25 Capitolo

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Le spiego velocemente ciò che succede e poi corro in macchina con Jason e Alice, e le loro borse. «Quindi staremo da zia? » domanda Alice stropicciandosi gli occhi mentre io parto. «Si piccola. » rispondo dolcemente. «E tu? » domanda Jason allacciandosi la cintura. «Da Megan e Ory. » rispondo. Lui annuisce poco convinto e poi chiude gli occhi appoggiandosi allo schienale.

Dopo averli lasciati, ed essere riuscito a scrollarmi la zia di dosso che non faceva altro che baciarmi e abbracciarmi vado da Ory e Megan.
«Posso stare un po' da voi? » domando quando Ory apre la porta. «Amico... SAI CHE CAZZO DI ORE SONO? » mi urla contro, ma mi fa entrare. «Si lo so, ma non si può più vivere da mio padre. Ho dovuto portare Alice e Jason da mia zia. » gli spiego sedendomi sul divano. «Okay, sai che sei sempre il benvenuto, anche alle due del mattino. » dice guardando l'orologio e sbadigliando. «Stai nella stanza degli ospiti, sai dov'è, no? » mi domanda guidandomi. «Grazie. » dico entrando e chiudendo la porta. «Prego. » lo sento borbottare e poi sento i suoi passi. Domani devo andare a prendere la moto. Sento un miagolio provenire da fuori e subito dopo un uggiolato, mi alzo e apro la porta. Appena la apro Shely e Shori entrano di corsa. Shely è il gatto di Megan e Shori il cane di Ory.
Shely ha il manto arancione e maculato, e gli occhi verdi. Sono molto inquietanti di sera. Shori è un pitbull grigio con una macchia bianca sul petto. Sembra cattivo ma è dolcissimo.
Mi sdraio sul letto e loro insieme a me, Shely ai piedi e Shori accanto. Ripenso alle parole di Alice: «Voglio... Maya. » «Mi ricorda la mamma. »
Maya fisicamente non assomiglia alla mamma. La mamma aveva i capelli neri, gli occhi scuri ed era più alta. Ed era sempre sicura di se. Maya invece ha gli occhi azzurri, i capelli rosa ed è minuta. E sembra possa spezzarsi da un momento all'altro. Ma caratterialmente si assomigliano. Oggi Alice ha trovato in Maya l'amore materno che non riceveva da tanto.

«Alzati. » sento una voce femminile, ma non quella di Alice. Ma una voce più adulta. Apro gli occhi e cerco di capire dove sono, non sono nella mia stanza, i muri di camera mia sono azzurri, questi sono gialli, e io non ho un gatto. Dopo qualche secondo realizzo di essere a casa di Ory e Megan, e che quella che ha parlato è Megan. Mi giro e mi ritrovo davanti una Megan in pantaloncini corti e canotta, con una mano poggiata sul grembo e una tiene in mano una tazza, e con l'aria stanca. «Tu devi andare a scuola. » aggiunge passandomi la tazza. La prendo e guardo il contenuto: caffè. «Non è veleno tesoro, è caffè. » dice ridendo. «Muoviti, ripeto: tu devi andare a scuola. » aggiunge uscendo. Mi passo una mano tra i capelli e sbuffo. Guardo l'ora sul telefono e mi ritrovo un messaggio. Da Maya.
M:"Giorno! "
Tutta questa allegria di prima mattina mi fa sorridere.
N:"Giorno. "
Rispondo e poi metto via il telefono, mi alzo e bevo un sorso di caffè. Vado verso il borsone che mi ero portato ieri e lo apro. Tiro fuori dei jeans e una canotta nera. Indosso il tutto e dal borsone tiro fuori il cappello nero e una felpa nera, esco dalla stanza, dopo aver accarezzato Shely, e vedo in cucina. Entrando rischio di inciampare su Shori. Ory è ai fornelli e sta cucinando. Prima lui era un disastro ai fornelli, lo conosco da quando avevo sei anni. Ha imparato a cucinare da quando sta con Megan, lei lo ha cambiato molto, lui la ama davvero. «Allora amico, io non voglio avvelenarti, anzi, ho cercato di prepararti dei pancake, ma non sono bravo. » dice girandosi con in mano un piatto pieno di pancake, non sono così male, a vista, qualcuno è un po' bruciacchiato, ma mangiabile. Spero. «Apprezzo il tuo sforzo. » dico ridendo mentre mi siedo a tavola. «Mi pare il minimo! » esclama passandomi il succo.
«Vuoi che ti accompagno in macchina? Così poi ti vai a prendere la moto. » propone Megan entrando in cucina pronta, come abbia fatto a vestirsi, pettinarsi e truccarsi in dieci minuti, non lo so. «Va bene. » rispondo finendo di mangiare il secondo pancake, alla fine erano buoni, e alzandomi. «Ti sei messa canotta e scarpe verdi acqua così da abbinarsi con la tua Lamborghini? » le domando uscendo di casa. «Nah, ma ora che mi ci fai pensare sembra fatto apposta. » risponde entrando in macchina.

«Grazie Megan, ci vediamo dopo, cosa si mangia a pranzo? » domando dandole un bacio sulla guancia, lei ride e mi da un bacio sulla fronte. «Pollo, ora vai. » mi risponde. Esco dalla macchina e vedo gli sguardi dei miei compagni puntati su di me, forse perché sono appena sceso da una Lamborghini? Peccato che non sia mia. Ridendo raggiungo il mio gruppo di amici. «Wow! » esclama Wiliam. «Non è mia, stai tranquillo. » dico ridendo. «E di chi è? Della tipa che c'era in macchina? » mi domanda Michael con sguardo malizioso. «Si, e quella tipa è la ragazza del mio migliore amico, non pensare male. » rispondo serio. Una cosa che io e Ory abbiamo messo come "legge" è: totale rispetto per la ragazza dell'altro, e proteggerla nel caso uno dei due non c'è la facesse.
Io avrei comunque totale rispetto per lei.
«Okay... Però non dirmi che non ci hai mai fatto un pensierino. » insiste. «Non ci ho mai fatto nessun pensiero. » rispondo calmo, anche se mi irrita quando fa così. «Le ragazze? » domando quando noto che non ci sono. «Stanno consolando Maya. » risponde Johnny. «Cos'ha Maya? » domando avvicinandomi al gruppetto composto da Maya, Lizzie e Elise. «Non l'ha detto a nessuno. » risponde Wiliam affiancandomi. Maya alza lo sguardo e vedo che ha tutto il trucco colato e continua a singhiozzare. «Stai tranquilla, tutto andrà bene. » sussurra Elise. Mi abbasso per sedermi accanto a lei e le ragazze mi guardano, faccio di si con la testa e loro due si alzano dando un bacio a Maya. I ragazzi si allontanano e rimaniamo, per così dire dato che c'è una marea di gente in cortile, soli. «Come stai? » domando, lei si gira e mi squadra. «Mi prendi per il culo? » domanda singhiozzando. «No, sono serio. Come stai? » domando di nuovo. «Male! » esclama cercando di regolare il respiro. «Perché? » domando calmo. «Ho paura. » singhiozza. Le metto un braccio intorno alle spalle e appoggio la testa sulla sua. «Di cosa? » domando. «Nathan, e di non riuscire a proteggere Bae. » risponde. Non so chi sia sto Nathan, ma il fatto che voglia proteggere Bae da lui mi fa pensare che sia suo padre, di Bae intendo. «Chi è? » domando. «Il padre di Bae. » risponde confermando i miei dubbi.

-Il Mio Piccolo Grande Amore. -Where stories live. Discover now