io quando guardavo con aria di sfida gli sconosciuti non indossavo una maschera, ma una corazza. Una corazza sulla quale c'era scritto "statemi lontano, mordo". Era il mio scudo, e lo è sempre stato. Non dovevo poi essere una grande perdita a questo punto nel mondo. Muoiono milioni di persone al giorno, una in più non cambierà di certo il corso degli eventi.

Devil's Seduction #Wattys2018Where stories live. Discover now