La nave degli autolesionisti

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Navigando in un mare rosso siamo riusciti a sopravvivere in questa nave. Tutta la ciurma, autolesionista, era su un galeone fatto di carne pronta solo per essere tagliata. Tutti sono vestiti con felpe lunghe, non vogliono far vedere ciò che brilla, ciò che contiene i loro dolori. Appena qualcuno si tagliava il sangue iniziava a splendere di un rosso intenso... ma a molti non piaceva quella luce, rivelava il loro malessere alla ciurma senza che essi volevano. Così per evitare di mostrarsi, tutti si accanivano sulla barca. Ognuno voleva provare dolore cercando di annegare. Nonostante alla ciurma fosse proibita ogni sorta di lama, questo non fermava la loro sete di sangue, il piacere di annegare. Di nascosto, ogni membro della ciurma faceva piccoli tagli, in punti nascosti dagli occhi di tutti... o quasi. Fino a quel momento il capitano della ciurma dovette buttare in mare quegli autolesionisti che erano pronti a tutto pur di morire, riuscivano a squarciarsi la pelle delle dita a forza di scavare... col tempo abbiamo imparato tutti che non si può salvare chi non vuole essere salvato. Oramai si vedono ancora piccoli graffi riuniti in determinati punti, tutti quanti hanno cercato di morire, o almeno sperato. Ma ormai riusciamo ad andare avanti in questo oceano di dolori. Dopotutto, ci sono persone che rimangono a guardare quel mare, godendoselo, o magari rimpiangendolo. Io quei tagli sulle mie braccia li chiamo lupi della notte, sono segni di bestie indomabili, istinti di rabbia che si sono rivelati cercando di restare a galla su questo galeone di dispiaceri. Ai tempi tutti mi consideravano il peggiore della ciurma, ma come me c'erano anche altre persone. Quando si è il peggiore in questa nave non si fa altro che conoscere il dolore degli altri, molti di quei dolori li hanno condivisi o vissuti, sanno cosa significa soffrire e hanno molto da raccontare. Per chi si gode questo viaggio, buon per loro, per quanto la vita faccia schifo non vogliono rimanere ancorati al passato: con la paura di farsi scoprire, l'ansia di confidarsi con qualcun'altro. Per chi vuole ascoltarmi posso dirvi soltanto :«venite a guardarvi questo tramonto infinito». Per chi non riesce a smettere di sfreggiare la carne sappiate che con degli amici si può prolungare questo viaggio. Per chi vuole affogare dica al capitano che vuole morire, anche se chi ha parlato con lui dopo è morto senz'anima.

Nota per i lettori: vorrei mettere questo capitolo in una foto su instagram (di un profilo che, se piace l'idea su wattpad , mostrerò anche per i lettori di questa piattaforma). Quindi, che ne pensate?

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