Capitolo 38

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"La sconfitta non è il peggior fallimento. Non aver tentato è il peggior fallimento."
George Edward Woodberry

Los Alamos, New Mexico, 2003

Era notte fonda quando si svegliò sentendo il marito tornare a casa.

Vide solo la sua ombra mentre si avvicinava al letto e si sedeva accanto a lei.

«Che ore sono?», chiese con la voce impastata dal sonno.

Jeffrey si voltò a guardarla: «Scusami, non volevo svegliarti».

Dato che non aveva risposto, Maura spostò gli occhi sulla sveglia al led che avevano sul comodino e constato che erano le due di notte.

«Ancora una volta hai fatto tardi», gli fece notare senza però fargli pesare nulla.

Lei più i chiunque altro sapeva che quando suo marito lavorava non c'era niente che potesse fermarlo.

«Non riesco a darmi pace... E comunque non riesco a dormire bene, perciò tante vale che mi Renda utile».

C'era qualcosa nel suo tono di voce che lasciava intendere stesse cadendo in in baratro di disperazione.

Avrebbe voluto dirgli qualcosa, fare qualcosa per alleviare il suo dolore, ma l'unica cosa che poté fare fu posargli una mano sulla schiena.

«Non ci sono novità?».

Per lo sceriffo era straziante parlare del caso, ma allo stesso tempo anche catartico.

Sentiva il bisogno di raccontarlo, di spiegare a voce ciò che stava succedendo. Sperando di poter vedere tutta la faccenda in una nuova ottica.

«Le indagini si sono arenate... Abbiamo fatto di tutto per trovarla. Ricognizioni, unità cinofila, volantini, abbiamo coinvolto perfino la stampa. La notizia è andata su tutti i giornali, i suoi genitori sono stati intervistati da varie televisioni. Tutti i possibili sospettati sono stati interrogati, ma il punto è che nessuno sembra essere coinvolto nella scomparsa di questa bambina».

Appoggiò i gomiti alle ginocchia e si mise le mani nei capelli, coprendosi il volto.

Parlavano piano, per non svegliare le sue figlie.

«Di solito, in questi casi, se non si trova il bambino entro poche ore, non è un buon segno... E sono passate due settimane dalla scomparsa di Lily», ammise, quasi sconfitto.

«L'FBI non pensa che lei sia ancora viva, e se c'è una possibilità che lo sia ancora non pensano che sia qui», continuò a direzione riferendosi alle ultime conversazioni avute con i suoi colleghi.

«E tu che cosa pensi?», gli chiese ancora la moglie.

La scomparsa di quella bambina aveva turbato anche lei ma capiva che per suo marito era diverso. Lui la vedeva come una sconfitta personale.

«Non so che cosa pensare, Maura. Una parte di me sente che quella piccola è ancora qui... Ma poi mi chiedo, chi sarebbe in grado di fare una cosa simile? Conosciamo praticamente tutti quanti in zona, e non mi viene in mente nessuno che possa essere così crudele o malato».

Avevano ascoltato tutte le persone che i Mastrani avevano incontrato, e anche quelle che non c'entravano nulla.

Avevano ipotizzato qualsiasi cosa, anche la più impensabile. Ma se Jeffrey Colin ci pensava attentamente, non riusciva proprio a credere che uno di suoi concittadini potesse fare una cosa simile.

Alcune di quelle persone le aveva viste nascere e crescere.

Maura si mise seduta, per poter guardare meglio nella penombra creata dalla luce della luna che entrava dalla finestra.

«Mike che ne pensa?».

«Ridge non vuole arrendersi, lo sai che quel ragazzo è peggio di me... Come un cane con l'osso. E convinto che sia qualcuno del posto ma io non posso andare di casa in casa a ribaltare tutto... Ci sono delle regole da rispettare».

Si sentiva impotente, inerme, di fronte a tutto ciò che stava succedendo.

Poteva solo osservare, proprio come facevano quei due genitori.

«Immagini come sarebbe se sparisse una delle nostre figlie?».

Maura quasi ebbe un sussulto: «Non posso neanche pensarlo».

Ma Jeffrey lo aveva fatto. Più e più durante quelle due settimane.

E proprio questo sentiva quella perdita anche un po' sua.

Aveva fissato la foto di Lily, bella e raggiante, sulla sia scrivania nei momenti di sconforto, e l'aveva quasi sentita sua.

Era sua figlia. Improvvisamente lo era diventata, e perciò l'aveva presa anche lui.

«Non sono come dire ai signori Mastrani che le possibilità di trovarla viva ormai sono scarse... Che l'FBI ha deciso di spostare le ricerche altrove ma che se non si troverà nulla, nel giro di qualche altra settimana le indagini verranno messe in sospeso».

Gli pesava ammetterlo. Per quanto avesse fatto di tutto per trovare la bambina, aveva fallito.

E a nulla erano servite tutte le parole usate per convincere gli agenti a restare ancora, a spendere ancora il loro tempo per una causa che ormai sembrava persa.

Un po' li capiva. C'erano tante altre persone bisognose di aiuto, tanti altri casi dove almeno avevano una pista sul quale lavorare. 

Ma dall'altra parte non riusciva a smettere di cercare. Non poteva farlo. 

«Già credono che non siamo stati in grado di affrontare la situazione... E non posso dargli torto, brancoliamo nel buio e oltre a quel frammento di pigiama non abbiamo assolutamente nulla».

Stava iniziando perfino a dubitare delle sue capacità. Dall'inizio della sua carriera non gli era mai capitata una cosa simile.

La loro cittadina era sempre stata tranquilla. Il massimo dei problemi potevano essere due vicini litigiosi a causa della proprietà o un gatto rimasto su un albero. E fino ad allora era stato un ottimo sceriffo.

Ma poi Lily Mastrani era scomparsa e tutto era cambiato. Quella stessa città non era più la stessa. 

«Cammino per strada, osservo le persone che conosco da una vita e mi chiedo se posso ancora fidarmi... Se uno di loro sia coinvolto. Non so più che pensare».

Maura si fece ancora più vicina, sperando di poterlo confortare solo con la sua presenza. Non c'erano molte cose che potesse fare, né dire per tirarlo su di morale. 

«Tu sei un bravo sceriffo, di questo non devi mai dubitare», furono le uniche cose che riuscì a dire. Lo pensava davvero, lo conosceva così bene da sapere che era vero. Che si sarebbe sempre impegnato con tutto se stesso per risolvere un caso.

Eppure Jeffrey non riuscì a smettere di pensare a quella bambina e ai suoi genitori. I loro volti lo tormentavano giorno e notte, incessantemente. 

«Sto fallendo, Maura, e il caso mi sta sfuggendo tra le mani... Non credo che sia più molto da fare, ormai».

Gli pesava doverlo ammettere. Gli causava perfino uno strano dolore al petto. E ancor di più faceva molta fatica a rivelarlo a sua moglie.

Lei lo vedeva sempre come se fosse un eroe. E invece in quel momento si sentiva un perdente. 

Ma ancora di più della sua sconfitta personale, non riusciva a capacitarsi di dover ammettere a Nick e Bridget Mastrani che avevano ragione. Che non era stato in grado di trovare Lily.

«E quindi ti arrenderai?».

Lui si voltò a fissare la moglie negli occhi. Lei attendeva una risposta, anche se in realtà in cuor suo sapeva già che cosa gli avrebbe risposto.

E non rimase affatto delusa. Perché Jeffrey Colin non si arrendeva mai, neanche di fronte al peggiore degli ostacoli.

«Io la troverò, dovessi metterci tutta la vita... ma la troverò». 

Let her goWhere stories live. Discover now