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«Cosa vuoi insinuare?» chiese Jung-Su un po' seccato dalle parole del ragazzo.
«Che cosa vuoi fare con Min-Young? So alla perfezione che sei innamorato dalla follia fin da piccolo, ma gli stai mettendo nei guai. Perché hai proposto a una ragazza fragile come lei a sciare a quell'altezza? Lo sai più bene di me che non sa sciare.» rispose Jimin spiegando tutto quello che voleva buttare fuori.
«Io non volevo farle del male, anzi volevo aiutarla, ma non immaginavo che sarebbe successo una cosa del genere.» si giustificò lui.
«Sei un dottore! Dovresti essere abbastanza intelligente da capire! Mi dà fastidio che lei si é fatta male perché tu gli hai proposto di fare questo e quello. Sai più di me che é molto testarda, avrebbe accettato qualsiasi cosa.»
«Per caso....ti piace Min-Young?» capì che la sua reazione era troppo grande per essere solo un amico semplice, ma bensì si era innamorato della ragazza alla cui anch'esso aveva una cotta da anni.
«Sí...posso essere solo sincero. Mi piace non sai quanto Min-Young! É l'unica persona che mi ha accolto e mi ha dato qualcosa.» rispose.
«Sí, il cibo, vestiti e una casa. Questo non é amore caro Jimin, è essere grati.» spiegò Jung-Su.
«Non capisci. Io non intendevo questo. Intendo che mi ha accettato perché sono io nonostante in questi pochi anni ero cambiato, mi ero rinchiuso in una cupola, ma lei mi ha fatto uscire da lì! Mi sorride sempre, in qualsiasi momento, la prima persona che mi parla con il cuore e si fida di me. Mi ha fatto aprire di nuovo gli occhi. Mi fa sentire bene lei, mi fa esplodere il cuore. Questo se non é amore non é nient'altro che sempre amore.» spiegò lui con convinzione dei sentimenti che provava per lei.

Jung-Su non sopportava l'idea che avesse un rivale in amore. Avrebbe tolto di mezzo qualsiasi ostacolo.

«Senti....voglio che ti metti in testa che lei mi appartiene! Sono arrivato prima io e la conosco sicuramente da più tempo di te. Quindi fatti da parte....sennò.....» lo prese per il colletto.
«Finirai in grossi guai caro Jimin. Hai pulito bene le orecchie? E hai sentito tutto tondo e chiaro?» voleva toglierlo già di mezzo.
«Nei tuoi sogni vecchio rimbambito!» rispose acido e lo scansò con violenza.

Jung-Su lasciò la presa e lo fulminò con gli occhi pieni di rabbia.

«Brutto bastardo!» e gli diede un pugno in faccia.
Jimin si rialzó guardandolo minaccioso.
«Non sapevo che i dottori picchiassero.» e restituí il pugno.

Si toccó il labbro e uscì del sangue.

«Tu! Brutto nanerottolo!» lo prese di nuovo per il colletto.

«CHE COSA FATE!?» si intromise Hannalee facendo staccare Jung-Su da Jimin mettendosi in mezzo tra di loro.

«Ma dico, siete impazziti!?....Volete fare una rissa in hotel!? Che cosa vi siete bevuti in testa!?» sgridó la ragazza mettendo le mani nei fianchi.
«Chiedilo a quello!» rispose il dottore indicando Jimin con il dito.
«Tsk! É lui che ha voluto la rissa, io volevo solo risolvere la questione a parole. Altro che dottore!» detto questo se ne andò via con le mani in tasca.

Erano rimasti solo Hannalee e Jung-Su che si grattava la nuca dal nervosismo.
«Aish! Che ostacolo però!» si lamentò il ragazzo.
«Senti Jung-Su, mi dispiace che sei nervoso....posso essere solo sincera con te... Min-Young sa che sei innamorato di lei fin da bambini, ma il tuo sentimento non sarà mai ricambiato, perché lei ama Jimin. So che la desideri, ma lei desidera Jimin. Non puoi intrometterti....mi dispiace per te, però capiscili. É una situazione delicata. Non puoi obbligare una persona ad amarti se non ti ama. Spero di essere stata chiara. Ci vediamo dopo Jung-Su.» fece un saluto con la mano e anche lei se ne andò.

