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Avevo deciso di tirare pacco a Yixing.
Certo, infatti alle cinque e mezza ero davanti casa sua, maledetto me.
Suonai il campanello e il cinese mise la faccia fuori di casa.

<<Wow non pensavo che volessi vedermi così ardentemente da arrivare perfino venti minuti in anticipo.>> ironizzò.

Non appena entrai capì immediatamente perché aveva mostrato solo la faccia.

<<Scusa, mi stavo facendo la doccia>> si giustificò legandosi meglio quel minuscolo asciugamano alla vita.

<<Ho una richiesta...>>

<<Qualsiasi cosa Jun>>

<<Siccome sono stato assente tre giorni non è che potresti rispiegarmi l'argomento?>>

<<Ovviamente>> rispose sedendosi a terra davanti al tavolino.

<<Non ti vesti?>>

<<Hai paura di non riuscire a concentrarti?>> ghignò.

<<Seh come no.>>

<<Abbiamo detto riconoscimento delle coniche mh? Molto bene>> disse prendendo un pennarello nero dall'astuccio che mi ero portato.

Stavo giusto per rendergli il quaderno quando con orrore vidi che stava scrivendo delle equazioni sul suo petto, così tante da arrivare a coprire tutto il busto.

<<Stai scherzando mi auguro.>>

<<Ho la faccia di uno che scherza?>>

<<Hai la faccia da schiaffi.>> gli rispondo a tono.

<<Avanti, vediamo quanto te la cavi con la matematica genio>> replica infilandomi il pennarello nel taschino della camicia, per poi mettersi seduto appoggiando il peso sulle braccia.

<<La prima è circonferenza...>>

<<Scrivilo. Se sbaglierai ti punirò.>>

Deglutì e feci scorrere il pennarello sulla sua carne, che una volta toccata fu scossa da un leggero tremito.
Continuai a scrivere le coniche sul corpo di Yixing, fino a quando non arrivai all'ultima.

<<Sei scemo? Questa non è una conica.>>

<<E credi che non lo sappia? Hai idea di cosa sia?>>

<<No.>>

<<È l'equazione della mia retta.>> rispose maliziosamente.

<<Cretino!>> sbottai tirandogli un leggero schiaffo sulla guancia.

<<Sei stato bravo Jun, hai indovinato tutte le coniche.. o quasi>>

<<NON VALE NON ERA NEMMENO UNA CONICA!>>

<<Ehi ehi tigre non ti scaldare...>>

Mi avvicino a lui per imprecargli contro ancora una volta, sorpassando la sua gamba. Proprio quando stavo per colpirlo alza la gamba, toccandomi appena con il ginocchio.
Trattengo un verso indicibile e lui se ne accorge sicuramente.

<<Sei proprio sensibile eh?>> sospira mettendosi seduto per poi trascinarmi in un abbraccio <<Jun, guardami..>>

Alzo gli occhi verso di lui, le mie guance si sono arrossate per l'affermazione fatta poco prima.
Notando il mio imbarazzo appoggia una mano sulla mia guancia, facendomi combaciare col suo petto.

<<Non avere paura di me, ok?>>

<<Io non ho paura di te, anzi. Ho solo paura di ciò che potrebbe dire la gente se vedesse tutto questo... insomma sei un professore, hai dieci anni in più di me e pure un figlio, e per di più se gay, cosa può esistere di più sconvolgente?>>

<<Che ti importa? Siamo solo noi due ora>> sussurra mettendomi le mani sotto la camicia.

<<Mi hai ascoltato?>>

<<Si, ho sentito perfettamente.>>

Mi toglie la camicia. Non ho paura di quello che sta per succedere, sono solo spaventato dal fatto che io non voglia reagire, anzi.
Le sue mani sono ora sulle mie natiche, e le stringono per poi trascinarle sopra il proprio bacino.

<<Sei così docile e bello>> sussurra facendomi venire i brividi lungo la schiena <<Mi dispiace quasi rovinare la tua innocenza..>> continua prendendomi il mento tra le dita e assicurandosi che lo guardi negli occhi.

Poi si avvicina e mi da un bacio. Questa volta lo ricambio senza pensarci e lo sento sorridere.
Con lentezza indicibile sbottona i miei pantaloni e li lancia lontano, così come i boxer.

<<La smetti di fissarmi... è imbarazzante.>>

<<Voglio ricordarmi questa immagine di te fino a quando avrò fiato in corpo.>> dice attaccando il mio petto riempiendolo di segni viola.

Aveva usato questo trucchetto per distarmi, perché non mi ero nemmeno reso conto che la sua mano aveva iniziato a muoversi sulla mia intimità, facendo reagire ogni singolo centimetro del mio corpo.
Nascosi il viso nella sua spalla, troppo imbarazzato per guardarlo. Sentì la sua mano scorrermi lungo tutta la schiena fino ad arrivare alla mia testa, che accarezzò tranquillizzandomi.
Quando decise che era abbastanza si ficcò due dita in bocca, per poi infilarle dentro di me, muovendole in senso contrario.

<<Fa.. male..>> biascicai.

<<Lo so, non ti preoccupare, è normale, ti abituerai presto..>>mi rassicurò con qualche bacio.

Continuò fino a quando le dita non vennero sostituite da qualcosa di molto più grosso e doloroso.
Mi morsi fortissimo le labbra per non urlare, mentre qualche lacrima si faceva strada lungo le mie guance.
Yixing rimase fermo per un po', aspettando che mi abituassi alla sua presenza.

<<Puoi andare...>> dissi con un filo di voce.

Lui iniziò a muoversi prima piano, poi sempre più veloce, fino a quando non venimmo entrambi.
Lo abbracciai fortissimo, non volevo più staccarmi da lui, non volevo che nessuno sapesse di questo, dei miei difetti o di qualsiasi altro dettaglio intimo.

<<Sono qui, non me ne vado piccolo>>

Sorrisi a quel nomignolo, mi sentivo davvero piccolo in confronto a lui, sotto ogni punto di vista.

•|Call me Daddy|•  Zyx - KjmWhere stories live. Discover now