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Jimin sentì una voce...quella di Min-Young che lo chiamava.

Lui con malavoglia aprì gli occhi e vide davanti ai suoi occhi, di prima mattina, il suo viso vicino al suo. Per un po' restò incantato finché Min-Young non cominciò a parlare.

«Ehi. Era ora che aprivi gli occhi...dai alzati che andiamo al centro commerciale per comprare gli convenienti per andare in montagna. Ti ricordi che durante le vacanze natalizie dovevamo andare lì, no?.» disse la ragazza facendolo alzare.

Si grattò la testa e sbadiglió.

«Ok, ma ci sono altri motivi logici?» chiese con occhio chiuso ancora impastato nel sonno.
«Il frigo è vuoto, hai bisogno di nuovi indumenti e prendiamoci qualcosa di buono....Sarà una giornata memorabile....Daiii Jimin alzati.» lo prese per il braccio e lo spinse fino al bagno per poi chiuderlo dentro il bagno.
«Adesso preparati e dopo andiamo, ok?» fece Min-Young mentre guardò l'ora sull'orologio del polso, regalato da Jimin, e sorrise per vari motivi.
Voleva passare una bellissima giornata insieme a Jimin.
Avere un regalo fatto da parte sua era davvero unico.
Averlo come migliore amico era fantastico, ma forse il suo cuore voleva provare insieme a lui qualcosa di più.

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Erano all'uscio della porta dove misero le scarpe.
«Andiamo?» chiese Min-Young mettendo a posto la sciarpa che avvolgeva il suo bianco collo.
«Sì.» rispose sorridendole.
Lei notando che non aveva messo bene la sciarpa gliela mise lei a posto senza avvisarlo, che lui fu sorpreso.
Era imbarazzato dalla situazione che il cuore batteva a mille. 

«Fatto!...Su andiamo.»

Che bel sorriso....

Pensó Jimin con il cuore che usciva fuori dal petto.

Lui annuì e chiusero a chiave la casa per poi prendere di nuovo un autobus.

Min-Young ad un certo punto si ricordò quel giorno dove misteriosamente si ritrovò a casa chiudendo solo per pochi secondi gli occhi.....era alquanto strano, ma sapeva che Jimin non l'avrebbe mentita e sapeva per certo che glielo avrebbe detto prima o poi.

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Arrivati lì comprarono già un po' di giubbotti pesanti caldi per fare una bella vacanza in montagna e delle pesanti scarpe da montagna.

Appena usciti dal negozio, sia Min-Young che Jimin sorridevano guardandosi tra di loro, ma quando videro proprio davanti ai loro occhi una sagoma femminile molto familiare il loro sorriso scomparve, soprattutto quello di Jimin.

«Lilu....che ci fai qui?» chiese Jimin sorpreso, ma non interessato più di tanto, con un espressione e voce fredda quanto quell'inverno di dicembre.
«Beh....non posso venire in questo centro commerciale? Non posso venire a comprare quello che voglio? Non posso venire qui per comprare GUCCI!? O tutto ciò che costa caro!?....» si avvicinó pericolosamente a Jimin e a Min-Young con quei tacchi molto vertiginosi.
Jimin mise un braccio davanti alla giovane dottoressa per proteggerla.

«.....Non posso vedere il mio bellissimo ex ragazzo?» continuó la frase, ma sussurando quella frase, sorrisero gentilmente, ma falsamente.

Guardò Min-Young e le sorrise.
«Piacere, io sono Lilu...la ex ragazza di Jimin.» disse Lilu accennando la mano.

Min-Young fece un sorriso molto sforzato; fece per stringere la mano di Lilu, ma Jimin prese il suo polso facendola allontanare da Lilu.....il più lontano possibile.

Fece un sorriso e ritiró la mano guardando per terra per poi rialzare lo sguardo.

«Certo, che caro Jimin, potevi cercare una fidanzata più gentile e educata, sai?» sogghignó Lilu guardandoli con uno sguardo omicidio verso la sua preda.

Jimin si mise davanti a Min-Young e fece una risatina ironica.
«Tsk! Senti carissima Lilu...tu non sei mai stata una ragazza dei sogni di nessuno. Chi ti voleva fare é perché si era drogato in una discoteca e la prima che ha visto, cioè te, se l'ha fatto. Adesso hai una villa, un auto, GUCCI, VERSACE, ne più ne meno......ma tu resterai sempre inferiore a tutte le donne esistenti in questa Terra,..... soprattutto sai molto al di sotto di Min-Young! Più profondo del centro terra.
Adesso piantala di fare la Barbie preziosa e gira il tuo fondoschiena sgradevole con i tuoi tacchi da Arianna Grande! Ok!?....Bene! Vattene! O devo farlo con le cattive Lilu?» disse lui guardandola minaccioso.

Con quei tacchi alti 20 centimetri era più alta di Jimin di tanto.
Lilu era una ragazza molto bassa, più bassa rispetto a Min-Young.

«Pft! Jimin....non mi metti paura solo perché sei un uomo!» lo indicò con il dito.
Voleva sfidarlo.
«Infatti non era mia intenzione, la mia era quella di farti allontanare per sempre da noi il più possibile! Non hai ancora capito? O devo farti un disegnino!?» rispose rude Jimin.

Lilu lo fulminò con lo sguardo, e ovviamente anche a Min-Young che non voleva spiccicare una parola per il semplice motivo che non erano cose sue per poter impicciarsene troppo.

«Sai carissima Min-Young....sei davvero bellissima, che quasi quasi vorrei strapparti il DNA e distruggere la tua bellezza irritante. Ci credi che lo farò?» disse Lilu sorridendo in modo da spaventare chiunque in circolazione.

Lei rimase basita dalle sue parole così.... spaventose.

«Non avere tanta paura, cara dottoressa. Per te é normale vedere gente morire, perdere sangue e tutte cose sanguinose.... Cerca di non fare la loro stessa fine...» così dicendo giró i tacchi e se ne andò finalmente.

Jimin, stressato dalle parole dette a lei, la prese per le spalle.
«Min-Young, non ascoltarla. Ormai é diventata pazza....ti prego, di non ascoltarla o rivolgerla la parola. Va bene?» disse lui molto preoccupato.

Lei guardò i suoi occhi intensi, dove si poteva vedere che dentro giaceva preoccupazione e rimpianti.

«Sì, Jimin. Non preoccuparti. Lo farò certamente....Ma Lilu non era così, giusto?»
«No, ma forse lo é sempre stata. Tutto era una messa in scena quando stava insieme con me.» rispose togliendo le sue mani dalle sue piccole spalle.

Lui si girò dall'altra parte dando le spalle alla ragazza e sospiró.

Rimasero un po' in silenzio, finché Min-Young volle rompere quel silenzio agghiacciante.

Si mise davanti all'improvviso agli occhi di Jimin e gli sorride come faceva sempre.

«Jimin, andiamo a comprare un gelato?» senza lasciarlo rispondere che lo prese per mano e lo portò alla gelateria del centro commerciale correndo.

«Vai piano.» disse il ragazzo seguendola correndo.
Avevano le mani intrecciate....la sua piccola e dolce mano.
«No. Il gelato non si aspetta. Si corre per averlo. Nonostante é inverno, il gelato è a vita!» rispose lei tutta gasata.

Sentendo la sua risposta si mise a ridere.

«Perché ridi? Sono così buffa?»

«Sinceramente sì. Ma sei unica.»

A quelle parole uscite dalla bocca di Jimin, sorrise senza farsi accorgere da lui che, arrossì anche.

Ogni talvolta che lui le faceva un complimento sembrava che avesse un valore inestimabile detto da lui.

ʸᵒᵘ'ʳᵉ ⁿᵒᵗ ᵃ ᵐᵒⁿˢᵗᵉʳ ✓Where stories live. Discover now