Jung-Su era arrabbiato, anzi infuriato, con se stesso e odiava a morte Jimin.
Non voleva cedere così facilmente a lui.
Voleva ottenere a tutti i costi la ragazza che ha amato per tutto quel tempo.

Strinse i pugni e i denti dall'odio.

«L'amore che hai provato più a lungo di lui....é un peccato buttarlo così, ormai é già bello maturo e tu devi solo raccoglierlo ed sfruttarlo. Non é giusto che tu debba essere respinto solo perché abitano nella stessa casa e si conoscono da poco tempo, invece tu l'ha conosci da anni. Non é giusto, non credi giovanotto?» era di nuovo quell'uomo, il capo del CHU12.....con il suo fedelissimo bastone d'argento.

Lui si giró per vedere di chi fossero state dette quelle parole.

«Chi sei?» chiese guardando in cima e in fondo l'uomo anziano.
«Chiamami Jon caro.....Vuoi una mano per conquistare la ragazza che hai sempre amato?»
«C-certo! Ma tu come fai a sapere tutto?» era stranito da lui.
Un uomo così elegante e sofisticato, ma allo stesso tempo metteva timore e malvagità.

«Non é questo il problema caro dottore Jung-Su, io voglio quel ragazzo: Park Jimin. E tu vuoi quella ragazza che sta sempre accanto alla persona che voglio. Ti faccio un favore e tu lo fai a me. Se mi catturi Park Jimin io lo riporterò da dove é venuto e tu potrai stare per sempre con la ragazza. Che ne dici? É un occasione da non perdere per un giovane Romeo come te.» fece un sorrisino che non prometteva niente di buono.
«Potrei, ma dimmi del perché vuoi tanto Park Jimin.» rispose lui con le braccia incrociate.
«Lui ormai non é più al 100% umano giovanotto. Ha poteri sovrannaturali e sai come ce li ha avuti?....Grazie a noi e i nostri test con lui. Era stato catturato qualche anno fa, non di più. É molto importante per il mio esperimento. Se mi aiuti ti darò tutto quello che desideri ragazzo mio. Allora ti soddisfa?»

Il ragazzo ci pensó su.
Se avesse fatto una cosa del genere, abbastanza illegale in certi sensi, e se Min-Young lo verrebbe a saperlo sarebbe stata una catastrofe, ma avrebbe fatto in tutti i modi pur di non farlo accadere. Ci voleva prudenza.
E ancora era basito sul fatto che Jimin aveva poteri sovrannaturali...in pratica non era umano.

«Va bene....accetto!» e strinse la mano a Jon che sorrideva molto soddisfatto della risposta.
«Ti do il mio numero e dimmi quando hai nuove notizie.» diede al ragazzo una striscia di carta bianca con scritto il numero dell'uomo.

Lui lo prese e se lo mise nella tasca della giacca.

«É stato un affare farlo con te giovanotto. Non deludermi.» mise una mano sulla spalla del ragazzo e con l'altra teneva il solito bastone.

Detto quello se ne andò via molto soddisfatto del risulto.

Jung-Su sapeva benissimo che quello che stava aiutando era un pazzo criminale che stava torturando un ragazzo, ma per conquistare il cuore della ragazza alla cui amava da impazzire avrebbe fatto qualsiasi cosa, anche se sarebbe stato commettere un reato grave.

Odiava profondamente Jimin fin dal primo giorno che l'aveva visto all'ospedale insieme a Min-Young, quello sarebbe stato un altro bel motivo per farlo.

Strinse i pugni ben stretti e anch'esso se ne andò per escogitare un piano per catturare Jimin e spedirlo nuovamente alla CHU12.

«Stai molto attento Park Jimin....ogni tuo minuto sarà prezioso per te.» sussuró tra se e se con un sorrisino da brividi.

ʸᵒᵘ'ʳᵉ ⁿᵒᵗ ᵃ ᵐᵒⁿˢᵗᵉʳ ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora