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Gli uccelli cominciarono a cantare di prima mattina e questo fu il risveglio di Min-Young che era guarita.
Si alzò dalle coperte e si accorse che Jimin era stato sveglio per tutta la notte su di lei che si addormentò.

Prese la coperta del suo letto e gliela mise addosso.

Scese giù in cucina. Notando che il frigo era vuoto.
«Aish! Persino il frigo é vuoto accidenti.» e poi tossì per il raffreddore che non era del tutto passato.
Si appoggió sul frigo e tossì fortemente.

«Dovresti stare a letto invece di gironzolare per casa.» disse Jimin che la prese e la fece sedere sul divano.

«Stai bene?» chiese preoccupato toccandole la mano fredda.
Lei annuì e tossì ancora.
«Ti ho svegliato? Scusami.» disse con una voce diversa del solito.
«Scherzi?! Hai fatto bene a svegliarmi, sennò avresti avuto la febbre molto alta.» disse prendendo le sue mani e le riscaldò strofinandole.

Min-Young rimase incantato dal suo gesto e soprattutto da....lui in persona.
Era strano come ragazzo, ma allo stesso tempo troppo dolce e tante altre cose. Fin troppo angelico e bello.

Sorrise mentre Jimin era concentrato nel riscaldarla.

«Ve bene?» chiese alzando lo sguardo in un colpo.
Lei subito distolse lo sguardo e guardò un punto indefinito.
«S-sì, grazie Jimin.» rispose arrossendo.

Lui notando il suo colore rosso sulle guance subito mise la sua fronte tiepida su quella di Min-Young che era bollente e rimase imbabolata da quel contatto.

«Stai scotando Min-Young! Ti senti bene? Ti fa male da qualche parte? Sei rossissima e sei molto accaldata.» fece il ragazzo molto preoccupato per lei.
«N-non é niente. Ho solo un po' di caldo restando a casa. Tutto qui. Fidati. Sono un dottore Jimin.» rispose assicurandolo.
Lui annuì e si rilassò un po' per poi darle la pastiglia e dell'acqua.

Dopo aver preso la medicina la prese per il braccio.

«Oggi stai buona sul letto e niente lavoro, ok?» disse Jimin accompagnandola nella sua stanza tremando dal freddo.
Lei starnutì e gli disse un grazie debole.

Si sdraió sul letto e Jimin mise una coperta addosso ad ella.
«G-grazie davvero tanto, Jimin.» sorrise a quello che lui stava facendo tutto per lei.

Quel sorriso fece saltare un battito al cuore in avanti.
«D-di niente.» rispose arrossendo
e si grattó la nuca dalla vergogna.

«A-adesso vado in camera mia. S-se hai bisogno chiamami.» e uscì dalla stanza.
Min-Young sorrise e si addormentó.

Jimin entrò nella sua stanza appoggiandosi sulla porta con il fiatone e il cuore che accelerava sempre più battiti.

«Cosa mi sta succedendo? Perché pulsa così? Mica sono innamorato di Min-Young!? Non posso amarla, la metterei solo negli guai. Io sono solo un mostro. Un brutto mostro che non può darle la felicità.» disse a se stesso con il cuore che sempre accelerava.
«T-ti prego fermati. Non posso amarla.... non posso. Sicuramente starà con Jung-Su, non io. Non ci sarà mai futuro io con lei.» si sdraiò sul letto a peso morto e cominciò a battere regolarmente, e pian piano chiuse gli occhi per poi cadere nelle braccia della morbida coperta di cotone.

Ormai il cielo era di colore arancione giallo insieme. Il sole stava per tramontare. Questo era il segno che era ora di cena.

Jimin venne svegliato dal suono dei corvi che grignavano fastidiosamente.

Si stiracchió un po' e poi vedendo il sole tramontato si avviò nella stanza di Min-Young che la trovò ancora tra il mondo dei sogni. Sorrise nel vederla dormire così beata e dolce.

Chiuse piano la porta e scese in cucina. Notò che il frigo era vuoto, così uscì fuori per comprare qualcosa al supermercato più vicino a casa.

