Capitolo 24

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"Due anime ma un singolo pensiero, due cuori che battono come uno".

Barone Friedrich Halm

Hayden, Idaho, 2000

La piccola chiesa che Bridget aveva scelto non era molto piena.

A parte i familiari di entrambi, gli amici di scuola e i colleghi di Nick, non c'era nessun altro.

E a lei andava bene così. Non voleva parenti alla lontana e quasi sconosciuti nelle sue foto del matrimonio.

I presenti erano tutti coloro che avevano partecipato, nel bene e nel male, alla loro vita o ad una parte di essa.

E nonostante Sandra avesse provato più volte a convincerla che era buon uso invitare i cugini di terzo grado che vivevano in Canada, alla fine Nick si era detto d'accordo con Bridget.

E l'ultima parola spettava sempre ai promessi sposi.

E se a qualcuno avrebbe potuto dar fastidio una chiesa quasi vuota, per Bridget era perfino rassicurante.

Almeno, quando attraversò la navata, ebbe la sicurezza di guardare in volto solo persone che conosceva e di cui ricordava il nome.

Davanti a lei, la piccola Lily camminava lenta e inciampando di tanto in tanto, con in mano un cestino pieno di petali di rosa che faceva cadere tutti intorno a lei.

Indossava un vestitino fru fru color giallo limone che le donava tantissimo.

Lo aveva scelto lei, durante una loro giornata di shopping.

Ed era stata al settimo cielo quando aveva scoperto di essere la damigella d'onore, l'unica e la sola.

Per questo aveva un atteggiamento così fiero, nonostante con molta probabilità non aveva ancora capito che cosa fosse una damigella d'onore.

A Bridget bastava solo lei. Lei, Nick e Tom, che si era offerto di accompagnarla all'altare al posto del suo vero padre.

E stringeva così forte la mano sul suo braccio che probabilmente aveva perso la circolazione sanguigna. Ma il buon vecchio Tom non se ne lamentava.

Anzi, la teneva ferma e salda a sé, impedendole di perdere i sensi, cadere o fare qualche figuraccia.

Perché Bridget aveva paura. Certo, aveva tanta paura che le gambe le tremavano, ma allo stesso tempo era anche molto felice.

E quando alzò gli occhi per guardare la fine della navata, incontrò quelli di Nick e tutto andò per il verso giusto.

Come l'ultimo pezzo di un puzzle. Come il finale perfetto di un film romantico. Come l'ultima pagina di un libro memorabile.

Nick era il suo tutto. Il suo inizio e la sua fine. Nick era la sua ancora di salvezza, in un mare in tempesta. Nick era la sua felicità.

E bastava averlo vicino, bastava solo la consapevolezza che lui sarebbe stato sempre con lei, a farla sentire più forte e temeraria.

Gli sorrise, ancora prima di raggiungerlo, e lui, bello come il sole, ricambiò.

Era nervoso quanto lei, si poteva capire da come si sistemava continuamente la giacca e se la puliva da invisibili pelucchi e residui inesistenti.

Ma quando lei gli fu accanto, anche lui si calmò improvvisamente. Prese il suo braccio, allontanandola dal padre e la portò al suo fianco.

Si guardarono entrambi per qualche istante, dalla testa ai piedi.

Erano sempre loro, Nick e Bridget. Il ragazzo che amava viaggiare, sicuro di sé e del suo futuro, spensierato e a volte ingenuo. E la ragazza determinata, pronta a tutto e fervente credente nel destino.

Non erano passati molti anni dal loro primo incontro. E ancora meno dal loro primo bacio.

E nonostante di cose ne fossero successe in quei pochi anni, Nick e Bridget restavano gli stesse di allora. Più maturi e responsabili ma pur sempre loro.

E quando entrambi guardarono i piedi dell'altro, scoppiarono in una risata che fece trasalire tutta la chiesa, soprattutto il prete.

Nick portava un paio di all star nere, Bridget ne aveva uno identico ma rosa shocking. La prova che non erano cambiati affatto.

E continuarono a ridere per almeno due minuti, incuranti di non essere soli.

«Te lo avevo detto che le avrei messe», lo apostrofò lei, facendogli l'occhiolino con sfida.

Avevano parlato delle scarpe, qualche giorno prima, e lei aveva affermato convinta che non avrebbe indossato scarpe con il tacco alto, troppo scomode.

«Io voglio ballare, scatenarmi, al mio matrimonio... E non posso farlo con quei trampoli ai piedi».

«Non hai il coraggio di venire al tuo matrimonio con le all star... Sei pazza ma non fino a questo punto», la prese in giro lui. Di fatto l'aveva sfidata e sapeva meglio di chiunque altro che Bridget non si sarebbe lasciata sfuggire quell'occasione.

«Che cosa vuoi scommettere?»

«Un paio di all star più nuove e più rosa delle tue?» aveva azzardato lui che ancora un po' diffidava dell'impresa folle di Bridget.

Lei era una donna, e come tutte le donne, aveva aspettato quel gran giorno fin da quando era una bambina. Non poteva certo rovinare la perfezione del momento con un paio di scarpe come quelle.

E invece lei lo aveva stupito, di nuovo.

«Mi devi un altro paio di scarpe», affermò, dopo aver smesso di ridere, ammiccando nella sua direzione.

Gongolava per aver vinto la scommessa, se pur una piccola e stupida scommessa. E nonostante di solito a Nick non piaceva perdere, per quel giorno poteva anche accettarlo. Era troppo felice.

Il prete, un uomo alto, snello, e con gli occhiali, dall'espressione sempre un po' severa, si schiarì la voce per attirare la loro attenzione.

Solo in quel momento si ricordarono che non erano soli.

Lanciando uno sguardo alla navata, tutti li stavano fissando cercando di nascondere il sorriso sotto i baffi.

Per chiunque era possibile notare la loro allegria, la spensieratezza e l'ingenuità della loro età.

Perfino Tamara non riusciva a non sorridere di fronte a quella scena, mentre Sandra già versava lacrime come se fosse una fontana.

Bridget si voltò, allungò una mano in direzione della figlia che, in piedi alle sue spalle, li fissava con attenzione.

Con un sorriso dolcissimo intrecciò le sue piccole dita con quelle della madre che la trascinò davanti a loro, proprio in mezzo tra lei e il padre.

«Ci scusi, padre, ora siamo pronti».

Let her goWhere stories live. Discover now