Capitolo 15- parte 1

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"Mi vedi? Io ti vedo, ma non riesco a sentirti." Inutile, in tutti questi anni, non sono mai riuscita a fare una chiamata su Skype in modo decente. Ma purtroppo quello era uno dei pochi modi che avevamo per tenerci in contatto. D'altronde, eravamo l'uno dall'altra parte dell'Italia rispetto all'altra.

"Ok, ora ti vedo e riesco anche a sentirti. Wow, facciamo progressi." Anche tramite computer e tramite una webcam di qualità abbastanza scarsa, il suo sorriso era bellissimo.

"Beh, che hai fatto oggi?"

Dal nostro ultimo incontro, Simone aveva mantenuto la promessa. Ci eravamo sentiti quotidianamente e costantemente, aggiornandoci su ciò che facevamo e sugli avvenimenti più importanti della giornata. Ormai erano trascorse quasi due settimane da quando la Diatec aveva lasciato la Puglia e quel ragazzo era diventato una presenza fissa nella mia vita. Addirittura mi mancava, azzarderei.

"Sono sfinito. Angelo vuole prepararci al meglio per questo Mondiale per Club ma io sto iniziando ad accusare la stanchezza." I ragazzi dopo pochi giorni sarebbero partiti alla volta del Brasile, quindi io e Simone saremmo stati ancora più lontani. Non che la cosa avrebbe fatto differenza, ovvio.

"Per di più, quando torniamo, ci aspetta anche la partita con il Modena in Emilia, uno dei match più difficili dell'anno. Ho proprio bisogno di una vacanza." Disse con la faccia sconsolata, ammiccando un musino imbronciato.

"Stavo quasi dimenticando la partita con il Modena, sabato prossimo! Come ho potuto!" Dissi quasi urlando e facendo sobbalzare Simone dalla posizione comoda che aveva assunto. "Non vedo l'ora che arrivi sabato prossimo allora. Questa è una delle partite che aspetto per tutto l'anno, mi piace troppo. Vedete di vincere questa volta, eh." Dissi, facendo l'occhiolino.

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"Allora, come vanno le cose tra te e Simone?"

"Devo dire che le cose tra noi vanno alla grande, Rob. Ci sentiamo praticamente tutti i giorni, tralasciando questo periodo che è in Brasile, come ben saprai. E' molto dolce con me, sicuramente si sente in colpa per come si è comportato."

"Come minimo, direi. Ora quando vi rivedrete?"

"Non ne ho proprio idea, spero presto però."

"Come non ne hai idea. Pensavo volessi andare a vedere Modena-Trento, almeno così dicesti a settembre."

"L'ho detto sul serio? Vorrei tanto, ma ho gli esami, i corsi, il lavoro e vorrei anche tornare a casa dai miei per un weekend."

"Davvero tutte queste cose ti preoccupano? Andiamo, non credevo che l'avventuriera e pazza Iris che conosco io si sarebbe fatta intimorire da questi piccoli impegni."

"E tu li chiami piccoli impegni?"

"Sto scherzando. Ma di solito non hai paura di prendere la valigia e di fare pazzie di questo genere."

Vero, fare "pazzie di questo genere" è proprio da me. Ricordo quando sono andata a studiare in Russia per cinque mesi: partenza da Milano il martedì e il weekend mi sono fermata a Bologna per vedere la Coppa Italia. Anche se la Diatec ha perso 3 a 1 contro il Modena, è stata una gran bella partita. Sarà forse un segno, che io citi la partita Trentino-Modena proprio ora? Può darsi. Sta di fatto che esattamente due settimane dopo mi ritrovai su di un treno, alla volta di Modena. Non diedi peso allo studio: avrei tentato l'esame in tutti i casi e se non fosse andata bene, pazienza. L'avrei riprovato al prossimo appello. Non diedi peso neanche al lavoro: mi feci sostituire da una delle mie colleghe e dissi al titolare la verità, cioè che avevo programmato un viaggio importante mesi fa e che non potevo assolutamente disdire.
Era venerdì e nonostante Simone fosse già in Emilia, decisi di non andare direttamente da lui. Volevo fargli una sorpresa il sabato pomeriggio. Alla stazione venne a prendermi Giulia, che si offrì per ospitarmi per quella notte. Fui felicissima di trascorrere una serata con lei, non ci vedevamo da quasi due mesi. Ciò che mancava, però, era Roberta. Mi spinse tanto ad andare a vedere questa partita, senza dirmi che lei non mi avrebbe accompagnata a causa di impegni lavorativi: lavorava saltuariamente in una libreria e, proprio perché non era un lavoro fisso, non se la sentì di rifiutare una chiamata.

Da: Simo

"Allenamento finito. Sono stanchissimo, in questo periodo non ci stiamo fermando un attimo. Dopo questa partita dovremmo avere qualche giorno di pausa, conto di venire a trovarti. Mi manchi tanto."

Sorrisi, alla vista di quel messaggio così dolce. Per un attimo, pensai di fregarmene della sorpresa e di catapultarmi a Modena per abbracciarlo. Ma strinsi i denti, pensando che ne sarebbe valsa la pena.

"Cos'hai da sorridere in quel modo? Sei proprio cotta."

"Ma che dici, non sono "cotta". Era Simone, non si aspetta proprio che io possa essere qui." Dissi, mentre addentavo una forchettata di pennette al ragù, gentilmente offerte dalla mia amica, che mi aveva preparato una cena perfetta e soddisfacente. Non avevo mangiato nulla per tutto il giorno, ero così ansiosa.

A tu per tu:

Hey gente! Ho deciso di dividere questo capitolo in due parti perchè altrimenti sarebbe diventato lunghissimo, ma allo stesso modo non volevo farne due separati perchè a mio parere sono collegati :) Volevo ringraziare tutti per le visualizzazioni e per le stelline, mi fa molto piacere vedere che apprezzate la mia storia:) Alla prossima :*

Cosa rimane di noiWhere stories live. Discover now