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Min-Young era appena tornata dal lavoro presto.
Perché? Era Natale. Avrebbero passato un bel Natale insieme.

Jimin era in camera sua a preparare un pacchetto, mentre Min-Young proprio in quel momento bussó alla porta.
«Jimin, ci sei?» chiese dall'altra parte della porta.
Jimin come un razzo nascose il pacchetto sotto il letto e aprì la porta alla fanciulla.
«Sì? Hai bisogno di qualcosa?» disse il ragazzo con il fiatone.
«Andiamo fuori per fare una bella cena, no?» rispose come se fosse la cosa ovvia.
«Ah già. Allora andiamo.»
«Si si ma almeno cambiati.» disse Min-Young ridendo sotto i baffi, visto che Jimin indossava ancora il suo pigiama da notte.
Jimin si guardò i vestiti e si grattò la nuca.
«Ah già!» le fece un sorriso imbarazzato mentre continuava a grattarsi.

Si cambió veloce e scese giù con la sciarpa rossa e i guanti regalati da Min-Young.
«Su andiamo.» esclamó la giovane fanciulla che lo prese per il braccio, stranamente fece un gesto così. Mentre Jimin aveva le mani in tasca per il freddo, nonostante indossava i guanti, che rimase sopresa da quel gesto inaspettato.

Presero il taxi per avviarsi in un ristorante per festeggiare un felice Natale.

Entrarono nel ristorante prenotando un tavolo per due.
I due giovani appoggiarono le loro giacche pesanti sullo schienale della sedia. Jimin lo tolse per primo e subito spostó la sedia, facendo sedere Min-Young.
«Che fai Jimin? Che galante che sei oggi.» aggiunse anche una piccola risata.
«Tutti gli uomini fanno così per una fanciulla.» rispose sedendosi anch'esso.
Erano tutti e due vestiti eleganti. Jimin una camicia bianca accompagnata da una giacca nera di cotone e un paio di pantaloni neri attillati. Invece Min-Young un vestito non tanto lungo di colore celeste chiaro accompagnata da una pelliccia bianca.

«Desiderate signori?» chiese la cameriera con un blocco in mano.
«Per adesso dobbiamo ancora decidere, ci porti solo due tazze di cioccolata calda.» rispose Min-Young guardando Jimin.
«Certo, signorina. La prego di attendere.» e così se ne andò.

«Cioccolata calda? Adesso? Non ti sembra un po' troppo affrettato?» chiese ridendo con i gomiti appoggiati sul tavolo.
«Se non la volevi bastava dirlo, adesso chiamo la cameriera, ok?» rispose apposta.
Jimin subito la fermò.
«No no, io amo la cioccolata calda, quindi non dici niente alla cameriera.»
A questa reazione fece ridere la giovane dottoressa seguita da Jimin che mostrava i suoi denti bianchi come la neve.

«Ecco a voi la cioccolata calda. Buona degustazione signori.» disse la cameriera di prima, appoggiando due tazze grandi di cioccolata fumante.
«Assaggia questa cioccolata, é molto più deliziosa di quelli che  mangi sempre.» disse Min-Young prendendo un piccolo cucchiaio da cappuccino.
«Va bene signorina.» rispose Jimin facendo battute di tutti i tipi.
Prese anch'esso il cucchiaio e assaggiò un boccone.
«Mh...molto buona, ma secondo me é più buona se lo fai tu. Sei brava in cucina.» commentò.
A quelle parole arrossì di brutto.
«G-grazie Jimin, sei davvero un amico.»
A quella parola il ragazzo sentì una fitta di tristezza, non sapendo il perché, ma non lo fece notare coprendolo con il suo bellissimo sorriso.

Ordinarono manicaretti deliziosi mentre facevano anche battute, sempre sommersi dalle risate.

In un attimo Jimin per sbaglio fece cadere la forchetta per terra e come reazione si inchinó per raccoglierla, ma vicino alla forchetta vide dei tacchi rossi fermarsi proprio lì.
Alzó gli occhi per vedere chi era e vide l'ultima persona che voleva vedere dopo gli scienziati del laboratorio.
«Ciao, Jimin. Da quanto tempo.» disse Lilu, nonché la ex ragazza di Jimin.
Min-Young smise di ridere e mangiare posando le posate sopra il piatto per guardare la situazione che ovviamente non capì.
«Lilu......già da quanto tempo.» sospirò pesantemente.
Lilu fece un sorriso mentre lui rimase impalato, non azzardó una parola.

Presero un altro tavolo per due, solo per Jimin e Lilu per parlare, mentre Min-Young mangiava da sola e le capitava di fissarli da lontano dal suo tavolo.

«Mi sei mancato tanto Jimin, sai? Eri stato il mio miglior ragazzo.» disse la ragazza con la frangia davanti gli occhi che sorrideva con quelle labbra rosso fuoco, dovuto al trucco.
«Ah...grazie del complimento. Sai, sei cambiata molto. Prima non ti truccavi così pesante, adesso sei più....» non trovó una parola esatta per definirla.
«Bella!?» esclamó sorridendo.
«No, più strana.» replicò guardandola male.
Lilu abbassó la testa e sparì quel sorriso insopportabile di prima.