Prese un carrello e compró alimenti pieni di energia e proteine che avrebbero fatto molto bene a Min-Young.

Corse in fretta dal cassiere e pagò tutto per poi camminare lungo il marciapiede ormai buio dove c'era solo una fila di lampioni neri accessi che illuminavano le strade.

Aveva due buste piene di roba e finalmente arrivò a casa.
Chiuse la porta con delicatezza e notò che non era ancora sveglia.
«Dorme ancora....adesso mettiamoci al lavoro.» rimboccò le maniche e sorrise.

Si mise sulla vita il grembiule. Prese un coltello e cominciò a tagliare il pollo e le verdure.

Fece bollire l'acqua in una pentola e mise tutti gli ingredienti necessari.

Preparó i piatti e i bicchieri sul tavolo e versò il cibo sul piatto e anche dell'acqua tiepida nel bicchiere.

Pronto, aprí la porta della sua stanza e la trovó ancora che dormiva.

Mise la sua mano tiepida sulla sua fronte.
«Mh...sembra che adesso sia sceso.» disse sussurando a se stesso senza svegliarla.

«Min-Young? Svegliati....é ora di cena.» disse per farla svegliare, e quest'ultima si svegliò aprendo uno per uno gli occhi.
«Jimin? Che ore sono?» chiese un po' debole e stanca.
«É ora di cena.» rispose sorridendole come non aveva mai fatto neanche con Lilu in passato.
«Aish! Avrai fame.....Adesso mi alzo e ti preparo la cena, ok?» fece per alzarsi, ma Jimin la fermò e la fece sedere sul letto ancora caldo del suo calore.
«Stai tranquilla. Adesso....» prese la sua giacca di lana che era appoggiata su una sedia e gliela fece indossare.

La prese per mano e la portò sotto in cucina con delicatezza per non farla cadere.

«Adesso mangiamo.» disse Jimin facendola accomodare in una sedia e anch'esso si sedette proprio davanti a lei che sorrideva raggiante.

«Hai fatto tutto tu?» chiese sorpresa indicandolo.
«Perché? Un uomo non può cucinare mh?» alzò un sopracciglio e rise.
Anch'essa cominciò a seguire la sua stessa risata e ci prese gusto.
«É solo che non sapevo che sapevi cucinare così bene, comunque voglio assaggiare la tua cucina. Dovrei essere oronata?» prese le bacchette e lo guardó sorridendo.
«Ovviamente. Adesso mangia e dimmi.»
«Tranquillo, adesso mangio.»

Prese per bene le bacchette e assaggió un pezzetto.

«Jimin.....» fece la ragazza.
«Sì?» rispose volendo sapere com'era il cibo.
«É buonissimo!! Non ho mai assaggiato un maschio che mi ha fatto del cibo di persona. Sono fortunata.» emise anche una dolcissima risata che fece sbalordire Jimin che aprì la bocca.

Il suo sorriso era bellissimo. Una delle sette meraviglie del mondo. Era unica al mando. Nessuno poteva essere più bella e fantastica di Kim Min-Young.
Pensó il giovane fanciullo ritornando successivamente alla realtà.

No! Non posso innamorarmi di lei! Non posso! Sono un mostro! Lei merita di meglio!

Pensó proprio il ragazzo dentro alla testa mettendosi la mano in faccia.

«Ehm Jimin, stai bene? Mica ti ho attaccato il raffreddore!?» smise di mangiare.
«No no, sono solo un po' stanco.» rispose alzando la faccia e le sorrise, lei ricambió volentieri.

Dopo mangiato Jimin lavò i piatti e accompagnò Min-Young nella sua stanza per metterla a nana.
Quando si sdraiò sul letto lo obbligò a andare in camera sua per dormire.
Lui, obbligato, eseguì l'ordine e si mise a letto stanco che subito riuscì a prendere sonno.

ʸᵒᵘ'ʳᵉ ⁿᵒᵗ ᵃ ᵐᵒⁿˢᵗᵉʳ ✓Where stories live. Discover now