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13 ottobre 1993

Finalmente era arrivato il tanto atteso sabato. La scuola non c'era e si poteva dormire di più. Era tardo pomeriggio e Liam, Ariana ed Harry erano usciti insieme.
<<Dai, alla fine è stato carino.>>
Disse Liam mentre usciva dal cinema insieme ai suoi amici. Avevano visto Jurassic Park che era appena uscito nelle sale.
<<Steven Spielberg non si smentisce mai.>>
Sorrise Harry sistemandosi la bandana tra i capelli e Ariana fece una piccola smorfia.
<<Se devo essere sincera, a me non è piaciuto molto.>>
Mormorò guardandoli e loro sbuffarono per poi ridacchiare.
<<Donne.>>
Alzò gl'occhi al cielo il riccio, prendendola in giro e lei gli diede un colpetto sulla spalla.
<<E con questo cosa intendi dire?>>
Incrociò poi le braccia, alzando un sopracciglio.
<<A voi donne piacciono solo quei film smielati come "la guardia del corpo">>
Disse.
<< "La guardia del corpo" è un film stupendo.>>
Esclamò Ariana con occhi sognanti.
<<E poi ti ricordo che nel film c'è la mia Whitney.>>
Sorrise mentre camminavano verso il Mc Donald. Entrarono e cercarono un tavolo libero, sedendosi. Harry prese le ordinazioni per tutti e tre e poi andò alle casse. Torno vari minuti dopo con tre vassoi pieni e Liam lo guardò confuso.
<<Ma come hai fatto a non farli cadere?>>
Chiese sbalordito e Harry rise poggiandone uno sul tavolo.
<<Ci sono voluti anni di pratica.>>
Disse sedendosi, trascinando il proprio vassoio davanti a lui, iniziando a mangiare il suo hamburger.
<<Harry, contieniti ti prego. Sembra che non mangi da anni.>>
Sospirò Ariana bevendo un sorso di coca-cola e Liam ridacchiò coprendosi la bocca, visto che stava mangiando.
<<Quanto sei rompipalle.>>
Bofonchiò il riccio beccandosi un'occhiataccia dalla ragazza. La serata passò così, tra risate e chiacchiere. Quando finirono, ormai strapieni di patatine fritte, ketchup, hamburger e coca-cola, uscirono dal locale.
<<Ah! Ci voleva proprio.>>
Si massaggiò la pancia Ariana mentre Liam ed Harry annuirono.
<<Concordo.>>
Dissero in coro.
<<Che ore sono?>>
Chiese poi la ragazza e Liam guardò l'orologio che aveva al polso.
<<Sono le nove e mezza.>>
Mormorò guardandola e lei spalancò gl'occhi.
<<Accidenti! È tardi, devo tornare a casa.>>
<<Dai, ti accompagnamo.>>
Disse Harry guardandola ma lei scosse la testa.
<<Non vi preoccupate, vado da sola.>>
<<Ne sei proprio sicura? Non è consigliabile per una ragazza girare per strada di sera, da sola.>>
Intervenì Liam preoccupato ma Ariana lo fermò.
<<Sono sicura. Ciao ragazzi, ci vediamo lunedì a scuola.>>
Li salutò e loro ricambiarono. Sorrise iniziando a camminare e svoltò in una strada nè troppo piccola nè troppo grande. Si sentiva osservata e decise di accellerare il passo. Improvvisamente, un tizio vestito di nero le si piazzò davanti, impedendole di proseguire. Il respiro di Ariana si mozzò ed iniziò ad avere paura, si maledì mentalmente per non aver dato retta ad Harry e Liam. Cercò di sorpassare lo sconosciuto ma lui la bloccò con forza facendole male.
<<Cavolo, lasciami! Aiuto!>>
Fece in tempo ad urlare prima che il tale le tappasse la bocca.
<<Hai sentito? È lei.>>
Spalancò gl'occhi Harry iniziando a correre verso la direzione di Ariana seguito da Liam che si stava agitando.
Intanto il tizio la stava trascinando verso una meta sconosciuta ma venne bloccato dall'arrivo del riccio.
<<Lasciala stare!>>
Urlò tirandogli un pugno in pieno viso. Ariana riuscì a liberarsi e corse tra le braccia di Liam, che la strinse subito. Harry continuava a spintonare il tale che dopo poco iniziò a correre via. A Liam sembrò familiare quella persona, era simile a quel tipo che gli era andato adosso e che probabilmente aveva picchiato Louis.
<<Stai bene?>>
Chiese preoccupato Harry avvicinandosi ad Ariana che stava tremando come una foglia.
<<S-sì.>>
Rispose solamente stringendosi al suo migliore amico.
<<Accidenti a te e alla tua testardaggine. Avanti, torniamo a casa.>>
Mormorò il riccio lasciandole poi una carezza sui capelli. Liam annuì e cominciarono a camminare verso la casa della ragazza.
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Torniamo a qualche ora prima. Louis quel sabato non uscì con nessuno visto che aveva litigato sia con Victoria che con Cameron. Erano circa le sette di sera e decise di andare all'ospedale per fare una visita a suo nonno, malato di cancro. Era stato ricoverato da un paio di settimane. Si alzò dal letto e scese velocemente le scale.
<<Tesoro, dove stai andando?>>
Chiese sua madre dalla cucina, mentre preparava la cena.
<<Vado a trovare il nonno.>>
Disse sorridendo appena, infilandosi la giacchetta di jeans.
<<Oh bene, digli che andrò domani mattina a fargli visita.>>
Sorrise Johannah continuando a cucinare.
<<Va bene, ci vediamo più tardi.>>
Disse uscendo di casa. Salì in sella al suo motorino e sfrecciò verso l'ospedale. Per Louis suo nonno era tutto. Era stato un padre, un punto di riferimento, era il suo eroe. Appena arrivato, parcheggiò il motorino ed entrò nell'ospedale, girovagando per gli immensi corridoi. Stanza 367. Bussò per poi entrare.
<<Si può?>>
Sorrise appena guardando il nonno.
<<Figliolo! Vieni, entra pure.>>
Sorrise il nonno, felice di vedere suo nipote.
<<Come stai?>>
Chiese Louis sedendosi accanto al suo lettino.
<<Eh, sempre uguale.>>
Sussurrò mettendosi leggermente piu più dritto con la schiena.
<<Tu che mi racconti di bello? È da un po' che non ci vediamo.>>
Disse Jack guardandolo e Louis scrollò le spalle.
<<Sempre uguale.>>
Ripetè le parole del nonno che rise leggermente.
<<E dimmi, come sta Victoria?>>
Chiese e il ragazzo sospirò, mordicchiandosi il labbro.
<<Sta bene. Abbiamo avuto una piccola discussione ieri. Ho litigato anche con Cameron.>>
Disse e Jack annuì lentamente.
<<Oh, Cameron. Quel ragazzo che gioca con te a basket. E come mai? Cosa è successo?>>
Chiese.
<<È una storia un po' lunga, nonno.>>
<<Ma non ti preoccupare, io ho tutto il tempo a disposizione.>>
Disse e il ragazzo sospirò annuendo.
<<D'accordo. Cerco di riassumere. Nella mia scuola c'è un ragazzo che si chiama Liam Payne. Non è un tipo socievole, è uno sfigato, diciamo. Io e i miei amici ci siamo sempre divertiti a prenderlo in giro ma pochi giorni fa il mio gruppo lo ha picchiato in modo abbastanza violento. Insomma, tutti mi danno la colpa. Cameron dice di essere stufo perché lui non vuole essere cattivo e Victoria invece dice che se non cambio carattere non mi parlerá mai più.>>
Spiegò velocemente sbuffando e il nonnò lo guardò.
<<Quindi se ho capito bene, tutto è degenerato perché i tuoi amici hanno picchiato questo Liam?>>
Chiese e Louis annuì.
<<Più o meno. La cosa che mi da fastidio è che le persone non capiscono che io sono fatto così, non sono un tipo che chiede scusa o che prova compassione.>>
Disse e Jack rise flebilmente per poi scuotere la testa lentamente.
<<Figliolo, sei proprio sicuro di quello che dici?>>
<<Che intendi dire, nonno?>>
Lo guardò confuso il ragazzo.
<<Louis, ascoltami. La tua è solamente una corazza che indossi ogni giorno per evitare di essere ferito. In realtá dentro sei molto debole.>>
Iniziò a parlare l'uomo, tossendo ogni tanto.
<<E non puoi darmi torto, Louis. Anche tu lo sai, solamente non vuoi ammetterlo. Ma la colpa non è tua, figlio mio. Quando tuo padre ha lasciato la famiglia, qualcosa in te si è rotto. All'improvviso è venuta a mancare la figura paterna e tu eri perso, completamente. È stato difficile per te Louis, e queste sono le conseguenze. Tu non sei così in realtá e lo sai.>>
Continuò per poi tossire mentre Louis ascoltava attentamente. Sentire la verità e ricordare gli faceva male, molto.
<<Ma tu non devi seguire l'esempio di tuo padre. Tu devi essere migliore, devi essere un vero uomo. È importante per me che tu lo capisca, Louis, perché quando non ci sarò più io, diventerai tu la figura maschile della famiglia.>>
<<Credo che ormai sia troppo tardi per cambiare, nonno.>>
Affermò il ragazzo sospirando.
<<Non è mai troppo tardi per cambiare, figliolo. Tienilo a mente sempre.>>

S.A.
Buonasera.
Volevo chiedervi di lasciare qualche commento. Ci tengo davvero tanto.
Grazie.

This Our Little Secret ||Lilo Paynlinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora