Capitolo 17

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"Sei la cosa più bella che mi sia capitata e non lo dico solo perché sono travolto dalle emozioni." Eravamo sdraiati, sotto le lenzuola, l'uno abbracciato all'altra.

"Ora non esagerare, ricorda che ad agosto hai vinto l'argento alle Olimpiadi, non lo dimenticare."

"E quindi? E' diverso. Le Olimpiadi sono state sicuramente una delle cose più soddisfacenti che abbia mai fatto, ma quella è un tipo di felicità che condivido e ho condiviso con tutti. Tu, invece, se quel tipo di felicità che posso tenere solo per me, perché solo io e te sappiamo cosa c'è tra noi."

Ci addormentammo così, scambiandoci parole dolci intervallate ogni tanto da baci e da carezze.
Il giorno dopo mi svegliai e stranamente non fui confusa, sapevo esattamente dove mi trovavo. Le grandi vetrate facevano entrare abbastanza luce da illuminare l'intera stanza e, proprio per questo motivo, mi svegliai prima che potesse suonare la sveglia. Ma la cosa non mi dispiacque affatto: mi godetti Simone in tutta la sua bellezza per venti minuti pieni, durante i quali non feci altro che osservarlo attentamente. Aveva i capelli tutti scompigliati, ma che erano perfetti, a mio parere. Dio, quanto amavo quando si passava quella mano tra i capelli, in un vano tentativo di renderli presentabili. Inoltre aveva le labbra serrate, quasi a forma di cuore, rosee come sempre. Era senza maglietta, ma coperto dal lenzuolo, che però faceva intravedere parte del suo petto. Aveva un braccio disteso, sul quale ero poggiata io, mentre l'altro giaceva sopra la sua testa, con la mano chiusa in un pugno. Sì, trovavo perfetta anche quella semplice mano.

"Sei sveglia da molto?"

Cavolo, ero così intenta a fissarlo, che non mi resi conto che si fosse ormai svegliato. Infatti la sua domanda mi colse di sorpresa, non risposi subito e quando lo feci, dissi la cosa più onesta che avessi mai detto fino a quel momento.

"Sei la cosa più bella che io abbia mai visto." Ovviamente, non ci si sente dire una cosa del genere tutti i giorni. Infatti in un primo momento mi guardò stranito, poi iniziò a ridere.

"Cos'è, la risposta a ciò che ti ho detto ieri? Vieni qui, dammi un bacio."

"Hai ragione, non avrei dovuto ma non mi son resa conto di averlo detto ad alta voce. Non prendermi in giro." Mi portai la mano sul viso, quasi a coprirmi gli occhi, e iniziai ad arrossire. Tutto ciò durò molto poco, dal momento che Simone mi circondò con le su braccia iniziò a sussurrarmi qualcosa nell'orecchio.

"Non lo farei mai. Ora però basta essere così sdolcinati, non sono abituato. Dai vestiamoci, la colazione arriverà a breve."

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"Secondo te sono esagerata, se dico che non ho mai fatto una colazione del genere in vita mia?"

"Sì, un po' lo sei. Ma ti appoggio, qui c'è una vista bellissima."

Ci avevano servito la colazione su di un tavolino di fronte ad una delle vetrate della camera. Fuori c'era un sole bellissimo e da quell'altezza era possibile scorgere ogni singola caratteristica di quella particolare cittadina. Mi persi tra pensieri e varie riflessioni e, quando mi girai, vidi Simone concentrato a leggere qualcosa sul suo cellulare.

"Che succede?"

"Niente di importante, stavo solo ribadendo agli altri che oggi non torno con loro a Trento."

"Quindi possiamo trascorrere insieme anche un'altra giornata? Io parto domani in mattinata ma non torno a Lecce. Vado a trovare i miei, non li vedo da tanto tempo e penso mi farebbe bene stare un po' con loro."

Dissi io, con gli occhi speranzosi.

"Certo, anche io prendo il treno domattina. Oggi sono tutto tuo."

Quel giorno ci divertimmo da morire. Credo sia proprio questo il segreto per stare bene con una persona, no? Fare le cose semplici e divertirsi in ogni caso, stare bene anche se non si fa niente di eccezionale. Infatti quel lunedì passò velocemente, facemmo vari giri per i vicoli di Modena, pranzammo in un ristorante mangiando gnocco e tigelle (andiamo, sei a Modena e non mangi gnocco e tigelle?) e concludemmo la serata andammo al cinema. Esattamente la mia giornata ideale. Ovviamente Simone fu fermato da varie ragazzine in cerca di autografi, ma la cosa non mi dispiacque affatto, anzi fui molto contenta che il ragazzo trentino acconsentì a tutte le loro richieste. La cosa più strana fu che una ragazzina chiese se poteva scattare una foto anche con me. In un primo momento la guardai stranita, poi Simone, giustamente divertito, mi incoraggiò con il capo. Insomma, alla fine posai per quella foto, ma rimasi confusa per tutto il giorno. Poi capii. Mentre aspettavo che Simone si facesse la doccia, mi sdraiai sul letto e iniziai a navigare sui vari social network, cosa che di solito faccio quando ho qualche minuto di spensieratezza e di relax. Vidi una notifica da parte del mio ragazzo (oddio, l'ho detto sul serio.), il quale mi aveva taggata su di una foto dolcissima. Ritraeva noi due, separati da una transenna, al Palapanini e ritraeva proprio il momento in cui ci abbracciammo per la prima volta, non quello post-vittoria. Sotto la didascalia citava: "La sorpresa più bella non è stata vincere contro una squadra forte come il Modena. La sorpresa più bella è stata vederti in quel palazzetto, nonostante tutto."
Quanto poteva essere dolce? In tutti i casi, capii l'entusiasmo di quella ragazzina nel chiedermi il selfie. Ormai le foto erano diventate pubbliche e ormai la maggior parte delle fans aveva già scoperto chi fossi, vista la marea di followers che avevo collezionato su Instagram nelle ultime 24 ore.

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A quanto pare, la nostra relazione era basata anche e soprattutto sul fatto che, prima o poi, una stazione, dei binari e un treno ci avrebbero separati. Era stressante e triste come cosa, ma ci avevamo fatto l'abitudine. Più o meno.

"Che sbadata, non ti ho nemmeno chiesto a che ora parte il tuo treno. Ti ho costretto a venire in stazione alle 9 di mattina, magari il tuo treno parte più tardi e avresti potuto dormire di più."

"Che sciocchina, non ti avrei mai fatto venire in stazione da sola. E comunque il mio treno parte alle 9:20."

"Ah, vedi le coincidenze. Anche il mio. Fammi controllare i binari. Il mio parte dal... binario 2. Il tuo parte... un momento, non c'è nessun treno per Trento che parte alle 9:20. Andiamo a chiedere all'infopoint, forse il tabellone si sbaglia."

"Ma dove stai andando? Anche il mio parte dal binario 2, solo che non ho mai detto che il treno che avrei preso fosse diretto a Trento."

In un primo momento iniziai a guardarlo con sguardo interrogativo, poi capii cosa voleva dire.

"Non starai forse dicendo che scendi con me in Puglia, vero? Perché se è così, mi rendi la ragazza più felice del pianeta."

"Prima che venissi a Modena, ti avevo detto che sarei venuto a trovarti, visto che Angelo ci avrebbe concesso alcuni giorni liberi. Non ho mai detto che non avrei mantenuto la promessa, nonostante questa tua sorpresa."

"Mi hai detto che nessuno ti ha mai fatto una sorpresa come quella che ti ho fatto io. E io ora ti dico che nessuno mi ha mai lasciata senza parole come hai fatto tu in questi due giorni. Sei incredibile."

Cosa rimane di noiWhere stories live. Discover now