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Min-Young era in cucina che preparava la colazione, mentre Jimin dormiva ancora stringendo il cuscino a sé.

Aprí un occhio e anche l'altro notando che era già mattina.
Si strofinò un occhio e si avviò in bagno a farsi una doccia.
Aprí il getto d'acqua e ripensó a quello che era successo ieri. Era molto preoccupato, soprattutto per la dolce Min-Young.

Si mise l'accappatoio bianco e si cambió per poi scendere di sotto.

La fanciulla sentí i passi e capì chi era.
«Ti sei svegliato Jimin?» chiese mentre metteva del sale nella padella.
«S-sì.» rispose grattandosi la testa, mettendo di poco in disordine i capelli corvini.

Prese i piatti e li appoggiò sul tavolo per poi avvicinarsi bruscamente a Jimin.
Subito il ragazzo sgranò gli occhi.
«Allora ieri notte cos'è successo?» chiese Min-Young avvicinandosi in punta di piede per raggiungerlo in faccia.
Jimin raccurvò all'indietro la schiena per non toccare il viso di lei con il suo.
«Cosa intendi?» chiese facendo finta di niente.
«Tu non me lo dici giusta!! Ieri eravamo sull'autobus e due uomini ti volevano prendere, poi uno di loro ha preso una pistola, io mi sono messa davanti a te chiudendo gli occhi e poi quando li riapro sono a casa mia e ti vedo per terra dormire. Che cosa significa Jimin? Tu ne sai qualcosa, giusto?»
Il ragazzo stette zitto per qualche secondo.
«I-io...n-non....» riuscì solo a dire, ma al pensiero di non vederla più e scoprendo che egli stesso era un mostro, non se la sentiva, ma ormai lei l'aveva visto e non era di sicuro ceca.
«Io....» parlò, ma venne interrotto dalla ragazza che gli mise il dito nelle labbra per non farlo parlare.
«Shhhh.....se non vuoi, non sei obbligato. Io mi fido ciecamente di te, quindi quando sarai davvero pronto io ti ascolterò e mi fiderò sempre di te Jimin! Metti in testa questo, ok?» disse, ancora con il dito sulle sue morbide labbra carnose e morbide.
Jimin si stupì ancora di più di questa splendida ragazza.
«M-Min...» non finì che il ragazzo cadde all'indietro non riuscendo a reggere la sua posizione incurvata e il peso della fanciulla, seguito dalla ragazza che aveva ancora la mano sulla sua bocca.

Caddero.

La ragazza sopra al ragazzo, mentre la mano di Min-Young copriva la bocca di Jimin e le sue stesse labbra finirono appiccicati nella mano stessa sulla stessa posizione del ragazzo.
Era una specie di bacio, ma non labbra contro labbra.

Si fissarono intensamente, e solo in quel momento si accorsero di quanto fossero attratti come due calamite.

«Ehm....» emette Min-Young per poi ritirare la sua mano e le sue labbra da Jimin.
«S-scusa Jimin. N-non volevo.» disse di nuovo dall'imbarazzo, infatti mise le maniche della felpa in faccia per coprire il rossore.
«Non fa niente. Mangiamo?» si avvicinò bruscamente a Min-Young e la guardó con quei begli occhi scintillanti quanto un diamante puro e le sue labbra la chiamavano.
Min-Young lo fissò e deglutí.
Era....bello, anzi molto. Pensava Min-Young arrossendo sempre di più.
«S-sì, mangiamo.» si alzó più in fretta possibile e si sedette.

Jimin la seguì e si sedette di fronte a lei per guardarla.
«P-perchè mi guardi?» chiese Min-Young tenendo la testa inclinata per non far notare il suo rossore.
«Così. Non so cosa guardare più bello di te.» rispose mangiando.

Era un complimento e arrossì tanto tanto.

Dopo aver finito di mangiare smontarono l'albero di Natale con tutte le altre decorazioni, mentre fuori nevicava.

Jimin mise apposto l'albero mentre Min-Young appendeva le palline colorati.

Dopo aver decorato tutto, mancava solo la stella in cima all'albero.
Min-Young si mise in punta di piede, ma non ci riuscì. Jimin la prese per la vita e la alzò .
«C-che cosa fai?» chiese appoggiando le mani sulla sua spalla.
«Non ci arrivi, no? Allora ti do qualche centimetro in più. Dai metti la stella prima che non ce lo faccio.»
Subito si sbrigò per metterlo ed ecco l'albero perfetto e scese giù.
«Grazie Jimin.» ringraziò facendo anche un inchino.
«E per cosa?» rispose sorridendogli. Una parola: "perfetto".

