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12 ottobre 1993

Venerdì, ore 2 del pomeriggio. Liam era seduto ad un tavolo della biblioteca, aspettando l'arrivo di Steve. Alzò lo sguardo sentendo dei passi, vedendo Louis entrare. Sospirò leggermente e riabbassò lo sguardo. Occhi azzurri lo guardò e strinse le labbra sedendosi al solito tavolo, accanto a quello di Liam. Era una situazione piuttosto imbarazzante per i due che cercavano di ignorarsi a vicenda. Di Steve e Jake nessuna traccia e Louis iniziava a spazientirsi.
<<Ma dove si sará cacciato quell'idiota...>>
Sussurrò guardandosi intorno mentre continuava a lanciare occhiatine fugaci a Liam, che se ne accorse poco dopo.
<<La smetti di guardarmi? Non mi piace essere fissato.>>
Disse continuando a leggere il libro.
Louis sbuffò e scosse la testa.
<<Per quanto ancora ti dovrò chiedere scusa?>>
Chiese il moro e Liam lo guardò.
<<Ti faccio davvero così pena?>>
Mormorò socchiudendo gl'occhi.
<<Non mi fai pena. Dio, non fare tanto il difficile Payne. Ho pensato a quello che-...>>
Venne interrotto da Steve che entrò velocemente nella biblioteca.
<<Liam, eccomi. Scusa per il ritardo.>>
Si scusò velocemente sedendosi difronte a lui. Il ragazzo occhialuto rivolse uno sguardo a Louis per poi guardare Steve.
<<Sta tranquillo, ora possiamo iniziare.>>
Annunciò sorridendo. Dopo poco entrò anche Jake che si sedette velocemente davanti a Louis che lo guardò corrugando la fronte.
<<Ti sembra questa l'ora di arrivare? La prossima volta me ne vado, sia chiaro.>>
Sbuffò tirando fuori il libro mentre Jake alzava gl'occhi al cielo.
<<Mi scusi signor Tomlinson, la prossima volta vomiterò sulle sue scarpe.>>
Affermò ironicamente mentre Louis lo guardava in modo confuso.
<<Che intendi dire con questo?>>
Chiese incrociando le braccia al petto.
<<Mi sono sentito male e sono dovuto correre in bagno. Sono rimasto per venti minuti chiuso in uno di quei gabinetti puzzolenti a vomitare l'anima.>>
Raccontò passandosi una mano sul viso stanco.
<<Credo proprio di essermi preso l'influenza intestinale.>>
Mormorò.
<<Interessante.>>
Commentò alla fine Louis ridacchiando e Jake lo guardò male.
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<<Finalmente è finita.>>
Sussurrò sfinito Louis chiudendo velocemente il libro di matematica.
<<Sì. Per fortuna non ti vedrò per quattro giorni.>>
Aggiunse Jake sorridendo felice.
<<Ma come siamo perfidi. Non mi sopporti proprio eh?>>
Chiese retorico ghignando.
<<No, come tu non sopporti me. La cosa è reciproca.>>
Sorrise e Louis ridacchiò afferrando lo zaino mentre il suo tutor usciva dalla biblioteca. Anche Liam e Steve si stavano salutando. Occhi azzurri e il nerd rimasero da soli nella biblioteca, dove regnava un silenzio tombale.
<<Adesso posso finire di parlarti?>>
Chiese Louis dopo un po' e Liam rise.
<<Mi dispiace ma devo proprio tornare a casa.>>
Disse camminando verso l'uscita. Il moro si arrese e uscì anche lui da scuola andando a casa, in sella al suo amato motorino. Quando arrivò ed entrò in casa, trovò Victoria seduta sul divano, impegnata a giocare insieme alle due gemelle, sorelle di Louis.
<<Vic! Che ci fai qui?>>
Sorrise il ragazzo chiudendo la porta, avvicinandosi a lei. La ragazza alzò lo sguardo e ricambiò il sorriso, smettendo di fare il solletico a Daisy.
<<Lou! Ero venuta a trovarti ma le piccole mi hanno detto che non eri in casa, così ne ho approfittato per passare un po' di tempo con loro.>>
Spiegò mordicchiandosi il labbro e Louis annuì.
<<Dove sono Lottie e Fizzy?>>
Chiese poi posando lo zaino a terra.
<<Lottie è in camera a studiare e Fizzy è uscita con la mamma a fare la spesa.>>
Proferì Phoebe guardando il fratello che la prese in braccio. Si sedette sul divano e la mise a sedere sulle sue gambe.
<<Avete esasperato abbastanza Victoria?>>
Sospirò Louis accarezzando i capelli della sorellina che si accoccolò a lui.
