21 Capitolo

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«Ti giuro! » esclama Lizzie facendo di nuovo l'imitazione della prof Hudgens. «Ma che schifo! Ero proprio davanti a lei, cazzo! » esclamo quando rifà la scena dove sputa. Si, la prof mi ha sputato addosso. «Povera. » ride Mark.
«Ragazzi! Fate silenzio! » urla la prof Hudgens mentre Lizzie balla sulla cattedra e Mark canta, urla più che altro, a squarciagola Bailando. «Maya! Vieni dai! » mi chiama Lizzie saltando sopra ai banchi fino ad arrivare al mio. Kyle le guarda le gambe e fa un fischio. «No, dai. » rido, ma mi alzo comunque. Lizzie si mette al centro della classe e mi trascina accanto a lei e poi continua a ballare. «Dai! Muoviti! » urla Jessica affiancandoci. La prof sta urlando ma nessuno la ascolta, poi si para davanti a me e io mi fermo. «Cos'è questo comportamento? Chi credete di essere? ... » e tante altre cose, ma la voce di Mark, Kyle e Marcus sovrastano quella della prof. «... Basta! » urla la prof sputandomi addosso. Indietreggio pulendomi dalla sua saliva e suona la campanella della pausa.
E questa è stata la produttività dell'ora di diritto. «Io vado al bar, come sempre, ci vediamo dopo ragazze. » ci saluta Mark andandosene. Ci mettiamo a camminare verso il cortile, sempre ridendo. «Com'è andata l'altro giorno? La danza? » domando mentre usciamo nel freddo di ottobre. «Bene, non ha detto niente a mia mamma... Ma devo lavorare nella biblioteca per una mese. » sbuffa salendo su una panchina e facendo l'equilibrista. «Da quanto balli? » domando aiutandola a scendere. «Da quando avevo tredici anni, mi ha aiutato a superare momenti molto difficili. » risponde incupendosi, deduco sia meglio non continuare questo argomento. «Bello. » commento semplicemente. Arriviamo dagli altri senza dire nient'altro. Elise è seduta per terra con un libro in mano, una quaderno sulla ginocchia e una penna fra i capelli, starà ripassando. Ryan sta parlando con Wiliam e Michael, Johnny sta fumando una cicca mentre parla con un'altra ragazza e Nicholas è per terra, appoggiato contro un albero. Lizzie si mette seduta accanto a Elise e io vado da Nicholas. Mi fermo davanti a lui e lo guardo dall'alto in basso. Dopo qualche secondo alza la testa e mi guarda con la testa piegata di lato. «È una bella sensazione sentirsi alti? » domanda mordendo il labret. «Nah, è più bello essere nani. » rispondo sedendomi accanto a lui. «Come va la testa? » domando appoggiando le mani sulle ginocchia. «Bene. » risponde abbassando di nuovo la testa. «Brutto il dopo sbronza. » rido ricordandomi la festa per i diciotto di Jennifer, non è andata molto bene. Il ricordo di quella sera fa davvero male. «Tu sei piccolina per bere. » commenta lui girandosi a guardarmi. «Scusa papà. » rispondo.
«Vieni a ballareeee! » urla Jennifer mentre mi trascina sul centro della "pista" improvvisata a casa sua. Non so come faccia a stare in equilibrio con quei tacchi vertiginosi, forse l'alcool aiuta. Mi metto a ballare anche io quando qualcuno mi mette le mani sulla schiena. Mi giro allarmata ma poi vedo che è Nathan e mi calmo, è solo Nathan, il mio migliore amico. «Piccola, sei un po' sbronza. » ride, lui sembra lucido, regge l'alcool più di me. «Forse un po'. » ammetto ridendo. Non so bene il perché rido, ma tutto mi sembra così esilarante. «Vieni, è più tranquillo di sopra. » mi fa l'occhiolino e mi prende la mano. «Oh, va bene! » esclamo ridendo e seguendolo. Mi fa entrare in una stanza e chiude la porta. Io mi metto a ridere e mi siedo sul letto. «Perché la chiudi a chiave? » domando più seria quando sento la serratura scattare. «Oh, ora ci divertiamo piccola. » risponde girandosi verso di me con uno strano luccichio negli occhi. Torno lucida e lo guardo preoccupata. «Nathan... Non... Fermo! » urlo quando mi spinge indietro sul letto. «Lasciami! » urlo, ma mi arriva uno schiaffo, le lacrime iniziano a rigarmi il volto e lui ride. «Oh, piccola, nessuno ti sente. » dice bloccandomi i polsi con le mani. «E non piangere. » aggiunge.
Quel ricordo mi fa venir da piangere, ma l'ho superato, almeno credo. Accarezzo la pancia e rimango a fissare un punto indefinito quando Nicholas fa schioccare le dite davanti alla mia faccia. Mi riscuoto dai miei pensieri e mi giro a guardarlo. «Tutto bene? » domanda guardandomi preoccupato. Mi guarda negli occhi. Abbasso lo sguardo e annuisco. «Sisi, sono solo stanca. » rispondo sospirando e continuando ad accarezzare la pancia. «È maschio o femmina? » mi domanda. «È femmina, Bae. » rispondo. «Piccola. » dice. Lo guardo interrogativa e lui sorride. «Bae, piccola. » risponde leggendomi nel pensiero. Annuisco sorridendo. «Maya! » esclama Kyle avvicinandosi a noi. Nicholas lo guardo storto e Kyle ricambia lo sguardo. «Allora? Anche dopo sei la mia compagna di banco? » domanda ridendo. «Certo. » rispondo ridendo. Lui alza il pollice e se ne va. «Ti sta molto simpatico, eh? » domando ironica a Nicholas. «Non sai quanto. » risponde facendo una smorfia. «Vieni al mare con noi? » domanda Wiliam. Non so a chi è riferito quindi rimango zitta a fissare a terra. «Io si, tu? » mi domanda Nicholas guardandomi. Alzo lo sguardo e li guardo entrambi. Prima Wiliam e poi Nicholas. «Beh, non so quanto starei bene in costume... » sussurro. «Ma dai che sei stupenda! Poi la piccola si divertirà! » esclama Elise indicando la pancia. «Va bene. » rispondo alla fine ridendo. «Io mi porto dietro Hally. » ci avvisa Ryan e vedo Lizzie irrigidirsi. «Io forse Jason e Alice. » dice Nicholas. «Perfetto! Due bimbe! » sorride Elise. Tutti la guardiamo interrogativi e lei sbuffa muovendo le mani disperata. «Dai! La piccola di Maya! » esclama. Tutti la guardiamo con la bocca semichiusa e scuotiamo la testa. «Uff! Comunque, come si chiama? » domanda dopo aver sbuffato rumorosamente. «B...» «Bae, Piccola. » risponde Nicholas prima di me. «Oh, e quanti mesi? » domando ironica girandomi verso di lui. «Beh, quattro. » risponde Nicholas inarcando la schiena per far finta di avere pancia, e la accarezza piano. Ci mettiamo tutti a ridere. Era da quando ho fatto quel giro vestita con Jennifer e i mie two brothers che non ridevo così. «Oh beh, auguri allora! » esclamo e lui fa finta di asciugarsi una lacrima mentre mi ringrazia.

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