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Jimin e Min-Young stavano aspettando che Jung-Su andasse a prenderli con la macchina.

«Arriva o no il dottore?» chiese ironico Jimin un po' irritato.

Min-Young lo trovò così strano quella mattina. Era da un bel po' che faceva così, anzi dal giorno prima.

«Jimin.... perché fai così? Mi sembri diverso....È successo qualcosa? Dimmelo se te la senti.» si mise affianco a lui, ma lui come risposta si allontanó di un passo.
«Niente di che tranquilla....Sono solo un po' pensieroso, niente di grave.» mise le sue mani nelle tasche della giacca.
«Non mi sembr-» non finì che venne interrotta da un clacson.

«Min-Young.» chiamó Jung-Su al volante della macchina.
«Ma ciao ragazzi.» salutò anche Hannalee nel posto davanti affianco a Jung-Su.
«Ciao, a voi....Dai Jimin mettiamo le valigie nel cofano posteriore.
«Lasciatevi aiutare da me.» disse Jung-Su che uscí dalla macchina e aiutó Min-Young con le valigie.

«Pft!» sbuffò Jimin mettendo l'ultima valigia e si sedette nei posti posteriori con Min-Young.

«Mettetevi comodi che sarà un viaggio un po' lungo....Vuoi da bere Min-Young?» e rivolse lo sguardo alla fanciulla aggiustando lo specchietto.
«No no grazie. Sei molto gentile.» rifiutó gentilmente.

Jimin roteó gli occhi e non aprì più bocca fino alla fine del viaggio verso la montagna.

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Finalmente arrivarono davanti all'hotel della montagna.

Entrarono con i loro bagagli e si registrarono alla reception per avere quattro camere vicine, infatti fu così.

Presero le loro chiavi e posarono i loro bagagli nelle loro rispettive stanze.

Jimin voleva togliersi i vestiti per fare una bella doccia dopo un lungo viaggio, ma si fermò proprio alla sciarpa rossa che avvolgeva il suo collo.

La annusò e aveva proprio l'odore di Min-Young, di un campo di fiori profumati.....era come sentire l'estate sulla pelle.

Continuó ad odorare la profumata sciarpa.

Mentre Min-Young ordinava le cose, si fermò per guardare l'orologio sul polso, quello che gli aveva regalato Jimin.
Era stato così dolce per fargli ricordare a che ora deve ritornare a casa.

Mise l'orologio al polso al petto, tenendolo ben stretto e sorridendo.

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«Adesso comprendo tutto....» fece il ragazzo lasciando la sciarpa al suo collo e guardando fuori dal balcone con il freddo che gli stava congelando il viso.

«Io ti amo Min-Young, anche se non lo ammetto.» e quella fu la risposta a tutto, ma aveva paura di metterla nei guai, però....il suo cuore gli ordinava di amarla e conquistarla.

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Si ritrovarono tutti al bar dell'albergo, pronti per sciare.

Vedendo arrivare anche Min-Young cioè l'ultima persona che aspettavano si alzarono, ma Jimin non la guardò, faceva di tutto pur di non guardarla.

Lei ci rimase molto male a quel gesto da parte sua.
Non si era mai comportato così.
Era preoccupata per lui.

«Andiamo, Min-Young?» chiese Jung-Su mettendo un braccio sulle spalle di Min-Young.
«S-si.» così seguì Jung-Su fino alla pista da sci.

Jimin era infastidito da quel tocco, ma non poteva pretendere molto visto che era colpa sua.
Era lui che stava trattando male l'unica persona che gli voleva bene.

ʸᵒᵘ'ʳᵉ ⁿᵒᵗ ᵃ ᵐᵒⁿˢᵗᵉʳ ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora