Capitolo 9

1.1K 43 5
                                    



"Ragazze sto uscendo."

"Ma dove cavolo stai andando? Siamo appena tornate!"

"Non ci crederai. Simone al telefono mi ha detto che è alla stazione di Bologna e mi ha inviato la sua posizione precisa. Non fatemi domande perché non saprei rispondervi. Mi faccio sentire dopo!" Dissi, prendendo al volo la giacca di pelle e chiudendomi alle spalle la porta, sotto gli occhi increduli delle mie amiche. Fortunatamente, Giulia abitava davvero nei pressi della stazione, quindi in tempi record arrivai a destinazione. Lo vidi da lontano, con un trolley vicino e uno zaino in spalla, così lo chiamai e lui si girò.

"Ti sei per caso trasformata in Barry Allen? Sei stata velocissima."

"Ma cosa ci fai qui? Non dovresti essere a Trento, ormai?"

"Domani abbiamo un giorno di riposo e gli allenamenti riprenderanno martedì pomeriggio. Quindi "carpe diem", no?" E carpe diem sia. "Senti, ho visto su Google che c'è un hotel nelle vicinanze. Andiamo a vedere se riesco a bloccare una stanza, così lascio i bagagli?"

Aveva ragione, arrivammo in meno di due minuti in quest'hotel non molto grande. Accompagnai Simone a lasciare le valigie e poi optammo per andare a fare una passeggiata, magari accompagnata da un gelato.

"Carina Bologna. Non l'ho mai visitata come si deve. Di solito giochiamo a Modena e se riesco a fare un giro almeno lì, è un miracolo."

"Immagino, con tutti gli impegni che avete. Ogni tanto però fareste bene a staccare la spina. Anche solo per un giorno o due."

"E' proprio quello che sto facendo in questo momento." Disse, fissando attentamente il suo gelato, intento a non sporcarsi.

"Comunque spero che questa mia "visita" non ti abbia messa in difficoltà. Sicuro tu e le tue amiche vi eravate già organizzate per fare qualcosa stasera..."

"In effetti si', avevamo in mente metterci a letto e vedere un film in streaming. Mi hai proprio rovinato la serata." Dissi scherzando e accennando un broncio con la bocca.

"Che simpatica. Per una volta ho voluto prendere una decisione avventata e di pensare a me stesso. Stasera ho deciso di staccare completamente il cervello e di prendermi una pausa dalla pallavolo. Voglio solo..."

"MA TU SEI SIMONE GIANNELLI, IL GIOCATORE DI PALLAVOLO! TI PREGO, FACCIAMOCI UN SELFIE" Sbucò di fronte a noi un gruppetto di ragazzine urlanti.

"Come non detto, eh Simo?"

Nonostante la stanchezza, la nostra passeggiata durò più di un'ora. Quasi senza rendercene conto, ci ritrovammo di fronte all'albergo di Simone.


"Mi dispiace davvero che tu non sia riuscita a vedere il film con le altre, ma forse possiamo rimediare. Non ho un computer, ma ho un tablet. Forse non si vedrà benissimo, ma mi farebbe piacere se salissi a vederlo con me, un film. Giuro che non ti tocco e che non ti faccio nulla, non sono un maniaco, spero tu l'abbia capito. Tienimi solo compagnia, per favore."

                                                   ***************************************

 "Questo film è assurdo, non si capisce niente. Sono riuscito a intuire qualcosa soltanto nella parte finale. Chi l'avrebbe mai detto."


"Già, eppure me ne avevano parlato bene. Almeno posso spuntare dalla mia lista "Eternal unshine of the spotless mind"."

"Perché, tieni una lista con tutti i film da vedere?"

"Non solo. Ho una lista con tutti i film da vedere e con tutti i libri da leggere."

"Come siamo sofisticate."

Una volta finito il film, continuammo a parlare a lungo, distesi sul grande letto matrimoniale, l'uno vicino all'altra. Parlammo di tutto, di cavolate, ma anche di cose relativamente serie.


Ma... un momento. Dove sono? Come sempre al mio risveglio, mi serve un minuto per capire dove mi trovo. Ieri sera devo essermi addormentata mentre Simone è andato in bagno, infatti vedo che sta dormendo, all'altro estremo del letto.
E questa? Mi sono risvegliata con una coperta addosso, deve avermela messa lui. Che carino. Guardo il telefono. Sono le nove e mezza. Forse riesco ad andare a prendere brioches e caffè, prima che si svegli. Riesco ad uscire dalla stanza in modo silenzioso, scendo giù al ristorante, prendo la colazione e risalgo su immediatamente. Fortunatamente il ragazzo sta ancora dormendo, ma appena poggio la busta sulla scrivania, si gira verso di me e, stropicciandosi gli occhi, mi saluta.

"Ma buongiorno dormiglione." Dico io.

"Buongiorno. Dormigliona lo dico io a te, però. Ieri mi sono assentato per cinque minuti e ti sei addormentata in un battibaleno. Devo essere proprio noioso."

"Ma che dici. Ero solo molto stanca. Per farmi perdonare ti ho portato la colazione."

"Ecco, ci voleva proprio. Che gentile, grazie."

La mattinata trascorse molto tranquillamente. Facemmo colazione, ci preparammo e poi decidemmo di andare a casa di Giulia, dove avrei potuto cambiarmi e darmi una rinfrescata, dato che tutte le mie cose erano lì, così avvisai le altre due ragazze del nostro arrivo. Salimmo, presentai il ragazzo alla mia amica e alle sue coinquiline, mi cambiai velocemente e uscimmo nuovamente, questa volta tutti e quattro insieme: io, Simone, Giulia e Roberta. Che quartetto!

Stava andando tutto per il verso giusto, quando andai a sbattere contro un'altra persona, mentre camminavo. Un ragazzo, precisamente.

"Ehilà Rob, Giuly. Ah, ciao Iris, ci sei anche tu." Disse, pronunciando l'ultima frase in modo abbastanza gelido. Era Andrea, il mio ex.

Cosa rimane di noiWhere stories live. Discover now