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17 novembre 1993

Sabato dolce sabato. Finalmente era tornato. Louis era in camera sua e stava dormendo. Era quasi ora di pranzo ma lui non aveva intenzione di uscire da sotto le coperte per scendere in cucina. Da quando suo nonno l'aveva lasciato, la voglia di fare qualsiasi cosa era diminuita.
<<Louis!>>
Urlò sua madre dal piano inferiore. Il ragazzo mormorò qualcosa rigirandosi nel letto ed aprì gl'occhi, richiudendoli velocemente a causa della luce che penetrava dalla finestra.
<<Accidenti.>>
Sussurrò alzandosi con il busto, mettendosi a sedere. Si stropicciò gl'occhi velocemente, riaprendoli.
<<Louis! È pronto il pranzo.>>
Gridò nuovamente sua madre ed il ragazzo sbuffò rumorosamente alzandosi dal letto. Aprì la porta della sua camera e scese lentamente le scale. Arrivò in cucina e si sedette su l'unica sedia libera, rivolgendo un piccolo sorriso alle sorelle. Mangiò a malapena, giocherallando con il cibo. Sua madre lo guardava con sguardo triste e preoccupato. Le dispiaceva vedere suo figlio in quello stato, ma in fondo sapeva quanto lui tenesse a suo nonno. Il pranzo finì, Louis si alzò dalla sedia e mentre le sorelle Lottie e Fizzy aiutavano la madre a sistemare, se ne tornò nella sua camera. Si sedette sul letto dopo aver afferrato i vari CD che conservava delle sue band preferite e li guardò, cercandone uno da ascoltare. Ne scelse uno, Innuendo dei Queen, rilasciato due anni prima. Lo inserì nell'apposito lettore e scelse la traccia. Partì la graziosa melodia del pianoforte e la voce di Freddie Mercury iniziò ad intonare il testo.  The shoe must go on era una delle canzoni preferite di Louis. Si sdraiò sul letto e chiuse gl'occhi, ascoltando la canzone. La porta si aprì e la piccola Phoebe entrò nella stanza di suo fratello, guardandolo. Louis si girò, guardandola.
<<Ehi, piccolina. Hai bisogno di qualcosa?>>
Chiese il ragazzo e la bambina scosse la testa avvicinandosi a lui. Allargò le braccia e Louis sorrise, prendendola in braccio, mettendola a sedere sulle sue gambe.
<<Mi piace questa canzone...>>
Mormorò innocentemente la bimba, sorridendo al fratello che la stava guardando.
<<Davvero?>>
Chiese e lei annuì. Dopo un po' la canzone finì ed il CD smise di girare.
<<Sei triste? È per il nonno?>>
Chiese Phoebe e Louis strinse le labbra.
<<Eh sì. Sono un po' triste.>>
Mormorò il ragazzo, accarezzando i capelli alla sorellina.
<<Non mi piace vederti triste. Se sei triste tu, sono triste anche io.>>
Sussurrò la piccola, facendo una faccia dispiaciuta. Louis sorrise.
<<La mamma mi ha detto che il nonno anche se non c'è più, è sempre vicino a noi e quindi non dobbiamo essere tristi.>>
Sorrise la bambina guardando il fratello. Louis sospirò leggermente per poi annuire.
<<La mamma ha ragione, piccola.>>
Le lasciò un bacio sulla punta del nasino e Phoebe lo abbracciò forte. Si sentì il telefono squillare dal piano di sotto. E dopo poco, Johannah richiamò Louis.
<<Lou! Ti vogliono al telefono.>>
<<Arrivo.>>
Disse il ragazzo, facendo scendere la sorella dalle sue gambe. Scesero le scale e Louis andò verso il telefono, afferrando la cornetta, portandola all'orecchio.
<<Si?>>
<<Lou, sono Cameron.>>
<<Oh, ciao Cam.>>
<<Come va?>>
<<Come sempre.>>
Sospirò Louis.
<<Che ne dici di uscire un po' stasera? Ti farebbe bene svagarti un po'.>>
Propose l'amico sperando in una risposta positiva.
<<Mh, non lo so. Ti faccio sapere più tardi.>>
Affermò Louis e Cameron sospirò silenziosamente.
<<Vabbene Louis. Ci sentiamo più tardi. Ciao.>>
<<A dopo.>>
Attaccò. Salì nuovamente al piano superiore, barricandosi nella sua camera, continuando ad ascoltare il CD dei Queen.
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<<Allora, Liam. Come vanno le ripetizioni con quel ragazzo?>>
Chiese Karen, porgendogli il piatto pieno di pasta. Lui scrollò le spalle e cominciò a mangiare.
<<Va tutto bene, sta migliorando.>>
Sorrise appena.
<<Hai giá in mente quale ragazza inviterai al ballo?>>
Chiese poi suo padre, bevendo. Liam si bloccò, deglutendo il boccone rumorosamente.
<<Emh...no, ancora no. Non credo che qualche ragazza voglia venire con me al ballo.>>
Disse scrollando le spalle, cercando di mantenere la calma.
