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1 mese dopo...

Quel giorno era arrivato, quel giorno che tanto temevo arrivò, il giorno in cui i miei genitori mi avrebbero spedito in collegio, era dannatamente arrivato in meno di un battito di ciglia.

Mancava meno di un'ora e mi sarei ritrovata all'interno di un aereo che mi avrebbe portato in quel collegio che per un po' avrei dovuto chiamare 'casa', ma non lo sarebbe mai stata. Casa si chiama quel luogo dove si sta bene, dove ci si sentiva al sicuro e la mia casa era la mia famiglia, mio padre, mia madre, mio fratello, Grace e George.

Prima di esser uscita da casa ricordo di aver preso le cose più importanti, per esempio il mio cellulare, gli auricolari e un libro da leggere durante il viaggio e così uscì di casa. Ma prima decisi di rivolgere un ultimo sguardo a quella casa che non avrei visto per un anno.

Feci un sorriso tirato.

"A presto" sussurrai per poi salire in macchina

Così dopo un po' feci partire una canzone, Hello di Adele e cominciai a guardare il paesaggio fuori dal finestrino. Riuscivo a vedere quelle maestose palme, delle macchine che andavano sempre più veloci, i mille negozi costosi qua e là. Subito dopo decisi di spostare lo sguardo verso il cielo e cominciai ad intravedere le prime nuvole e piano piano le prime gocce di pioggia cominciarono a cadere piano piano sull'asfalto e a sbattere contro quel finestrino su cui ero appoggiata.

Strana com'era quella sensazione, anzi quella situazione perché io mi sentivo proprio in quel modo. Ero forte, cercavo di essere forte, ma pure io stavo cominciavo a sentirmi debole e in quell'ultimo periodo non facevo altro che piangere, piangere dentro.

Dentro di me avevo una tempesta e nessuno lo sapeva forse neanche le mie labbra che automaticamente ogni giorno cercavano di formare un sorriso sul mio viso.

Ma io ero così, cercavo sempre di nascondermi, cercavo sempre di nascondere sia i miei sentimenti che me stessa, forse lo facevo come arma di difesa oppure forse per nascondermi dal mondo intero.

Da quando seppi che me ne sarei dovuta andare tutto mi cadde addosso e nessuno lo sapeva, non ci avevo mai voluto credere, avevo sempre sperato fino all'ultimo che dopo un po' mi sarei svegliata e che tutto quello era solo un incubo, ma non lo era perché proprio in quel momento ero quasi arrivata in aeroporto.

Cameron dopo un po' mi svegliò dai miei pensieri e forse fece bene perché di quel passo sarei crollata prima del previsto.

"Eii piccola pronta per affrontare il collegio?" chiese con un sorriso sulle labbra

Non potevo farcela...

Mi girai verso di lui ormai con mille lacrime sul viso e così mi fiondai tra le sue braccia.

"Shh piccola non fare così, ti prego" disse accarezzandomi la testa e stringendomi forte

"Non me ne voglio andare, ti prego non mi lasciare, non mi lasciare andare" dissi tra un singhiozzo e l'altro

Stavo veramente male e il mio pianto era ormai un pianto disperato.

Cameron's Pov

La mia sorellina in quel momento si trovava tra le mie braccia e ormai mille lacrime le rigavano il viso.

Mi diceva di continuo di non lasciarla, mi supplicava e io non riuscivo a vederla in quel modo, mi distruggeva dentro, quella situazione stava consumando anche me.

Spostai lo sguardo verso l'alto per riuscire a trattenere le lacrime e all'ennesimo singhiozzo di mia sorella decisi di osservare lo sguardo dei miei genitori, ci stavano già osservando dallo specchietto retrovisore. Per questo decisi di provarci, li supplicai con lo sguardo di non lasciar andar via la mia piccolina, ma in risposta mio padre spostò lo sguardo non riuscendo più a guardare quella scena anche per lui straziante. Allora decisi di supplicare mia madre che in cambio mi rivolse uno dei suoi soliti sguardi.

•||La mia famiglia è lui||• Cameron DallasWhere stories live. Discover now