«Be come stai?» chiese Lilu ritornando a sorridere, ma non troppo.
«Alla grande, rispetto a prima. Sai, i questi anni ho avuto un periodo orribile, dopo scappato da questo brutto periodo la prima persona che volevo vedere a costo di vita eri tu, ma poi mi hai lasciato perché non ero abbastanza per te, non ero più attraente e perché non potevo comprati cose che volevi. Sono ritornato da quel brutto periodo e intrappolato.
Cioè, mi hai lasciato perché non ero più attraente?! Quindi ti metteresti con il primo belloccio che ti passa davanti!? E poi perché non avevo soldi!? Mi hai preso per scemo o cosa!? Ti sei innamorata pensando che io fossi ricco!? Tu volevi ricchezza e bellezza, non il vero amore. Tsk! Lo sai che i miei sono morti? Per colpa di un momento di assoluto inferno che dei pazzi mi ci hanno mandato con forza e per bellezza mi hanno anche ucciso la famiglia. Dopo un bel po' di tempo sono scappato da quell'inferno, non avevo una casa e per giunta era dicembre che nevicava. L'unica persona che mi pose un aiuto è lei.» indicò con lo sguardo Min-Young che mangiava senza accorgersi che la stavano indicando con lo sguardo.
Lilu si giró e la guardò mentre il suo sorriso fastidioso svanì già da un bel po'. Si rigiró guardando in faccia il ragazzo.
«Mi spiace tanto Jimin, tanto tanto. Non potevo farne almeno, avevo bisogno di un uomo ricco, non volevo continuare a vivere da povera e presa in giro da tutti.» disse Lilu facendo una faccia penosa per far intimidire Jimin, che fece una risata ironica.
«Senti, quello che hai fatto sarà sempre sbagliato. Non mettere come scudo il tuo passato che era proprio la povertà, perché le azioni sbagliate si ammettono, non si mette in mezzo il tuo passato povero per difendere se stessi. La povertà è una cosa seria, non puoi utilizzarla a tuo piacimento, è come se lo hai pigliato in giro. È egoismo e essere codardi davanti alle azioni sbagliate compiuti.» replicò di nuovo guardandola di disgusto.
«Io.... sì, hai ragione Jimin. Ti do tutta la ragione del mondo, mi scuso per le azioni compiute, ma ormai sto con un uomo ricco e mi ha dato tutto e vorrei essere felice.»
Il ragazzo sospiró e mise la mano sulle tempie per massaggiarle.
«Fai come vuoi, basta che sei responsabile delle tue scelte.» disse con tutta la calma.
Lilu sorrise e annuì.

«E la collana?» chiese ancora.
«Credevi davvero che lo porti ancora dopo tutto quello che tu mi hai fatto!? Patetica. Sarà già nell'Oceano Atlantico.»
«Ah....certo hai tutta la ragione per farlo. Mi dispiace.»
Jimin sbuffó rumorosamente.

«Senti, ma cosa intendevi prima con periodo brutto o inferno che ti ci hanno portato dei pazzi?» chiese incuriosita.

Jimin alzó gli occhi e la guardò in faccia.
«Non ti importa. Mi spiace ma non hai diritto di saperlo Lilu, quindi non te la prendere se non te lo dico, comunque è un posto dove mi hanno cambiato in un mostro.» rispose, non andando oltre.
«Non sembri cambiato in un mostro, anzi....sei diventato più sexy Jimin.» sussuró l'ultima frase passando al tono da ragazza normale a ragazza oca.

Jimin era schifato dalle parole di Lilu che non volle rispondere.
«Sai, ci avevo pensato quando ti avevo appena rivisto qui....e mi chiedevo se volevi ritornare con me.» chiese sempre a da tono oca.
«Eri cambiato molto, intendo che adesso guardati....sei un perfetto ragazzo sexy e io voglio essere tua. Mi vuoi?» gli prese la mano,ma subito Jimin la scansò.
«Pft! Tu sei davvero cambiata molto Lilu. Sei diventata un vera e propria lurida e gallinella di una discoteca. E non parliamo del tuo aspetto, sei davvero inguardabile. Hai già il tuo bel riccono a cui può farti suo. Quindi evapora!» detto questo si alzó e avanzò di qualche passo, ma la voce della sua ex lo fermò.
«Tu sarai mio!!! Nessuno adesso può resistermi, soprattutto tu Park Jimin.» disse quasi urlando, anch'essa si era alzata.
«Tsk!» sbuffó senza guardarla in faccia.
Continuó a camminare in avanti per ritornare al tavolo dove c'era ancora Min-Young che smise già da un bel po' di mangiare.
«Ehi Jimin...» senza finire la frase che la prese per mano e uscirono dal ristorante.
«Ma Jimin!! Che succede?» disse mentre seguiva a fatica la velocità di passi del ragazzo con i tacchi.

ʸᵒᵘ'ʳᵉ ⁿᵒᵗ ᵃ ᵐᵒⁿˢᵗᵉʳ ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora