Capitolo 48

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Sento dei rumori in lontananza. Non so dove mi trovo, né riesco a mettere bene a fuoco la situazione attuale. E' tutto ovattato. E, soprattutto, non riesco a muovermi.

"Non toccate nulla!" Dice una voce che non riconosco. Mi sento catapultata in un sogno, dove tutto sembra surreale e lontano anni luce.

"Ne sono solo due, credo. Non riesco a vedere chiaramente la situazione." Un'altra voce che non conosco. Si dice che, quando sogni qualcuno che non sai minimamente chi sia, in realtà è qualcuno che hai incontrato almeno una volta nella tua vita. Forse si tratta di questo.

"Ha già chiamato..." – "Sì, cinque minuti fa. Dovrebbero arrivare a momenti."

L'ultima cosa che ricordo è il viso di Roberta e le sue lacrime, le sue parole. E un attimo dopo: il vuoto. Non riesco a sentire il mio corpo, vorrei urlare a tutte queste persone che mi circondano che sono qui, che sto bene. Vorrei avere qualche spiegazione, ma non riesco proprio a farlo. Mi sento impotente.

"Oh, mio Dio. Iris! Roberta!" Questa volta mi sembra una voce familiare. Insomma, dev'esserlo per forza. Ci ha chiamate per nome.

"Maledizione! Merda!" Un'altra voce familiare, ma proprio non riesco a ricollegarne il viso.

"Le conoscete?" – "Cavoli se le conosciamo, una di loro è la mia ragazza. Fatemi immediatamente passare" Ho capito di chi si tratta: è Simone. Sono la sua ragazza? Ma che sta dicendo?

"Non è la tua ragazza. Ma sì, le conosciamo bene. Ci faccia passare." Credo che si tratti di Tiziano, ma non ne sono totalmente sicura.

"Chi se ne frega dei puntini sulle i, in questo momento."

"Ragazzi, manteniamo la calma. Potete avvicinarvi, ma non dovete toccare niente. Un solo movimento brusco e potreste arrecare loro danni permanenti."

I rumori sono sempre più vicini, forse i due ragazzi si stanno avvicinando. Ma forse sono troppo stanca anche solo per aspettare che si avvicinino. Forse potrei lasciarmi andare e addormentarmi.

"Iris!" Grida Simone. "Iris, cavolo. Svegliati!" Sta continuando ad urlare, ma io continuo a non riuscire a muovermi.

"No, Iris. So che sei lì. Raccogli tutta la forza che hai e svegliati. Fallo per me." Forse potrei farlo. Faccio un tentativo.

"No, no, no!" Lo sento piangere, lo sento disperarsi.

"Devi riuscirci. Io non posso toccarti, ma tu devi riuscirci. Stanno arrivando, l'ambulanza sarà qui a momenti. Sii forte, apri gli occhi!" E così ci riesco, apro gli occhi. O almeno credo di aver aperto gli occhi.

"E' viva! Ha aperto gli occhi!" E' così bello. Forse non è mai stato così bello come in questo momento.

"Resisti, Iris. Resisti. Resta con me. Lotta non solo per te stessa, ma anche per qualcun'altro. E non sto parlando di me, lo sai." Ha ragione. Mi ha appena ricordato che non sono sola, in questa lotta. C'è un momento di esitazione e poi sento in lontananza un'altra voce. Forse sta chiedendo spiegazioni, data la risposta di Simone.

"E' incinta. Iris è incinta." Dopo di che, non ricordo più nulla.

Apro gli occhi lentamente. Faccio fatica, sono pesanti, sembra siano incollati. Alla fine ci riesco e intorno a me vedo tutto bianco: dalle pareti, alle lenzuola, alle sedie. Sono in ospedale, su questo non c'è alcun dubbio. Tuttavia, non riesco ancora a muovermi. Ma non sono sicura che sia davvero così o se ho timore nel provarci. Va bene, conto fino a tre e provo a muovere almeno la mano.

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⏰ Last updated: Mar 22, 2018 ⏰

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