<<Sono sicura invece che qualcuna c'è.>>
Sorrise sua madre. I suoi genitori non sapevano niente del suo orientamento sessuale e non aveva intenzione di dirglielo. Suo padre era molto ferreo su questo argomento e rischiava di essere cacciato di casa. Sospirò e continuò a mangiare in silenzio. Dopo un po' parlò.
<<Comunque, volevo chiedervi se stasera potevo andare a dormire da Ariana. Ci sará anche Harry.>>
Chiese guardando prima il padre e poi la madre.
<<Certo.>>
Proferì suo padre guardandolo e sua madre annuì, sorridendo.
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Ormai era sera e Louis aveva deciso di uscire con Cameron e Victoria. Infondo il suo amico aveva ragione: uscire un po' gli avrebbe fatto bene.
<<Dove stiamo andando?>>
Chiese Louis, che teneva la testa poggiata sul finestrino della macchina di Cameron, mentre quest'ultimo guidava. Victoria era seduta sui sedili posteriori.
<<Andiamo da Dino's a mangiare una pizza e poi si va ad un pub, mh?>>
<<Oh sì, credo sia un'ottima idea.>>
Sorrise Victoria guardando Louis.
<<D'accordo.>>
Mormorò quest'ultimo, guardando fuori dal finestrino.
Arrivarono alla pizzeria dopo una decina di minuti. Scesero dalla macchina dopo averla parcheggiata ed entrarono nel locale, cercando un tavolo libero.
Anche la cena passò e i due cercarono di far distrarre Louis da tutti quei pensieri che tormentavano la sua mente. Uscirono dal locale e Cameron sorrise leggermente.
<<Allora, a quale pub si va?>>
Chiese guardando Victoria, per poi spostare lo sguardo su Louis che fece una smorfia.
<<Ragazzi, vorrei tornare a casa.>>
Mormorò guardandoli. Victoria si avvicinò lentamente.
<<Ma come? Non vuoi venire con noi?>>
<<Sono un po' stanco, davvero. Sará per la prossima volta.>>
Disse. Cameron sospirò.
<<Va bene, come vuoi. Dai, ti accompagnamo.>>
Proferì aprendo la portiera della sua Opel Kadett rossa, ma Louis lo fermò.
<<No no, vado da solo. Voglio farmi una camminata.>>
<<Sei sicuro?>>
<<Sì, state tranquilli. Ci vediamo lunedì a scuola. Passate una buona serata.>>
Si congedò, cominciando a camminare per le strade mezze deserte di Nevada City. Erano le dieci e mezza circa e Liam era appena uscito di casa per andare da Ariana. Teneva uno zainetto sulle spalle che conteneva il necessario per dormire. Teneva lo sguardo basso mentre camminava. Quando lo rialzò si bloccò immediatamente. Un tizio era davanti a lui. Lo stesso tizio che gli era andato addosso un paio di mesi prima e lo stesso tizio che aveva cercato di aggredire Ariana. Liam rimase in silenzio. Non sapeva cosa fare, aveva paura.
<<I-io...io dovrei passare.>>
Sussurrò nervosamente cercando di sorpassarlo, ma il tale lo bloccò, afferrandolo il colletto della giacca di Liam che sobbalzò.
<<Ti prego, ti prego. Lasciami stare.>>
Lo supplicò impaurito. Lo sconosciuto rise leggermente alzando un pugno in aria, pronto a scagliarlo contro il viso del ragazzo. Louis, che si trovava a pochissimi metri da loro, alzò lentamente lo sguardo da terra guardandosi intorno. Riconobbe subito la voce di Liam e si avvicinò.
<<Ti prego, non picchiarmi.>>
Mormorò Liam strizzando gl'occhi.
<<Che diavolo pensi di fare?>>
Disse Louis, comparendo dietro le spalle del tizio. Quest'ultimo si girò, guardandolo.
<<Lascialo stare. Si può sapere chi sei? Cosa vuoi?>>
Chiese Louis, avvicinandosi di più. Lui non parlava, lo guardava e basta. Stava per tirare un pugno a Liam ma Louis si affrettò a spingerlo per non farlo colpire, ritrovandosi in un attimo con il naso sanguinante. Liam non si rese conto di quello che successe, era troppo spaventato. Ma vide Louis ricevere quel pugno e si rialzò velocemente da terra. Anche Louis tirò un pugno al tale e finirono per picchiarsi, di nuovo.
<<Basta. Basta!>>
Urlò Liam cercando di separarli. Si rialzarono da terra e Louis tirò un pugno così forte al suo avversario, da farlo cadere a terra. Quest'ultimo si alzò e corse via.
<<Fanculo.>>
Borbottò Louis, portandosi una mano sul naso che sanguinava.
<<Stai bene?>>
Chiese Liam avvicinandosi con aria preoccupata. Louis annuì lentamente, guardandolo.
<<Sì, sto bene. Tu? Ti ha fatto qualcosa?>>
Chiese.
<<Sì, io sì. Grazie. Perché lo hai fatto?>>
Chiese piano e Louis lo guardò negl'occhi, rimanendo in silenzio per un po'.
<<Non lo so.>>
Sussurrò, deglutendo appena. Distolse lo sguardo e continuò a camminare verso casa a passo veloce. Liam rimase a guardarlo mentre si allontanava. Era così strano Tomlinson...

This Our Little Secret ||Lilo Paynlinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora