Capitolo 10

1K 42 6
                                    

La situazione si era completamente trasformata. Io e Andrea eravamo visibilmente imbarazzati e anche le due mie amiche non sembravano essere del tutto tranquille. L'unico disinvolto era Simone, il quale tese la mano all'altro ragazzo e si presentò, sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori. Evidentemente non aveva capito chi fosse Andrea.

"Ehi amico, stiamo andando a mangiare un boccone. Qui si avverte un certo languorino, ti vuoi unire a noi? Da quel che ho capito, siete tutti amici, no?" Disse gentilmente, guardandomi negli occhi, come se volesse una qualche approvazione da parte mia. Che, ovviamente, non arrivò.
Così mi ritrovai a pranzare tra il mio ex, due delle mie più care amiche e un ragazzo che avevo conosciuto pochi giorni prima, un ragazzo che forse sarebbe potuto diventare qualcosa di più di un semplice conoscente, di un semplice amico. Ma cosa sto dicendo?
Tornando a noi, il pranzo fu uno dei più imbarazzanti e lunghi di sempre. La tensione si tagliava con un grissino. Io rimasi zitta per tutto il tempo, lanciando qualche sorrisino a Simone, che non la smetteva di parlare e di tirare in ballo qualsiasi tipo di argomento. Forse aveva capito che c'era qualcosa che non andava. Roberta e Giulia rispondevano amichevolmente alle domande del ragazzo, mentre Andrea non alzò assolutamente gli occhi dal suo piatto, se non per rivolgersi alla sua migliore amica, che ovviamente era Giulia. Sì, forse ho saltato questo piccolo ma importante particolare. Finalmente finimmo di mangiare e ci alzammo, dirigendosi verso l'uscita del locale, dove io e Simone salutammo gli altri tre componenti del "gruppo".

************

"Era lui, vero?"

"Era così evidente? Sì, lui è proprio il ragazzo di cui ti parlavo l'altro giorno."

"Sono stato uno stupido ad invitarlo. Ma perché non mi faccio mai gli affari miei?" Disse, corrugando la fronte.

"Non potevi saperlo, credo tu volessi solamente conoscere meglio i miei amici e le mie amiche."

"Infatti è così. Con Roberta e Giulia mi sono trovato bene, sono molto simpatiche."

Continuammo a parlare per tutto il pomeriggio, mangiammo per cena un pezzo di pizza al volo, preso in una pizzeria d'asporto e, involontariamente e senza rendercene conto, ci ritrovammo nuovamente verso la strada che portava in albergo.

"Stiamo tornando in albergo, non è vero?"

"Direi di sì, la strada è questa." Disse, indicando con una mano la nostra direzione, nascondendo un sorriso compiaciuto.

"Forse è meglio che vada, non vorrei riaddormentarmi di nuovo in camera tua. E poi suppongo tu voglia rimanere da solo, abbiamo trascorso insieme praticamente le ultime ventiquattro ore."

"Prima di tutto, mi ha fatto molto piacere stare con te per tutto questo tempo. So che è un po' prematuro da dire, ma con te sto bene. Mi sembra di conoscerti da tanto tempo. E poi non mi hai dato per niente fastidio, mentre dormivi in camera mia. Se ti va puoi rimanere anche stasera."

Così decidemmo di trascorrere la serata insieme, in compagnia di una tisana, com'ero solita fare io prima di andare a dormire e, a quanto pare, come era solito fare anche lui. Parlammo di tutto, per conoscerci meglio, e in men che non si dica arrivò il momento per me di andare via. Ci salutammo in modo caloroso, con un lungo abbraccio, poi mi chiusi la porta della sua camera alle spalle, alzando gli occhi al cielo. Dio, quanto mi sarebbe piaciuto rimanere in quella stanza. Non feci in tempo ad iniziare a camminare, che Simone aprì la porta e mi prese la mano, fermandomi.

"Ti prego, resta..."

Cosa rimane di noiजहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें