Capitolo 17

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"Se camminassimo solo nelle giornate di sole non raggiungeremmo mai la nostra destinazione".

Paulo Coelho

Hayden, Idaho, 1999

«Non mi sorprende. Dietro quell'aria da perfettino ho sempre sospettato che Nick fosse una mina vagante», furono le prime parole di Tamara, dopo che la figlia ebbe finito di raccontarle cosa era successo.

Nick se ne era andato. Aveva tirato fuori la macchina dal vialetto ed era andato via a tutto gas, lontano. O meglio, non proprio lontano visto che era tornato a casa dei suoi genitori. E lì soggiornava ormai da tre giorni. 

Era passato una mattina a prendere alcune cose ma non si erano parlati. Bridget aveva cercato di farlo tornare sui suoi passi, di chiedergli cosa avesse che non andava e di parlare per cercare di risolvere i loro problemi.

Ma Nick le aveva solo detto di aver bisogno di tempo. Tempo per riflettere e capire esattamente che cosa voleva dalla vita, perché ancora non lo aveva compreso. 

Inutile dire che per Bridget era stato un vero colpo al cuore e non si capacitava di come le cose fossero andate a rotoli in così poco tempo.

Sembrava che fino ad un momento prima tutto andava alla perfezione e poi, all'improvviso come una pioggia estiva, tutto era crollato.

«Mamma, non parlare di Nick in questo modo davanti a Lily», la rimproverò, indicandole con la testa la figlia, seduta proprio in braccio alla nonna, intenta a mangiare una fetta di torta.

Lei non aveva sentito, ne compreso a pieno, le parole della donna, ma a Bridget non importava. Non voleva assolutamente che la bambina recepisse messaggi negativi riguardo al padre. 

«Beh, dico solo la verità. Prima ti ha messo incinta...» Tamara si bloccò nell'istante in cui la figlia la fulminò con lo sguardo, intimandole di fare silenzio.

Con un gesto repentino tappò le orecchie della nipote con le mani e continuò: «Dicevo... Prima ti ha messo incinta, ti ha costretto a rinunciare agli studi e al tuo futuro, ti ha recluso in casa, e adesso di lascia da sola».

«Nick non mi ha costretto a fare nulla e tanto meno mi ha reclusa in casa. Ogni decisione presa fin'ora era stata sempre condivisa da entrambi».

«Tranne questa volta, immagino», con quest'ultima stoccata Tamara liberò le orecchie della nipote e, rivolta proprio a lei, le disse: «Perché non vai a giocare sul prato, tesoro?»

Era ovvio che volesse restare da sola con la figlia per poter parlare senza freni  e proprio per questo Bridget avrebbe tanto desiderato tenere la figlia ancora vicino a sé. 

Solo che Lily non si lasciò ripetere due volte la proposta, con uno slanciò scese dalle ginocchia della nonna e corse sul prato, ridendo come una bambina felice.

Ancora non aveva capito che il padre se ne era andato via di casa e perciò non aveva fatto alcuna domanda. Era proprio quel giorno che Bridget temeva più di tutti. 

Perciò rimasta da sola con quella bestia che chiamava mamma, Bridget fu costretta ad ascoltare che cosa aveva da dire.

Con il dito puntato su di lei, Tamara non si lasciò impressionare dal volto stanco e distrutto della figlia e andrò dritta al sodo: «Io lo sapevo che saresti finita come me. Giovane, senza arte ne parte, con una bambina a carico e un uomo fuggitivo... Ti ho messo in guardia ma tu niente, non hai voluto ascoltarmi».

Ormai sembrava un fiume in piena di parole acide, di accuse e "te l'avevo detto" a non finire. A Bridget parve perfino che la madre godesse nel constatare di aver avuto sempre ragione.

Perché a Tamara questo importava più di ogni altra cosa al mondo. Dare alla figlia una lezione di vita che si sarebbe ricordata fino al suo ultimo giorno di respiro. 

«Avresti dovuto darmi retta! Ora ti ritrovi da sola, bloccata in questo buco di paese ad accudire una figlia, senza neanche un titolo di studio... Ma d'altronde, non poteva finire altrimenti, perché tu hai sempre voluto fare di testa tua. Anche a costo di fare un grandissimo errore, sei sempre voluta andare per la tua strada, ed ecco a cosa ti ha portato».

Le sue parole avrebbero dovuto fare male, molto male. Ma in realtà Bridget non provava nulla. Nonostante fosse la donna che l'aveva messa al mondo a dire certe cose, nonostante sapesse che in parte aveva ragione e in parte torto marcio, e nonostante quelle parole avrebbero dovuto toccare un nervo scoperto.

Eppure era insensibile, insensibile alla cattiveria della madre perché il suo cuore era già stato spezzato quella notte, da quelle poche parole pronunciate quasi con vergogna. 

Non faceva altro che ripensarci. Nick aveva dubitato della loro scelta, della loro figlia. E ciò faceva più male di una coltellata al cuore. 

«Tutte quelle belle parole, Bridget, alla fine non valgono niente. Perché in fondo, tu e Nick siete proprio come me e tuo padre...»

Quelle ultime parole, pronunciate con una vena di amarezza, ridestarono Bridget dai suoi pensiero.

Con uno scatto d'ira, si alzò, sbattendo i pugni sul tavolo e facendo sussultare la madre dallo spavento: «Ti sbaglio, io e Nick non siamo come voi».

Questa era la sua certezza, l'unica speranza a cui poteva ancora aggrapparsi.

Perché sua madre non aveva neanche provato ad essere felice. Aveva lasciato che il marito le voltasse le spalle e se ne andasse, senza mai richiamarlo.

Con la scusa che era troppo orgogliosa, si era lasciata scappare l'unica persona che forse sarebbe stata in grado di renderla felice e da quel momento non aveva fatto altro che serbare rancore.

Ma Bridget non era così. Bridget non mollava mai.

Raggiunse la figlia in fretta e la prese in braccio mentre le diceva: «Torniamo a casa, Lily».

«Dove vai? Che cosa hai intenzione di fare?»

Mentre si avvicinava alla strada, allontanandosi quanto più poteva dalla madre, urlò per farsi sentire. 

«Ancora non lo so. Ancora non lo so ma di sicuro non farò come te. Se c'è una cosa che ho imparato nella vita, è che in amore è saggio per me fare tutto il contrario di quello che hai fatto tu».

Tamara non si aspettava una tale determinazione dalla figlia tanto che rimase di sasso nell'ascoltare le ultime sue parole. 

«Io lotterò per noi, e me lo riprenderò».

Let her goWhere stories live. Discover now