Capitolo 35

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Youtube as always, darlings.

- Non è sicuro parlare qui, dobbiamo muoverci o Faith potrebbe raggiungerci - non riuscii a non mostrare tutto il mio disappunto per la sua affermazione, ma ora la priorità era portarlo al sicuro.

A malincuore tenni per me le domande che mi assillavano premendo sull'acceleratore per arrivare il prima possibile in questo misterioso posto.
Durante il tragitto Will prese a giocare con i miei capelli e talvolta ad accarezzarmi la gamba quando vedeva quanto nervosa fossi.

Dopo un'ora e mezza dalla partenza, mi indicò una stradina di campagna. Con il buio che ci circondava quasi mi aspettavo di veder uscire qualche demone da un momento all'altro.
Entrammo in una città che avrei definito fantasma. Il cartello che indicava la località era stato colorato interamente di nero, e su di esso vi era una scritta bianca: Night Town. Aveva un'aurea oscura, e i palazzi e le case sembravano di ordine gotico: tutto era stretto e spiccava verso l'alto, come se l'uomo una volta sul tetto potesse camminare sulle nuvole nere. Le case sembravano grigie ed estremamente vecchie. Non una luce illuminava i loro scheletri.
Quello che un tempo doveva essere un parco giochi, ora aveva solo uno scivolo che giaceva a terra e le aste di quella che un volta doveva essere un'altalena. Alberi piangenti e cipressi altissimi sembravano morti nonostante le deboli foglie che li decoravano.
Parcheggiai la macchina in un vicolo, e Will mi fece strada verso una casa sviluppata verticalmente come quelle inglesi.
Una volta entrati un tonfo di sangue e vecchio mi invase tanto che storsi il naso. Quando mi voltai a guardare Will notai che anche lui era disgustato.
Mi prese per mano e salimmo le scale fino a che arrivammo al terzo ed ultimo piano. Alzò lo sguardo, lo seguii ma quando sembrò sollevato non ne capii il motivo.
Prese un bastone di legno che era in un angolo della stanza e picchiò un punto preciso del soffitto fino a che un quadrato di legno di questo si aprì, ed una scala in corda si catapultò fuori.

Mi guardò soddisfatto - non ti assicuro il massimo del pulito, ma saremo più al sicuro. Seguimi -

Iniziò ad arrampicarsi su per la scala e una volta arrivato in cima salii anche io.
Era una soffitta vuota, ma spaziosa. Non era eccessivamente bassa, di fatti Will non dovette abbassarsi troppo. Una piccola finestra squarciava l'oscurità facendo penetrare qualche raggio argenteo, come una speranza. Quando mi misi a sedere di fronte a questa, notai che dava sulla strada principale e la luna sembrava quasi più vicina e grande.
Will prese posto al lato della finestra, quasi avesse paura di farsi toccare dalla luce dov'ero io. Allungò una mano e la strinse alla mia.

- Alla luce della luna sembri frutto della mia immaginazione - mi voltai a guardarlo, i suoi occhi erano fissi nei miei, sembrava come se stesse pensando ad alta voce senza accorgersene - a volte quando mi sveglio la mattina, penso di averti solo sognata, ma poi quando ti guardo sospiro di sollievo sapendo che tu sei al mio fianco. - una mano arrivò leggera sulla mia guancia - non so cosa farei senza di te -

- Will... come puoi dire certe cose così facilmente? - arrossii.

- Scusami... dev'essere questo posto... la notte, la luna - senza fargli aggiungere altro lo attirai alla luce e poggiai le mie labbra sulle sue. Dopo qualche secondo di sorpresa, ricambiò quel bacio che celava tutto quello che pensavo di lui, e che si scusava per quello che avrei fatto dopo.
Mi allontanai e Will prese a fissarmi il collo, il punto in cui le due piccole V spiccavano.

- Mi spiace così tanto per averti coinvolta, ma dall'altro lato ne sono felice perchè sei con me... - sorrise amaro - sono così egoista - si passò una mano sul viso.

- Will, sono contenta di come le cose sono andate e stanno andando tra di noi. Non mi importa se ora ho degli stupidi marchi, perchè ora sono con te. Niente è più importante. - la voce mi tremava, non era semplice dire certe cose.
Lo vidi sorridere e guardarmi come se volesse tenermi fissa in mente, e lo stesso stavo silenziosamente facendo io. I suoi ricci in parte illuminati dalla luna che faceva risplendere il loro colore scuro. Le sue pozze nere che sembravano uno specchio invalicabile. I suoi lineamenti duri, che amavo. Le sue morbide e rosee labbra che bramavo ogni volta che ero a qualche metro da lui. Le sue grandi mani da pianista di cui non mi stancavo mai del loro tocco sul mio corpo.

Devil's Seduction #Wattys2018Where stories live. Discover now