16 Capitolo

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Arriviamo in segreteria e ci sediamo sulle sedie davanti alla presidenza. «Lizzie, Mark. » dice una donna sedendosi davanti a noi. «Elizabeth. » dice Lizzie. «Lei è la segreteria. » mi spiega Mark. «Non ci credo, avete coinvolto anche una nuova? » domanda ridendo e spostando una ciocca di capelli biondi. «Eh si. » dice Mark sorridendo. «Perché non potete fare i bravi? » domanda Elizabeth prendendosi la testa tra le mani. «Non è nella nostra natura. » risponde calma Lizzie scrollando le spalle. «La preside vi aspetta. » ci dice alzandosi e facendo un cenno alla porta. Ci alziamo ed entriamo. Una signora di mezz'età è in piedi accanto alla scrivania di legno scuro. Guardo le pareti e vedo che sono piene di foto di giovani ragazzi. «Sedetevi. » dice la preside. Ha i lunghi capelli neri sciolti e indossa una gonna grigia lunga e una camicia bianca. Facciamo come ci dice e lei si appoggia alla scrivania scuotendo il capo. «Cosa avete combinato questa volta? » ci domanda. «Beh, qualche fogliettino qua e là e un po' di scotch. » risponde Mark. «Tu perché ti sei fatta coinvolgere? » domanda rivolta a me. «Non lo so. » rispondo. «Dovrò chiamare i vostri genitori. » dice la preside alzandosi dalla scrivania. «No! La prego! Non mi lasceranno andare a danza. » supplica Lizzie. Non pensavo che una ragazza come lei facesse danza, insomma, vestiti larghi e scarpe larghe. Non sembra l'abbigliamento di una ballerina. «Lizzie, io... Non posso continuare a darti opportunità. » dice la preside massaggiandosi le tempie. «Farò qualsiasi cosa. » dice Lizzie. «Okay. » dice la preside. «Voi due? » ci domanda rivolta a me e Mark. «Faremo... Faremo anche noi qualcosa. » rispondo. «No, Mark farà qualcosa. Tu... Sei perdonata per questa volta. » dice la preside. Guardo Lizzie e lei annuisce. «Tu puoi andare. » dice rivolta a me. Annuisco e mi alzo. «Arrivederci. » dico uscendo. «Ti ha lasciata andare perché è la prima volta? » mi domanda Elizabeth. Annuisco e faccio la strada per tornare in classe.

«Sei già stata mandata in presidenza? » domanda Ryan quando usciamo tutti in cortile. «Si. » rispondo a bassa voce. «Che hai fatto? » domanda Nicholas. «Mi sono un po' lasciata coinvolgere da Mark e Lizzie. » rispondo sedendomi su una panchina. «Cosa avete combinato? » domanda ancora appoggiando una gamba sulla panchina e piegandosi per arrivare alla mia altezza. «Abbiamo fatto cadere qualche foglio di carta e lanciato dello scotch. » rispondo. «Davvero? » domanda Ryan togliendomi un pezzo di carta dai capelli mentre Wiliam toglie un pezzo di scotch dal mio braccio. «Dov'è Elise? » domando. «Deve fare recupero. » mi spiega Johnny. «Okay. » rispondo. «Hai fame? » mi domanda Wiliam, annuisco e lui mi porge della cioccolata. Lo ringrazio e inizio a mangiare. «Sabato c'è una festa, vieni? » mi domanda Ryan. Annuisco senza pensarci. Sono sicura che la zia mi lascerà andare.
***
«Com'è andata? » mi domanda la zia mentre salgo in macchina. «Bene. » rispondo trattenendo le risate. «A te? » domando. Mi giro a guardare fuori dal finestrino e vedo Ryan e gli altri incamminarsi. «Bene, oggi la racchia ha deciso che ero la sua migliore amica e continuava a parlare. » dice irritata. «Dai che in realtà tu la ami. » dico ridendo. «Non sai quanto. » risponde. «Posso andare ad una festa sabato? Ryan mi ha invitata. » domando girandomi a guardarla. «Io direi di si, ma sei incinta. Non devi fumare, bere o fare cazzate. » mi dice. «Si, ovvio. » rispondo. Prende un respiro profondo e annuisce. «Puoi andare. » dice infine. Batto le mani e sorrido. «Comunque domattina arrivi tardi a scuola, ti porto a fare l'ecografia. » mi informa. «Ma... » inizio ma lei mi blocca con un gesto della mano. «Prossima settimana è la quarta, puoi farla anche domani. » dice appoggiando la mano sulla mia gamba. «Dove vuoi mangiare? » domanda poi. «È uguale, ma vorrei degli hamburger. » rispondo. «E hamburger sia! » esclama la zia svoltando, pericolosamente, a destra. Mi aggrappo al sedile e la cintura mi stringe. «Zia! Ma sei fuori? » domando quasi urlando. La zia ride come una matta. «No, siamo a Los Angeles tesoro! » esclama.

«No! Ma la zia ha tentato di ucciderci! » esclamo chiudendo la porta della mia stanza e sdraiandomi a pancia in su. Sento Lucas ridere dall'altra parte del telefono. «Cosa ridi? » domandi sorridendo. «Niente, ma... Dai! Esageri secondo me. » dice fra le risate. «No! Ti giuro! Cristo, dal nulla svolta a destro a tutta velocità. » spiego di nuovo. «E pure è incinta. » dice Jennifer. «Allora? Come vanno le cose tra voi due? » domando diventando seria e sedendomi dritta. «Bene. » ridacchia Jennifer. Non voglio assolutamente sapere perché ridacchia. Quando me ne sono andata loro hanno iniziato a vedersi, A dire il vero già da prima, ma si sono messi insieme quando me ne sono andata. «Bello. » dico alzandomi e dirigendomi in bagno. «Com'è andato il primo giorno di scuola? » mi domanda Bryan. Sorrido al sentir la sua voce. «Bene, mi hanno già mandata in presidenza. » rido al ricordo. «Cosa? » domandano Jennifer e Lucas all'unisono mentre Bryan ride. «Si, mi sono lasciata coinvolgere da due compagni di classe. » spiego ridendo. Mi siedo per terra e inizio a struccarmi. «Che hai fatto? » mi domanda Lucas troppo serio per i miei gusti. «Loro hanno attaccato dei palloncini pieni di foglietti di carta e li hanno fatti scoppiare mentre io e un altro lanciavamo lo scotch. » spiego scoppiando a ridere. «Carta? Non era meglio acqua? » domanda Jennifer ridendo. «Cavolo si! Che idea! » rispondo. «Non darle idee! » sbotta Lucas. «Secondo me dovresti proporlo ai tuoi amici. » sentenzia Bryan. «Guai a te! » esclama Lucas. «No, era troppo bello. » dico rivivendo la scena della carta. «Beh, io mi faccio una doccia. Ciao. » dico mettendo giù la chiamata e alzandomi da per terra. Mi spoglio velocemente e apro l'acqua. La lascio scorrere un po', giusto il tempo che si scaldi ed entro. Da piccola odiavo farmi la doccia, adesso invece la trovo una cosa davvero rilassante. Schiaccio il pulsante per la musica e faccio partire "Canterai" di Fred de Palma. Prendo lo shampoo e chiudo l'acqua per insaponarmi. «Maya! Cosa vuoi per cena? » urla la zia dal salotto. «Va bene qualsiasi cosa! Ma qualcosa di leggero! » rispondo. «Okay! » risponde. A pranzo ho mangiato tantissimo, troppo! Alla fine sia io che la zia ci siamo sentite male. Riapro l'acqua e la lascio scorrere sui miei capelli e su tutto il corpo. Mi accarezzo delicatamente la pancia e sento il bambino muoversi. Sorrido mentre parte un'altra canzone e mi appoggio al muro della doccia.

-Il Mio Piccolo Grande Amore. -Where stories live. Discover now