<<No, ma che dici! Sono sempre così adorabili.>>
Lo riprese lei sorridendo alle bambine per poi continuare a parlare.
<<Dove sei stato?>>
Chiese e il ragazzo si passò una mano tra i capelli.
<<Ero a fare un giro.>>
Disse solamente scrollando le spalle e Victoria si accorse che stava mentendo.
<<Ah si?>>
Lo guardò e Louis fece scendere Phoebe dalle sue gambe, che tornò a giocare con sua sorella.
<<Non sei capace a raccontare bugie.>>
Ridacchiò.
<<Okay, te lo dico ma tu non devi farne parola con nessuno.>>
Disse abbassando la voce e la ragazza annuì lentamente. Louis esitò per poi vuotare il sacco.
<<Sto facendo ripetizioni di matematica. A scuola.>>
Si morse il labbro e Victoria lo guardò aprendo piano piano la bocca.
<<Ripetizioni? Tu? E quando avevi intenzione di dirmelo!?>>
Esultò poggiando le mani sulle sue spalle mentre Louis la guardava.
<<Calmati. Perché ti sei esaltata in questo modo? Io non sono affatto contento.>>
Mormorò sbuffando e la ragazza gli rivolse uno sguardo arrabbiato.
<<Non ti importa nemmeno di riuscire a prendere il diploma?>>
Assottigliò lo sguardo alzando le braccia al cielo e Louis scosse velocemente la testa.
<<Non è per quello...>>
Lasciò la frase in sospeso mentre lo sguardo di Victoria divenne da arrabbiato a confuso.
<<E per cosa non sei contento, allora?>>
Chiese incrociando le braccia.
<<Non sono contento perché uno dei tanti tutor che danno ripetizioni in quella fottuta biblioteca è Liam. Sono costretto a passare due ore intere co-...>>
<<È Liam il tuo tutor?>>
Lo interruppe velocemente ma Louis rispose subito.
<<No! Non è lui il mio tutor, ma è comunque stressante e snervante passare due ore intere in una stanza con una persona che non sopporti. E poi, dopo tutto quello che è successo...>>
Spiegò gesticolando.
<<Ma, tu ieri mi hai detto che vi eravate chiariti.>>
Alzò un sopracciglio Vic, incrociando le braccia sotto al seno e Louis strinse le labbra.
<<Beh, non proprio.>>
Mormorò. Victoria lo guardò male.
<<Okay, ti spiego quello che è successo.>>
Sospirò per poi continuare a parlare.
<<Quel giorno, appena uscito da scuola, stavo seguendo Liam per chiedergli scusa come ti avevo promesso, no? Bene, l'ho chiamato ma non si è girato, quindi l'ho chiamato una seconda volta e mi ha chiesto di lasciarlo in pace. Gli ho detto che volevo solamente chiedergli scusa e lui ha riso dicendo che appena tornato a casa, si sarebbe segnato quel giorno sul calendario perché io stavo chiedendo scusa ad una delle mie povere vittime...>>
Intanto Victoria stava ascoltando con attenzione.
<<...Alla fine gli ho chiesto il motivo per cui ce l'avesse con me, visto che non ero stato io a picchiarlo e lui ha iniziato a dire che è arrabbiato con me per tutto quello che ha subito a causa mia in questi anni e che io non sono un vero uomo comportandomi così. Poi se ne è andato.>>
Finì sbuffando, Vic lo guardava in modo sorpreso.
<<Sai, Liam non ha tutti i torti. Ma lui non sa il motivo di tutto questo.>>
Proferì passandosi una mano tra i capelli lisci. Louis la guardò ed annuì.
<<Giá, lui non sa niente, nessuno sa niente. Tutti giudicano senza sapere niente!>>
Disse nervoso.
<<È questo il punto Louis! Anche tu giudichi senza sapere niente, ma non te ne rendi conto. Non puoi sapere il perché dell'essere nerd di Liam, il perché del suo essere timido e chiuso con tutti.>>
Spiegò velocemente lei.
<<Dove vuoi arrivare?>>
<<Andiamo Lou, pensi che per lui sia facile essere maltrattato da tutti, ogni giorno della sua vita? Lui non sa niente di te ma nemmeno tu sai niente di lui. Dovreste parlarvi per chiarire tutto quanto e vedrai che non avrai più questo peso sullo stomaco.>>
Disse sorridendogli dolcemente alla fine. <<Sai che c'è? Non ho più intenzione di scusarmi.>>
Affermò serio e Victoria lo guardò confusa.
