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Il bimbo venne portato nella sala operatoria e continuava a sorridere a Min-Young, a sua volta gli sorrise.

«Buon lavoro, Topolina.» disse il bimbo sorridendo.
«Grazie, piccolino. Farò del mio meglio per te. Adesso ti inietterano il sonnifero, così dormirai per un po' d'ore e io faccio il mio lavoro, ok?» fece Min-Young accarrezandogli la mano.

Lui annuì.

Era davvero una bambino tanto coraggioso.
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Min-Young passarono ore e ore nella sala operatoria per operare il suo piccolo Topolino.

Finalmente finì l'operazione.

Uscì dalla sala togliendo finalmente la mascherina per respirare un po' d'aria fresca, anche la cuffietta dei capelli e per finire buttò i guanti di lattice sporchi di sangue nel cestino.

Subito una signora e un signore si fiondarono su di lei.
«Come sta mio figlio?» chiese la madre del piccoletto un po' agitata, che prese la camicetta verde di Min-Young e la strinse.
«Stia tranquilla, signora. Ormai vostro figlio sta più che bene. Si sveglierà tra qualche ora. Potete già incontrarlo nella sua stanza, sezione dei bambini.» fece Min-Young sorridendo serena ai genitori di Topolino e indicando la sezione dei bambini.

«La ringrazio infinitamente dottoressa Kim.» si inchinò il padre per correre verso la camera del loro adorato bimbo.

Vedendo la famiglia di un bimbo malato, ormai non più, era davvero bello. Era gelosa degli altri, che avevano i genitori, invece lei li aveva già persi da molto tempo.....aveva vissuto in una casa vuota per anni, ma almeno aveva Jimin al suo cuore e sperava in tutti i modi che non se ne sarebbe andato, sennò il suo cuore si sarebbe spezzato in mille frantumi.

Min-Young restò lì alla porta a spiare Topolino che sorrideva ai genitori felice.....si era già svegliato a quanto pareva.
Il suo sorriso era così contagioso che fece sorridere anche lei stessa.
Lasciò da soli la famiglia ormai felice e se ne andò soddisfatta del lavoro e di aver ottenuto un bellissimo sorriso felice da quel bambino.

Guardò un momento l'orologio sul polso che gli aveva regalato Jimin e sorrise sul fatto che era l'ora di tornare a casa, sennò lui le avrebbe fatto una romanzina.

Così si diresse nei spogliatoi e si cambiò.Mise la giacca e prese la borsa, ma quando arrivò al balcone del piano terra incontrò per puro caso Jung-Su avvicinarsi a lei.

«Vai così di fretta? Solitamente tu finisci dopo il turno richiesto....e alla fine resti tutta la giornata in ospedale.....per quel Park Jimin vero?» parlò per primo Jung-Su facendo un sorrisino. 
Min-Young era veramente delusa quel giorno da Jung-Su; un ragazzo alla cui  considerava un amico speciale, ma invece l'aveva delusa profondamente al cuore.

«Jung-Su.....oggi non ho proprio voglia di parlare con te. Hai già detto abbastanza se non erro. Adesso voglio solo andarmene e dimenticare tutto quello che hai detto. Mi hai veramente deluso Jung-Su....credevo che fossimo amici, invece sei un ragazzo qualunque che si può trovare per strada. Spero che ritornerai come il solito e vecchio Chu Jung-Su. Adesso scusami, ma devo proprio scappare.» detto questo uscì dal portone dell'ospedale senza aggiungere un'altra parola in più per il dottore Chu.
Quest'ultimo si voltó per guardarla allontanarsi.

«Vedrai che mi apparterrai.... molto presto, questione di poco tempo mia cara Min-Young, la mia donna.» sussurrò senza farsi sentire da qualcuno dell'ospedale.

Min-Young, prima di prendere un taxi e andare da Jimin, si fermò davanti a una pasticceria di dolci.
Vide dei bellissimi maffin con la panna di vari colori e decorazioni vari.

ʸᵒᵘ'ʳᵉ ⁿᵒᵗ ᵃ ᵐᵒⁿˢᵗᵉʳ ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora