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Jung-Su voleva assolutamente farlo ritornare da dove era venuto....gli serviva un piano e soprattutto una mano preziosa come quella di Jon.
Voleva Jimin? E lui glielo avrebbe regalato volentieri bello incartato con un fiocco rosso.

Girò per tutto l'hotel, ma la traccia di quel uomo...nessuna.

«Aish! Se non ho il suo aiuto non posso toglierlo di mezzo.» strofinò i capelli dalla seccatura e della poca pazienza presente al ragazzo.

«Dove sarà andato?» si chiese a se stesso guardando ogni posto che trovava nel suo cammino, me non lo trovò ugualmente.

Finì poi in un ristorante per poi mangiare qualcosa, visto che era già l'ora della cena da un pezzo.

Seduto in un posto isolato, vicino alla vista e un tavolo piccolo per soli due persone, ma lui era da solo senza nessuno e quel qualcuno, che tanto amava e che desiderava, non sarebbe stato facile vederla davanti ai suoi occhi vicino a lui sorridere solamente per lui.

«Vedo che provi odio, collera, tristezza e...tradito dall'amore stesso.» disse una voce roca.

Il ragazzo subito si girò e vide di nuovo l'uomo.
«Jon?...Giusto che ti stavo cercando.» disse Jung-Su finalmente felice di averlo scovato, anche se era stato lui stesso ad andare da lui.

L'uomo si sedette sul posto libero e appoggiò il suo bastone.

«Caro giovanotto....vuoi che ti dia una mano a togliere di mezzo il mio esperimento dalla vita della tua donna mh?» chiese alzando un sopracciglio.
«Lei come fa a saperlo?» chiese lui incredulo.
«Tante cose si leggono in faccia e altre...si spiano.» rispose come se la cosa fosse molto evidente.

«Mi avete seguito per tutto il giorno?!» esclamò sorpreso e basito.
«Certo, ragazzo mio. Ho bisogno di Park Jimin, più presto meglio é....e più in fretta avrai la tua amata no?»
«Si, ma non ho un piano...non so cosa escogitare.» quello era il problema grosso per liberarsi di Jimin, ma Jon sorrise come se quel problema fosse solo un giochetto per lui.

«Ovvio che ce l'ho caro dottore, ma non é da metterlo in azione adesso e in questo posto.» sussurrò al giovane ragazzo dando occhiate, che non ci sarebbe stato nessuno a guardarli o, peggio, ad ascoltarli.

«Hai detto più presto meglio é no!? Sarebbe davvero un affare veloce per te. E allora ditemi quando!?» si era stufato di aspettare. Non sopportava che stesse vicino e la baciasse un minuto di più....lui doveva essere al suo posto, era tutto deciso, ma tutto andò in fumo per colpa di Jimin.

«Calmati caro ragazzo...tante cose si fanno bene con pazienza e in posti giusti. Abbi pazienza....ho già il piano perfetto, basta che quando arriverai a casa tua mi chiamerai il più presto che potrai....Il mio numero ce l'hai, quindi tutto sarà perfetto.....E non deludermi.» con questo si alzò e prese il bastone tra le mani per poi andarsene dal ristorante.

Jung-Su accettò di avere ancora pazienza.
Non vedeva l'ora che finisse quella vacanza in montagna per poi cominciare il suo piano per eliminare Park Jimin dalla vista del mondo, rinchiuso dalle mani poco delicate del signor Jon e del suo CHU12.

Era stato davvero un affare grandioso per il giovane dottore innamorato, ma non ottenendo il vero desiderio che si era sognato fin da bambino quando aveva conosciuto Min-Young.

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«Mangia piano piccola.» disse Jimin pulendo il labbro sporco di cibo alla sua ragazza, mentre sorrideva come un abete.

Era indescrivibile le emozioni intense che provava vedere e toccare Min-Young.
E poi il suo sorriso lo faceva diventare matto. Era sempre felice di sapere che la maggior parte era a causa sua se rideva sempre.

Prima di dire qualcosa, ingogliò quello che aveva in bocca e bevette un po' acqua.
«Sai com'è....sono stata dentro in questa stanza per un po' d'ore senza aver mangiato o bevuto più di tanto. Quindi la mia pancia vuole mangiare.» detto quello prese nuovamente la forchetta e ricominciò a mangiare quello che gli avevano portato.

Era bellissima quando mangiava e quando dormiva sembrava un angelo in carne ed ossa scesa dal cielo bluastro vivace.

Sembrava che sia stato destino era il volere di Dio che mandasse Min-Young ad amarlo, proteggerlo ed accettarlo.
Quel primo incontro....quella notte scura gelata che nevicava...era il giorno indimenticabile del loro incontro.

Lui era pieno di cicatrici, e anche in quel momento c'erano ancora purtroppo, ferite che sanguinavano e un freddo da far gelare il sangue.

Tutti che passavano non lo aiutavano, anzi facevano finta di niente lasciandolo al suo destino di morte, ma solo lei era andata a porgergli una mano calda per poi aiutarlo in qualunque modo, nonostante ha saputo la sua identità che lui e tutti lo definiscono "mostro", ma lei era diversa.

«Mi ami davvero tanto Min-Young?» chiese punto in bianco, mentre ancora mangiava. Ma subito si stoppò e lo guardò negli occhi perplessa.

«Certo caro Jimin...ne dubiti anche?!....Io ti amo! Punto! Però adesso sarei un po' impegnata ad mangiare e amare il cibo. Quindi scusami un attimo.» e ricominciò a mangiare.

Jimin rise a causa sua. Gli piaceva tantissimo la sensazione di serenità che aveva grazie a lei.

«Ehi piccola...» la chiamò come se fosse un sussurro.
«Si?» si giró tutta sporca sul labbro e subito Jimin si fiondò sulle sue labbra carnose con il sapore particolare che avevano, che a lui piacevano da fargli scoppiare gli ormoni e far palpitare il cuore a mille.

Si staccò dalle sue buonissime labbra zuccherate.

«Mhhh buone le tue labbra al gusto del tuo cibo che mangiavi....ma ovviamente il piatto principale erano ovviamente le tue dolci labbra rosee come una rosa appena colta dal giardiniere. Sono sempre ottime di loro.» commentò il ragazzo leccandosi i lati della bocca.

Min-Young invece era tutta rossa come un pomodoro che mise una mano sulla bocca, dove lui gli aveva rubato un bacio a sorpresa.

Era già piena di suo a causa del suo bacio troppo pieno di emozioni bombardati. 

«Dai Min-Young non essere imbarazzata...lo faremo spesso sai?» gli fece un occhiolino.
Non riuscì a dire nulla che abbassó il capo dalla vergogna.

Jimin invece se la spassó ridendo della sua dolce faccia leggermente cambiata di un colorito più rosso scuro che sembrava rosso fuoco.

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Passarono in fretta quei giorni di vacanza in montagna che ahimè era il tempo di tornare a casa loro.

In quella montagna proprio lei e lui si erano dati il primo bacio e si erano messi insieme a causa dell'amore.
Ma anche il posto in cui Jung-Su aveva provato il vero significato di odio, vendetta e rancore.....era diventato assetato di vendetta.

Come promesso....ditemi se era di vostro gradimento questo capitolo rispetto al capitolo 17 ^^ alla prossima ❤❤

ʸᵒᵘ'ʳᵉ ⁿᵒᵗ ᵃ ᵐᵒⁿˢᵗᵉʳ ✓Where stories live. Discover now