Capitolo 18

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"La cosa piú temibile, però, è voltare le spalle alla paura, chiudere gli occhi per non vederla. Perché cosí facendo consegniamo la cosa piú preziosa che abbiamo in noi a qualcos'altro."

Haruki Marakami

Hayden, Idaho, 1999

«Sai che ti voglio bene, Nick, sei mio figlio. Ma mi stavo chiedendo, visto che è passata una settimana da quando sei tornato a casa, quali sono i tuoi piani a lungo termine». 

Tom non era un tipo pressante, ma quando suo figlio si era presentato alla loro porta, nel cuore della notte, completamente sconvolto, si era fatto qualche domanda. 

Era rimasto in silenzio, per tutti quei giorni, sperando che prima o poi sarebbe stato lui a farsi avanti e a raccontare cosa lo tormentava.

Ma Nick si era chiuso in se stesso, visibilmente preoccupato. Ed era a quel punto che Tom aveva deciso di entrare in azione, anche sotto la pressione di Sandra che, un po' per curiosità e un po' per apprensione, voleva sapere che cosa era successo. 

Aveva mandato avanti il marito, sperando che tra uomini sarebbe stato più semplice, e con la scusa di andare a fare la spesa, li aveva lasciati da soli. 

«A cosa ti riferisci?» chiese Nick, fingendo di non aver capito nonostante in realtà aspettasse quel momento dall'istante in cui era tornato a casa dai suoi genitori. 

Con la porta del frigorifero aperto, osservava il suo interno senza neanche riuscire a decidere cosa volesse mangiare. 

Quasi con rabbia, e frustrazione, la richiuse con troppa enfasi e si ritrovò a fissare il padre, senza sapere che cosa dire. 

«Tu ami Bridget?»

«Certo che la amo, ma non è questo il punto...», Nick fu bruscamente interrotto dal padre che, alzando una mano nella sua direzione aggiunse: «Vuoi bene a Lily?»

«È la cosa più bella che mi sia capitata, dopo Bridget», ammise, vergognandosi ancora di più per quello che aveva fatto. 

«Allora perché non sei con loro?»

«La fai troppo semplice, papà».

«Perché lo è», Tom oltrepassò il bancone della cucina di casa sua per avvicinarsi di più al figlio e gli mise una mano sulla spalla prima di aggiungere: «Che cosa ti spaventa?»

«Ho paura di non esserne in grado. Di non essere degno di Bridget e Lily. A volte ripenso al futuro che avrei voluto avere, alle cose che non ho potuto fare... E solo il pensiero di essermi pentito, mi fa sentire ancora più inadeguato».

Avrebbe dovuto pronunciare quelle parole di fronte a Bridget, quando lei lo aveva pregato di comunicare, ma non lo aveva fatto. Non ne aveva avuto il coraggio.

Ma il peso dei suoi pensieri lo stava torturando e aveva bisogno di parlarne con qualcuno. 

«Vedo Bridget che tutti i giorni sacrifica qualcosa a cui tiene per noi. Lo studio, le sue amicizie e la sua adolescenza. E lo fa sempre con il sorriso in volto, senza farmelo mai pesare. Lei è più forte di me, io sono un codardo e non sono all'altezza di tutte queste responsabilità».

Non riusciva neanche a credere di averlo ammesso di fronte a suo padre, l'uomo che per lui era stato un vero esempio da seguire.

Una delle poche cose che non avrebbe mai voluto fare era deludere le persone che amava. Per questo non smetteva di perseguitarlo il volto di Bridget qualche istante prima che lui decidesse di andarsene. 

E proprio per questo non aveva avuto il coraggio di rispondere alle sue innumerevoli chiamate. 

Ma il padre lo stupì, perché invece di guardarlo con rimprovero e di accusarlo di essere un uomo senza spina dorsale - come in fondo si era aspettato - Tom gli sorrise. 

«Sediamoci, figliolo», lo invitò con un gesto della mano a mettersi comodi nel soggiorno.

«E' normale avere paura, Nick, tutti abbiamo avuto dei ripensamenti prima o poi. Tu sei giovane, avevi dei piani ben precisi per il tuo futuro, ma spesso la cose non vanno come si desidera. La vita ti porta in strade differenti, più tortuose e pericolose ma sicuramente più belle... E' il tempo che ti dirà se hai preso la decisione giusta, e a quel punto ti renderai conto che tutto ciò che avevi sempre desiderato non era ciò di cui avevi bisogno».

Nick ascoltava con interesse le parole del padre, cercando allo stesso tempo di dare un senso a tutto ciò che stava provando in quel momento. Dire che era confuso era un eufemismo. 

Sembrava che le cose andassero alla grande, almeno all'inizio. Poi però aveva iniziato a pensare a tutto ciò a cui aveva rinunciato. 

La maggior parte dei suoi compagni erani partiti per il college, e quelli che comunque erano rimasti ancora nei dintorni, stavano cercando di realizzare i loro desideri. 

I suoi stessi colleghi in negozio, suoi coetanei, avevano deciso di affrontare un viaggio "on the road" tutti insieme quell'estate. 

Nick aveva sempre desiderato di partire all'avventura e finalmente gli si presentava l'opportunità di poterlo fare. Eppure la sua coscienza gli aveva fatto rifiutare l'invito dei ragazzi. 

E forse per qualcuno potrà sembrare superficiale, ma proprio aver detto di no lo aveva mandato in crisi. 

Si era reso improvvisamente conto che dal momento in cui avevano deciso di tenere la bambina sarebbe stato costretto a rinunciare a molte cose. Lo aveva già fatto, inconsapevolmente, perché aveva rinunciato ai suoi studi lontano da casa, ai viaggi in giro per il mondo e a ben altro.

Ma fino a quel momento lo aveva fatto senza pensarci, troppo preso dalla prima felicità che aveva provato nel vivere insieme a Bridget, costruirsi una casa insieme e avere una figlia. 

E si sentiva ancora più in colpa quando si rendeva conto che i suoi pensieri non erano giusti. 

Avevano preso insieme la decisione di tenere Lily, di essere una famiglia e perciò di sacrificare la loro vita da giovani. 

Bridget non si era mai tirata indietro mentre lui iniziava a sentirsi inadeguato in una situazione del genere. 

«Io amo le mie ragazze, le amo con tutto me stesso. E proprio per questo non so come comportarmi. Non voglio deluderle, non voglio farle soffrire, papà... ma non credo di essere all'altezza di tutto questo».

«Non sarai degno solo se continuerai ad ignorare la madre di tua figlia e a rifugiarti qui come un bambino spaventato», fu la risposta secca di Tom.

Nick sapeva che aveva ragione, lo sapeva benissimo, eppure non riusciva proprio ad accettare di dover fare delle rinunce.

Credeva di essere convinto di sapere che cosa desiderava di più, eppure sembrava che il suo cuore fosse diviso a metà. 

Doveva perciò capire qual'era la parte più importante, quella che poi avrebbe seguito. 

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