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«Ma parlami anche un po' di te.» chiese per la prima volta Jimin guardandola con quei suoi begli occhi scuri come il cioccolato.

«Bhe, come sai non ho più genitori e non ho nessun ragazzo. Sempre stata single e nessuno proverà per me un sentimento d'amore.» raccontò a breve Min-Young facendo spallucce.

«A me sembra che quel dottor Jung-Su voglia provarci con te.» disse il ragazzo come per indicarlo.

La ragazza si mise a ridere di gusto sentendo questa affermazione ovvia.

«Lo sempre saputo irrealtà, ma nel mio profondo del cuore non lo amo. Né in passato, né adesso e né in futuro. Solo come buon amico.» raccontò sinceramente.

«E allora chi ti piace? O che tipo ti piacerebbe incontrare?» chiese di nuovo Jimin un po' chiacchierano.
Sembrava molto importante questa domanda per lui, infatti la ragazza lo trovò un po' strano e un po' cambiato Jimin. Insomma era diventato più amichevole e parlava sempre di più. Era felice però, molto. Finalmente aveva qualcuno con cui parlare in casa.

«Diciamo per adesso nessuno, ma mi piacerebbe un ragazzo gentile, romantico, sorridente, simpatico, misterioso e che mi faccia sempre avere la voglia di parlare molto con lui anche se le domande sono strane e tutto.» rispose per la millesima domanda di Jimin ben volentieri.

«Vedrai che lo troverai. Adesso è meglio finire di mangiare.» prese le bacchette e finí di mangiare il riso.

Min-Young lo guardó incantata dal suo fascino misterioso, ma allo stesso tempo dolce.
Sentiva il cuore più aperto con lui e questo era molto positivo.

Non sapevano che venivano spiati da Jung-Su stesso, che era seduto dietro di loro.

Dalla rabbia spezzòle due bacchette.
Gli occhi erano due fuochi ardenti che bruciavano di odio puro.

Tornarono al lavoro, dove Min-Young camminava per i corridoi con in mano una cartella clinica seguito da Jimin. All'improvviso vide delle infermiere correre di fretta a prendere una barella, questo significava che c'era un emergenza.
La ragazza corse fuori, dove c'era l'ambulanza che tirava fuori un paziente tutto sanguinato.
Min-Young si avvicinó a una delle infermiere per chiedere l'accaduto.

«Cos'è successo al paziente?» chiese la ragazza.

«È stato investito da un auto. Dobbiamo subito chiamare un chirurgo.» rispose l'infermiera molto nervosa.

«Io sono la dottoressa Kim Min-Young. Posso fare io l'operazione.» disse la ragazza seguendo nell'area chirurga.

Jimin non la seguí più, anzi restò lì impalato con gli occhi vuoti, gli tremavano le mani. Era come se avesse paura di quella scena che aveva visto.
Quel sangue, dolore, utile, lacrime....ciò sembrava il suo passato doloroso.

Min-Young si cambió in fretta e mise i guanti di lattice.
Entró dentro alla stanza e cominció ad operarlo.

Il tempo passava e finalmente dopo tre ore uscí fuori la giovane fanciulla buttando la mascherina e i guanti di lattice per poi accorgersi che c'era Jimin seduto, privo di anima.

Min-Young andò a cambiarsi per poi andare dal ragazzo con due lattine di caffè freddo.
Mise una lattina fredda sulla guancia del ragazzo e subito si risveglió.

«Cosa stavi pensando?» chiese dando la lattina e sedendosi accanto a Jimin.

«A niente.» rispose guardando un punto non preciso del pavimento.

«Non ti credo. Dai raccontami cosa ti prende.» disse di nuovo la ragazza bevendo un sorso.

«É difficile da spiegare il mio passato. Se te lo dicessi non saresti più così felice, anzi saresti in pericolo.» spiegò..

ʸᵒᵘ'ʳᵉ ⁿᵒᵗ ᵃ ᵐᵒⁿˢᵗᵉʳ ✓Onde as histórias ganham vida. Descobre agora