Capitolo 52

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"Gli anni che fuggono, inarrestabilmente, ci portano via una cosa dopo l'altra. "

Quinto Orazio Flacco


Hayden, 2009, sei anni dalla scomparsa di Lily.

Nick non aveva un luogo dove andare per piangere la sua perdita.

Non era neanche sicuro se fosse opportuno parlare di una vera perdita.

Non sapeva mai come riferirsi a sua figlia, se considerarla morta oppure no.

Ma, in ogni caso, avrebbe voluto avere un luogo dove piangere.

Come tutte quelle persone che vedeva entrare e uscire dal cimitero.

Con i loro fiori stretti tra le mani, l'ansia e l'agitazione ben visibile negli occhi.

Varcavano quelle porte di marmo con la schiena china, intimoriti, e ne uscivano con gli occhi rossi ma più sollevati.

Un po' lì invidiava, anche se non avrebbe dovuto.

Invidiava che loro potessero piangere su una roccia con inciso il nome del caro.

Invidiava che potessero avere un luogo così silenzioso, dedicato al ricordo e al dolore.

Invidiava la certezza di sapere che sotto i loro piedi giacevano per sempre le persone amate.

Nick non aveva nulla di tutto ciò.

Non aveva una lapide sulla quale posare fiori freschi, non aveva uno spazio silenzio per lui e sicuramente non aveva la certezza di poter dire che sua figlia fosse morta.

Eppure da qualche anno, quel giorno maledetto, si alzava, usciva dalla sua piccola casa in affitto dove abitava dopo aver lasciato Bridget, e guidava fino a lì.

Parcheggiava davanti all'entrata e rimaneva ad osservare, tutto il giorno, le persone che entrava e uscivano.

Si lasciava trasportare, per quell'unico giorno, da tutti i sentimenti che provava.

Tristezza, rabbia, dolore, paura, colpa, e ancora rabbia...

Tutto riaffiorava, potente e inesorabile.

Non soffocava ciò che provava, come faceva gli altri giorni, ma lasciava che tutto uscisse fuori.

Piangeva, a volte urlava e sbatteva forte le mani sul volante, insultando il mondo intero.

Poi si calmava, e ancora tornava rabbioso.

Ma per tutto il giorno non si spostava da lì.

Immaginava le storie che si portavano dietro tutte quelle persone. Si chiedeva curiosi chi andassero a trovare e se sentissero anche loro quel vuoto nel cuore che lo accompagnava da sei anni.

E Bridget, anche lei era spesso nei suoi pensieri.

Non avevano smesso di vedersi ma ovviamente non era più come prima.

Il muro, che avevano iniziato a costruire tra di loro, ormai era innalzato, forte e indistruttibile. E sembrava che ogni anno passato separati diventasse sempre più impenetrabile.

A volte sentiva la sua mancanza, anzi, più spesso del solito, ma di solito quando ripensava ai loro ultimi anni, dopo la scomparsa di Lily, non riusciva a provare niente oltre che rabbia.

Perché lei non lo aveva perdonato. Lei non lo aveva capito, non aveva compreso il suo desiderio di andare avanti ed essere felice.

Lei lo aveva trattato come un'insensibile. E ancora, dopo tre anni di separazione, continuava a ripetergli quanto fosse egoista.

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