Rotolando verso nord

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Svegliarmi alle sei e mezza di mattina, quel giorno, non mi pesò affatto. Anzi, era una delle cose più belle che mi fossero capitate fino a quel momento. Guardai prima Giulia. Poi diedi uno sguardo anche a Roberta. Infine chiusi nuovamente gli occhi. Avrei voluto fermare il tempo in quell'istante, quel preciso istante prima dell'inizio di un giorno che io e Roberta stavamo aspettando da tempo. Invece suonò la sveglia, che rovinò tutta la tranquillità di quel momento.

"Svegliati Ro, sai che giorno è oggi? E' sabato! Se non ti muovi, perderemo il treno."

Dissi a bassa voce, per non svegliare Giulia. Scesi dal letto e guardai Roberta con un sorriso a trentadue denti, la quale mi rispose balbettando qualcosa.
Non eravamo mai state così amiche, io e Roberta. Eravamo tutto, fuorché amiche. Compagne di squadra? Sì. Compagne di classe? Certo. Uscivamo nella stessa comitiva? Direi di sì. Ma nulla di più. Fino a quando non abbiamo iniziato a parlare di una passione che ci ha, inevitabilmente, unite. La pallavolo maschile, un universo parallelo che non si può comprendere, se non lo si conosce.
Tutto è partito da un messaggio da parte di Roberta. Quel messaggio che cambiò tutto.

"Schiappa, a settembre ti voglio su a Modena. Ti porto a vedere la Supercoppa. Potrebbe venire anche Giulia, che ne dici?"

Sorrisi. Avevo trovato una complice.

"Giulia non verrà mai, ma sicuramente potrà ospitarci a Bologna. Sai che non potrei mai dirti di no, accetto sempre qualsiasi proposta di viaggi, figuriamoci se ne rifiuto una del genere."

E così sono salita su quel treno che, dalla Puglia, mi ha portata fino a Bologna. Mai avrei pensato che, da quel momento, la mia vita sarebbe cambiata per sempre. Che quell'unico messaggio mi avrebbe portato a conoscere meglio una di quelle persone che nella mia vita c'è sempre stata, ma che ha sempre fatto solo da contorno. Mai avrei pensato che, da quel momento, avrei conosciuto, invece, persone fantastiche e premurose, come quelle di cui vi parlerò tra poco.

Tornando a noi...

"Ro, sei pronta? Credo proprio che ora dovremo correre per non perdere il treno. Sei sempre il solito bradipo!"

"E tu sei sempre il solito grillo. Come fai ad essere così arzilla a quest'ora del mattino? Non ti capisco proprio." Mi disse, zoppicando, mentre tentava di mettersi le scarpe.

Sorrisi nuovamente. Cinque minuti dopo stavamo correndo verso la stazione e io, ovviamente, ero molto più indietro rispetto a lei.

"Ma perché sono così bassa e così lenta?" Le dissi, mentre cercavo di raggiungerla.

Riuscimmo a fare il biglietto e salimmo su quel treno che ci avrebbe portate verso una delle città più affollate di quel weekend: Modena.

Cosa rimane di noiOnde histórias criam vida. Descubra agora