Capitolo 21

1.3K 93 11
                                    

Mi passai una mano tremante fra i capelli. Non mi ero di certo illusa del fatto che dal 1730 fino ad oggi non avesse avuto affatto storie d'amore, ma non so, qualcosa mi bruciava dentro. Probabilmente era la certezza che questa ragazza significava ancora qualcosa per lui, o non sarebbe stato così arrabbiato con Tristan.
La consapevolezza che le attenzioni avute le avessero ricevute anche altre ragazze, mi fece pizzicare il fondo degli occhi.

- Dimmi di lei - volevo sentire la descrizione di Roxane da lui stesso, in quel modo avrei capito quanto effettivamente ci tenesse ancora.

- Eloise... - si voltò a guardarmi con occhi quasi imploranti, ma non capiva che quella a stare male ero io e lui non ne aveva motivo. Lo guardai con aria severa nonostante sentii che potevo cedere da un momento all'altro.

- Era castana scura, i capelli le arrivavano a metà schiena e i suoi occhi erano neri come i miei - iniziare a parlare di una persona descrivendola fisicamente, non faceva che farmi sospettare che occupasse ancora un posto nel suo cuore. Non lo interruppi per vedere fino a dove sarebbe arrivato. - Sai, il punto non è la ragazza in sé, ma il rapporto che avevo con Tristan. Noi eravamo praticamente amici da una vita, lo consideravo mio fratello maggiore. Sulla nostra strada un giorno comparve lei, agli occhi di entrambi sembrò come l'acqua nel deserto - sentii un leggero prurito alle mani, aveva affermato che per lui questa ragazza era stata la sua salvezza. - Era un periodo difficile tutto qui. Io mi innamorai subito di lei, ma il suo cuore era già nelle mani di Tristan che tuttavia non ricambiò. Più che altro la sfruttò per semplice piacere. Lei era talmente accecata dall'amore che provava nei suoi confronti, da non accorgersi quanto poco affetto le fosse rivolto. - fece una pausa e mentre alzò lo sguardo dalle sue mani per guardarmi negli occhi continuò a parlare. - A dirla tutta non la ricordo neanche bene, è passato tanto tempo. Mi è rimasto l'amaro in bocca per così dire, poichè mi sentii tradito dalla mia stessa famiglia... tutto qui. -

Non appena trovai la forza necessaria, alzai anche io lo sguardo per fissare i miei occhi nei suoi neri. Mi sembrava sincero: Roxane non doveva voler dire così tanto per lui. D'un tratto la curiosità e quella che temevo fosse gelosia, iniziò a divorarmi. Diceva di non ricordarla bene, eppure me l'aveva descritta alla perfezione. Con quante altre era stato? Erano tutte umane? Anche con loro ci aveva provato spudoratamente come aveva fatto con me? Io ero solo un ripiego per una storia andata male?
Mi sentii come se un pugnale mi avesse trafitto il petto e si stesse muovendo nelle mie carni in modo frenetico. Mi appoggiai piano su un tavolo posto nelle vicinanze.

- Quante ce ne sono state prima di me? - mi misi una mano sul petto stringendo fra le dita la maglietta bianca, come se potessi tenere il mio cuore per evitare che cadesse a pezzi. Non osavo guardarlo negli occhi, non in quel momento.

- Meno di quanto pensi... non ho tenuto il conto, ma decisamente poche - incrociai il mio sguardo con il suo e notai quella punta di sincerità che lo aveva sempre caratterizzato in particolare nell'ultimo periodo.

Una sensazione di vomito si fece strada dentro di me e mi tirai indietro i capelli abbassando lo sguardo. Will si avvicinò apprensivo, ma lo fermai con un gesto della mano.
Mi guardai la spalla e notai il segno che ultimamente rimeneva impresso sulla mia pelle dopo qualche strano incubo. Tuttavia guardando meglio mi accorsi che questa volta erano tre. Gli spigoli delle V coincidevano nello stesso punto. Tirai un sospiro di frustrazione e misi subito i capelli a coprire il simbolo. Non sapevo se Will lo avesse visto o meno, ma preferivo comunque coprirlo e lasciare visibile l'altro, ormai vecchio, sul collo.

- Io... ho bisogno di stare un pò da sola... -

Senza dire una parola si avvicinò e poggiandomi la mano sulla spalla nuda, mi diede un lieve bacio sulla fronte per poi uscire dalla piccola porta di legno.
Mi lasciò lì con la promessa nei suoi occhi che mi avrebbe aspettata fuori. Per quanto cercassi di odiarlo, il mio corpo non riusciva a rifiutarlo. La sua sola presenza mi emozionava, come anche il leggero tocco sulla pelle. Sentivo ancora il fantasma della sua mano sulla spalla e delle sue morbide labbra sulla mia fronte. Non c'era sensazione migliore, se non quella di posare direttamente la mia bocca sulla sua.
La vibrazione del telefono nella tasca mi risvegliò, portandomi nuovamente alla disperazione e alla tristezza per la conversazione appena avuta.
Trovai tre messaggi, uno di Thomas e gli altri due di Lily.
Aprii prima quello di Thomas custodendo quelli di Lily.

Devil's Seduction #Wattys2018Where stories live. Discover now