E infine accesero le luci colorate e soffuse.

Uscirono e entrarono in un cinema per guardare un film molto triste, infatti la fanciulla si mise a piangere e si asciugó con un fazzoletto.
«Stai bene?» chiese Jimin alzando un sopracciglio.
«Sì, è solo il film.» e le scese un'altra lacrima.

Era così carina quando piangeva per il film, ma lo era ancora di più quando sorrideva.
Pensò Jimin.

Uscirono dal cinema e camminarono lungo il marciapiede quasi sera, senza aprire bocca.

Min-Young si accorse che c'era un chiosco di caffè al parco.
«Vuoi una cioccolata calda? Vado a prenderlo.» disse per poi andare al piccolo furgoncino correndo tenendo la sua borsa.
Jimin la guardò da lontano; capelli corvini sciolti che volteggiavano delicatamente in aria, mentre correva fino al chiosco.

Jimin si fece scappare un piccolo sorriso, uno di quei sorrisi delicati e sinceri.

Min-Young prese due bicchieri di cioccolata calda, ma davanti apparvero due uomini.
«Ehi bellezza, che ne pensi se ci divertiamo un po'?» chiese uno più basso dell'altro.
«C-cosa volete?» chiese indietreggiando, ma più i due uomini si avvicinavano a lei più ella indietreggiava.
«Tu dici?» rispose il più alto facendo un ghigno, per poi prendergli il polso facendo cadere la cioccolata.
«LASCIAMI!» urló mentre cercava di staccarsi dalla presa.

Jimin che era girato di spalle che la aspettava, sentì la voce di Min-Young e subito si voltò. Vide in lontananza due uomini che la prendevano per i polsi, mentre lei cerca di liberarsi.

Subito corse e sferrò due pugni ai due uomini.
«Brutti luridi, andatevene!!!» urlò Jimin mettendosi davanti a lei.
«Tu, bamboccio...» si rialzarono, pronti per picchiarlo.
«Ehi voi!!! Cosa volete fare!?» urlò una guardia del parco.
«Aish, accidenti.....Andiamocene.» disse il più basso.
I due scapparono e lasciarono stare i due fanciulli.
«Ehi fermatevi!!» urlò la guardia mentre inseguiva i due uomini.

Jimin si avvicinò a Min-Young e la abbracciò, mentre lei cominciava a piangere, bagnando la giacca del ragazzo.
«Shhh é tutto ok....tutto ok...shhh ci sono io adesso.» tranquillizzò la ragazza che singhiozzava.

Min-Young era seduta su una panchina con gli occhi rossi e gonfi per il pianto. Jimin le porse un bicchiere di tè al limone calda.
«Grazie.» disse prendendo il bicchiere.
Anch'esso si sedette sulla panchina.
«Tutto ok?» chiese Jimin guardandola sorseggiare.
«Sì.» rispose secca e continuando a bere il tè.
«Ok. Andiamo in un posto.»
«Mh? Dove?»
«Lo vedrai.» la prese per il polso e la trascinò.

Arrivarono al mare, nonostante il freddo di Dicembre.
Era tutto coperto di neve bianca.
«É bellissimo.» commentó Min-Young aprendo la bocca con stupore e gioia.
«Era il posto dove ho dato il mio primo bacio a lei, ma ormai lei é cambiata.» si rattristò Jimin mettendo le mani in tasca.
Min-Young lo guardò mentre sorrideva amaro.
«Ma ormai lei non é più nel mio cuore. É solo un passato lontano. Adesso la voglio buttare definitivamente.» staccó la collana con le sue stesse mani.
«Jimin....ne sei sicuro?» chiese appoggiando le sue mani sul braccio del ragazzo.
Guardó per l'ultima volta la collana.
«Sì.» buttò il più lontano possibile il ciondolo nel mare e da lì iniziò una nuova vita per Jimin.

Min-Young lo guardó e stava.... sorridendo!
Un sorriso felice e sincero.
«Andiamo a casa.» disse Jimin prendendola per mano.

Lei si stupì del gesto, ma sentiva una bellissima sensazione calda che si lasciò trasportare.

ʸᵒᵘ'ʳᵉ ⁿᵒᵗ ᵃ ᵐᵒⁿˢᵗᵉʳ ✓Onde histórias criam vida. Descubra agora