<<È inutile che mi guardi in quel modo. Non mi importa niente di Payne, non mi è mai importato! Perché dovrei chiedergli scusa? Mi sono sempre divertito a prenderlo per il culo e farlo sentire inferiore, perché dovrei smettere proprio adesso?>>
Rise non rendendosi nemmeno conto di quello che stava dicendo. Phoebe e Daisy guardarono Louis coprendosi la bocca per la frase che aveva detto e Victoria scosse la testa guardandolo con delusione.
<<Tu non sei Louis, non sei più quello che conoscevo io. Sei solamente un codardo. Mi dispiace molto per te, ma ti ritroverai da solo. Non rivolgermi più la parola, non voglio avere niente a che fare con una persona come te.>>
Disse duramente avvicinandosi alle piccole.
<<Ciao piccoline, ci vediamo presto.>>
Gli sorrise e le due le diedero un bacio sulla guancia.
<<Ciao Vic.>>
Dissero in coro, preoccupate. Louis la guardò.
<<Fai sul serio? Stai rovinando diciannove anni di amicizia a causa di uno sfigato?>>
Sbuffò una risata alzandosi dal divano.
<<No. Sto rovinando diciannove anni di amicizia a causa tua.>>
Lo indicò.
<<Stammi bene.>>
Finì uscendo dalla porta, sbattendola.
<<È assurdo.>>
Sussurrò passandosi una mano sul viso. Aveva perso la sua migliore amica e il suo migliore amico non gli parlava da quattro giorni.
<<Phoebe, Daisy, io esco. Devo andare a casa di Cameron. Torno subito.>>
Le due annuirono continuando a giocare e Louis uscì di casa. Stavolta non prese il motorino ma decise di andare a piedi. Camminare gli avrebbe fatto bene. Ci mise un po' ad arrivare. Suonò al campanello e quando la porta si aprì, comparve la sorella maggiore di Cameron, Sierra.
<<Louis!>>
Sorrise la ragazza facendolo entrare.
<<Ciao Sierra. C'è Cameron? Dovrei parlargli.>>
<<Sì, è in camera sua.>>
Disse indicando le scale e lui le sorrise salendole velocemente. Arrivò davanti alla porta della camera del suo amico e bussò.
<<Avanti.>>
Urlò Cameron che era disteso a pancia in giù sul suo letto.
<<Cam...>>
Mormorò Louis entrando nella stanza e l'amico girò velocemente lo sguardo.
<<Che ci fai tu qui?>>
Chiese sospirando.
<<Sono venuto per parlarti.>>
<<Parlare di cosa?>>
<<Di quello che è successo qualche giorno fa.>>
<<Sentiamo.>>
Si mise seduto, incrociando le braccia.
<<Perché non mi parli più? Ce l'avete tutti quanti con me!>>
Esclamò guardandolo.
<<È ovvio che tutti ce l'abbiano con te, dio. Non fai altro che trattare male le persone, non ti importa niente di nessuno.>>
<<Ma questo non è vero.>>
Rispose subito Louis e Cameron si alzò in piedi.
<<Allora inizia a dimostrarlo Louis! La gente non ne può più del tuo carattere di merda. Nemmeno io. Io non sono cattivo come tutti credono, non voglio essere cattivo. È solo per colpa tua se ho dovuto fingere di esserlo.>>
Urlò indicandolo, facendolo sobbalzare.
<<Mi state dando la colpa di tutto. Non è colpa mia se sono così.>>
Alzò la voce Louis.
<<E allora di chi è la colpa?>>
Chiese a tono Cameron.
<<Di quello stronzo di mio padre!>>
Urlò stavolta Louis, respirando irregolarmente. Cercò di calmarsi e deglutì. L'amico rimase in silenzio ed abbassò lo sguardo per poi rialzarlo.
<<Ma cosa ne potete capire voi. Avete tutti una vita perfetta. Fanculo.>>
Uscì velocemente dalla camera di Cameron e scese le scale di corsa, mentre Sierra lo guardava preoccupata.
<<Louis va tutto bene?>>
Chiese gentilmente e il ragazzo annuì.
<<Va tutto benissimo. Buon proseguimento di serata.>>
Si congedò uscendo dalla casa. Si guardò intorno in modo confuso per poi iniziare a correre verso casa. La sua vita stava iniziando a rinfrantumarsi piano piano?

S.A.
Ehi!
Il capitolo mancante (il numero 8) lo trovate prima del nove.
Volevo dirvi che nel prossimo capitolo entrerà in scena (anche se per brevissimo tempo) una persona importante per il nostro Louis.
Al prossimo capitolo! xx

This Our Little Secret ||Lilo Paynlinson||Where stories live. Discover now